30/05/2020 Cresta di Natta Piana, la cresta più lunga e la più bella delle Alpi Apuane


CRESTA DI NATTAPIANA 
È una lunga cresta rocciosa che dal Colle di Nattapiana sale alla piramide sommitale del Pizzo d’Uccello. Si sviluppa per 2,5 km in direzione ovest-nord-ovest e separa la valle di Vinca da quella del Solco di Equi. Il crinale è irregolare: un continuo saliscendi di salti di rocce intervallati da pendii erbosi, dai 1781 metri del Pizzo scende ai 1250 del Colle di Nattapiana. Tra le varie cime si distingue il Monte Bardaiano (1409 metri) per la sua strapiombante parte nord e la Punta Nattapiana (1280 metri) all’estremità occidentale. La cresta è adatta a rocciatori per la forte esposizione ed alcuni passaggi difficoltosi. È possibile percorrere un semi-anello lungo i fianchi della cresta utilizzando due sentieri attrezzati: il 190 (ferrata Zaccagna) ed il 191 (ferrata Piotti). ( Dal sito Escursioni Apuane)

 
Percorso: Vinca 808 m,sent.n°190,Foce Lizzari 1250  m. Cresta di Nattapiana, Monte Bardaiano1409 m, vetta Pizzo d’Uccello 1781 m, discesa per la via normale alla Foce di Giovo1500 m, poi sent. n°175,fino a Vinca.

 

Come Arrivare : Il paese di Vinca è raggiungibile dall'uscita del casello autostradale di Aulla della A15 Parma-La Spezia, percorrendo la SS63 del Passo del Cerreto per circa 13Km.
Poi si devia a destra seguendo le indicazioni per Equi Terme.
Giunti a Monzone si seguono i cartelli indicatori per Vinca.
Qui giunti si entra in paese, lo si attraversa tenendo la destra ad un bivio e lo si oltrepassa di circa un Km., finchè, su una curva a sinistra, non notiamo il monumento alla Madonna del Cavatore. Qui si può lasciare l'auto per iniziare l'escursione imboccando il sentiero di fianco ad essa.


 INDICAZIONI STRADALI

 

   Sentieri: 
 
190 Vinca – Foce dei Lizzari – “sentiero attrezzato D.Zaccagna” – Cave del Cantonaccio 

 175
Vinca – Maestà del Doglio – Capannelli di Giovo – Foce di Giovo

Tempo di percorrenza:  percorrenza totale: 8,35h

Dislivello in salita m.1140
Quota max raggiunta m.1781
Lunghezza del percorso Km.9,100
Profilo altimetrico

Classificazione: Esperti ( alpinistica, uso di corde e attrezzatura d'arrampicata)

Periodo consigliato:  Tarda primavera e in estate
 

 

Acqua: Al paese di Vinca e sul sentiero n° 175 sula via di ritorno

Traccia gps  - Traccia Google hearth

 
Punti sosta: Nessuno

 

 

Dopo cinque anni mi viene riproposto di andare in escursione su una delle più belle e lunghe cavalcate apuane, niente po' po' di meno che la Cresta della Nattapiana, certo non è proprio una passeggiata rilassante ma di sicuro di estrema soddisfazione e impegno.  Non è certo un'uscita di tutti i giorni, non me lo faccio ripetere e accetto subito.
La cresta di Nattapiana, o cresta nord ovest del Pizzo D’Uccello, sulle Alpi Apuane, è un lunghissimo e ben marcato filo roccioso. Questa elegante linea naturale separa la valle di Vinca da quella di Equi Terme, e divide perfettamente le due facce della montagna: da una parte gli spaventosi e tetri abissi del versante nord, alti fino a 1000 metri; dall’altra parte i ripidi prati e le frastagliate formazioni rocciose della parete sud. Lo sviluppo della cresta è di circa 2,5 km, per un percorso molto avventuroso.
L'itinerario ha  inizio da Vinca (808 m. s.l.m.) unico centro abitato dell’omonima valle ove scorre il torrente detto Lucido di Vinca: il paese è posto in una splendida posizione a favore del sole, racchiusa in una conca formata a nord dalla Cresta Nattapiana e dal Pizzo d’Uccello, a est dalla Cresta Garnerone e dal Grondilice e a sud dal Sagro che formano così una grande cornice alpestre.
La " spedizione " è composta dall'ormai collaudato trio Emanuele, Fabio e, naturalmente, io, Alessandro, conosciuto come l'Apuano.
Lasciamo l'auto nei pressi dei lavatoi del paese e nelle vicinanze parte il sentiero n° 190 che da inizio costeggia dei piccoli orti e poi si inoltra in bosco di  castagni dove  alcuni esemplari sono notevoli. Dopo poco che imbocchiamo il sentiero eguendo i segnavia bianco rossi troviamo una deviazione segnata di rosso ma noi preferiamo ancora seguire quelli ufficiali CAI. Non è stata una buona scelta, dopo poco il sentiero s'infrasca e ritrovarlo è stato un'avventura già quella!
Salendo lasciamo il castagneto, finalmente,  ed entriamo in un bellissimo bosco di pini e da quì abbiamo un pò più di visibilità, specialmente sul Sagro e la lizza del Balzone.

Per raggiungere il colle di Nattapiana  c'è voluta un'ora dal sentiero seguendo verso sinistra dove c'è anche un cavo ci porterebbe al Pizzo dell'Aquila ma noi saliamo verso la cresta che è sopra di noi iniziando da qui la nostra avventura.
Dal Colle di Nattapiana si gode un ottimo panorama: con lo sguardo si domina tutta la Lunigiana e si vedono numerose vette delle Apuane, fra le quali spicca senz’altro il Sagro a sud e il bellissimo Monte Bardaiano a est, proprio sopra a dove ci troviamo. Si vede anche benissimo l’affilata cresta sulla quale si snoda la ferrata di Foce Siggioli.
Iniziamo subito superando un primo facile risalto roccioso, poi proseguiamo su crinale molto panoramico in un su e giù tra cime secondarie, infine raggiungiamo la vetta del monte Bardoiano.
Una nota su questo monte: famoso per la sua strapiombante parete nord. Questa parete infatti fu l’ultima, di tutte le Apuane, a essere vinta: non è delle più alte (350 m.) ma è di una verticalità quasi assoluta, anzi è leggermente strapiombante nella metà inferiore e rappresenta il prolungamento occidentale della grande muraglia nord del Pizzo d’Uccello.
Infatti affacciandoci sullo strapiombo ne rimaniamo altamente impressionati.
Proseguiamo brevemente su un facile pianoro, facile ma molto breve, infatti giungiamo subito ad un intaglio dove dobbiamo scendere e dove troviamo la prima sosta per far passare la doppia.
Una volta scesi tutti e tre proseguiamo con facili saliscendi sino a trovare dopo poco un breve salto, da relazioni lette pare che sia possibile scendere in arrampicata ma noi preferiamo la corda, più tranquilli.
Riprendiamo il cammino e siamo subito alla terza calata in doppia dove la preoccupazione, vista dall'alto e di finire in un profondo buco, invece una volta sul fondo c'è il modo di spostarsi e atterrare su una roccia e da qui da un stretto passaggio si riprende una traccia tra paleo assai più agevole. fino ad incontrare un tratto abbastanza pianeggiante che dà su Vinca.
Scendiamo per un breve tratto sempre tra erba che da una parte ci aiuta fornendoci un buon appiglio ma dall'altra ci impedisce dove mettiamo i piedi.
Giungiamo di nuovo alla cresta proseguiamo per un po'  in un ambiente magnifico, il mare sulla nostra destra, le strapiombanti pareti nord del massiccio del Pizzo d'Uccello sulla sinistra.
Ora dobbiamo decidere se continuare per vetta o scendere verso un canale così ad occhio ci sembra che il canale sia più agevole e quindi vi ci dirigiamo.
Infatti ci arriviamo facilmente e capiamo subito che si può risalire alla cresta facilmente, vediamo  le capre di montagna, molto più agili ed esperte di noi ci precedono e si dirigono verso la cresta che dobbiamo raggiungere, la nostra paura è che facciano cadere pietre verso di noi, attendiamo che salgano ancora e raggiungano la cresta, poi riprendiamo il cammino.

Una volta sulla cresta giungiamo ad una zona bellissima, sembra un anfiteatro, composto da placche rocciose che ci permettono di camminare agevolmente sino al famoso e temuto " traverso ".
In pratica sul così detto, da noi, anfiteatro compiamo un semicerchio verso sinistra sino ad arrivare sotto l'antecima del Pizzo D'Uccello e da qui proseguire su una piccola cengia, ma dov'è la cengia?? Quando ci sono stato la prima volta, avevano voglia a indicarmela io non la vedevo, questa volta, e devo dire che è stato il mio pensiero dalla partenza questa cengia invisibile, l'ho subito intercettata e seguita senza nessun problema, aveva ragione Fabio a dirmi che la seconda volta è più facile. Comunque continua ad essere invisibile!
Comunque avvicinandoci in  effetti si nota un'esile ma esile traccia evidenziata solo da un leggera linea d'erba, ecco dobbiamo seguire quella sottile linea verde!!
Va bene ormai non si torna indietro, già da un pò, quindi non c'è altro che andare avanti uno alla volta ci accingiamo ad affrontare l'ultima vera difficoltà.
Difficoltà dovuta non tanto alla  tecnica ma piuttosto alla qualità della roccia che si sgretola con estrema facilità le difficoltà comunque sono sul II° grado, e un passaggio di III° e questo è senz'altro il punto più insidioso visto anche la ripidità dell'ultimo tratto.
Dopo un primo tratto troviamo un pezzo di filo elicoidale che naturalmente non dà nessuna sicurezza, troviamo anche alcuni chiodi, forse per calate? bhò!
Ora siamo su un pianoro abbastanza largo e pianeggiante per permetterci di riposare e intanto ammirare il panorama che si allunga sin laggiù verso il mare.
Non ci resta che affrontare l'ultima fatica sicuramente la più facile del percorso, si tratta di salire alla vetta da una spalla del Pizzo D'Uccello, difficoltà se c'è è quella dovuta al terreno che è completamente frantumato e la nostra paura è solo quella di far cadere qualche sasso sulla testa.
Dopo aver arrancato per circa una quindicina di minuti eccoci arrivati sulla vetta e un bel branco di capre ci da il benvenuto.
Sono passate 6h e 15min dalla nostra partenza da Vinca.
Finalmente è arrivata l'ora di rilassarci e consumare il nostro pranzo, contemplando
il panorama a 360° che  si allarga verso oriente, si ammira un panorama molto vasto, notiamo verso nordovest la grande piana della Lunigiana e ad oriente il crinale appenninico; interessante la veduta sulle cime apuane circostanti: Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo, Contrario,  Grondìlice le cui forme, particolarmente ardite, ricordano senza dubbio i pinnacoli e le guglie delle lontane Dolomiti e l'onnipresente Sagro; impressionante è anche il precipizio della parete Nord che sprofonda pochi metri sotto la vetta.
Riprendiamo infine il cammino percorrendo la via normale del Pizzo D'Uccello sul versante sud est, via facile ma comunque dobbiamo continuare a mantenere la massima concentrazione si percorre un tracciato di I° - I°+ dove dobbiamo continuamente usare mani e piedi, non è certo il caso di farsi male ora che il peggio è passato.
Finalmente raggiungiamo il Giovetto e successivamente Foce a Giovo,
un ampia sella prativa fra il Pizzo d'Uccello e la rocciosa Cresta Garnerone. Poi con il sentiero n°175, all'inizio per bellissimi prati, poi nel bosco, fino a raggiungere di nuovo il paese di Vinca.
Raggiunto il paese il nostro unico desiderio è quello di bere una bella birra fresca e così è.
La giornata è finita, personalmente sono molto soddisfatto e ancora rivedo quelle aspre e splendide rocce che dividono quei profondi abissi.
La cosa più bella è stata quella di aver condiviso assieme a persone eccezionali tutta questa bellezza e la sua difficoltà.
Grazie ai miei compagni d'avventura, grazie tante  per aver voluto condividere con me questa bellissima esperienza, grazie.

Chiudo con un pensiero di uno sconosciuto ma credo che abbia detto il vero:
" Tornate sani, tornate più amici di prima, arrivate in cima: in questo preciso ordine."
- Anonimo -

Alla prossima.

Foto escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it