19/04/2022 Canal Paleri
Canal Paleri, Finestra Vandelli, Monte Focoletta, Focetta acqua Fredda, Lizza Cruzze, Selvarella, Resceto

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e proseguendo la solinga via tra le schegge e trà rocchi de lo scoglio lo piè sanza le man si spedia
DANTE, INFERNO XXVI

jj Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.




 
Percorso:  Resceto, cava alta e Canal Paleri, Finestra Vandelli, Monte Focoletta, Focetta acqua Fredda, Lizza Cruzze, Selvarella, Resceto

 

Come Arrivare: Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine e Gronda e si continua la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese (mantenersi sempre a sinistra)
INDICAZIONI STRADALI
 

  
 165 Resceto - Canale dei  Vernacchi – innesto 164 - innesto 160  - Canale della Neve - La Selvarella - Cava Gruzze – innesto 164 - Focetta dell’Acqua Fredda
 
164  Località All'Acqua - Canale dei Campaniletti - Rifugio Conti ai Campaniletti  - Focetta dell'Acqua Fredda

        

Classificazione: EE  L'itinerario richiede terreno asciutto e piena visibilità. Necessita di senso d'orientamento e piede sicuro su terreno apuano
Acqua: Al paese di Resceto, in prossimità della captazione dell'acquedott,  alla sorgente in località "all'Acqua" ( che ci si passa al ritorno), rifugio Nello Conti ai Campaniletti

Periodo consigliato:  
Autunno primavera, in estate potrebbero esserci temperature molto elevate. Sconsigliato con il ghiaccio invernale.
  Traccia Grafica -   Traccia GPS

La traccia GPS non è sempre attendibile potrebbe avere anche diversi metri di scarto, non fare affidamento solo su di questa

 
Punti sosta: rifugio Nello Conti ai Campaniletti

Per smaltire le calorie ingurgitate nelle due giornate pasquali, decidiamo per una lunga salita di circa 1200 mt. metro più metro meno. Andiamo ad esplorare una delle zone segrete delle Apuane, fuori dai percorsi canonici degli escursionisti. E' nostra intenzione raggiungere la Finestra Vandelli e successivamente il monte Focoletta percorrendo canali, pendii pieni di sfasciumi, e ripide praterie di paleo molto scivoloso.
Ci portiamo al piccolo paese di Resceto  a metri 482,  sorge in un luogo d’orrida bellezza, dominato com’è dalla gigantesca mole del M.Tambura (m.1890) e della Cresta di Sella. Da questo paese parte la lunga traversata della Via Vandelli, strada costruita nel Settecento dall’Abate Domenico Vandelli, ingegnere del Duca di Modena Francesco III d’Este. La strada serviva per collegare Modena con Massa, visto che nel 1741 si erano sposati per motivi politici Ercole Rinaldo d’Este, erede del Duca di Modena, e Maria Teresa figlia del Duca di Massa Cybo-Malaspina.
Lasciamo l'auto nella piazzetta, in giorni lavorativi non c'è problema il posto si trova, nei festivi bisogna parcheggiare lungo la strada, a volte assai più in basso del paese.
Dall'alto del paese scendiamo attraverso numerose scale sino al greto del canal Vernacchi, troviamo subito le indicazioni per i sentieri 160 - 164 - 165 indicati per escursionisti esperti,
 attraversiamo il canale e seguiamo il sentiero n° 165. Continuiamo il cammino sulla sinistra orografica del canale.
Oltrepassiamo delle stalle per le pecore, l'odore è molto forte e allunghiamo il passo per non sentire la nauseabonda puzza.
Proseguendo troviamo una costruzione per la captazione dell'acqua (585m), dove c'è anche una fontana, in definitiva l'unica presa decente d'acqua oltre alla fontana nella piazzetta del parcheggio.
Da qui si gira, salendo alcuni scalini, sulla destra, davanti a noi la bastionata del Sella, da qui il dislivello è evidente  la cima sembra irraggiungibile.
Il silenzio è surreale, notiamo molte vie di lizza che s’intersecano nel canale, muti testimoni di un mondo ormai scomparso.
Il sentiero corre ora su una via di lizza ed il pensiero non può non andare a quei lizzatori, che mettendo quotidianamente a repentaglio la propria vita, facevano scendere cariche di marmo da diverse tonnellate lungo queste impervie vie ( Per un approfondimento sulle vie di lizza si consiglia il volume “Le strade dimenticate” di F.Bradley-E.Medda).
Continuiamo il cammino tra radi faggi, camminiamo a tratti, su quello che resta della via di lizza giungiamo ad una costruzione imponente, il ponte del Pisciarotto, ponte che permetteva di superare il canale fosso della Neve. Questa lizza era quella che giungeva dalle cave Cruzze situate sotto la vetta dell’Alto di Sella che percorreremo al ritorno. E' alto almeno una ventina di metri e sono rimaste solo le traversine di ferro e quindi non percorribile,  il sentiero scende nel canale e dobbiamo saltare su dei massi  per attraversarlo poi risaliamo ripidamente seguendo quello che resta della  lizza tra sfasciumi, dopo poche curve giungiamo nelle vicinanze di una casetta, probabilmente di servizio, numerose lungo le vie di lizza, qui siamo su sentiero, usato dai cavatori, con un tratto scalinato, infatti è molto ripido; percorriamo ancora il crinale camminando quando sulla lizza, quando su sentiero.
Giungiamo in prossimità di un grosso masso sulla destra qui dobbiamo lasciare il sentiero, troviamo un "Ometto" mezzo crollato e lo rinforziamo.
 Confortati dall'ometto prendiamo la direzione e iniziamo a salire sul pendio erboso, la traccia è quasi inesistente ma ben presto iniziamo a notare degli scalini in pietra e la traccia è più marcata vi sono presenti anche diversi ometti.
Li seguiamo con andamento zig zagante puntando la cresta che divide i due canali quello  dei Vernacchi da quello dei Paleri, il percorso ci porta sino ad una sella e proseguiamo sulla sinistra e infine percorrendo una breve cengia abbastanza esposta raggiungiamo la cava alta dei Paleri riconoscibile da rudere presente, oltre il quale ci si affaccia su delle incredibili placche da dove partiva una pazzesca via di lizza .
Dal rudere sulla destra parte un evidente canale, il Canal Paleri, lo imbocchiamo e risulta subito abbastanza ripido, il percorso qui non è obbligato si può, per questo, scegliere di passare dove si crede meglio, comunque passaggi di I° massimo II°. Salendo il canale si allarga e ci troviamo su placche, il terreno è asciutto e riusciamo a salirle in aderenza senza problemi, comunque se si vuole evitare le placche si può spostarci sulla sinistra e seguire un tratto ricoperto di paleo, lasciando le placche sulla sinistra, noi abbiamo preferito le placche  perché altrimenti si cammina su terreno sfasciato, non che quello che abbiamo già percorso e quello che dovremo percorrere siano stati meglio!
Ora entriamo in un tratto tra gli alberi e il percorso diventa meno impegnativo, siamo sovrastati da un primo torrione Roccioso molto caratteristico, poi il canale si allarga ulteriormente e risiamo di nuovo oltre la fascia alberata, non troviamo grandi difficoltà se non la fatica di camminare su ripido e sfasciumi, proseguendo, sulla nostra sinistra, abbiamo ancora un altro imponente torrione. Ormai siamo in vista della cresta sommitale e si vede già il rudere che la rende riconoscibile, si tratta del rudere della cresta dei Campaniletti, siamo intorno ai 1500 mt. circa. Lo raggiungiamo e superato proseguiamo su traccia  salendo ancora per poche decine di metri, sino a trovare sulla sinistra la presenza di un cavo metallico, il quale ci aiuta a superare sul lato occidentale un'elevazione che si staglia davanti a noi. L'aggiramento porta in breve precisamente sul CAI 35, di fronte alla finestra Vandelli.
Ci riposiamo un po', il tempo di mangiucchiare qualcosa,  poi affrontiamo la parete davanti a noi, anche qui si può prendere dove si crede meglio, su relazioni viene preso su canalino oltre la piazzola dell'elicottero, noi la prendiamo più o meno al centro sulla finestra Vandelli, in direzione di un alberello. Raggiungiamo il filo di cresta di sud ovest del Focoletta la percorriamo senza grosse difficoltà, solo quelle date dal terreno tutto a sfasciumi; inoltre è la nostra prima volta e andiamo a occhio, la visibilità è ottima quindi non ci sono problemi!
La cresta si presenta come già detto ricoperta di sfasciumi instabili, tutto quello che si tocca rimane in mano, però tutto sommato è abbastanza percorribile senza usare le mani, solo un paio di salti di pochissimi metri ci impongono di disarrampiacare, ma veramente poca cosa. Troviamo una specie di cengia che già avevamo individuato dal basso e che si dirige verso nord, la prendiamo e diversi resti di muretti a secco ci fanno pensare ad una via di lizza, si percorre abbastanza bene. Ora la vetta del Focoletta ce la troviamo sulla destra e quindi prendiamo un pendio abbastanza ripido e scivoloso, paleo secco e detriti, raggiunto la costola troviamo quello che sembra un rudere di un bunker, da qui parte un'evidente cengione artificiale, lo prendiamo e poco dopo un'altra grotta scavata nella roccia con chiusura in cemento che ne chiude parzialmente l'entrata, forse un ricovero della Linea Gotica, II^ guerra mondiale. Seguiamo l'evidente traccia sino ad individuare un pendio che ci porta sin sulla vetta. Sulla vetta abbiamo una bellissima vista sulla bellissima cresta nord est dell'Alto di Sella alla nostra destra e l'imponete Tambura a sinistra, sempre a sinistra in lontananza lo sguardo giunge sino al gruppo delle Panie, dietro di noi l'Altissimo e infine l'orizzonte si apre sul mare, un vero spettacolo.
Ripartiamo e scendiamo
dalla cresta sud del Focoletta, discesa non difficile ma molto, molto sfatta, ci caliamo sino ad arrivare sul sentiero che collega la Focetta dell'Acqua Fredda al Passo Tambura.
Noi prendiamo verso la Focetta
su cresta ben percorribile, dalla Focetta dell'Acqua Fredda sotto di noi notiamo un rudere di cava, indicazioni per lizza Cruze, ci dirigiamo verso di esso.
Aggirato il rudere inizia la vertiginosa e
ripida lizza, iniziamo a scendere lungo la panoramica lizza storica che si snoda lungo la parete ovest dell'Alto di Sella, la lizza, che corrisponde al sentiero n° 165, è abbastanza ben conservata, in alcuni tratti crollata ma tutto sommato ancora messa bene. Scendiamo lungo l'interminabile serpentone sino a raggiungere il grosso rudere della Selvarella dove vi sono ancora blocchi squadrati che attendono, invano,  pronti per essere portati a valle. Oltrepassato il rudere, seguendo il sentiero, giungiamo a una deviazione a destra, segni rossi, è questa una deviazione di raccordo con il 164 che scende dal rifugio Nello Conti. Prendiamo questa deviazione e subito il tracciato si presenta vago, per di più un'alta coltre di foglie impedisce di scorgerne la traccia, un po' di segni sbiaditi ci sono comunque, con un minimo d orientamento si scende tranquillamente sino a trovare il sentiero 164.

"Il 164
Questo sentiero segue la sinistra orografica del canale dei Campaniletti, e, in parte, segue il vecchio tracciato della via di lizza delle Cruze.

Il sentiero è da percorrere con attenzione, è ripido e in alcuni tratti iniziali è un po’ esposto. Alla fine del tratto più impegnativo una deviazione a destra porta per tracce di vecchia via di lizza a recuperare il sentiero 165. Sale poi al rifugio per balze erbose, poi sale le pendici occidentali del Monte Focoletta con un tratto terminale, prima dell’edificio delle Cave Cruze, attrezzato con cavo metallico. Da qua sale alla Focetta dell'Acqua Fredda." ( dal sito http://www.escursioniapuane.com/SDF/Sentiero164.html
).

Una volta raggiunto lo percorriamo andando verso sinistra, verso valle, questo sentiero è abbastanza diruto e non proprio agibile per il degrado, tratti ripidissimi e tratti esposti, alcuni tratti attrezzati con cavo metallico, inutile dire che pur essendo sentiero segnato richiede attenzione e piede fermo.
Giungiamo, infine alla località All'Acqua sui 1000mt. dove ci immettiamo sul 165, dobbiamo solo seguirlo sino a raggiungere di nuovo il borgo di Resceto dove termina la nostra avventura.

Ciao, alla prossima!
Foto escursione

RACCOMANDAZIONE:
Quest'escursione era da molto che volevamo farla ma per le note vicende pandemiche o per condizioni meteo avverse l'abbiamo rimandata molte volte, oggi finalmente siamo riusciti a realizzare questo nostro "sogno". Vorrei raccomandare al lettore di prendere questa non come una relazione ma come un mero racconto della giornata, le indicazioni ho cercato di essere il più fedele possibile ma non avendo una profonda conoscenza della zona ho fatto uso più che altro di cartine, in questo caso su internet a parte qualche filmato su You Tube non ho trovato altro, quindi raccomanderei di effettuare questa escursione o accompagnati o da persone esperte di apuane con buon senso d'orientamento, secondo il nostro parere ne è valsa la pena bel giro!
 

hhNote sulla Lizzatura
Il metodo tradizionale seguito per secoli per far discendere a valle i giganti della montagna fu quello della lizzatura: un grande blocco, o una carica di blocchi, erano disposti sopra due lunghi travi di legno e questa specie di rudimentale slitta era calata dall'alto lungo le forti pendenze delle vie di lizza, mollando via via o trattenendo la carica per mezzo di grossi canopi avvolti intorno a un robusto sostegno ligneo, il cosiddetto piro, fatto di grossi pali infissi nel terreno. Via via che il blocco procedeva nella discesa, i
lizzatori, per favorire lo scorrimento, disponevano davanti ad esso i parati, ossia dei travetti di legno resi scivolosi col sapone, una manovra resa rischiosa dall'eventualità di una rottura dei cavi. In seguito questi furono sostituiti con i più resistenti e rassicuranti cavi di acciaio, e negli anni '20, fu anche sperimentato un sistema di lizzatura meccanico per il quale il trasporto dei blocchi era affidato ad un carrello, che affrontava la discesa a valle sopra un binario, assicurato, a sua volta, ad un cavo collegato ad un argano elettrico, che disponeva di freni di sicurezza. Infine, la discesa dei giganti conobbe una svolta decisiva: non furono più i marmi ad affrontare incredibili tracciati, ma fu la strada ad affrontare incredibili tracciati per raggiungere il marmo. Dal sito Terre di Lunigiana  www.terredilunigiana.com/riviera-apuana/resceto.php