10/07/2022 Cavallo dalla cengia del Padulello

10/07/2022 Cavallo dalla cengia del Padulello

jj

In verità si può dire che l’esterno di una montagna è cosa buona per l’interno di un uomo.
(George Wherry)
jj Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 

 
Percorso: esceto, Vandelli, lissa del Padulello, Piastra Marina, Passo della Focolaccia. Ritorno da lizza Silvia, Passo della Focolaccia, Cave Magnani, Lizza Magnani o Silvia, Via Vandelli, Resceto (dislivello 1200 mt+ 1200- mt)

 

Come Arrivare : da Sud:
raggiungere il centro di Massa e proseguire in direzione Carrara. Prima di raggiungere il fiume Frigido, si troverà, a destra la deviazione per Forno e Resceto.
La strada costeggia la sinistra orografica del Frigido: non resta che seguire le indicazioni per Resceto, dove bisogna lasciare la vettura nella piazza in fondo al paese.

Da Ovest:
Seguire la via Aurelia in direzione Massa. Prima di raggiungerne il centro, appena oltrepassato il ponte sul fiume Frigido, deviare a sinistra seguendo le indicazioni per Forno e Resceto.
Raggiunta Resceto bisogna lasciare la vettura nella piazza in fondo al paese. (
www.escursioniapuane.com )


INDICAZIONI STRADALI

 
 

Sentieri: 
 35  Resceto – (Via vandelli) – Casa del Fondo – Finestra Vandelli – Passo della Tambura – Arnetola. Difficoltà E.


166
Resceto – Casa del Fondo – Lizza Magnani – Cave Magnani – Bivacco “Aronte” – Passo della Focolaccia. Difficoltà EE.
 

166
A Resceto  – Casa del Fondo – sentiero 166 – Bivio 166/166 A - via di lizza Pellini/Silvia – innesto sent. 36 – il Piastrone  – Cava di Piastra Marina  – Bivacco Aronte  – Passo della Focolaccia. Anche se il sentiero viene fatto iniziare da Resceto, il percorso reale inizia lungo la via di lizza Magnani (o della Focolaccia) poco sopra il Ponte sul Canal Pianone.

179 Foce di Giovo – Cava 27 – Foce di Cardeto – Passo della Focolaccia. Difficoltà EE.

                         


 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 8h
Classificazione: Alpinistica - Il terreno è tipicamente apuano, richiede piede fermo e attenzione costante -
Difficoltà tecnica sino al III° tratti molto esposti

Periodo consigliato:  Nel periodo tardo primaverile e in estate, sconsigliato in inverno con ghiaccio o neve e con  roccia bagnata. In Estate possono esserci temperature molto alte, dotarsi di molta acqua
 

Acqua: Al paese di Resceto, fatene scorta perché poi non la si trova più!

Traccia gps     

 
Punti sosta: Nessuno

Questa escursione è una di quelle toste, di quelle hard, un'escursione che mette alla prova tutti i muscoli, non solo quelli delle gambe ma dell'intero corpo, un'escursione che se non hai fiato ti sconfigge, non mi sento di consigliarla in piena estate come abbiamo fatto noi, le temperature possono essere davvero micidiali e la mancanza d'acqua può creare problemi se non si è pensato di farne una buona scorta, noi alla fine abbiamo bevuto 3 lt. a testa e se ne avessimo avuta ancora non sarebbe stato male!
Detto questo andiamo avanti con il racconto.
Siamo nelle Apuane massesi, le più selvagge, le più aspre, le più segnate dalle cicatrici delle vie di lizza…le Apuane più Apuane
Ci portiamo a Resceto, proviamo a parcheggiare nella piazzetta dove gira il pullman ma ovviamente non c'era posto, quindi cerchiamo parcheggio più in basso lungo la via, siamo fortunati troviamo spazio poco sotto.
Subito ci incamminiamo e prendiamo quella che è la Via Vandelli da prima asfaltata ma che diventa subito sterrata, sentiero CAI 166, ardita opera di ingegneria stradale nata per mettere in comunicazione Modena con Massa, valicando l'Appennino e le Apuane. La strada, iniziata nel 1738 e terminata nel 1751, prende il nome proprio dal suo progettista, l'ingegnere Domenico Vandelli,  numerata CAI con segna via 35 e in questo tratto prosegue in comune al 166 che da casa del Fondo ci condurrà alle lizze Silvia o a quella del Padulello.
Giunti alla casa del Fondo, costruzione recente,  qui giungeva la lizza del Padulello ma essendo franata nella parte iniziale dobbiamo percorrere ancora la via Vandelli sino a trovare l'indicazione del sentiero 166A che và a riprendere il tracciato della lizza. Lizza che si presenta subito molto ripida, si raggiungono pendenze anche del 90%. Si prosegue un pò seguendo la lizza e un pò anche seguendo quello che doveva essere il sentiero di servizio. Molte ancora le testimonianze delle attività di discesa dalla lizza dei blocchi di marmo: si notano moti fori dei piri, alcuni con ancora mozziconi di tronchi di legno dove venivano avvolte le funi e i cavi per guidarne la scesa, sulle rocce i segni di sfregamento delle funi.
proseguendo ci uniamo al sentiero che viene sempre da Resceto e per la Foce della Vettolina, sent. 170, continuiamo ripidamente, nonostante siamo partiti presto l'aria è già calda e ventilazione quasi assente, sudata assicurata!
Proseguiamo per la lizza ci troviamo di fronte alla " lastronata" di marmo del Piastrone, seguiamo la traccia che è agevolata da tacche scavate nel marmo, giungiamo infine nelle vicinanze delle cave del Padulello, adesso la lizza è stata sommersa dagli scarti della sovrastate strada marmifera e dobbiamo raggiungere la cresta appena sopra di noi, è comunque segnata. Percorrendo la cresta giungiamo alla parte più noiosa dell'escursione la polverosissima strada marmifera che sotto il sole diventa un forno crematorio.
Camminiamo nella polvere e non vediamo l'ora di uscirne, finalmente siamo davanti all'altezza di Punta Padulello, è poco prima del grosso serbatoio dell'acqua, la Punta del Padulello è l'ultima vetta della cresta sud ovest del Cavallo, chiamata anche Coda del Cavallo.

Voltiamo lo sguardo sulla parete volta verso ovest, il mare per intenderci, scorgiamo la ripida cengia erbosa che dobbiamo affrontare, sotto la cengia un salto vertiginoso, vien da se che qui non si deve sbagliare. 
Per raggiungere la cengia dobbiamo prima attraversare un tratto assai esposto e molto ma molto rotto, sotto di noi un salto vertiginoso. Raggiuntala la percorriamo assai facilmente a ridosso della parete, al contrario da quello che sembrava da sotto è più larga ma poi non così tanto un metro un metro e mezzo.
La prete rocciosa che è sopra di noi man mano che saliamo si abbassa quasi a formare una sorta di grotta, un masso incastrato lascia solo un foro da dove si possa passare, altre vie non ce ne sono. L'unica cosa è quella di levarci gli zaini dalle spalle e passare attraverso il foro strisciando, comunque ci si passa abbastanza bene.
Al di là del passaggio la cengia è più ampia e ben presto termina, qui cerchiamo di capire da dove prendere, scartiamo aggiramenti a destra o sinistra e optiamo, giustamente, nell'arrampicarci una breve paretina davanti a noi con passaggi di II° la roccia è buona e usiamo anche la sempre utile " paleo traction" .
Oltre la parete ci troviamo su un bel pendio erboso neanche troppo ripido che ci porterà sino alla vetta della Punta Padulello.
Successivamente scendiamo dalla parte opposta sempre su paleo e vaghe tracce sino a raggiungere la bella guglia di Punta Ferro. Dalla sua base scendiamo a sinistra aggirando la punta per poi risalire un successivo canalino sino ad un intaglio fra Punta Ferro e Punta Graziosa. Da qui imbocchiamo una cengetta un pò esposta  in discesa verso la Focolaccia fino a ritrovarci alla base della Punta Graziosa e poi  arriviamo alla Punta Carina.
Costeggiando la parete della cresta Botto, (il lungo tratto roccioso, nella coda del monte Cavallo, tormentato da guglie e canali tra la Forcella di Porta e la Punta Carina. Raggiunge i 1756 metri e permette alcune vie di arrampicata e la salita per la cresta sommitale per la sicura roccia scistosa. Dal sito Escursioni Apuane) raggiungiamo la Forcella di Porta, volevamo percorre la cresta del Botto ma considerando il dislivello che abbiamo già fatto e quello che ancora dobbiamo affrontare senza tralasciare dalla considerazione  il caldo torrido che ci opprime la lasciamo perdere. Facciamo una piccola sosta per reidratarci e mangiare qualcosa, siamo osservati da vicino da un branco di capre che ci guardano sospettose. Dalla Forcella di Porta si prosegue seguendo una traccia che senza mai scendere costeggia la quota 1851 del Cavallo (quarta cima partendo con il conteggio da nord) finchè, quando ci si trova fra la terza e quarta quota (ometto in pietra presente), si risale il ripido pendio erboso seguendo una traccia tra il folto paleo.
Finalmente raggiungiamo la cresta e risaliamo verso la terza gobba, il conteggio delle " gobbe" è fatto da nord a sud, risaliamo, quindi la terza facilmente ma fare sempre attenzione anche per via della natura detritica del terreno, la discesa dal versante opposto è un pò più problematica o almeno da farsi con più attenzione su terreno sempre sfatto e l'esposizione è notevole, si deve scendere affrontando un tratto scalinato e poi prendendo una cengetta fino a raggiungere la prossima sella. Da quest'ultima proseguiamo e raggiungiamo una cima secondaria per poi salire alla vetta "gobba" principale, la seconda da nord, a 1895 mt. Veniamo rapiti dal panorama unico che il monte ci offre. Possiamo ammirare tutta la maestosa imponenza del Pisanino, le aspre pareti del Pizzo d’Uccello, la Tambura, il Contrario e spaziare dai laghi artificiali ma non per questo meno suggestivi della Garfagnana, alla Lunigiana, dalla costa livornese alle Cinque Terre con ben in vista le isole Palmaria e Tino.
Una breve sosta e poi proseguiamo la "cavalcata" scendendo verso la sella che separa la vetta dalla cima settentrionale, qui dobbiamo attraversare un costone roccioso , detto " La Piastra, si tratta di una parete molto scoscesa ma con l'aiuto di un cavetto d'acciaio per una decina doi metri, la superiamo, in discesa è un pò delicata, scivolare qui non si può assolutamente...neanche prima!
Arriviamo all'imbocco del Canal Cambron e invece di proseguire per la gobba settentrionale decidiamo di scendere il canale molto ripido, noi ci siamo tenuti a ridosso della parete di destra, lato orografico, aiutandoci con l'abbondante paleo, abbondanti anche i cardi che con le loro foglie spinose ci hanno tormentato per tutta la discesa.
Al termine del canale è bene osservare bene la direzione per uscirne stando piuttosto centrali troviamo un risalto, ci spostiamo un po' a destra e con un po' di disarrampicata e paleo traction raggiugiamo il sentiero 179 e successivamente la marmifera per il passo della Focolaccia.
Dobbiamo ancora tornare a Resceto e questa volta percorreremo la via di lizza Silvia o lizza Magnani, segnavia 166.
Prendiamo la polverosa e ora caldissima via marmifera, il riverbero del sole ci acceca! Un ultimo sguardo e salutiamo la nostra  " Carina" e il bivacco Aronte. Prendiamo a scendere, dopo numerosi tornanti su una strada polverosa e scivolosa, giungiamo a quella che dovrebbe essere la mensa dei cavatori, comunque è denominata Casa Verde di Piastra Marina. Da qui inizia la via di lizza, segnalata, iniziamo a scendere ripidamente e poi un tratto a ravaneto, finalmente possiamo godere di un po' di frescura in una zona alberata, pare di rinascere. Mentre scendiamo incrociamo il bivio con il sentiero 163 che conduce alla miniera di ferro sotto la Finestra Vandelli, classificato difficile, bello non è!
Scendiamo inesorabilmente, in salita con questo caldo deve essere micidiale, la lizza segue la morfologia della montagna e non dà un attimo di respiro, vedere quelle pendenze, quei luoghi sembra impossibile che uomini potessero trasportare dei grossi blocchi di marmo sino a Resceto.
La lizza in alcuni tratti è ancora ben conservata ma in altri è in pessimo stato con frane e cedimenti della stessa, peccato.
Finalmente siamo in vista della Via Vandelli e dalla lizza vediamo sotto di noi il ponte metallico che permette di oltrepassare il Canal Pianone. 
Lasciamo la lizza e ci immettiamo in quella che ci sembra un autostrada, la Via Vandelli. In breve raggiungiamo la casa del Fondo e più avanti sulla nostra destra il bivio con il sentiero per la Vettolina, il 170.
Siamo alla piazzola dell'elicottero e dopo un tratto all'ombra di grossi castagni giungiamo alla strada asfaltata che entra nel paese di Resceto.
Andiamo alla fontana per una bella sciacquata alla faccia per toglierci un po' di polvere e sudore di dosso e terminiamo qui questa bellissima e affascinante escursione.

Fonti Escursioni Apuane e Lorenzo Verdiani Wikiloc

Alla prossima! 

Foto escursione