07/03/2021 Canal Cambron

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Il Canal Cambron
E' la via del Cavallo più frequentata in inverno. Canale ampio nella parte bassa che va restringendosi a metà in una ripida strozzatura, per poi allargarsi di nuovo in alto. Sbuca sulla cresta fra la cima settentrionale ( a destra) e la cima più alta (1895 mt.a sinistra). All'uscita si formano spesso ampie cornici. Essendo esso incassato fra due speroni rocciosi prende poco sole e la neve vi rimane a lungo, permettendo la salita anche a stagione inoltrata. ( Dal volume Ghiaccio Salato)

 

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica od alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Gorfigliano, strada marmifera, Cave della Focolaccia,  Canal Cambron

 

Come Arrivare :
Per raggiungere Gorfigliano si può arrivare da Aulla (uscita A15) oppure da Lucca (uscita (A11).
- Da Aulla si prende la statale SS63 in direzione del Passo del Cerreto. Superato il paesino di Rometta si prende il bivio a destra in direzione Casola. Dopo diversi chilometri, appena entrati a Casola si svolta ancora a destra in direzione Minucciano. Si supera il paese di Minucciano e il successivo valico in galleria. Si scende a Gramolazzo dove si prende il primo bivio a destra in direzione Gorfigliano. Si prosegue nel fondo valle senza salire al centro del paese, ma proseguendo quasi in piano in direzione della testata della valle. Qui si prende un bivio a sinistra in direzione Campocatino. Si salgono diversi tornanti su strada ripida e stretta e, dove la pendenza cala, in corrispondenza di un primo bivio a destra, si parcheggia (in mancanza di neve è possibile proseguire ancora in auto fino ad una galleria, evitare con neve o ghiaccio).
- Da Lucca percorrere tutta la Garfagnana fino a Piazza al Serchio, quindi seguire per Minucciano e a Gramolazzo svoltare a sinistra verso Gorfigliano. Poi proseguire come descrizione precedente.

INDICAZIONI STRADALI


 

   Via di Cava da Corfigliano al Passo della Focolaccia
     

Tempo di percorrenza:  percorrenza totale: 5,00h

 

Classificazione: Alpinistica II/PD+
Acqua: Non presente

Traccia Google Earth -   Traccia GPS

Non rilevata

 
Punti sosta: 
Nessuno, unico ricovero il Bivacco Aronte presso il Passo della Focolaccia

 

 

Da quando vado in montagna che ho avuto sempre il desiderio di poter affrontare almeno alcuni canali e creste aeree delle nostre Apuane, mentre per le creste anche se tardi comunque è un po' che  mi sono deciso a cavalcarle mentre per i canali, specialmente in inverno, non mi sono mai sentito pronto. Negli ultimi anni ho conosciuto quelli che ora sono i miei nuovi soci d'avventura che mi hanno convinto, ad avvicinarmi progressivamente a questa attività anche partecipando  a corsi di alpinismo su neve e ghiaccio. Come primo canale in assoluto invernale andiamo ad affrontare il Canal Cambron. Wow, una cosa che per me equivale a salire un ottomila, per la soddisfazione che mi può recare.
Siamo solo in due questa settimana, partiamo alle 5 per raggiungere l'attacco a un'ora giusta per poter trovare la neve ancora bella compatta. L'adrenalina, almeno per me , è stata alta già dalla sera prima e ero già sveglio assai prima che suonasse la sveglia.
Prendiamo l'autostrada sino ad Aulla e raggiungiamo Gramolazzo e poi Gorfigliano ( vedi indicazioni stradali sopra).
A Gorfigliano Prendiamo la strada per Campo Catino, Vinca. Giunti in prossimità
dell'acquedotto, poco prima c'è una strada, sempre asfaltata, che percorriamo sino ad una galleria scavata nella roccia. Lasciamo l'auto appena fuori della galleria in uno spiazzo. Ci carichiamo i pesanti zaini e calzato gli scarponi da neve iniziamo la nostra salita dopo la galleria la strada è sterrata e abbastanza pulita, i cavtori hanno premura di ricominciare a depredare queste montagne, camminiamo affiancati a destra e sinistra da alti muri di neve almeno un paio di metri, camminiamo abbastanza speditamente e non c'è bisogno di ramponi ma il percorso è abbastanza monotona.
Giungiamo ad un bivio tra la strada per cave Focolaccia a destra e cave Carcaraia a sinistra, noi prendiamo per la Focolaccia. Continuiamo ancora, incontriamo due giovani alpiniste, piene di brio e proseguiamo assieme a loro, secondo me devono aver fatto colazione con qualcosa di buono, vanno come treni e non fanno altro che chiacchierare.
La strada si snoda in un'infinità di tornanti e pian piano usciamo dal bosco, siamo in zona più aperta e lassù si scorgono le cave della Focolaccia, l'abbondante neve ne nasconde in parte lo scempio. la strada continua ad esse pulita e proseguiamo ancora su questa, sino a che dietro un tornante ci troviamo davanti ad un muro di più di due metri di neve. Qui inevitabilmente dobbiamo indossare i ramponi e ci carichiamo di moschettoni, chiodi, piccozze, e corde, abbiamo un'intera ferramenta addosso. Scaliamo l'alto muro ghiacciato e iniziamo a salire su un ripido pendio che ci condurrà sotto la parete nord del Cavallo, più o meno arriveremo dove passa il sentiero 179 (Foce di Giovo – Cava 27 – Foce di Cardeto – Passo della Focolaccia.) Ci rendiamo conto da quanta neve ci sia quando vediamo la parte più alta del braccio di un escavatore de sporge fuori per pochi cm.
Siamo sotto il sole e il riverbero è molto fastidioso e iniziamo anche a sudare abbondantemente. Proseguiamo salendo su un ripido paginone sino a raggiungere una zona almeno un pò più pianeggiante, qui sotto dovrebbe esserci il sentiero 179, ci dirigiamo verso destra con il Pisanino davanti agli occhi, ormai il canale è ben visibile, sulla destra l'invaso del canale Ceragioli, altro canale che salirei volentieri.
Siamo all'altezza dell'imbocco e  naturalmente dobbiamo iniziare a risalirlo.
Raggiungiamo delle formazioni rocciose una a destra e l'altra a sinistra. Nella mia mente le dò il nome di " Ingresso del Cambron" appena le raggiungo mi viene fatto di dire: " E' permesso", trovo che sia una cosa dovuta chiedere con umiltà il permesso di salire sino alla cresta, la montagna merita tutto il nostro rispetto e umiltà!
Ok saliamo aiutandoci con le due piccozze, meniamo fendenti neanche in un fil di cappa e spada. Il suono delle punte dei ramponi e delle becche delle piccozze ci rassicura entrano bene e fanno ben presa, ottimo! Dopo circa 40/50 mt. dall'ingresso del canale ci siamo spostati sulla destra verso un'altra formazione rocciosa, la aggiriamo leggermente e ci fermiamo su piccolo terrazzino e ci allongiamo alla sosta presente con due chiodi e un robusto cordino. Ora attrezziamo la sosta e ci mettiamo in sicurezza, ci leghiamo e via si parte per la parte più impegnativa. Inizia Emanuele, ben presto mi sparisce dalla visuale perché sono obbligato dietro la roccia, sento comunque che la corda scorre rapida e agile, mi sono preoccupato quando si è fermato tutto e non mi rispondeva ai miei richiami; però ero fiducioso, se veniva giù l'avrei visto di sicuro no? Scherzi a parte ero ben pronto ad ogni evenienza, e vigile sulle manovre per un'eventuale caduta.  Avrei saputo poi che lo stop è stato dovuto all'allestimento di una nuova sosta perché quella che avremmo dovuto utilizzare era già impegnata da altri quattro alpinisti. Emanuele, ad un certo punto mi chiama, sento la voce ma non capisco cosa dice allora mi fa i tre strattoni che avevamo concordato e capisco che devo partire anch'io. Supero la roccia sulla sinistra e mi porto al centro del canale, dò un'occhiata in alto e...... ca.......spita quanto è ripido, ma la cresta non pare lontana. Pianto bene le punte dei ramponi e le becche delle piccozze, clink clank clink clank, passo dopo passo arrivo alla sosta che si trova sulla sinistra. Ripetiamo le manovre, longe, corde, moschettoni discensore che adesso ci serve per far sicura. Ultimo check per controllare che tutto sia perfetto, un moschettone aperto non sarebbe una cosa piacevole! Riparte Emanuele, anche questa volta mi sparisce quasi subito dalla vista, ma capisco che non è lontano, lo sento piantare un chiodo per poter mettere un rinvio, bravo, ben fatto! Al richiamo parto anch'io la ripidità è sempre notevole e i polpacci iniziano a protestare, li sento bruciare con una sensazione che si strappino da un momento all'altro, ma caparbiamente continuo a salire,clink clank clink clank. Arrivo al rinvio e accidenti quanto lo ha piantato quel chiodo? Devo combatterci un po' per recuperarlo. Continuo costeggiando la parete e ben presto arrivo su una, abbastanza, comoda cengia dove troviamo due soste e i quattro alpinisti che bivaccano, chiediamo un pò di spazio e naturalmente ce lo danno, ci ancoriamo alla prima sosta formata da due chiodi e una clessidra, quella appena sopra è con quattro chiodi ma a noi ci dà più fiducia quella clessidra di roccia bella solida.
Siamo praticamente quasi in cima e come spesso avviene dopo aver faticato come le sette fatiche di Ercole, sudato e sputato anche l'anima ti aspetti una bellissima vista dalla cima con le creste innevate e laggiù la distesa del mare, cosa che fino a mezz'ora prima era possibile ma adesso una fitta nebbia si posiziona proprio su tutta la cresta e le vette, accidentaccio non ci voleva! Comunque non rinunciamo a raggiungere almeno la cresta dove notiamo una bella cornice. Come di solito parte Emanuele e ben presto arriva sbucando, dopo aver scavalcato la cornice, fra la cima settentrionale sulla destra e la cima più alta di 1895 metri che abbiamo a sinistra.
Pianta un fittone da neve dove si assicura e subito dopo lo raggiungo.
La soddisfazione è enorme, sono molto felice di aver coronato questo mio sogno ma anche un pò deluso per non aver potuto godere della vista mozzafiato che c'è da quassù!
Non potendo godere di nessun panorama e sinceramente la neve qui sembra solo appoggiata su un lungo scivolo, decidiamo di ridiscendere.
mmCi portiamo alla sosta sottostante e a ritroso sfruttando le varie soste presenti ci caliamo con la tecnica della corda doppia. Raggiunto l'ultima sosta il pendio è sempre molto ripido e non essendoci più soste dove assicurarci procediamo a marcia indietro sino a che la pendenza non ci permette di riprendere la posizione di faccia a valle e spostando il baricentro in basso, un pò seduti,
La tecnica è questa: "Il busto è flesso in avanti, le ginocchia sono flessibili per mantenere il baricentro del corpo al di sopra dei ramponi e per evitare di appoggiarsi sulla schiena. I piedi vengono posizionati leggermente a forma di V e la piccozza viene puntata davanti ai piedi." (https://www.ortovox.com/it/safety-academy-lab-ice/capitolo-2/tecniche-di-progressione-su-ghiaccio-e-firn)
Infine raggiungiamo la strada marmifera al tratto pulito, pulita è pulita ma mentre scendiamo notiamo sopra di noi un escavatore che smuove la neve e con nostro stupore la fa precipitare di sotto dove passa la strada e soprattutto noi! E' possibile che non ci abbia visti?  Bha! meglio toglierci di traiettoria e sparire dalla zona il più presto possibile.
La mia considerazione finale non può che essere d'entusiasmo, sono molto felice e carico d'adrenalina, anche questo desiderio mi si è avverato spero che possa ancora godere di esperienze simili;
Ciao, alla prossima

Foto escursione