19/06/2022 Cresta ovest del Macina

19/06/2022 Cresta ovest del Macina

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Foto credit Lorenzo Verdiani
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)

 

 
Percorso: Passo del Vestito, Sentiero 150 sino a innesto antico sentiero per la cava Chiesa del Diavolo, Piazzale macchinari, cresta ovest Macina, vetta Macina, sentiero 150, Passo del Vestito

 

Come Arrivare : Da Seravezza seguire le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana.
Occorre percorrere la strada provinciale oltrepassando Ruosina, Retignano e Levigliani, quindi imboccare la galleria del Cipollaio e scendendo dopo la galleria ad un bivio prendere a sinistra verso Arni.
Si oltrepassa il paese e dopo una galleria si raggiunge l'albergo Le Gobbie (1087 m). Proseguendo si giunge alla galleria del Vestito, prendiamo una strada sterrata sulla destra e parcheggiamo nell'immediate vicinanze.


 INDICAZIONI STRADALI

 
 

Sentieri: 
150 Le Gobbie  - Galleria del Vestito - Schienale dell'Asino - Sella  - Passo di Sella .
 
Vecchio Sentiero per la ex cava Chiesa del Diavolo( Difficile, segni gialli e ometti), per cresta sino alla vetta, poi ripreso il 150 sino al Passo del Vestito

                         


 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 7h
Classificazione: Alpinistica - Il terreno è tipicamente apuano, richiede piede fermo e attenzione costante -
Difficoltà tecnica 1 passo III, tratti di I e II, spesso esposta

Periodo consigliato:  Nel periodo tardo primaverile e in estate, sconsigliato in inverno con ghiaccio o neve e con  roccia bagnata.
 

Acqua: Al ristorante le Gobbie....se è aperto!!

Traccia gps     

 
Punti sosta: Ristorante le Gobbie ( se aperto),  0584 789093

 Sono due mesi che Emanuele non si faceva sentire per andare in escursione, all'improvviso mi arriva una sua telefonata ed esorta così: " che ne diresti per domenica la ovest del Macina?"
Io lì per lì non ci ho neanche fatto caso a dove voleva andare e quindi accetto: OK vengo, a domani mattina.
Poi leggendo qua e là vedo che questa è un'escursione considerata semi alpinistica in ambiente impervio e selvaggio, su terreno spesso rotto, la forte esposizione e la quasi costante ripidezza su terreno scosceso è per questo una escursione riservata solo a persone molto esperte che abbiano già sufficiente esperienza di creste con caratteristiche simili.
Va bene ormai è deciso si
va! Decidiamo di partire presto per sfruttare un po' di ore più fresche del mattino, arriviamo a Seravezza e ci raggiunge Monia, procediamo con una sola auto e  ci dirigiamo verso il paese di Arni alla località Passo del Vestito, nelle vicinanze del Ristorante Alle Gobbie.
*Lo raggiungiamo in circa poco meno di un'ora, subito imbocchiamo il sentiero 150 su marmifera per circa un centinaio dimetri, più o meno, poi prendiamo verso in direzione Passo Sella. la via di cava sale a sinistra diretta alle cave del Pelato, subito dopo sulla destra sale il sentiero 150.
Iniziamo a salire tra arbusti e rocce,
il panorama si apre sul monte Pelato e sull’Altissimo a sinistra, mentre sulla destra, in basso, scorre il Canale Buro, tributario del Canale delle Gobbie. Poi passiamo per sfasciumi e la visuale si apre sul Macina e sul Sella, siamo in un punto panoramico stupendo con una visuale che dalla costa arriva al Sagro, Grondilice, Contrario, Cavallo e, in basso, abbiamo l’orrida valle di Renara. Questa visuale ci accompagna per un po’, mantenendosi il sentiero in cresta, tra pinnacoli rocciosi (questa è la Cresta del Vestito). Arriviamo a una selletta panoramica, tra l’altro sulle cave Ronchieri, e proseguiamo a destra su roccette agevoli.
Entriamo in una bella faggeta in cui il sentiero sale molto ripidamente a tornanti, esce dal bosco e arriva allo Schienale dell'Asino (1372 m). *
(* da Escursioni Apuane)
Giunti a metri 1192 troviamo sulla sinistra una deviazione, presente un omino abbastanza evidente, iniziamo a scendere su traccia abbastanza ripida ma anche evidente, giungiamo ad un canale un pò delicato che dobbiamo attraversare  e poi seguire una esile cengia  assai esposta, proseguiamo facendo molta attenzione ai passaggi esposti, siamo a mezza costa in direzione sud ed individuiamo sulla sinistra la traccia, non evidente tra il paleo. Ogni tanto si trovano di segni gialli e ometti. Ora la traccia scende rapidamente tra paleo e di non facile individuazione, per fortuna vi sono delle vecchie corde fisse che non danno nessuna sicurezza ma indicano il percorso. Al termine della ripida discesa ci troviamo tra sfasciumi e grossi blocchi, siamo nella parete sottostante  la cava della Chiesa del Diavolo. Riprendiamo il percorso e attraversiamo un vicino ravaneto, lo attraversiamo e riprendiamo la traccia che conduce alla lizza, superiamo un rudere con grossi ingranaggi, probabilmente l'arrivo di una teleferica, e scendendo ancora siamo al piazzale dei macchinari da ove scende la ripida lizza sino a Renara. Area ovviamente  abbandonata, in uso alla cava, comprende una torretta/cabina elettrica, alcuni macchinari e un casotto di sasso. A breve distanza, ovest, si può notare un trittico di guglie rocciose e un traliccio per la corrente elettrica, verso est invece ci appare la cava della Chiesa del Diavolo.
Dai "Macchinari" ci dirigiamo verso il traliccio, verso il canale dei Paloni, ma ben presto voltiamo a destra su un ripido pendio sino ad un ripiano soprastante. Raggiunto ci imbraghiamo e indossiamo i caschetti, la prudenza non è mai troppa. Iniziamo a salire tra roccette senza grande difficoltà, fino a un primo risalto che noi abbiamo deciso di aggirarlo sulla destra, ma poi abbiamo visto che si potrebbe anche salirlo.
Proseguiamo su roccette sino ad un altro risalto, assai esposto, che aggiriamo sempre sulla destra su terreno scosceso e risalire poco dopo su filo di cresta.
Successivamente un altro grande risalto tenta di essere salito direttamente per una serie di diedri su placche però liscie. Notando che, specialmente nella parte alta non ci sono punti dove fare delle soste, abbiamo preferito non perdere tempo usando la corda decidendo di salirlo leggermente da sinistra su terreno molto ripido ed esposto.
La risalita di questo risalto, con il vuoto alla nostra sinistra, sembra non poter dare la possibilità di scenderlo successivamente invece la sua discesa si rivelerà facile anche se su cresta assai esposta!.
Si prosegue superando un' altro risalto mantenendo leggermente la destra su rocce da testare continuamente e si risale mirando ad un piccolo pinnacolo che si trova in alto a sinistra...la salita va fatta con estrema attenzione facendo in modo da non far cadere i sassi a chi ci segue.
La cresta arrivati alla sommità di questo risalto spiana e poco dopo si fa molto aerea ma facile...alla fine di questo breve tratto un' altro risalto blocca il passaggio; non è superabile direttamente viste le rocce lisce e verticali e neppure da destra in quanto la parete precipita. Si scende da sinistra con molta attenzione visto che sotto precipita un canale molto profondo. Pur essendo una discesa abbastanza semplice questi circa 10 metri li abbiamo scesi in sicurezza sino a riprendere la cresta sovrastante.
Percorso un breve tratto di bosco un altro risalto si risale diagonalmente verso sinistra su paleo e terreno smosso seguendo tracce di capre...la ripidezza è tanta così come l'esposizione.
Arrivati alla sommità di questo ennesimo risalto troviamo poco lontano l' imponente "torrione" che va aggirato per forza da destra...successivamente si risale il ripido pendio di paleo e rocce portandosi ad una sella dove è presente un albero.
Dalla sella si prosegue risalendo direttamente un altro risalto, esposto ma abbastanza facile e si prosegue sul ripido ma largo crinale.
Un ultimo risalto, considerando la qualità della roccia e verticalità si aggira brevemente da destra su terreno scosceso e si risale appena possibile...la risalita è molto delicata quasi sul verticale e su terreno da testare.
Tornati sul filo di cresta adesso di erbe e roccette si prosegue verso la cima del Macina; quest'ultimo tratto di cresta è solo apparentemente più facile in quanto vanno scelti i passaggi migliori su un terreno che è sempre assai ripido, esposto e instabile.

Finalmente giungiamo sulla cima di questa montagna, il Macina, è il monte di Arni da cui mostra la sua visuale più bella: appare come una piramide appuntita. Mentre da altre posizioni è semplicemente un’appendice delle cresta del monte Sella. Non è un monte facile da salire ed è poco frequentato, solo le capre stazionano stabilmente sulla vetta. La lunga, faticosa ed esposta ascensione con il panorama che abbiamo ci ripaga delle fatiche che abbiamo affrontato per arrivare sin qui. Il panorama è aperto sulla costa e sulle isole toscane e liguri, poi sulla valle di Arni con le sue cave. Tra i monti ammiriamo il monte Sagro, il Sella, il Fiocca ed il Sumbra ed il gruppo delle Panie, oltre all’Altissimo ed al Pelato.
Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino e imbocchiamo il sentiero della via normale, segni azzurri, che ci conduce al sentiero 150 (le Gobbie - Passo Sella), naturalmente ci dirigiamo in direzione le Gobbie. Il sentiero 150 chiamato anche Schienale dell'Asino, procede tra roccette e pinnacoli a tratti dobbiamo usare le mani per aiutarci nella progressione, poi, entriamo nella zona boscosa  e ben presto chiudiamo l'anello giungendo al bivio con il sentiero dei cavatori per la Chiesa del Diavolo, naturalmente questa volta proseguiamo dritto verso il passo del Vestito - le Gobbie che raggiungiamo in circa un'ora e quaranta dalla vetta del Macina.
Spunto, Fonti Escursioni Apuane e Lorenzo Verdiani Wikiloc

Alla prossima!