Oggi nuova escursione d'avventura, un'avventura in una delle
zone più selvagge e impervie delle apuane sul versante sud orientale
della Tambura.
Partiamo dal paese di Resceto, dalla piazzetta
scendiamo nell'interno e scendiamo verso il canal Pianone, quello che si
attraversa per prendere il sentiero 165 per cave Bagnoli Focola
del Vento. Noi invece, entriamo nel canale sulla destra orografica per
poche centinaia di metri , sul greto del canale ci sono dei massi con
delle indicazioni con vernice rossa, incomprensibili. Sulla destra
orografica notiamo una traccia appena visibile tra il paleo, la
imbocchiamo e iniziamo a salire, uno sguardo davanti a noi e scorgiamo
il Poggio delle Freddane, poggio che dobbiamo raggiungere. Il sentiero
che stiamo percorrendo è conosciuto come il sentiero del Baccile, è
assai marcato anche se queste zone non sono molto frequentate, forse lo
è per la presenza di una grotta, la Grotta del Baccile, frequentata
dagli speleologhi. Si sale verso uno zucco che separa
il Canale dei Vernacchi dal Canal Pianone ( o della Fecoraccia);
sostanzialmente, la cresta dell'Orbaco divide questi due settori.
Giungiamo ad una lizza che si rivelerà breve sino ad una piccola cava
ormai abbandonata, la superiamo e riprendiamo un sentiero che non è
altro un proseguimento di quello percorso in precedenza, cioè il
sentiero del Baccile. Giungiamo ad un bivio con un sentiero abbastanza
marcato che prosegue in piano ma naturalmente noi dobbiamo prendere
quello che sale sulla destra e ci porta all'imbocco dell'omonima grotta,
la grotta è indicata con cartellino con nome della stessa. Guardiamo
verso sinistra e vediamo il serpentone della via Vandelli; lasciamo la
grotta e ci spostiamo in salita verso sinistra per raggiungere un punto
aereo e precipitante chiamato Cappello del Baccile, un grosso masso
appoggiato su una balza visibile anche dalla via Vandelli. Infatti
dall'alto vediamo l'ardito tracciato della via, il sottostante Canal Pianone nella sua
profonda forra, davvero impressionante, si scorgono anche le numerose
vie di lizza che salgono i versanti occidentali della Tambura e il monte
Castagnolo che sovrasta il paese di Resceto.
Dalla
cresta, osserviamo alla nostra destra lo svettante Poggio delle Freddane,
punto che dobbiamo raggiungere, dal Cappello del Baccile proseguiamo
sulla destra su terreno poco stabile, raggiunto lo aggiriamo,
obbligatoriamente sulla destra su una vaga traccia a mezza costa che ci
conduce ad un canale denominato la Valle del Baccile, lo risaliamo con
qualche difficoltà dovuta al terreno franoso e ai molti alberi caduti,
comunque riusciamo a raggiungere la Sella del Baccile.
La foce
del Baccile costituisce la conclusione della salita: la foce separa, a
sinistra, il Poggio delle Freddane ( ora salibile, con attenzione )
dalla cresta dell'Orbaco a destra.
L'itinerario continua sulla destra ma
noi saliamo brevemente, andando a sinistra, sull'esile crestina del
Poggio delle Freddane per osservare il panorama che si può godere da
quassù: sotto di noi il canal Pianone,
osserviamo in tutta la sua severità imponente la guglia di Piastra
Marina e le lizze che da basso salgono alle sue propaggini ( spiccano
per audacia ingegneristica la lizza del Padulello e l'elegante
lizza Silvia o Magnaghi).in alto,
naturalmente, la Tambura
Ridiscendiamo con cautela e ci riportiamo
sulla traccia, per modo di dire, comunque sulla cresta alla Foce del
Baccile.
Proseguiamo su una traccia appena visibile che prosegue tenendosi sulla
sinistra, inoltrandosi in un boschetto rado, l'ascesa
delicata alterna punti in cui il sentiero offre una traccia ben marcata
ad altri in cui occorre fiutare la soluzione più semplice, giacché a
tratti terrosi e confusi a causa dei numerosissimi arbusti e alberelli
caduti si alternano parti rocciose, a volte dalla dubbia solidità.
Troviamo un ometto che noi " fortifichiamo", il sentiero fa una curva a
gomito sulla destra tipo tornante, proseguendo in breve raggiungiamo il
crinale roccioso che ora dobbiamo seguire sul filo sino ad intercettare
la Via Vandelli. Prima di raggiungere la via ci giriamo verso valle e
notiamo a sinistra il famoso ponte del Pisciarotto a ovest la Mandriola,
lo Spallone e il Sagro. Proseguiamo usando un pò più le mani ma sempre
su passaggi semplici di primo grado, raggiungiamo un punto un pò più
difficoltoso che per i più esperti è possibile risalirlo ma comunque è
aggirabile sulla sinistra; siamo su un'ultima facile rampa e infine
raggiungiamo la Via vicino alla località " I Focetti".
Superato dopo poche decine di metri il primo tornante, sulla parete di
destra troviamo l'indicazione topografica “I Focetti” 1198 mt. S.l.m. poco dopo sulla
destra si dirama una vaga ma inizialmente larga traccia che sale sul
versante sinistro orografico che perde immediatamente identità e
diviene un crinale che saliamo sino a raggiungere tralicci metallici,
visibili con occhio attento dalla Vandelli.
Raggiunto il colletto sommitale, sulla destra intuiamo tracce poco
distinte ma inequivocabili che salgono in un bosco non fitto; la salita è
ostacolata dai numerosi alberi caduti e non rimossi a causa della poca
o quasi nulla frequentazione umana di questi posti.
E' più possibile che la traccia
sia marcata dal passaggio delle nostre amiche capre, ce lo confermano le
numerosissime deiezioni.
Raggiungiamo un gruppetto di faggi più grandi e successivamente una cresta più
aperta; di fronte a noi si staglia la guglia del monte Focoletta.
Dopo un breve sali-scendi, in ambiente tipicamente apuano, incontriamo
un rudere; lo superiamo su traccia e saliamo ancora per poche decine di
metri, sino a trovare sulla sinistra la presenza di un cavo metallico,
il quale aiuta a superare sul lato occidentale un'elevazione che si
staglia davanti a noi.
L'aggiramento porta in breve precisamente di fronte alla finestra
Vandelli.
Il rientro lo abbiamo fatto dalla Via Vandelli.
Quest'escursione era da molto che volevamo farla ma per le note vicende
pandemiche o per condizioni meteo avverse l'abbiamo rimandata molte
volte, oggi finalmente siamo riusciti a realizzare questo nostro
"sogno". Vorrei raccomandare al lettore di prendere questa non come una
relazione ma come un mero racconto della giornata, le indicazioni ho
cercato di essere il più fedele possibile ma non avendo una profonda
conoscenza della zona ho fatto uso più che altro di cartine, in questo
caso su internet a parte qualche filmato su You Tube non ho trovato
altro, quindi raccomanderei di effettuare questa escursione o
accompagnati o da persone esperte di apuane con buon senso
d'orientamento, secondo il nostro parere ne è valsa a pena bel giro!
Ciao, alla prossima