03/03/219 Monte Tambura dalla Carcaraia

Il Monte Tambura è la terza altitudine delle Alpi Apuane, è una piramide schiacciata con tre creste ben definite e dai profili piuttosto dolci.
In veste invernale presenta magnifiche salite alpinistiche di tutto rispetto specie sul versante orientale mentre il versante settentrionale detto Carcaraia, con il suo andamento ondulato e il persistere della neve anche in primavera, si presta a salite sci-alpinistiche molto appaganti.
L’itinerario è una classica salita alpinistica invernale in Apuane che richiede conoscenza e pratica nell’uso dei ramponi e della piccozza.

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di verno la Danoia in Osterlicchi,
nè Tanaì là sotto ‘l freddo cielo,
com’era quivi; che se Tambernicchi
vi fosse sù caduto, o Pietrapana,
non avria pur dall’orlo fatto cricchi,"

Dante - Divina Commedia- Inferno - canto XXXII, versetti 28-30
Dante dice che il ghiaccio non si sarebbe minimamente incrinato anche facendoci precipitare sopra la Tambura (Stamberlicche) o la Pania della Croce , Pietrapana dall’antico nome Pietra Apuana.
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Percorso:  Gorfigliano, Cave Carcaraia, Carcaraia, Tambura, via di cava per chiudere anello

Come Arrivare:  
Per raggiungere Gorfigliano si può arrivare da Aulla (uscita A15) oppure da Lucca (uscita (A11).
- Da Aulla si prende la statale SS63 in direzione del Passo del Cerreto. Superato il paesino di Rometta si prende il bivio a destra in direzione Casola. Dopo diversi chilometri, appena entrati a Casola si svolta ancora a destra in direzione Minucciano. Si supera il paese di Minucciano e il successivo valico in galleria. Si scende a Gramolazzo dove si prende il primo bivio a destra in direzione Gorfigliano. Si prosegue nel fondo valle senza salire al centro del paese, ma proseguendo quasi in piano in direzione della testata della valle. Qui si prende un bivio a sinistra in direzione Campocatino. Si salgono diversi tornanti su strada ripida e stretta e, dove la pendenza cala, in corrispondenza di un primo bivio a destra, si parcheggia (in mancanza di neve è possibile proseguire ancora in auto fino ad una galleria, evitare con neve o ghiaccio).
- Da Lucca percorrere tutta la Garfagnana fino a Piazza al Serchio, quindi seguire per Minucciano e a Gramolazzo svoltare a sinistra verso Gorfigliano. Poi proseguire come descrizione precedente.
INDICAZIONI STRDALI
                    
 

Sentieri
: Nessun sentiero segnato, per l'esattezza nessun sentiero se non quello di cresta della Tambura verso il Passo della Focolaccia N°148 -  Passo della Tambura (1634 m) – Monte Tambura (1890 m) – [innesto sentiero 177] - Passo della Focolaccia (1658 m). La parte finale è comune con il sentiero 177.

 

 



 

 

Classificazione: EEA
 
Tempo di percorrenza:  h8

 

 
Acqua: assente
 
Punti sosta: Nessuno, unico ricovero il Bivacco Aronte presso il Passo della Focolaccia

 

 
     Traccia Google Earth -     Traccia GPS                          
Periodo consigliato:  Escursione che si può effettuare in tutto l'anno, naturalmente in invernale è necessaria la conoscenza dell'uso dei ramponi e piccozza

Oggi, finalmente, andrò in uno dei più belli e suggestivi posti delle Apuane; questo posto è la Carcaraia. La Carcaraia, un bianco fazzoletto di calcare racchiuso tra Pisanino e Tambura e tra Roccandagia e Cavallo, è stata e lo è tutt’ora meta ricca di fascino per gli speleologici.
La presenza di un carsismo esasperato  ha generato una concentrazione di abissi che superano i mille metri di profondità tra le più alte al mondo; la più profonda  l’Abisso “ Paolo Roversi”, la grotta più profonda d’Italia con i suoi  1.350mt di dislivello, circondato da un complesso carsico profondo ed esteso a cui si accede da pochi ingressi.

Sono stato invitato ad unirmi al gruppo degli Indipiendentes Apuanos da Diegone ( Diego Steffanini) il referente del gruppo e io ho accettato molto volentieri di unirmi a loro per un'escursione più che unica.
Insieme a noi anche membri del gruppo escursionistico Pegaso, in totale siamo in quattordici. Giungiamo a Gorfigliano chi da Aulla chi da Castelnuovo di Garfagnana. Lasciamo le auto in prossimità dell'acquedotto sulla strada che da Gorfigliano porta a Campo Catino, poco prima c'è una strada, sempre asfaltata, che si potrebbe percorrere per un buon tratto, sino ad una galleria scavata nella roccia. Ma temiamo che ci sia ancora ghiaccio sulla strada e non sia percorribile. Dopo esserci caricati gli zaini e calzato gli scarponi da neve iniziamo la nostra escursione percorrendo appunto la strada che si rivela essere pulita e che si poteva benissimo arrivare vicino alla galleria, ma che fà un pò di strada in più? siamo venuti per camminare e allora forza camminare!!!
Giungiamo alla galleria la strada diventa sterrata, strada di cava, la percorriamo per alcuni tornanti e poi la presenza di ghiaccio ci obbliga a calzare i ramponi. Riprendiamo il percorso alternando tratti ghiacciati e tratti puliti dove i ramponi non gradiscono essere messi così alla prova! Quando giungiamo ad un bivio tra la strada per cave Focolaccia a destra e cave Carcaraia a sinistra, noi prendiamo per questu'ultima.
Proseguiamo in salita anche se non molto ripida e in breve giungiamo il piazzale della cava dove non possiamo fare a meno di notar e lo scempio che viene fatto delle nostre bellissime e uniche montagne. Riprendiamo il cammino attraversando il piazzale della cava e prendendo una breve strada sulla destra, poi entriamo subito nel bosco, la direzione che dobbiamo seguire è la Sella
Roccandagia depressione non molto netta tra Tambura e Roccandagia che , però, ancora non si vede.
Te
niamo pressappoco il fondovalle stando un po' a destra del canale.
Il bosco si fa via via più ripido e iniziamo ad affrontare le prime ripide salite e impegnativi traversi, devo dire che tutti si sono ben impegnati nella progressione, ogni tanto un consiglio a qualcuno ma tutto sommato la tecnica è soddisfacente.
La fatica viene intanto ricompensata dalla vista che ci si pone dinnanzi, tra i faggi distinguiamo il Pisanino  , il Cavallo  e la Roccandagia. 
Usciamo finalmente dalla macchia di faggi e siamo allo scoperto siamo in pieno sole e temiamo che la temperatura appesantisca la neve.
Ci troviamo
in un ambiente di rara bellezza disseminato di dossi, valloncelli, doline e conche che ricoperti di neve formano un paesaggio fiabesco siamo in linea d'aria a pochi passi dal mare ma qui sembra di essere sulle alpi, il manto è talmente compatto e intonso che ci dispiace di camminarci sopra la sciando le nostre tracce. 
Senza itinerario obbligato, da un valloncello o un dosso ad un altro proseguiamo cercando un passaggio che permette di traversare verso destra. Superiamo molti avvallamenti e ripide gobbe, i polpacci iniziano a lamentarsi. Adesso traversiamo verso sinistra e vediamo la vetta della Tambura , la nostra meta, ma è ancora lontana, dobbiamo ancora salire per almeno tre quarti d'ora.
Finalmente siamo sotto la cresta della sella tra la cima e ante cima nord ovest, successivamente saliamo sul versante opposto e infine l'ultimo strappo alla vetta.

Sino ad ora la temperatura è stata più che piacevole ma adesso in vetta ci accoglie un freddo vento che spira da ovest e quindi la nostra permanenza qui è proprio breve: qualche foto e uno sguardo al panorama
; lo sguardo si rivolge a tutte le cime delle Apuane settentrionali, in particolare al Pisanino, la Roccandagia, il Cavallo e il Pizzo Maggiore, la valle di Vagli con il suo lago, alla Garfagnana, gli Appennini, la Versilia, il mar Tirreno e se fosse stato più limpido si potevano veder tutte le isole dell'arcipelago toscano.
Prediamo in direzione Passo della Focolaccia e la cresta si rivela più impegnativa del solito, siamo costretti a tenere i ramponi perché c'è presenza di neve ma alternata a molti tratti  puliti e camminare sui sassi con i ramponi non è la cosa più agevole, ci mettiamo un pò più del previsto ma tutti quanti raggiungiamo l'ultima spalla detta monte Crispo e da quì con una ripidissima discesa raggiungiamo il Passo della Focolaccia.
Il Passo della Focoloccia, m.1650, situato tra il Monte Cavallo, m1890, e il Monte Tambura, m.1895, e sconvolto dalle cave di marmo. Questo era un tempo un verde e ameno luogo e proprio qui fu inaugurato il 18 maggio 1902 il “Rifugio Aronte” (il più antico di tutte le Alpi Apuane) da parte del CAI ligure: dal passo lo sguardo si affaccia su Resceto, da cui giungono due ripidissime lizze (la lizza del Padulello o lizza Silvia e la lizza della Focoraccia) o sulla vicina Punta Carina, guglia dalla caratteristica forma di pugnale e palestra  di roccia per gli scalatori.
Il vento non cessa e quindi ci portiamo nel versante interno protetto e trovando un posto abbastanza asciutto all'interno della cava ne approfittiamo per consumare il nostro pranzo. C'è stato anche il dolce finale con il "buccellato di Lucca", non mi ricordo il nome di chi l'ha portato ma è stato molto gradito come è stato molto gradito il caffè caldo portato da Magda con tanto di zucchero e grappa, il tutto spupazzato per più di mille metri di dislivello, grazie tante!!
Per il ritorno prendiamo la strada marmifera o meglio quello che si percepisce che sotto la neve ci sia la strada, passiamo sotto il monte Cavallo e giungiamo all'attacco dell'impegnativo canal Cambron dove vi sono alcuni alpinisti che si stanno calando verso il fondo in corda doppia, ci fermiamo a guardare gli scalatori che si sono cimentati sulla salita a questo canale molto impegnativo.
Riprendiamo la discesa, inizialmente c'è molta neve  e in alcuni casi coi permette di tagliare qualche curva ma poi davanti ad un escavatore che è lì parcheggiato in attesa del giorno lavorativo per sgomberare la strada dalla neve, cosa che ha già fatto nei giorni precedenti per un lungo tratto e adesso ci troviamo a camminare sulla strada sassosa, quindi decidiamo di toglierci i ramponi.
Scendiamo per numerosissimi tornanti e il cammino è abbastanza agevole salvo tratti dove c'è molto ghiaccio vivo e qui rischiamo  clamorose scivolate , per ovviare a questo spesso preferiamo salire sulla neve ammucchiata sui lati che si presenta sicuramente meno scivolosa.
Eccoci arrivati di nuovo al bivio tra le due cave, dobbiamo scendere ancora lungo la marmifera e da un pò abbiamo iniziato a stufarci di questa strada serpeggiante, ci consola il fatto di aver fatto una splendida escursione e la vista che ancora abbiamo tutto intorno.
Superiamo la galleria, adesso manca poco e infatti in breve raggiungiamo le auto.
Credo che per  quest'anno è stata l'ultima ramponata salvo sperare di effettuarne qualcuna quest'estate ad altissime quote.
Questo posto è veramente un posto fantastico che nulla a da invidiare le rinomate Alpi, se non conoscete le Apuane venite e vi garantisco che non rimarrete delusi!!!


Foto escursione
Se vuoi unirti a noi: apuano@email.it