18/04/2023 Serra dei Focarelli, Picco di Navola, la Gengiva, Mozziconi

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Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Forno, località Biforco, Cava Focarelli o di Natalino, Serra dei Focarelli, Sella dei Focarelli, Picco di Navola, La Gengiva, Mozziconi

 


Come Arrivare

 
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, a 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada.
Superiamo il Pizzo del Cotonificio che si trova di fronte alla ex-Filanda che oggi ospita un Centro di Accoglienza del Parco delle Apuane.
Proseguiamo e lasciamo a sinistra un ramo della strada che sale al Vergheto e continuiamo per la strada che diventa adesso strada marmifera con numerose curve tra edifici abbandonati sempre con il canal Secco sulla destra.
A 10 km arriviamo a Biforco presso uno spiazzo cementato.
 INDICAZIONI STRADALI
 

   Sentieri percorsi  nessun sentiero segnato tranne per breve tratto sentiero n°37 per i Mozziconi

 
 
 
 

               

Tempo di percorrenza: 7,00h  EE allenati
Acqua: Non se ne trova lungo il percorso
Periodo consigliato:  
Primavera/estate, sconsigliato con neve ghiaccio
L'escursione odierna ci porta su terreno sconosciuto ai più, sulle Apuane più selvagge, percorreremo lizze e creste, attraverseremo canali e cercheremo di orientarci tra prati di paleo, la nostra meta è il Picco di Navola passando dalla cresta sud dei Focarelli.
Partiamo con due macchine perché altrimenti al ritorno ci dovremmo sorbire circa 6km di strada asfaltata e dopo una sgropponata così non credo proprio che ne avremo voglia, pertanto ci dirigiamo verso Forno (MS) e raggiungiamo la località Mozziconi e qui lasciamo la prima auto, poi scendiamo e al primo bivio giriamo a sinistra e arriviamo dove finisce la strada asfaltata, piazzale, e lasciamo l'altra. Siamo nella zona di partenza dei sentieri 167 che si dirige verso la valle degli Alberghi e l'ex sentiero, dismesso, n° 168 del Canal Fondone. Prendiamo per la ripidissima strada marmifera fino a che i due sentieri che sin qui proseguivano assieme, si dividono, il primo sale a destra mentre l'ex 168 attraversa il canal Fondone e prosegue su strada marmifera. Noi qui abbiamo sbagliato continuando su strada e passando una sbarra abbiamo raggiunto la cava del Fondone e qui per fortuna ci siamo resi conto di aver sbagliato, quindi dobbiamo ridiscendere non è un lungo tragitto ma è molto ripido su terreno scivoloso. Ritorniamo al canale e davanti a noi c'è un palo della corrente, lo raggiungiamo e anche qui studiamo un pò il territorio.
Sulla destra più o meno sul crinale nella massima pendenza, notiamo una corda fissa, non che sia utile ma aiuta per salire alcune roccette, qui non è molto evidente e inizialmente ci dirigiamo a destra ma poi giriamo verso sinistra, ci rincuoriamo quando sul sentiero troviamo dei gradini che sporadici continuano seguendo un percorso a tornanti. vediamo dei pali di legno conficcati nel terreno e ci dirigiamo verso questi dove infatti constatiamo effettivamente che la traccia và in quella direzione. Saliamo ancora un po' e raggiungiamo una piccola cava, la oltrepassiamo e troviamo una spettacolare lizza ancora in ottime condizioni ma la pendenza è da paura, la pendenza ci obbliga a proceder a quattro zampe.
Superato questo tratto siamo ancora su lizza ma ora assai meno inclinata ma purtroppo assai più rovinata ma ancora ben percorribile. La lizza ha origine da una cava, la cava dei Focarelli ma da queste parti conosciuta come cava di Natalino, dove a dir la verità non sembra che abbiano poi cavato molto, sicuramente ci sarà stato più lavoro nel costruire la lizza.
Ci spostiamo verso sinistra dove c'è un'altra bancata di cava e prendiamo a salire sulla cresta est della Serra dei Focarelli. Proseguiamo su divertenti roccette sempre su cresta sinché raggiungiamo una guglia che aggiriamo a destra sfruttando una cengia, poi, successivamente un altra cima si pone davanti a noi e la aggiriamo sulla destra riprendendo il filo di cresta e raggiungiamo la vetta di questo rilievo senza nome  sulla Serra dei Focarelli uscendo sulla cresta sommitale a una sella, bellissima vista su un invaso sottostante, un enorme scivolo di marmo dove fantastichiamo di risalire, io la vedo dura!
 Siamo tra  l'antecima e la cima dei Focarelli in breve la raggiungiamo.
Dalla vetta ammiriamo lo spettacolare panorama che ci si pone dal Sagro alla Foce di Navola, il Grondilice, il Picco di Navola il gruppo Torrione Figari Punta Questa, il Rasori, Contrario Cavallo ecc.
Scendiamo in disarampicata dalla vetta con molta attenzione arrivando ad una sella sottostante assai ampia, siamo alla sella dei Focarelli.  

Dalla sella passa il sentiero, non CAI, che dai Mozziconi sale al picco di Navola, ora potremmo prendere a sinistra e dirigerci direttamente dove abbiamo lasciato l'auto, ma così il giro avrebbe poco senso, decidiamo quindi di prendere davanti a noi, sulla destra, il sentiero segnato con bolli rossi che sale al Picco. 

Proseguiamo su un sentiero che sviluppa tra rocce in tornanti aggiriamo e una cima rocciosa.
Proseguendo  la vista si apre sul Canal Fondone e su tutta la catena delle Apuane Centro Settentrionali. Fanno sfoggio di se stesse il Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura, Sella ecc.
Attraversiamo un boschetto e ci dirigiamo verso case Case Rapalli, una vecchia costruzione diroccata situata su di un pietrone che si stacca dalla vallata a paleo, secco e scivoloso in questo periodo, in altri momenti lo si trova lussureggiante e altissimo, qui prosperano anche folti felci che nascondono il cammino da fare.
Ci spostiamo sulla sinistra dove ci sono affioramenti rocciosi, ci si cammina decisamente meglio! Raggiungiamo il crinale ai bordi del bosco e da qui la vicina vetta.
Ora abbiamo decisamente una vista più spettacolare per quanto sia possibile. A ovest la costa, verso nord Foce Luccica, la cresta integrale della Sverzulina sino allo Monte Spallone e successivamente l'imponente vetta del Monte Sagro.
Andando in senso orario vediamo la Foce di Vinca, Monte Rasori, Foce di Navola, sotto di noi i due impressionanti canali Regolo e Fondone, più verso est la catena dal Grondilice fino al Sella.
Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino e scendiamo verso il versante opposto sempre su paleo scivolosissimo, dall'alto notiamo il sentiero "normale" che passa sotto il Rasori e porta a raggiungere i Caselli di Navola e da qui proseguire con il 37. Noi prendiamo in direzione nord attraversiamo un boschetto sottostante la vetta, poi ci spostiamo a destra attraversando sempre su paleo verso un canaletto dove al di là di esso abbiamo notato una bella traccia. Attraversiamo il canalino facendo attenzione di non scivolare sulle rocce bagnate e con muschio. Seguiamo la traccia e sembra che porti alle Capanne di Navola, antico alpeggio, da dove transita il 137, ma invece gira bruscamente verso sud puntando a passare sotto la verticalissima parete occidentale del Picco di Navola.
Cerchiamo di seguire il sentiero della Gengiva, perché si chiami così per noi è un mistero.
La traccia è ancora ben visibile, qualche ometto lungo il percorso, ci troviamo poi, su una cresta orizzontale la percorriamo sino in fondo dove scendiamo sino ad attraversare un canale, da qui iniziano i cengioni erbosi della Gengiva, un continuo saliscendi assai chiaro nel proseguo, vi sono comunque numerosi " ometti", passando sotto pareti verticali e canali che scendono ripidi dal Picco di Navola; attenzione ai sassi che fanno cadere le capre. intravediamo da lontano una persona con dei cani, ci domandiamo chi può essere da queste parti, quando lo raggiungiamo capiamo il perché di tale presenza, si tratta di Evaristo il pastore storico di Forno. Rimaniamo a chiacchierare con lui, ma ci vorrebbe un traduttore. Devo dire che è stata una fortuna averlo trovato proprio qui, infatti il sentiero continuerebbe dritto ma quando lo abbiamo messo al corrente di dove volevamo passare ci indica un canale sulla nostra destra rispetto al nostro senso di marcia. Dicendoci che la Gengiva parte/arriva da lì, ci ha anche indicato il rudere dal nome assai strano di Cercapidocchi, vorremmo chiedergli il perché ditale nome ma sarebbe stato arduo capire la spiegazione quindi prendiamo a scendere nel canale dove vi sono vari " ometti".
Il percorso ci porta a scendere verso valle attraversando canali e costole, arriviamo ad un ultimo canale che dobbiamo attraversare e poi si dovrebbe effettuare un traverso su roccia bagnata e per questo decidiamo di scendere leggermente e salire il lato sinistro idrografico su pendio tra arbusti e alberelli per riprende appena sopra la traccia ben evidente. Affrontiamo un'ultima salita su rampa erbosa da dove al culmine si vede la strada dove abbiamo lasciato l'auto. Scendiamo leggermente e ci congiungiamo al sentiero che sale alla sella dei Focarelli, poi superiamo un casotto, probabilmente dove c'era un motore per teleferica. 
Infine guadiamo il limpidissimo Canal Regollo ed entriamo nel sentiero n° 37 e da qui in pochissimo siamo alla strada alla località Mozziconi. Recuperata l'auto dobbiamo portarci a recuperare l'altra. Poi una bella birra a suggellare una bellissima escursione.

Ciao, alla prossima        


Foto escursione