06/12/2022 Monte Gabberi dai Pilastri di Setriana |
Ma il tuo monte Gàbberi è duro più del Teumesso, o mio Padre; è come un elmetto di eroe. Ha forma d’aulòpide, cara a Pallade e a Pericle il monte, con la visiera e il nasale. E l’aspra virtude apuana sembra guatar per i fòri le mari sul mar di Liguria e noverare le forze dell’arsenà che travaglia dietro il promontorio lunense. (Gabriele D'Annunzio) |
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La Culla – Case Lecci – M. Gabberi – Foce di San
Rocchino.
Nessuno
Percorso:
Casoli, Località Luciana, Passo di
Setriana, Pilastri di
Setriana, Monte
Gevoli, Monte
Gabberi, discesa per vaghissime
tracce spesso invisibili, nel tratto più alto presenza
"ometti". Nel bosco moto ma molto infrascato, utile avere
traccia GPS
Raggiungiamo Camaiore per
via Bellosguardo (SP1). Al semaforo con via Carignoni seguire le
indicazioni per Casoli. Nei
pressi di un tornante a dx troviamo una piccola piazzetta,
all'ingresso del paese, dove è possibile parcheggiare....a
volte!
INDICAZIONI STRADALI
Alcuni tratti di sentieri TFC ( Traversata Frazioni Camaioresi)
All'uscita dei Pilastri si percorre il 107 sino alla vetta del Gabberi,
altrimenti solo vaghe tracce di sentiero
Tempo di
percorrenza:
6h
Acqua: A Casoli e
qualche
sorgente non di facile individuazione nel tratto in discesa
Periodo consigliato:
Ottobre
- Maggio - Escursionisti Esperti
Punti sosta:
L'escursione di oggi ci porterà sino alla vetta considerata il balcone sulla Versilia, il monte Gabberi.
Modesta vetta delle Apuane meridionali, nonostante la scarsa quota (1108 metri), è un notevole punto panoramico sulle Panie e sul mare. Anticamente conosciuto come monte Gabbari. Domina con la sua mole la piana di Camaiore e la divide dal bacino del Vezza, nel comune di Stazzema nel territorio del quale è interamente compreso.
Due parole sul paese:
Casoli di Camaiore è uno splendido borgo dal fascino antico, ai
piedi delle Alpi Apuane ed in particolare del Monte Matanna.
Si
tratta di una delle molte frazioni di Camaiore dove trovare pace e
relax, pur se a pochi minuti di distanza con l’auto dalle spiagge
versiliesi. Proprio l’atmosfera rilassante, il silenzio e la buona
cucina camaiorese lo hanno reso celebre tra i turisti
internazionali. Negli ultimi anni, infatti, sono sempre di più gli
stranieri che decidono di affittare una casa a Casoli di Camaiore
nel periodo estivo. Uno degli ulteriori vantaggi? Il fresco della
sera dopo un’intensa giornata di mare. Il paese è inoltre famoso per
i suoi graffiti, opera di artisti in arrivo da tutta Italia. Il
piccolo borgo si trova a circa 400 metri sul livello del mare, nel
territorio bagnato dal torrente lombricese. Una zona che era molto
importante fin dall’antichità per gli scambi commerciali. Da qua,
infatti, passava la via Longobarda che collegava la Versilia con la
Garfagnana fino ad arrivare ai territori della Lombardia. ( dal sito
https://www.versiliamo.com/camaiore/casoli-camaiore/).
Ci incamminiamo nella viuzza, tra le case adornate da numerosi
grafiti, alcuni di notevole fattura,
raffiguranti scene mitologiche o di vita quotidiana (in particolare
dei mestieri tradizionali). L’origine dei graffiti di Casoli risale
a metà del 1900. In quegli anni l’artista Rosario Murabito, in giro
per l’Italia per realizzare sculture in bronzo, si trasferì a
Camaiore e si innamorò letteralmente del piccolo borgo. Per
testimoniare il suo amore Rosario Murabito realizzo un graffito
nella piazza cittadina e, di anno in anno, venne imitato da altri
artisti.
Dopo poche decina di metri nella viuzza sulla destra
parte una scalinata indicata come Via Colletti, presente
l'indicazione C8 Casoli - Setriana. Percorriamo la lunga scalinata e
ci chiediamo quanto potrà essere scomodo abitare in questo vicolo,
ma sicuramente chi ci è nato è ben felice di starci..... certo
portarsi sino in cima la spesa fatta al supermercato non deve essere
molto piacevole, ma questo è!
terminato il tratto scalinato
camminiamo su un bel sentiero, bello e tenuto bene. Questo ci
conduce ad altre abitazioni in località Luciana. I Pilastri di
Setriana sono ormai a vista, superiamo le abitazioni e seguiamo il
sentiero verso sinistra, sulla destra notiamo un bivio segnato rosso
e blu, lo ignoriamo in quanto si dirige verso le falesie dove sono
interessanti vie d'arrampicata. Percorriamo un ultimo tratto in
salita costeggiato da staccionata e scolletiamo sul crinale sud del
monte Gievoli, siamo al Passo di Setriana, dove è presente una
vecchia marginetta ( Mestà: si
definisce così una piccola cappella votiva contenente una immagine
sacra.) Il sentiero prosegue voltando sulla sinistra, indicazione
per invaso e cava di Setriana, noi, invece, lasciamo la traccia e
prendiamo a salire sulla destra, presente un pò di traccia,
superiamo un facile scalino e siamo su uno spiazzo dove chiusa da un
portone c'è l'imbocco di una galleria, acquedotto o comunque
condotta per l'acqua.
Continuiamo leggermente sulla destra anche
qui tracce appena visibili. Ora possiamo prendere per la dorsale del
primo pilastro, in questo punto.... e anche dopo assai infrascata,
comunque camminiamo abbastanza agevolmente. Seguendo ancora la
traccia camminiamo appena al di sotto del filo di cresta, ogni tanto
notiamo qualche segno blu. Procediamo più che altro camminando ma a
tratti, su roccia buona, ci aiutiamo con le mani superando facili e
divertenti passaggi. La presenza degli alberi e arbusti ci
impediscono la piena visuale di cosa c'è di fianco a noi, a
sinistra è meno verticale ma sulla destra ..... cavolo che balzo!!
Giungiamo sulla " vetta" del Primo Pilastro ci rilassiamo un pò
ammirando il panorama, siamo su uno spiazzo con mura che sembra
scolpito da mano umana; fa' bella mostra di se La Pania, vicino il
Corchia, sposandoci troviamo il Forato, il Nona, il Matanna, il
Procinto e molto altro.
Proseguiamo verso il Secondo Pilastro
scendiamo sino ad una selletta,
poi, seguiamo una traccia entrando nel bosco verso sinistra per poi
risalire sulla cresta successivamente. Adesso il progredire è
più divertente, siamo su ambiente più aperto e su roccia solida e
molto ammanigliata, divertente e facile da arrampicare. Ci teniamo
il più possibile sul filo di cresta e ben presto siamo sulla "
vetta" del Secondo Pilastro
Continuiamo su cresta si ma
decisamente più tranquilla, seguiamo delle traccette e qualche
ometto, sempre sulla cresta che si fa sempre più ampia, entriamo nel
bosco di faggi e giungiamo ad un vecchio capanno di caccia, Apro una
parentesi: La caccia è di per se già una cosa discutibile ma
lasciare così tanta immondizia e cartucce a terra è da veri emeriti
s*****i!!!! Chiusa parentesi.
Troviamo su un albero sulla destra
un altarino in memoria e subito dopo siamo sul sentiero CAI 107,
proseguiamo nel bosco sino ad un tratto aperto ed erboso, sulla
sinistra una bella casa ben tenuta in una posizione invidiabile con
vista mare, a destra frecce che indicano per Gabberi, le seguiamo su
terreno erboso, poi rientrati nel bosco affrontiamo un tratto assai
ripido, oggi anche assai scivoloso, al termine della salita
proseguiamo in piano o addirittura leggera discesa sino ad uno
spiazzo dove varie indicazioni indirizzano verso il Gabberi,
Foce di Farnocchia, Sennari e S. Anna. Noi naturalmente procediamo
verso ovest in direzione della vicina vetta del Gabberi. Prendiamo
in salita e ben presto raggiungiamo delle roccette, qui pomposamente
su una targa viene chiamato Gardino Hillary. Lo si supera senza
nessun problema e alla sua sommità siamo sulla traccia che ci
conduce alla Croce di vetta.
Eccoci ad ammirare il panorama, la
giornata ci permette di ammirarlo in tutta la sua bellezza: le
Apuane sono tutte lì davanti a noi, con le loro cime più belle;
dietro a loro squarci di Appennini. Verso il mare, da sud a nord, lo
sguardo risale dall’Isola d’Elba alla Capraia, alla Gorgona ed alla
parte settentrionale della Corsica per spingersi alla costa Ligure
ed alle Alpi Marittime: è uno spettacolo!
Dopo esserci riempito
lo sguardo e lo stomaco, riprendiamo il cammino; la via più semplice
sarebbe quella di scendere dal 107 versante ovest, sino a
raggiungere il sentiero TFC La Culla - Greppolungo e poi
raggiungere Casoli, ma...... noi non siamo per il semplice e
decidiamo di scendere dal lato Camaiore, verso sud, inizialmente vi
sono diversi ometti e anche una flebile traccia, molto flebile! il
terreno è aperto e scendiamo tra roccette e paleo. sino a entrare
nel bosco. qui diventa un pò più problematico, infatti le foglie e
gli arbusti nascondono anche quella poca traccia che potrebbe
esserci, proseguiamo più che altro orientandoci. Infatti riusciamo a
raggiungere abbastanza facilmente la Rocca dei Pennati, si tratta di
un grande masso calcareo dove recentemente il Gruppo Archeologico
Camaiore ha individuato diverse incisioni raffiguranti antichi
Pennati, probabilmente riconducibili alle popolazioni dei Liguri
Apuani che stazionavano sulle montagne camaioresi.
Da qui in poi
tutto diventa assai problematico, prendiamo una traccia, dove su un
sasso c'è indicato Greppolungo - Casoli, e quindi sappiamo di essere
su giusto.... giusto mica tanto! ben presto perdiamo ogni
riferimento, unica cosa che troviamo dei ruderi e questo ci
indica che se c'era una casa ci deve essere anche uno stradello,
infatti qualche traccia effettivamente la troviamo ma per la maggior
parte del tempo siamo nel fittissimo bosco quasi impenetrabile.
Comunque conosciamo la direzione e fiduciosi di trovare il sentiero
giusto proseguiamo nella direzione che riteniamo essere giusta.
Camminando troviamo delle falesie con chiari segni che sono
frequentate dai climber, si tratta del Pilastro dei Bimbi, qui o
riabbiamo sbagliato o non abbiamo capito da dove bisognava passare,
ci siamo trovati ancora una volta tra intrigo di rami, alberi
caduti, liane e rampicanti vari che ci hanno reso la vita dura. Non
abbiamo alternative, dobbiamo andare avanti, qualcuno inizia a
preoccuparsi visto l'ora. Bè dopo tante peripezie riusciamo a
rintracciare il sentiero che cercavamo, che sia giusto ce lo indica
la presenza di una tombatura di un acquedotto che ci conduce alla
Polla dove è presente un invaso artificiale che si trova su un
pianoro posto sotto il Monte Gevoli. E' un ampio invaso costruito
intorno agli anni ‘50 per incrementare la produzione di energia
elettrica.
Costeggiamo sulla sinistra il bacino poi svoltiamo a sinistra su
una larga mulattiera e giungiamo nuovamente alla marginetta sul crinale
sud del Monte
Gevoli
chiudendo così l'anello, non ci resta che percorrere a ritroso la
mulattiera che abbiamo salito all'andata e in breve siamo di nuovo a
Casoli,
e per il sollievo di qualcuno c'è ancora luce, c'è tempo per una
sosta al bar per qualcosa di caldo e terminiamo così la bella
escursione
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