24/02/2019 Sillara
Il Monte Sillara con
i suoi 1861 metri è la vetta più
elevata dell’Appennino Parmense. In
estate la cima è escursionistica, in
inverno invece è un bell’itinerario
alpinistico, facile dal versante NE
o lungo i crinali NO o SE. La cresta
che sale dalla Sella di Rocca
Pianaccia sul versante est degrada
in dolci prati mentre il versante
opposto è dominato da un grosso
contrafforte roccioso solcato da un
piccolo canalino: il Canale Matteo.
La salita invernale da Valditacca
raggiunge uno dei posti più
incantevoli dello spartiacque
appenninico, la conca dei laghi
Sillara. La salita alla cima non
presenta particolari difficoltà ma
si consigliano sempre ramponi e
piccozza.
Dal sito Alpinismo arrampicata (
https://redclimber.it/relazioni/trekking/escursionismo-invernale/monte-sillara-invernale-via-normale/
)
Itinerario:
Valditacca - Capanna Carboner - Silalra - ritorno per
via di andata
Periodo
consigliato:
Invernale, sino a marzo
Quota partenza e arrivo 1261 m – 1861 m -
Dislivello 600 m.
Come
Arrivare:
Sentieri: Segnaletica:
CAI Bianco rossa -
N°
00 -
Di Crinale
Classificazione:
EEA - Allenati e
Attrezzati
ghette, ciaspole, ramponi e piccozza, abbigliamento da alta
montagna
Tempo di
percorrenza: Tempo
di percorrenza totale:
circa
6h soste comprese
Acqua:
Non Presente
Punti sosta:
Nessuno
Traccia gps
Traccia
Google Earth
Oggi ci trasferiamo sull'Appenino Tosco
Emiliano esattamente nell'Appennino Parmense, la nostra meta è il
monte Sillara, una vetta di 1861 metri, la vetta più elevata
di questa parte dell'Appennino.
Il luogo di partenza dell'escursione è
Valditacca, piccolo paese nel comune di Monchio delle Corti che
sorge in una piccola valle dell'Alta Val Cedra a 1000 metri
d’altitudine, presenta
le suggestive caratteristiche dei borghi appenninici prossimi al
crinale, con case vicine, stretti vicoli e le caratteristiche volte.
Gli scorci dello storico borgo in pietra mettono in evidenza
l'abilità di antichi maestri.
Zona
ricca di antichi circhi glaciali, ora
placidi laghi perlopiù
gelati nella stagione invernale.
Raggiunto il paese bisogna lasciarlo sulla sinistra e
proseguiamo sulla strada asfaltata che sale sulla destra, fino a
giungere, dopo pochi minuti, a una strada sterrata che si
intravede sulla sinistra e svolta dentro il bosco. La si
percorriamo per un breve tratto e si arriviamo a uno spiazzo dove
lasciare la macchina. Una volta pronti con sulle spalle gli zaini
partiamo.
Giungiamo ad una sbarra su un ponte che attraversa un
torrente
Cedra e subito dobbiamo calzare i ramponi per la presenza di
ghiaccio vivo.
Subito siamo immersi nel bosco di faggi,
bosco della Pianaccia. Prendiamo il sentiero n°
709,
evitando le varianti 709A e 709B che conducono invece al
Lago Verde o al Lago Ballano.
Inizialmente troviamo poca neve e
molti tratti puliti così da obbligarci ad andare a cercare la neve
nelle cunette laterali alla strada o in qualche canalino nel bosco
ma man mano che si sale pian piano il manto nevoso aumenta si a
diventare buono per la progressione.
Proseguiamo seguendo la
strada in ampi tornanti che con neve soffice sarebbe perfetta per le
ciaspole.
In prossimità di una capanna in lamiera abbandoniamo la
strada e giriamo sulla sinistra seguendo sempre il sentiero 709 con
indicazioni Lago Verde Lago Ballano.
Ora seguiamo un sentiero che
verosimilmente dovrebbe essere una mulattiera e troviamo un altro
bivio tra lago Ballano e Lago Verde noi seguiamo quest'ultima.
In
breve siamo di nuovo bivio e teniamo la destra ignorando il 709A per
il Lago Verde; il sentiero
inizia
a risalire la valle del Rio Frasconi, attraversando un affascinante
bosco di faggi secolari e di alto fusto. Alcuni piccoli tornanti
facilitano il percorso nei tratti più ripidi.
Seguendo l'evidente
sentiero e i numerosi segnavia sugli alberi giungiamo ad un ennesimo
bivio dove ignoriamo il sentiero 171 e seguiamo, invece, sulla
sinistra.
Subito dopo altro bivio ignoriamo il 711 per il lago Verde e giriamo
a destra in direzione Passo di Compione sempre sul sentiero 709.
Proseguiamo
costeggiando il rio Grotta sino a una piccola radura, sopra di noi,
a nord, la Rocca Pianaccia.
Lasciamo
a sinistra la caratteristica valletta del Rio Grotta, chiusa dalla
bastionata rocciosa che sostiene il Lago Frasconi e ci troviamo ad
affrontare una ripida salita che ci conduce fuori dall'ultimo
boschetto e finalmente siamo in un ambiente aperto dove lo sguardo
può ammirare tutta la bellezza del posto.
Siamo in quelle che
sono praterie appena sotto il crinale e davanti a noi si apre una
bellissima conca dalla quale si inizia a intravedere il crinale con
il Bragalata e il Sillara, la nostra meta.
Un po' a naso
seguiamo la direzione verso i Laghi del Sillara seguendo i pendii
settentrionali del monte.
Costeggiamo le sponde settentrionali dei laghi compiendo un
ampio
semicerchio a destra fino a raggiungere la spalla settentrionale del
monte Sillara,
giriamo a
sinistra e con un'ultima salita raggiungiamo la vetta a 1861 m.
Dalla vetta abbiamo una bellissima vista, essendo anche sulla vetta
più elevata dell'Appennino Parmense, il panorama si apre in tutte le direzioni, a sud
verso Alpi Apuane, la Lunigiana, il golfo di La Spezia, le
isole toscane e la Corsica, a nord verso la pianura padana e
quasi tutto il lontano arco alpino.
Purtroppo sul crinale un fortissimo e freddo vento
ci investe tanto da renderci difficile anche il camminare, quindi ci
accontentiamo di una rapida occhiata e via torniamo verso i laghi
dove riparati dal vento e riscaldati da un bel sole caldo possiamo
consumare il nostro pranzo.
Rimaniamo un po' a crogiolarci e
godere di tanta bellezza con tanta neve dai colori madreperlacei ci
ripaga della fatica fatta.
Ripartiamo seguendo l'itinerario
dell'andata, questa volta con una neve che via via si scende diventa
sempre più pesante e bagnata.
Una bellissima escursione diversa
da quelle che siamo abituati sulle nostre amate Apuane che ci ha
colmato di gioia nel cuore e appagato nella vista.
Alla
Prossima!
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