15/02/2023 Serra Darola

ii



Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Antona, Serra Darola, Orto Botanico Pian della Fioba, Ex Rifugio Città di Massa, Foce dell'Antona, Campareccia, Antona.

 





INDICAZIONI STRADALI Da Massa, passando per Altagnana e Antona (8,4 km). Superato questo borgo si prosegue per altri 700 m fino a una ampia curva ad U proprio sotto al cimitero e all'Oratorio della SS. Annunziata. Qua c'è poco spazio per parcheggiare per cui è possibile parcheggiare ad Antona e arrivare a piedi all'imbocco del sentiero.
 

   41  Canevara (95 m) – Antona (402 m) - La Foce (772 m) - ex Rifugio Città di Massa (890 m) - Colle della Tecchia (879 m) – la Strega (1050 m) - canal d’Angiola – Foce del Frate (1307 m)  – innesto sentiero 33 - Le Gobbie (1035 m). 

Mulattiere e tracce non segnate, sulla Serra si segue il facile filo di cresta

Tempo di percorrenza: 6h
Acqua: Orto Botanico(?) - Ex rifugio città di Massa ( se aperti )
Periodo consigliato:  Tutto l'anno, in estate potrebbe essere molto caldo

Traccia  -   Traccia GPS

 
Punti sosta:

Orto Botanico - Ex rifugio città di Massa ( se aperti )

 

 

Ultimamente ci sono stati un pò di impedimenti e non siamo potuti andare sulle nostre amatissime Apuane, ve bhè qualche giretto lo abbiamo fatto, magari già relazionato in altri momenti. Quella di oggi è una bella camminata, per lo più fuori sentiero, in posti dove a pochissimi viene in mente di andarci, si tratta di un'escursione assai facile che ci condurrà sino all'Orto Botanico di Pian della Fioba.
Optiamo anche per questo giro essendo a quota relativamente bassa ci permette di percorrerlo senza presenza di neve o ghiacci.
Bene, ci siamo portati al paese di Antona, (368Mt.)borgo non lontano da Massa, arroccato tra ulivi e castagni nella valle del Frigido, immerso nelle Alpi Apuane. Il borgo è formato da un intricato labirinto di viuzze e vicoli, con le case ornate da bei fregi, bassorilievi marmorei, maestà ed edicole arricchite da immagini sacre.
Abbiamo trovato un po' di difficoltà nel trovare parcheggio che abbiamo trovato, finalmente, nella piccola piazzetta dove gira il pullman di linea, qui se si ha fortuna qualche posto c'è.
Non sappiamo bene dove dobbiamo prendere il sentiero ma un po' domandando un po' orientandoci lo troviamo. Torniamo indietro, a piedi, oltrepassiamo il ristorante da Piero, dove fanno dei tordelli favolosi,  continuiamo su asfalto, questa è via dei Colli,  sino a girare su un tornantino a sinistra, via dei Castagni, si cammina fiancheggiando delle case e percorsi pochi metri, forse una cinquantina, più o meno, sulla destra parte un sentiero sempre costeggiato da case, troviamo un piccolo cancello che oltrepassiamo, si prosegue su piacevole sentiero alla nostra sinistra una mulattiere che pensiamo torni in paese, la ignoriamo, seguiamo e il sentiero diventa sempre più invaso dalla vegetazione a tratti vi sono anche alberi sul sentiero. Questa zona doveva essere ben frequentata, sono evidenti i resti di coltivi e terrazzamenti e lungo il percorso molti ruderi e anche marginette votive. In un breve tratto usciamo dal bosco e l'intrigo di rampicanti eriche e ginestre e passiamo davanti ad un masso con una croce metallica. Proseguiamo un po' a fatica tra i rovi e cespugli e troviamo altri ruderi.
Si nota la forte l'antropizzazione che è stata effettuata in questi luoghi, infatti sono ben visibili i terrazzamenti e gli interventi di trasformazione e alterazione che l'uomo ha compiuto allo scopo di adattarlo ai propri interessi e alle proprie esigenze.
Ancora dei ruderi in successione, prima due ravvicinati poi un terzo di fronte a questo c'è un "bivio " non
molto individuabile, a noi c'è voluto un pò siamo andati leggermente avanti e poi ritornati sui nostri passi, dalla traccia si vede, vedi sopra. Comunque prendiamo a sinistra, dove abbiamo lasciato un ometto, ma comunque più avanti ne abbiamo trovati altri. 
Aiutati dagli ometti ci dirigiamo verso la Serra del Darola. Siamo su terreno abbastanza ripido ma senza difficoltà, come riferimento posso dire che bisogna raggiungere un evidente roccione verso sinistra, poi abbiamo proseguito sulla destra tra paleo e alberi sino a raggiungere il crinale che adesso è allo scoperto e da dove si gode di un bel panorama. Abbiamo a vista la terrazza panoramica dell'orto botanico che dobbiamo raggiungere, e si! ce n'è ancora di strada da fare. Si risale il crinale assai ampio e non difficile sinché un sentiero CAI bianco rosso, in prossimità di un cippo, senza iscrizioni o altro, attraversa il crinale, si tratta del sentiero della libertà n° 188.
Adesso dobbiamo affrontare, forse, il tratto più ripido, quello che ci conduce alla terrazza dell'Orto Botanico.
Purtroppo ci troviamo davanti una staccionata e anche delle reti di recinzione, in un tratto,  per nostra fortuna, è abbattuto e possiamo proseguire,  raggiungiamo una serie di ringhiere e seguiamo il sentiero attrezzato per i visitatori del parco e raggiungiamo la bella e panoramica terrazza dalla quale si gode una vista incantevole sulla catena apuana e su tutta l’area costiera, dal Golfo della Spezia fino alla Versilia. 
L'orto botanico, intitolato al medico e botanico Pietro Pellegrini che dedicò gran parte della sua vita allo studio della flora apuana, è stato istituito nel 1966 per la conservazione e la valorizzazione della flora delle Alpi Apuane.
Dopo una breve pausa per ammirare il panorama e rifocillarci un po' iniziamo a scendere lungo il percorso per i visitatori del parco, sino a giungere all'ingresso principale posto al Passo della Fioba. Qui però abbiamo una brutta sorpresa il cancello è chiuso e non si vedono punti dove poter passare, sconforto totale, mica dobbiamo risalire e scendere da chi sa dove? Per fortuna un addetto al parco ci ha notato e avvicinatosi all'inizio ci rimprovera di esse entrati in una zona chiusa ma poi ci apre il cancello raccomandandoci che la prossima volta di avvisare, avvisare chi? bo!
Attraversiamo la strada asfaltata e ci dirigiamo, prendendo il sentiero 41, verso il vicino ex rifugio Città di Massa, lo costeggiamo e ci dirigiamo verso le cisterne dell'acqua e la piazzola dell'elicottero, lasciando momentaneamente il 41, percorso molto più  panoramica sulla Cresta Uncini-Carchio e sul vicino Orto Botanico, oltre che sulle Apuane, dal Sagro al Macina, avremmo potuto prendere altri due sentieri segnalati, che chiudono un anello e partono dal pizzale del rifugio.
Percorso il crinale ritroviamo il 41 ed entriamo di nuovo nel bosco sino a raggiungere la Foce dell'Antona da dove il panorama si apre d'incanto sulle Apuane, dal Sagro fino al monte Macina, mentre in basso si scorge il borgo di Casania.
Facciamo una sosta alla cappellina qui presente e poi riprendiamo il cammino sempre su sentiero 41. Seguendo il tracciato del sentiero raggiungiamo la falesia di Campareccia dove vi sono diverse vie d'arrampicata attrezzate e un caratteristico ex ricovero per animali che ormai viene usato dai climber come riparo e per grigliate. Raggiungiamo la strada asfaltata e attraversata prendiamo il sentiero segnato bianco rosso, proseguiamo così tra sentieri e uscite su asfalto sino a tornare ad Antona. 
Entriamo nel dedalo di viuzze e vicoli, notiamo sulle case dei bei fregi, bassorilievi marmorei ed edicole votive.
Passiamo davanti alla chiesa di San Geminiano, già documentata nel 1297, all'interno vi sono opere pregevoli del XVI secolo; noi abbiamo trovato chiuso!
Torniamo sulla strada principale e raggiunta l'auto chiudiamo questa escursione molto particolare, da provare ma ricordatevi di avvisare Andrea dell'orto botanico!
Ciao, alla prossima

Foto escursione