19 - 07 - 2023 Sasso Lungo alla Gialunga

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Percorso:

 

Come Arrivare :

Da Lucca bisogna seguire la segnaletica per Castelnuovo Garfagnana, oppure i segnali turistici, in color marrone, che indicano semplicemente “Garfagnana”.
A circa 37 km da Lucca, sempre seguendo i segnali per Castelnuovo, si arriva a Gallicano, dove si incontrano i primi cartelli che indicano la grotta. Si lascia quindi la strada di fondovalle, si attraversa il centro di Gallicano e, si seguono i cartelli per la Grotta del Vento. Dopo circa 12 km. di strada di montagna si giunge a destinazione.
Per chi proviene da Firenze seguendo la A11, è Da Capannori: km 53, ore 1.00-1.10 possibile risparmiare tempo e chilometri ed evitare il traffico cittadino di Lucca, uscendo a Capannori. Dal casello si lascia sulla destra Porcari, si prosegue per Marlia, quindi si seguono le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana fino a Gallicano e si devia per la Grotta del Vento. Al momento in cui questo testo viene scritto, la segnaletica per la Garfagnana dal casello di Capannori non è chiara. Si consiglia perciò questa strada solo a chi disponga di un sistema di navigazione aggiornato
Nota per l’uso dei navigatori GPS

In molti navigatori moderni è possibile impostare “Grotta del Vento” come destinazione. Tuttavia, con questa impostazione, molti navigatori suggeriscono delle strade particolarmente scomode e tortuose, oppure addirittura sbagliate. Per questo consigliamo di impostare il navigatore su Gallicano e da Gallicano seguire le indicazioni stradali per la Grotta.
Per chi volesse comunque impostare il navigatore sulla destinazione finale e non avesse la Grotta del Vento tra le destinazioni preimpostate, l’indirizzo esatto è:
via Grotta del Vento, 1

Comune di Vergemoli (o Fabbriche di Vergemoli)
Provincia di Lucca
Coordinate:
Lat. 44°02’03” N (Decimale: 44,0341° N)

Lon. 10°21’27” E (Decimale: 10,3575° E)

INDICAZIONI STRADALI
 
 

Sentieri: 
131  Breve tratto al ritorno per entrare in paese


 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 7h
Classificazione: EE

Periodo consigliato:  Per l'escursione è indispensabile la totale mancanza di vertigini ed avere una certa conoscenza del terreno delle Apuane, sicuramente da non effettuarsi con terreno bagnato o umido ma con previsioni meteo di assoluto bel tempo.
Attenzione, tratti esposti e fuori sentiero, evitare se non si conosce la zona, necessita di buon senso di orientamento.
Questo è un itinerario impegnativo, per escursionisti dal piede sicuro e che non temono il vuoto; da evitare con terreno bagnato.

 

Acqua: Al paese di Fornovolasco, fare molta scorta in quanto non se ne trova mai

Traccia gps             immagine traccia

 
Punti sosta: Nessuno

 

Scuriosando in internet troviamo questa descrizione di Lorenzo Verdiani sul Sasso Lungo: "Il Sassolungo (1200 metri di altezza) è ben visibile da Fornovolasco ed è il primo rilievo della famosa cresta Gialunga che scende in direzione sud / est dalla Pania Secca. Dalla sua cima bellissimo è il panorama sul vicinissimo e selvaggio versante sud est del gruppo delle Panie e non solo!. 

L'escursione è molto impegnativa sia fisicamente (6 Km per oltre 900 metri di dislivello) che tecnicamente con particolare riferimento alla discesa del costone. L'ambiente è bellissimo ma molto impervio e quasi tutto l'itinerario si svolge fuori sentiero!" 

Questa è una cima che non conosciamo e siamo assai incuriositi di vedere e provare ad arrivare in vetta anche di questa cima apuana.
Partiamo di buon ora, le 6, e raggiungiamo Fornovolasco alle ore 7,30 circa. Per l'ora è già abbastanza caldo, direi anche troppo, non si muove una foglia.
Lasciamo l'auto nel parcheggio all'entrata del paese, un caffè prima di partire ma poi iniziamo subito la nostra avventura.
Attraversiamo il caratteristico ponte sulla Turrite di Petrosciana, seguiamo sulla destra sino a trovare un arco sulla sinistra, l'indicazione sulla strada è Via del Trimpello. Seguendo brevemente giungiamo ad un sentiero con una staccionata, purtroppo molto infrascato, peccato perché, come vedremo dopo, questo sentiero è stato fatto per condurre gli escursionisti in prossimità della grotta del vento evitandogli circa tre km su strada asfaltata. Sbuchiamo per l'appunto su una curva della strada molto vicino alla grotta del Vento.
Prendiamo alla sinistra della grotta dove c'è una strada cementata che porta ad un'area pic-nic con tavoli e panche, ci è sembrato un pò strano averli messi proprio dentro il canal Trimpello, bah!
Seguiamo, poi, un sentiero con dei segni gialli bardati di rosso, dovrebbe essere la Via di San Pellegrino che conduce a Vergemoli e all'Eremo di Colomini.
Notiamo un cartello di legno, lo superiamo e dopo un centinaio di metri in prossimità di uno spiazzo prendiamo a sinistra entrando nel bosco puntando al fosso del Trimpello. 
Raggiunto il canale iniziamo a risalirlo abbastanza facilmente sino ad incontrare un'altro ramo di altro canale da sinistra ( la nostra che si sale), prendiamo per quest'ultimo.
Inizalmente si prosegue nel greto del torrente tra sassi smossi ma comunque si procede abbastanza bene, ma appena il canale diventa meno profondo e definito la ripidezza diventa massima, Proseguiamo seguendo tracce d'animali, quando è possibile, il terreno è molto franoso la terra e i sassi sono molto mobili. Sudiamo abbondantemente e questo ci obbliga a ripetute bevute reidratanti. E' ripido, molto ripido e il caldo non ci dà tregua.
Affannando e anche imprecando arriviamo nella parte più alta del canale e ci spostiamo verso sinistra, in precedenza avevamo preferito stare sulla destra. Andiamo a sinistra perché abbiamo notato un tratto roccioso che ci può facilitare la salita.
Siamo alla Base del Sasso Lungo. Avevamo letto che si potrebbe salire da un canalino centrale ma non sapendo cosa si poteva trovare e non avevamo gran che attrezzatura ( avremo saputo poi che vi sono difficoltà di III grado) abbiamo deciso di aggirare la cima e portarci sulla parte ovest. Aggiriamo il Sasso Lungo al filo del bosco su tracce più o meno chiare di animali. L'aggiramento prosegue quasi sempre alla stessa quota sino ad arrivare ad un pendio abbastanza ripido e ci porta sulla cresta sovrastante. Una volta sulla cresta tra roccette siamo sulla parte iniziale della famosa e ambita cresta della Gialunga. 

 Iniziamo a seguire in discesa verso sud est su pendio erboso, risaliamo sulla cresta attraverso un canalino pieno di paleo che aiuta molto.  
Raggiungiamo una sella erbosa e prendiamo per la cresta che porta in cima al Sasso Lungo. Quando scendevamo verso la cima vedevamo dall'alto la cresta che porta in vetta e ci appariva molto esposta ma una volta sopra si è rivelata abbastanza facile, certo l'attenzione deve essere sempre massima.
Dalla vetta ci godiamo una sosta ammirando le meravigliose pareti della Pania Secca e la l'intera cresta della Gialunga, l'Omo Morto, la Pania della Croce e verso nord la Pania Verde; volgendo lo sguardo a sud notiamo l'arco del Forato, il monte Croce e il Procinto, spettacolo unico!
Fatta la sosta riprendiamo il cammino di ritorno, ritornando sui nostri passi, però adesso invece di fare l'intero aggiramento del monte decidiamo di scendere per il canalino che abbiamo in parte risalito all'andata. Iniziamo a scendere su lussureggiante e tenace paleo che afferrato è come aver una corda in mano, scendiamo sino a trovare un risalto di una decina di metri. Abbiamo poca attrezzatura ma una trentina di metri di corda e attrezzatura per fare una doppia ce l'abbiamo, non si sa mai! allestiamo la doppia ad un alberello e ci caliamo facilmente sino al fondo del canale e in breve siamo alla traccia faunistica che abbiamo già percorso.
Ci riportiamo alla base del Sasso L. e iniziamo la lunga e ripida discesa verso Fornovolasco.
Costeggiamo la cresta che procede verso sud est.
Inizialmente si percorre abbastanza bene e la pendenza non è poi così esagerata, arriviamo ad un risalto dobbiamo necessariamente aggirarlo a sinistra costeggiando la base rocciosa.
Alcuni salti  ci obbligano mantenendoci ancora più a sinistra, la pendenza adesso è notevole, il terreno franoso, ci teniamo da alberello ad alberello, come fanno le scimmie!
Seguendo sempre verso sinistra giungiamo ad un punto molto panoramico e siamo proprio sopra i tetti di Fornovolasco e ci illudiamo di essere ormai arrivati. Davanti al punto panoramico si alza un colle, dobbiamo raggiungerlo.
Lo raggiungiamo e senza salire proprio sulla vetta prendiamo a destra e continuiamo a scendere sino ad una traccia, sempre di animali, qui ce n'è a bizzeffe! proseguiamo verso ovest e troviamo un ravaneto lo aggiriamo e ci troviamo in un canale, ci rendiamo conto che che siamo troppo bassi, già al ravaneto dovevamo essere una ventina di metri o forse qualcosa di più in sù.
Non ci và di tornare indietro e riprendere la strada giusta, consultiamo la cartina e capiamo che scendendo da questo canale possiamo raggiungere tranquillamente la strada asfaltata per la grotta del Vento.
Per raggiungerla si potrà anche raggiungere ma che lo si possa fare tranquillamente scopriremo che non è così.
Il terreno è sempre più franoso e in certi passaggi dobbiamo affrontare tratti assai delicati, grazie agli alberelli riusciamo a scendere, il problema è quello che tenendoci da albero a d albero, senza farci caso, afferiamo anche quelli marci e secchi che crollano rischiando di prenderli in testa o peggio di andargli dietro.
La cosa più squallida che abbiamo trovato in questo canale ad un certo punto numerose lattine, taniche di plastica, bottiglie di vetro e un po' più giù anche una batteria di auto, da dove possono essere arrivate è per noi un mistero ma sicuramente l'inciviltà è dura da combattere.
Scendendo troviamo un rudere, questo ci incoraggia perché se c'era una casa ci sarà anche una traccia: pia illusione! Non c'è proprio niente solo dei residui di terrazzamenti, testimoni di quando un tempo qui veniva coltivato, ormai la natura si è reimpossessata del territorio.
Tra gli alberi vediamo l'ormai la vicina strada asfaltata e in breve la raggiungiamo. Scendiamo verso il paese, la strada è abbastanza noiosa e sotto lo "stellone" non è la cosa più confortevole. Giunti su un tornante troviamo sulla sinistra il sentiero 130
che costeggia la Turrite e in breve entriamo in paese.
Onoriamo la bellissima escursione con una fresca birra per me e una Oransoda per chi deve guidare la macchina.
Anche se faticosissima è stata una bellissima escursione e abbiamo conosciuto un altro pezzettino di Apuane che ci mancava.
Alla prossima! 

 

Foto escursione