18/08/2019 In Pania dal Canale dei Carrubi, una ravanata pazzesca!
Il Canale dei Carrubi si trova sul versante sud-ovest
della Pania della Croce e la solca per circa 900 metri fino al sentiero 125, la
parte alpinisticamente più interessante è quella più alta. La prima ascensione
invernale è dei fratelli Scipione e Livio Borghese insieme alla guida Efisio
Evangelisti il 26 marzo 1896. Il termine deriva dalla voce mediterranea kara (=
pietra). Da Escursioni Apuane
http://www.escursioniapuane.com/itinerari/lemma.aspx?ID=132
Percorso:
Pruno a Colle a
Iapoli, Passo dell'Alpino, Foce di Mosceta, sentiero 126 per la
Pania, sentiero 124, Canale dei Carrubi, Cresta su della Pania,
vetta Pania, Cresta nord ovest Pania, sentiero(traccia non
segnata) che porta al Pizzo delle Saette, sentiero 126, Foce di
Mosceta e poi a ritroso Colle a Iapoli 820 mt. Vetta della
Pania 1858 pari ad un dislivello di 1038mt.
Avvertenze
Le difficoltà non sono eccessive, ma
il terreno accidentato e la roccia friabile richiedono comunque una
certa attenzione. Molto suggestiva l’uscita sulla cresta sud della Pania
con vista a volo d’uccello sugli estesi prati soprastanti Foce Valli.
Come
Arrivare:
Dall' uscita autostradale Versilia (A12) tenere direzione prima
per Forte dei Marmi, poi per Querceta. Qui, alla rotatoria prima
del raccordo con la SS1 Aurelia, prendere a sinistra in
direzione Ripa/Seravezza. Proseguire a destra al primo incrocio
e passare il cavalcavia sull'Aurelia. Seguire le indicazioni per
Seravezza, oltrepassarla e proseguire sulla solita strada SP9,
finchè, oltrepassata Ruosina, si prende la deviazione a destra
(SP42) in direzione Stazzema. Arrivati a Ponte Stazzemese, si
volta a sinistra seguendo le indicazioni per Cardoso e per
Pruno.
INDICAZIONI
STRADALI
Sentieri:122
Pruno – Le Caselle – Passo dell’Alpino
124 – Foce di Mosceta – La
Fania – Colle Mezzana – Penna Rossa – Foce di Petrosciana
126
Foce di Mosceta – Gorfigliette – Colle della Pania – Foce del
Puntone – Rifugio Rossi alla Pania
Questi sono solo i
sentieri CAI percorsi altri sentieri o tracce non sono segnati
Classificazione:
EE
buoni conoscitori del terreno apuano
Tempo di
percorrenza: h6,30
Acqua:
Alla Foce di Mosceta
Punti sosta:
Rifugio
del Freo a Mosceta
Traccia Google Earth - Traccia GPS
Periodo
consigliato:
Questo itinerario è una classica invernale
con buon innevamento, senza neve il pericolo maggiore sono le continue
scariche di sassi, Fattibile tutto l'anno
Attenzione, tratti
esposti e fuori sentiero, evitare se non si
conosce la zona.
Questo è un
itinerario impegnativo, per escursionisti dal piede sicuro e che non
temono il vuoto; da evitare con terreno bagnato.
La presente pagina non vuole in alcun
modo essere una guida escursionistica od alpinistica, ma un
semplice racconto di una giornata
e la
segnalazione di una bellezza
naturale e
culturale.
Quindi, la
presente pagina non sostituisce ma presuppone
la consultazione delle
guide
e della
cartografia
in
commercio.
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qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti.
L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e
pericolo
Oggi Emanuele,
con la sua solita esuberanza mi propone un'escursione che s
preannuncia assai faticosa; mi propone di salire alla Pania della
Croce da una via alquanto insolita, il canale dei Carubi e io
accetto ben volentieri. Ci portiamo a Colle a Ipoli sopra il paese di Pruno. Due parole su questo borgo: è un antico e caratteristico paese arroccato su un colle a 447 metri di quota. Al turista, oltre pregevoli aspetti architettonici, offre ottima accoglienza con ristoranti tipici, una locanda e un ostello per il pernottamento. E' raggiungibile, dalla Versilia, seguendo le indicazioni per Seravezza e successivamente quelle per Ponte Stazzemese dove si dovrà svoltare a sinistra seguendo ora le indicazioni per Cardoso. Al centro del paese di Cardoso, nella piazzetta che ricorda i caduti, si svolta a sinistra imboccando la strada che conduce a Pruno. Il sentiero (segnavia 122), che conduce a Mosceta, inizia proprio dal parcheggio. Noi, però, preferiamo salire ancora un pò e poco prima del paese imbocchiamo una ripida strada asfaltata a sinistra, successivamente diventa sterrata non sempre in buone condizioni, che conduce fino ad un piccolo spiazzo dov’è situato un serbatoio del servizio antincendio boschivo, siamo a Colle a Iapoli (820 m.). Qui si deve necessariamente lasciare l’auto e proseguire a piedi lungo l’unico tracciato presente. Come già detto ci portiamo più in alto prendendo un strada appena prima del paese sulla sinistra che porta alla località Colle a Iapoli (m 835). Colle a Iapoli è una località situata sopra il paese di Pruno, il Alta Versilia, posizionata lungo il sentiero CAI n. 122, che dal paese di Pruno stesso conduce al passo dell'Alpino dove s'incontra il sentiero 9, proveniente da Levigliani, che conduce a Foce di Mosceta. A Colle a Iapoli termina la strada bianca proveniente da Pruno e qui si trova anche un piccolo piazzale dove arriva un teleferica per il trasporto di materiali. Proprio sotto questa località si trova una cava abbandonata negli anni Sessanta del secolo scorso, dalla quale si estraeva il marmo cipollino. E' ancora possibile vedere i macchinari utilizzati, gli strumenti e perfino i cavi di lizza. Anche oggi la giornata è di quelle torride , sul litorale sono previste temperature intorno ai 35 gradi e mentre migliaia di persone si riversano in quel carnaio della riviera noi pensiamo bene di frequentare posti più freschi e meno affollati. Ci prepariamo e issati gli zaini sulle spalle prendiamo il cammino sul sentiero 122, il percorso si snoda in una serie di tornanti sino ad incontrare il bivio segnalato, per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo dritto, tenendosi sulla sinistra ( indicazioni ), dopo circa mezz’ora si raggiunge il Passo dell’Alpino (941m.) da dove godiamo di un invidiabile panorama sulle vallate del Cardoso e di Levigliani e volgendo lo sguardo a 360° si spazia dalla riviera versiliese con l'aria tersa vediamo benissimo le isole dell’ arcipelago toscano sino alla Corsica, poi le 5 Terre, le Alpi Marittime e la maestosità delle Apuane con in primo piano il Corchia, il massiccio della Pania, il Forato, il Procinto. Entriamo in un fittissimo bosco di abeti, frutto di un intenso rimboschimento e al suo termine giungiamo alla Foce di Mosceta (m. 1182) . Guardando a sinistra vediamo il vicino rifugio del Freo del CAI di Viareggio sotto il monte Corchia, noi invece prendiamo sulla destra sul sentiero n° 126 per la vetta della Pania. Si comincia a salire in diagonale sulla sinistra il pendio della montagna, l'aria è ancora fresca e stiamo bene, nella pace di queste splendide e devo dire orride montagne. Volgendo lo sguardo in alto vediamo quanto siano maestose e in molti casi inaccessibili. Ben presto lasciamo il sentiero 126 in corrispondenza del bivio con il 125 che conduce a Foce di Valli. Proseguiamo su sentiero attraversando diversi canali e su ravaneti instabili. Siamo su versante sud/est. progrediamo in leggera salita, attraversiamo due canali e al terzo è il nostro quello dei Carrubi la quota è intorno ai 1350 mt. questo è quello che dice l'altimetro. Indossiamo i caschetti, di sicuro qui i sassi cadono come niente, proviamo a entrare nel canale ma subito ci rendiamo conto che qui sarebbe arduo risalirei grossi massiche sbarrano la strada. prendiamo sulla sinistra, orografica destra, su un costone erboso . La salita adesso inizia davvero ad essere ripida e il paleo non agevola la progressione. Quando raggiungiamo un parete rocciosa sulla nostra destra intravediamo un breve canalino che ci può permettere di scendere nel canale che ci interessa. Queste informazioni potrebbero drasticamente cambiare dopo alcuni temporali o nevicate il terreno potrebbe avere peculiarità profondamente diverse. Nel canale ci rendiamo subito conto che non sarà una passeggiata, camminiamo in un mare di ciottoli e massi anche di notevole dimensione e subito affrontiamo un passaggio di II° grado. Ci spostiamo lungo le pareti di sinistra ( da ora in poi la destra e sinistra sono intese per chi sale lungo il canale) dove rocce levigate ci aiutano a salire più agevolmente, continuiamo a salire tenendoci vicino alla parete. Troviamo un rosso masso incastrato che ci impedisce il passaggio lo aggiriamo sulla destra, proviamo subito al fianco del masso ma la parete strapiombante e ma sicura ci fa desistere e ci spostiamo ancora più a destra e non senza difficoltà e fatica superiamo un terzo grado, a dire la verità io mi sono fatto calare la corda per sicurezza, oh!! qui tutto ti resta in mano e appigli zero solo qualche scaglietta che non sai mai sei ti tiene o no, meglio aver paura che toccarne, no? Di risalti ne troviamo altri due il primo lo aggiriamo a destra ma il secondo lo dobbiamo arrampicare. Non è stata una cosa molto agibile la natura della roccia levigata dall'erosione che l'ha resa abbastanza liscia, forse anche troppo e come appigli le solite scagliette, per la stessa teoria di prima la corda di Emanuele mi è stata utile. Camminiamo su molti detriti, la pendenza e l'instabilità del terreno ci affatica non poco. sulla nostra destra notiamo un profondo canale anche di grande suggestione ma non dobbiamo prenderlo, non porta a niente. Arriviamo ad un'imponente guglia da dove riparte uno strettissimo canale, noi rimaniamo nel canale dove è più largo ma ancora pieno di detriti e molto ripido, un passo avanti e due indietro, la fatica adesso si fa sentire veramente. Da distanza vediamo davanti a noi una ripida rampa erbosa, rampa che crediamo dover percorrere, però non ci convince tanto. Arriviamo ad un grosso placcone roccioso e da qui notiamo anche una cengia erbosa che si sposta verso destra. Dobbiamo rileggere più di una volta la relazione che avevamo in tasca e decidiamo, giustamente, di prendere su placche che oggi si percorrono facilmente in quanto asciutte, bagnate devono essere scivolosissime. Ci teniamo sulla destra a ridosso della parete, passiamo a ridosso di una piccola cavità nella roccia, potrebbe essere un buon riparo in caso di pioggia, poi prendiamo la cengia esposta erbosa, così come oggi non presenta nessuna difficoltà ma comunque è bene essere sempre ben concentrati, scivolare qui sarebbe un bel salto senza ritorno! Salita la cengia mi volto e sopra di noi vedo vicino la Croce di Vetta, siamo sul percorso della cresta sud, il mio corpo alla vista della vetta rilascia scariche di adrenalina, sono stanchissimo quando saremo in vetta avremo percorso 1040 mt. di dislivello, più o meno. Brevemente la raggiungiamo e subito andiamo alla ricerca di un punto dove possiamo vedere il canale appena percorso, lo troviamo, almeno in parte, quello che vediamo è un misto di stupore e meraviglia di come si presenta il canale, ovviamente da quassù non si vede tutto il percorso ma quello che si vede è abbastanza. Dalla vetta della Pania, come detto, si gode di un panorama fra i più belli che sia possibile ammirare: la Pania Secca, il Corchia, la Riviera della Versilia, le vette della catena Apuane sono di fronte a noi e quello che vediamo non si può descrivere, bisogna venire qui e e vederlo con i propri occhi. Ci rifocilliamo un pò, facciamo le nostre mille fotografie ma poi dobbiamo riprendere il cammino. Prendiamo la facile cesta della Pania, incontriamo il sentiero CAI 126 che scende a destra nel Vallone dell'Inferno, noi invece proseguiamo ancora 250 metri sempre sul CAI 126 ma stavolta sulla nostra sinistra che scende verso il Rifugio Del Freo, lo percorriamo per poche decine di metri sino ad incontrare un ometto di pietre nuovamente nei pressi della cresta ( quota 1.760 m. circa) che indica il "sentiero", in realtà è una cresta aerea, non difficile ma abbastanza esposta, che continua verso il Pizzo delle Saette. Ci aspetta un tratto abbastanza aereo Il percorso scorre quasi in piano per circa 300 metri , sulla nostra sinistra parte una traccia poco evidente, oggi segnata con un "omino" di pietre. Questo percorso ci porta un bel po' più in basso del Callare della Pania, sul sentiero 126, in prossimità della località dei Tavolini, si tratta del vecchio sentiero dei Pisani, lungo il percorso anche i ruderi di un vecchissimo bivacco che veniva usato dai primi alpinisti delle Apuane. Una volta raggiunto il sentiero 126 lo percorriamo ormai rilassati sino alla Foce di Mosceta e a ritroso torniamo dove abbiamo l'auto, a colle a Iapoli. Bellissima escursione d'avventura faticosa e assai impegnativa, era tanti che volevo farla, ora non mi resta che percorrerla in invernale, deve essere bellissimo! Con la speranza che il prossimo inverno sia ricco di nevicate ci andrò, vero Emanuele? Ora verso una bella birra. Ciao, alla prossima!! |