13/03/2022 Zucco del Chiasso, Cimetta e penna Rossa
"Porta via solo i ricordi, lascia solo impronte ( Chief Seattle )"
Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun
modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un
semplice racconto di una giornata
e la
segnalazione di una bellezza
naturale e
culturale.
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pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di
chiedere sempre informazioni
aggiornate, riguardanti lo stato
dei sentieri che si intendono
percorrere, alle Sezioni CAI che
ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le
valutazioni circa le difficoltà
delle escursioni, riportate sul
sito, sono prettamente
soggettive.
Come
Arrivare
:
Da
Massa si segue via Bassa Tambura in direzione
Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a
sinistra la strada si dirige a Forno, si
continua invece per il ramo di destra, si
superano le Guadine, si lascia a sinistra la
deviazione per Casania e subito dopo si trova la
deviazione a destra per Renara, prima di
arrivare all’abitato di Gronda.
INDICAZIONI STRADALI |
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Tracce
di sentieri di cavatori e pastori, nessun sentiero numerato
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Classificazione:
EE
L'itinerario
richiede terreno asciutto e piena visibilità. La difficoltà globale
varia da EE ( senza le cime) fino a F+ ( percorso completo) |
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Acqua: Niente
lungo il percorso
Periodo consigliato:
Tutto
l'anno, purché ci sia
terreno asciutto e piena visibilità |
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Traccia Google Earth - Traccia GPS
Dal
sito Wikipedia
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La traccia GPS non è sempre
attendibile potrebbe avere anche diversi metri di scarto, non fare
affidamento solo su di questa |
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Punti sosta:
Nessuno |
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Relazione dal volume " apuane, 80 itinerari classici e d'avventura" di
Claudio Bocchi e Enzo Maestripieri, itinerario 41
In apuane
" Zucco" indica una cima non necessariamente imponente ma comunque
aspra: ad esempio gli Zucchi di Cardeto o lo Zucco Nero alla Tambura.
Cime di questo genere a Renara se ne trovano molte, e questo itinerario
propone, in una sola gita buona parte degli Zucchi raggiungibili da
un'escursionista esperto. Le salite alle cime, tuttavia, sono
facoltative: evitandole, si diminuisce l'impegno e il tempo di
percorrenza, effettuando comunque una traversata gratificante, e
tutt'altro che banale, su aspri sentieri di pastori e cavatori, ( noi le
abbiamo salite).
N.B. L'itinerario richiede terreno asciutto e
piena visibilità. La difficoltà globale varia da EE ( senza le cime)
fino a F+ ( percorso completo) Sul passo esposto di II alla Penna Rossa
Ovest è utile assicurarsi, ( noi non lo abbiamo trovato indispensable).
Conviene parcheggiare a Conchiusi( 270 mt.), prima di Renara, nel punto
dove a destra sale tra la vegetazione una strada in dissesto, che fino a
qualche decennio fa era percorsa dai camion per il trasporto a valle
del marmo estratto; il parcheggio è poco oltre, in uno spiazzo
sulla sinistra, a fianco del torrente di Renara.
Raggiunta Renara a
piedi, si trascurano le indicazioni per il sentiero 42 ( ex 162, destra)
e si segue, invece, quelle per la monorotaia (sinistra). Si giunge alla
confluenza tra il canale della Buchetta( indicazione sulla parete
rocciosa a destra) e quello della Piastrella e il fosso del
Chiasso; sulla sinistra incombe una grande parete gialla verticale: è lo
Zucco del Chiasso, primo obbiettivo dell'itinerario. Il sentiero piega
nettamente a sinistra dirigendosi al Fosso del Chiasso per risalirlo
lungo la caratteristica monorotaia, affiancata da una serie
interminabile di gradini di pietra. Che ha dato nome e fama a questa via
di lizza. Di là dal fosso del Chiasso si nota un pendio erboso a destra
della parte gialla, con una saliente centrale compresa tra due canali:
un sentiero di pastori percorre questa salienza. Si lascia la monorotaia
e si attraversa il fosso dove è possibile farlo senza difficoltà
(ometti), e comunque più o meno alla stessa altezza del piede della
salienza alla quale si mira.
Raggiuntala, si inizia a risalirla su una traccia scoscesa, per lo più
abbastanza evidente; nel caso la si smarrisse, data la delicatezza del
terreno si raccomanda di tornare sui propri passi sino a ritrovarla,
evitando assolutamente digressioni alla cieca. Più su il pendio diventa
meno ripido, e si lascia la salienza piegando verso il canale di
sinistra, fino quasi a toccare una parete rocciosa ( 1H,15m. dalla
partenza). Qui la traccia si divide : l'itinerario principale continua a
destra, salendo a un'evidente e vicina forcella. Per salire allo Zucco
del Chiasso, invece, si segue la traccia di sinistra che con qualche
tornante in un ripido canale d'alberi ed erba guadagna un'altra
forcella, appena sotto la vetta, che si trova poco sopra sulla sinistra.
La si raggiunge (stretta ed esposta 701mt.) in pochi minuti risalendone
la breve ed erta cresta nord (I°), tenendosi a destra del filo ma
scostandosene il meno possibile. si riscende con cautela alla forcella e
al bivio sotto la parete rocciosa ( 30 min per la digressione). Si sale
ora su traccia breve e facile, anche se qua e là poco marcata, all'altra
forcella, aperta, panoramica e ben in vista. Il sentiero dei pastori
prosegue su costone a destra della forcella, poi attraversa a sinistra
un piccolo invaso raggiungendo sull'altro lato un'incisura, dalla quale
ci si affaccia su bacino marmifero abbandonato del Vallocchione. Per
arrivarvi, la traccia attraversa a mezza costa un pendio dirupato, da
ultimo su una spettacolare e angusta cengia, fortunatamente con roccia
solidissima per i piedi e delle mani. Si tocca finalmente il ravaneto
dove scende la lizza orientale del Vallocchione, lo si attraversa e
sull'altro lato si sale per resti di lizza e sttradelli a ridosso di un
costone ( oltre il quale si trova la lizza occidentale del Vallocchione)
fino sotto al taglio di cava più alto di tutto il complesso, situato
appunto sul filo del costone ( 790 mt, punto più alto dell'escursione;
1h dal bivio sotto lo Zucco del Chiasso) Dall'altra parte si scende
sulla bellissima e ben conservata lizza occidentale del Vallocchione
fino ad una cava più bassa, dove la si abbandona, prima di un tratto
ripidissimo e degradato, per prendere sulla destra ( ometto) un bel
sentiero un pò esposto, che traversa pianeggiante e infine in salita
fino a una vicina costola. Di là è ben visibile la foce, con resti di
cava, compresa ta la Cimetta a monte e la duplice Penna Rossa a valle,
sul crinale tra Renara e Resceto, che si raggiunge in pochi minuti su
facile traccia ( 30 min dalla cava alta del Vallocchione).
Dalla foce della Cimetta scende verso la strada di Resceto il canale del
Focarino, facile via d'uscita in caso di bisogno o se si preferisce
evitare la Penna Rossa: all'inizio una traccia lo percorre sulla
sinistra, tra bosco e ravaneto; più sotto conviene scendere il ravaneto
su blocchi per lo più grandi e stabili, dapprima a vista e poi seguendo
gli ometti via via più frequenti, fino a raggiungere uno stradello ( un
tempo camionabile) che attraversa il torrente di Resceto e risale sulla
strada asfaltata ( 1h la discesa del canale del Fecorino, altri 30 min.
sulla strada fino a Gronda e al parcheggio.)
Se invece
si vuole salire la Cimetta, si scende verso Resceto per pochi metri a
prendere sulla destra un sentiero di cavatori. Dopo un tratto in costa
ci si cala ad aggirare una placca liscia, di là dalla quale la traccia
sale scoscesa e ripida, ma scalinata, fino ad attraversare (punto
panoramico)una cresta secondaria della Cimetta; dopodiché continua più
bonaria nel bosco fino ad un vecchio taglio di cava. Si raggiunge
raggiunge il rudere situato a destra appena sopra, e si insiste nella
stessa direzione traversando al meglio il pendio fino a toccare la
cresta principale (a monte della Cimetta) dalla quale ci si affaccia
nuovamente su Renara dopo aver effettuato un largo giro in senso orario.
Si segue ora il divertente e non difficile(I) filo roccioso di cresta
fino al roccione appoggiato sulla vetta della Cimetta (787mt.), salibile
con un passo di II.
Si ritorna per lo stesso percorso fin sotto la
foce della Cimetta sul lato di Resceto. Sul lato opposto del canal
Fecorino scende la traccia di discesa alla strada; se invece s'intende
continuare la traversata se ne prende un'altra che da essa si stacca
quasi subito verso sinistra dirigendosi verso la Penna Rossa in
sensibile esposizione, specialmente quando percorre il crinale di
collegamento tra un primo spuntone secondario e la Penna Rossa est.
Il sentiero attraversa ancora esposto, sul versante rescetino della
Penna Rossa est; quando accenna a scendere, lo si lascia per salire a
sinistra nella ripida boscaglia fino a raggiungere la vetta (707 mt.).
Ritornati al sentiero dei cavatori, si scendono e poi si risalgono pochi
metri per traversare una placca ( bel passaggio in esposizione), e
raggiungiamo i resti di cava sulla sella tra le due Penne Rosse.
Alla
Penna Rossa ovest(691mt.) si sale seguendo rigorosamente il filo di
cresta per i primi metri, su roccia di II grado solida ma al quanto
esposta su Renara, e poi piegando facilmente a destra per guadagnare
senza più difficoltà la cima. Si prosegue sull'accidentata ma piatta e
agevole cresta sommitale dall'altro lato; quando essa scende piegando
verso destra, ormai in prossimità di una larga sella di crinale, è
preferibile scartare sulla destra tra alberi sino ad un ripiano di nuovo
su filo, dal quale ci si affaccia sulle opere di cava sottostanti; da
qui si piega ancora sulla destra andando a trovare ( il passaggio è
obbligato) un breve sentierino un po' esposto che con andamento
antiorario attraversa il filo di cresta e porta alle opere di cava già
viste dall'alto. Appena più in basso ci si trova all'ampia sella
marmorea da cui scende sul versante di Resceto il canal Bertone che,
simile al canale del Fecorino è appena più aspro, è percorribile su
resti di via di lizza e tracce sino al fondo valle. Di là uno stradello
verso sinistra conduce in pochi passi sulla strada asfaltata tra
Resceto e Gronda, all'altezza del tornante attorno al manico del Paiolo
e poco più in basso dello sbocco del canal Fecorino.
Ciao, alla prossima!
Relazione dal volume " apuane, 80 itinerari classici e d'avventura" di
Claudio Bocchi e Enzo Maestripieri, itinerario 41