15/09/2019 Monte dei Ronchi (1354 mt.) - Monte delle Tavole (1463 mt.)

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Percorso: uscita galleria Cipollaio lato Arni, Monte dei Ronchi, Cave del Fondone, Passo del Vaso Tondo, Monte delle Tavole, Cave Cervaiole, Betigna, Galleria Cipollaio, Giro ad anello


Come Arrivare:
  Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana, si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano e poi a quella per Levigliani  si supera il bivio per Terrinca. Poi si continua fino all’inizio della Galleria del Cipollaio che si percorre interamente fino al parcheggio alla fine. É possibile arrivare alla Galleria del Cipollaio anche da Massa passando per Arni (25 km) oppure da Castelnuovo Garfagnana in circa 18,5 km.


                INDICAZIONI STRADALI
 
Sentieri: 142 Cervaiole – Passo del Vaso Tondo – Cave del Fondone
             
                141  Passo di Croce – Passo Fordazzani – Colle Cipollaio – Cervaiole
               
                 31  Azzano – Cervaiole – Campagrina – Arni – Cave Tombaccio –                      Arnetola
                  Per la maggior parte del percorso non vi sono sentieri segnati, solo segni azzurri non sempre visibili    

  Dislivello Totale: 950 mt.
Quota massima Monte delle Tavole 1463 mt.
Quota minima uscita galleria del Cipollaio
         
 

Classificazione: EE
Il percorso è adatto a escursionisti esperti allenati, in grado di orientarsi e di superare qualche tratto impegnativo con l'aiuto delle mani (primo grado).
 
Tempo di percorrenza:  h 5,30

 

 
Acqua: Portarsela da casa
 
Punti sosta: Nessuno lungo il percorso

 

 
                         
                                Mappa
Periodo consigliato:  Generalmente si può dire fattibile tutto l'anno
Da evitarsi con la pioggia e con il terreno bagnato totalmente sconsigliato con eventuale presenza di neve e ghiaccio.

Oggi abbiamo deciso di andare alla scoperta di due cime poco conosciute delle Apuane, anche noi pur avendone sentito parlare non c'eravamo mai stati.
La partenza è stata abbastanza mattutina infatti alle sette ero già a prendere il mio compagno d'avventura, forse un po' presto ma a seconda del suo pensiero non è mai troppo presto per andare in montagna!
In compenso non troviamo traffico e in meno del previsto raggiungiamo la nostra meta: la galleria del Cipollaio sulla strada provinciale di Arni, da qui inizierà la nostra escursione.
Sulla sinistra, alto imbocco galleria, parte una bella mulattiera nel folto bosco che costeggia il rio Freddone, la imbocchiamo e proseguiamo per circa dieci minuti, questi ci sono voluti per capire che non era la strada giusta. Torniamo quindi sui nostri passi sino quasi a tornare di nuovo al parcheggio ma adesso siamo più attenti e subito dopo una vecchia costruzione, probabilmente a uso delle cave che qui un tempo erano attive, scorgiamo un ponticello che ci permette di scavalcare il rio, in pratica dobbiamo fare proprio pochi metri sulla mulattiera e subito abbiamo alla nostra destra il ponte molto mimetizzato dalla folta vegetazione che ci è cresciuta sopra, spero di essere stato chiaro.
Attraversato il fosso ci troviamo in moderata salita su una traccia erbosa che intuiamo essere la vecchia via di lizza, in questo tratto dobbiamo districarci tra arbusti e alberi ma poi si apre e passiamo da quel che resta di piccole cave, nei pressi di una di queste troviamo un masso con una grossa freccia azzurra. Noi avevamo letto delle relazioni che invece di girare se si prosegue dritto vi è un'altra piccola cava da dove si potrà godere di uno splendido panorama, così facciamo e non è stato per niente deludente: davanti a noi il Sumbra e sul Corchia, su passo Croce e sul Freddone, è anche caratteristico il lungo serpentone che si snoda tra le montagne della strada per Castelnuovo G. appena sotto di noi la costruzione conosciuta come " il Palazzo"
Torniamo sui nostri passi sino alla grande freccia azzurra che ci fa dirigere verso sinistra in decisa salita.
E si! La ripidità adesso si fa sentire e dobbiamo fare molta attenzione a non perdere la direzione giusta, ci sono dei segni azzurri sbiaditi e non sempre così evidenti, inoltre la vegetazione è abbondante e anche qualche alberello c'è d'ostacolo.
Per fortuna oltre ai segni azzurri qualche buona persona ha pensato di posizionare degli "ometti " e questo ci rende la vita più facile, infatti troviamo un ometto di buone dimensioni vicino ad una grossa roccia con ancora il segno azzurro, questa a occhio, e in base a quello che dicono le relazioni, è la mulattiera che univa Campagrina, poche case nelle vicinanze di Arni e l'alpeggio di Betigna.
Gli omini o i segni azzurri ci fanno girare verso destra in falsopiano che ben presto torna salita fino a raggiungere un traliccio e da qui siamo sulla cresta est del monte dei Ronchi.
Iniziamo la salita, qui su un'ampia cresta tra belle e divertenti placche, c'è un profumo inconfondibile di santoreggia, infatti il luogo ne è pieno, salendo ci si aprono alla vista il Sella, il Macina, il Cavallo e Contrario, il Grondilice e  il Sagro.
La salita è ripida e faticosa, senza vere difficoltà, tuttalpiù si usano le mani per brevi e divertenti scalate su placche appoggiate. Superiamo ancora un ripido costone e giunti ad una sella erbosa e attraversiamo un bel boschetto di faggi, ci fermiamo un attimo per bere e riprendere un attimo di fiato.
Saliamo, poi per due canalini dopo aver aggirato sulla sinistra delle rocce e poi su rocecette raggiungiamo la nostra prima vetta di oggi.
Il panorama è bellissimo ma quello che ci colpisce, negativamente, di più è la distruzione che viene perpetuata su queste splendide montagne, davanti a noi uno dei simboli della distruzione: il Picco di Falcovaia quasi del tutto divorato dall'ingordigia umana.
Dopo una breve sosta, con il mio compagno d'avventura sono sempre brevi le soste, prendiamo la via della discesa, questa volta dal lato opposto.
La via è indicata ancora abbastanza bene dai segni azzurri, appena scesi ci troviamo in un canalino assai ripido che si snoda attraverso un bosco di faggi e poi un tratto erboso. Raggiungiamo un tratto aperto su rocce, il percorso non è molto intuitivo, i segni sono sempre meno o poco visibili, omini da questa parte non ne abbiamo visti.
Mentre scendiamo notiamo delle belle guglie una in particolare molto bella sulla nostra destra. Seguiamo la cresta e poi un altro canalino che prosegue sulla sinistra, troviamo un tratto erboso un po' esposto sulla cresta.
Giungiamo al Colle dei Ronchi e ora il percorso è più agevole, nei pressi di un fatiscente capanno di cacciatori proseguendo sulla destra, il sentiero si fa evidente, ora i segni azzurri sono abbondanti forse un po' troppo, giungiamo ad un bivio e qui i segni proseguono sia a destra che a sinistra, ma noi sapevamo che bisognava raggiungere la marmifera, che corrisponde al sentiero 31, la vediamo sotto di noi e quindi la scelta non poteva essere più scontata di così, prendiamo decisamente a sinistra.
Raggiungiamo la strada in prossimità della galleria dei Ronchi. La strada proviene dalle cave del Fondone alle pendici del monte Altissimo, noi per raggiungere la seconda cima dobbiamo raggiungere queste cave e poi dirigerci tramite sentiero al Passo del Vaso Tondo. Percorrere questa strada è sicuramente la cosa più brutta e noiosa dell'intera giornata ma se vogliamo raggiungere la nostra meta dobbiamo necessariamente percorrerla.
Dopo aver raggiunto le cave seguiamo la strada sino a raggiungere, finalmente, il sentiero che ci porterà al passo del Vaso Tondo seguendo il sentiero 142 che prosegue verso le Cervaiole. Proseguiamo sul bel sentiero che attraversa antiche cave e vie usate dai cavatori, arriviamo dove il sentiero sale decisamente e i cavatori avevano realizzato una bella scalinata che oggi avrebbe bisogno di una bella risistemazione.
Dopo la scalinata scollettiamo la cresta nordest del monte delle Tavole e scendendo per poche decine di metri, sulla destra, parte una costola rocciosa che saliamo spesso aiutandoci con le mani, ma niente di difficile. in circa trenta minuti siamo sulla più alta cima di oggi a quota 1463 mt. il Monte delle Tavole.
La vista di quassù è superba, davanti a noi si staglia imponente l'Altissimo e poi a trecentosessanta gradi gran parte delle Apuane, vuoi sapere cosa si può riuscire a vedere da quassù? Clicca sul link e capirai: Panorama.
Riprendiamo, quasi subito, il solito compagno frettoloso, la via di discesa ma non da dove siamo saliti questa volta ci dirigiamo verso sud tra paleo sino a rintracciare di nuovo il sentiero 142 e in breve raggiungiamo le cave delle Cervaiole, altro bello spettacolo di distruzione! Adesso oltrepassiamo degli edifici della cava  e seguiamo su marmifera sterrata e poi asfaltata, molto noiosa. Raggiungiamo prima un cancello e poi una sbarra che oltrepassiamo e svoltiamo a sinistra abbandonando, finalmente, la strada e su una curva   ci immettiamo a sinistra in un sentiero non segnato ma dovrebbe essere già il 141. Dopo pochissimi metri sulla nostra destra troviamo una casa con una sbarra davanti, la oltrepassiamo e ci immettiamo su una bella mulattiera, siamo a quello che era l'alpeggio di Betigna. Scendiamo in un bel bosco frutto di rimboschimenti di pini è un posto piacevole da percorrere. Il sentiero prosegue in discesa con diversi tornanti sino a raggiungere uno slargo dove attraverso un ponticello metallico attraversiamo il canale  Freddone, canale che lo costeggiamo sino a raggiungere il punto di partenza e così chiudere l'anello.
Bellissimo giro su montagne poco conosciute che tutto sommato se non accessibili proprio a tutti almeno a tanti si.
Bhè ora il mio compagno ha ancora fretta e questa volta lo assecondo più volentieri perché la sua fretta è quella di andare a bere una bella birra fresca.

 
Ciao, alla prossima!!
 Attenzione, d
a evitarsi con la pioggia e con il terreno bagnato totalmente sconsigliato con eventuale presenza di neve e ghiaccio.

 Foto escursione 
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