02/07/2023 Lizze del Canto e Guidi
Sentieri:
Periodo
consigliato:
Tutto l'anno ma sconsigliato in inverno con ghiaccio o
neve e con roccia bagnata.
Percorso:
Volegno, SAV
Retignano - Volegno, Lizze del Canto e Guidi, Ex sentiero 123
Retignano - Passo dell'Alpino, sent. 122, Colle a Iapoli,
Tiglieta, sentiero della Crepata, Pruno, Volegno
Come
Arrivare
:
Dall' uscita autostradale Versilia (A12)
tenere direzione prima per Forte dei Marmi, poi per Querceta.
Qui, alla rotatoria prima del raccordo con la SS1 Aurelia,
prendere a sinistra in direzione Ripa/Seravezza. Proseguire a
destra al primo incrocio e passare il cavalcavia sull'Aurelia.
Seguire le indicazioni per Seravezza, oltrepassarla e proseguire
sulla solita strada SP9, finché, oltrepassata Ruosina, si prende
la deviazione a destra (SP42) in direzione Stazzema. Arrivati a
Ponte Stazzemese, si volta a sinistra seguendo le indicazioni
per Cardoso e per Volegno.
INDICAZIONI STRADALI
122
Pruno – Le Caselle – Passo dell’Alpino.
EX 123
Retignano - Passo dell'Alpino
SAV
Volegno - Retignano
Tempo di
percorrenza:
Tempo
di percorrenza totale:
circa
6h
Classificazione:
Escursionistica impegnativa, la salita
dalle lizze del Canto è abbastanza tecnica, non alpinistica ma quasi,
passaggi di I°+ su placche lisce e molto esposte, sicuramente richiede
ottimo allenamento.
Difficoltà tecnica:
passaggi di 1°+ grado tratti esposti terreno
molto smosso
Distanza
6,42 km
Dislivello 857 mt.
Acqua:
Volegno, che
sappia non ne troviamo altra lungo il percorso
Punti sosta: Nessuno
Questa volta andiamo alla scoperta di antiche
vie di lizza lontano dalle classiche e famose vie delle Apuane Massesi,
andremo nella zona Sullioni nel settore meridionale della catena.
Percorreremo le lizze del Canto e la Guidi.
Ci portiamo a Volegno,
frazione nel comune di Sazzema a 430mt.
Una volta raggiunto entriamo in
paese e attraversiamo la via passando sotto il bellissimo campanile, giunti
alla fine del paese prendiamo il sentiero SAV che sale ad una
teleferica. saliamo ancora su tornanti e proseguiamo sul sentiero molto
inerbito e non molto evidente. Giumgiamo ad una casa e prendiamo a sinistra
( a destra si andrebbe alle cave Grotte Bianche ), successivamente un'altra
abitazione e prendiamo a destra; proseguendo giungiamo alla zona chiamata
Grotte Bianche le cave con lo stesso nome sono più in alto) dove è
presente un grosso taglio di cava. Più avanti troviamo un bivio, segnato con
ometti e segni rossi, dobbiamo proseguire sulla destra. Proseguiamo in
salita e dopo poco giungiamo su una mulattiera, sentiero SAV Volegno -
Retignano.
Quando giungiamo ad un fosso, fosso delle Piastre, lo
attraversiamo, qui è presente un cavo per aiutare l'attraversamento date le
rocce viscide, comunque non vi sono difficoltà particolari. Subito dopo, in
coincidenza di una croce a ricordo di deceduto, sulla destra, parte un
sentiero, ometto.
Il sentiero sale a dei vicini ruderi e ben presto
diventa molto confuso. Noi ci siamo tenuti lungo la sponda destra
idrografica, ce la troviamo alla nostra destra.
Saliamo e usciamo dal
bosco trovandoci su un grosso e instabile ravaneto, a fatica e con molto
equilibrismo continuiamo a salire cercando zone più stabili, cosa assai
ardua, sfruttiamo delle tracce probabilmente di animali che proseguono a zig
zag. Osserviamo sulla nostra destra notiamo una parete giallognola e da lì
sembra partire una traccia/cengia, attraversiamo il ravaneto non senza
difficoltà mirando alla parete, ai piedi di essa vi è una conca alberata. Da
qui sulla destra notiamola massicciata della Lizza Guidi e sulla sinistra la
spettacolare e quasi verticale lizza del Canto delle cave Sullioni. Iniziamo
a salire, lizza del Canto inferiore, dobbiamo metterci molta
attenzione, in definitiva questa lizza si snoda su un cengione roccioso a
placche, di solito le lizze venivano ricavate artificialmente creando
massicciate con sassi squadrati incastrati a creare uno scivolo uniforme,
qui l'uniformità l'ha creata a natura. Saliamo con molita cautela, ci
sarebbero dei vecchi cavi ma sinceramente non è che diano molta
affidabilità, in certi tratti sono invece molto utili per salire e quindi li
usiamo ma sempre con molta cautela. Essendo una lizza su placche è molto
liscia e gli appigli sono esigui, saliamo in aderenza caricando tutto il
peso sulle punte degli scarponi, la tensione rimane alta! Io ne ho percorse
moltissime di lizze ma di pendenze estreme così lunghe non ne avevo mai
viste, si sfiora la verticalità. Ai lati in alcuni tratti ci sarebbero dei
tratti gradinati ma purtroppo pieni di terra bagnata e foglie quindi non
molto utili, inoltre, pensiamo, che all'epoca il lato destro, a monte, sarà
stato sicuramente pulito e asservito da cavi a mo di corrimano.
Andiamo
avanti superiamo dei " piri" ancora conficcati in fori ricavati nella roccia
viva, ancora più avanti sulla destra troviamo una scritta in rosso indicante
il sentiero dei cavatori, lo tralasciamo e ormai vogliamo giungere alla cava
finale. Siamo vicini e ora proseguiamo più facilmente, infatti qui possiamo
sfruttare degli scalini più regolari e puliti.
Giungiamo alla cava
Suglioni bassa, vi sono presenti ancora macchinari con i ruderi di dove
erano alloggiati, resti di teleferiche e persino un binario con relativo
carrellino, alcuni blocchi in vana attesa di essere trasportati a valle.
Scrutiamo sopra di noi dove sappiamo esserci un'altra cava e che tra poco
raggiungeremo, queste due cave oltre che da sentiero erano collegate da una
scala a pioli a dir poco vertiginosa.
Torniamo indietro, con molta
cautela, sino alla scritta sentiero dei cavatori e seguiamo dei segni rossi
traversando sulla destra sino ad arrivare ad un muro di massicciata di
un'altra via di lizza, lizza del Canto alta, scavalchiamo il muro e saliamo
alla vicina cava superiore, qui abbiamo una splendida vista sul vicino
mont'Alto e la valle sottostante. Ci affacciamo prudentemente e sotto di noi
a picco la cava visitata in precedenza. Ci riportiamo dove arriva il
sentiero dei cavatori che ce lo troviamo sulla destra, lo tralasciamo e
continuiamo a scendere sino a trovare un'altra cavetta da dove lateralmente
passa la lizza Guidi. Ora da qui abbiamo diverse possibilità: andare per il
callare di mont'Alto o salire verso la cresta nord del Suglioni sfruttando
la lizza Guidi, noi prendiamo quest'ultima. Saliamo seguendo la ripida lizza
inerbita e detritica che procede nel bosco, sulla nostra destra, più in alto
troviamo un bivio, indicato con freccia arancione, non sono sicuro ma
crediamo che sia una deviazione su sentiero che dalla strada di Colle a
Iapoli porta al Callare di mont'Alto. Proseguiamo sino dove la lizza esce
allo scoperto e si divide in due, a sinistra un tratto non molto ripida,
quasi orizzontale, porta ad una cava, a noi interessa andare a quella
superiore, quindi prendiamo il tratto che sale a sinistra, adesso la lizza è
molto ben conservata e pulita e ancora moto ripida. proseguiamo
faticosamente e infine giungiamo alla cava Guidi. Il piano della cava è
immerso di nuovo nel bosco, anche qui vi sono numerosi blocchi ben
squadrati, anche questi in un'attesa di trasporto a valle che non avverrà
mai.
Proseguendo davanti a noi, segni arancioni, passiamo sotto un
rudere e subito dopo un bel pendio boscoso. Seguiamo delle tracce non sempre
evidenti nascoste dalla abbondante erba, sugli alberi ci sono comunque molti
segni arancioni. Alziamo lo sguardo e ormai si scorge bene il crinale,
giungiamo ad un a selletta sul crinale in corrispondenza
del sentiero Retignano - Passo dell'Alpino ( ex 123 CAI). Noi prendiamo in
direzione nord ma volendo andare sul Suglioni, la vetta assai vicina, basta
volgere verso sinistra (Ovest). Inizialmente il sentiero è rilassante ma ben
presto dopo una selletta dobbiamo affrontare un tratto facile ma molto
esposto. Giungiamo poi ad una radura e volgiamo verso destra, in questo
tratto troviamo l'erba molto lussureggiante e folta dobbiamo, per questo,
scrutare bene dove mettere i piedi e dove sia il tracciato; infatti saliamo
leggermente troppo e ci troviamo fuori percorso ma ben presto troviamo uno
slargo sassoso, sotto di noi, con
degli ometti. Ora il sentiero è ben
definito e proseguiamo trovando diversi canalini ripidi e umidi. Infine
usciamo dal bosco e siamo sui prati del Canale Deglio. Adesso non ci resta
che mantenere la quota e proseguire in orizzontale, la folta vegetazione ci
fa perdere la traccia che comunque è abbastanza vaga, procediamo ben
consapevoli che più su o un pò più in giù troveremo il sentiero 122 Pruno -
Mosceta. Orientandoci ci siamo abbassati verso destra e come avevamo
previsto troviamo il 122 in prossimità d Col Ventoso. Arriviamo a Colle a
Iapoli e invece di seguire per il sentiero 122 che potremmo prendere poco
più in basso in corrispondenza di una grossa casa, con fontana sulla strada,
prendiamo invece, alla cisterna per interventi antincendi, la
"strada" che volge a sinistra verso il gruppo di case di Tiglieta. Superate
seguiamo la strada sino ad una casa con una porta rossa ormai fagogitata dal
bosco, noi prendiamo un sentiero, non molto visibile, sulla destra.
Giungiamo in una zona aperta da dove c'è una vista spettacolare sulla
cascata dell'Acqua Pendente. Se andassimo a dritto, segni bianchi,
torneremo al borgo di Ranocchiaia; noi prendiamo invece in discesa verso
destra, segni bianco rossi, attraversiamo più in basso zone di cave e il
sentiero in moti tratti è scalinato. Giungiamo a dei ruderi, probabile zona
di alpeggio, e scendendo ancora il sentiero inizia a costeggiare alcune zone
ancora coltivate e infine giungiamo al Pianello di Pruno, zona dove durante
il solstizio d'estate è possibile vedere la doppia alba attraverso il monte
Forato. In breve siamo nei vicoli del paese di Pruno. Adesso non ci resta
che proseguire su asfalto sino al vicino paese di Volegno, circa 15 minuti.
Ecco, anche questa è stata un'escursione di esplorazione alla scoperta di
ardite vie di lizza, non ostante averne percorse moltissime queste percorse
oggi a mio parere sono le più ardite e spettacolari.
Alla prossima!
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