30/09/2023 Pania Verde dal Canal Trimpello
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Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun
modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un
semplice racconto di una giornata
e la
segnalazione di una bellezza
naturale e
culturale.
Quindi, la
presente pagina non sostituisce
ma presuppone
la consultazione delle
guide
e della
cartografia
in
commercio.
In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di
qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti.
L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e
pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di
chiedere sempre informazioni
aggiornate, riguardanti lo stato
dei sentieri che si intendono
percorrere, alle Sezioni CAI che
ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le
valutazioni circa le difficoltà
delle escursioni, riportate sul
sito, sono prettamente
soggettive.
Da Lucca bisogna seguire la
segnaletica per Castelnuovo Garfagnana, oppure i segnali
turistici, in color marrone, che indicano semplicemente
“Garfagnana”.
Sentieri: 134
Fornovolasco – Le Tese – Le Rocchette
Periodo
consigliato:
Tarda primavera ed estate, da escludere
con terreno bagnato. con neve abbondante potrebbe essere una salita
invernale interessante. In estate si
raccomanda di evitare le giornate più calde, la mancanza di fonti
obbliga ad avere una scorta idrica sufficiente.
Percorso:
Fornovolasco Grotta del
Vento, Canal Trimpello, Cresta ovest Pania Verde, vetta Pania
Verde, Anfiteatro della Pania Secca, Area Pic - Nic Piglionico,
Le Rocchette, Loc. Le Tese, Parcheggio Grotta del Vento
Come
Arrivare
:
A circa 37 km da Lucca, sempre
seguendo i segnali per Castelnuovo, si arriva a Gallicano, dove
si incontrano i primi cartelli che indicano la grotta. Si lascia
quindi la strada di fondovalle, si attraversa il centro di
Gallicano e, si seguono i cartelli per la Grotta del Vento. Dopo
circa 12 km. di strada di montagna si giunge a destinazione.
Per chi proviene da Firenze seguendo la A11, è
Da Capannori: km 53, ore 1.00-1.10
possibile risparmiare tempo e chilometri ed evitare il traffico
cittadino di Lucca, uscendo a Capannori. Dal casello si lascia
sulla destra Porcari, si prosegue per Marlia, quindi si seguono
le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana fino a Gallicano e si
devia per la Grotta del Vento. Al momento in cui questo testo
viene scritto, la segnaletica per la Garfagnana dal casello di
Capannori non è chiara. Si consiglia perciò questa strada solo a
chi disponga di un sistema di navigazione aggiornato
Nota
per l’uso dei navigatori GPS
In molti navigatori moderni è
possibile impostare “Grotta del Vento” come destinazione.
Tuttavia, con questa impostazione, molti navigatori suggeriscono
delle strade particolarmente scomode e tortuose, oppure
addirittura sbagliate. Per questo consigliamo di impostare il
navigatore su Gallicano e da Gallicano seguire le indicazioni
stradali per la Grotta.
INDICAZIONI STRADALI
Tempo di
percorrenza:
Tempo
di percorrenza totale:
circa
7,30h
Acqua:
Nessun
rifornimento, portarsi acqua a sufficienza
Punti sosta: Nessuno
Classificazione:
Una salita impegnativa classificata come "alpinismo facile" visti
i numerosi tratti su terreno instabile e ripido oltre che esposti. Non
sono esclusi tratti dove bisogna assicurarsi
Eccoci ad una nuova
avventura, questa volta ci porterà su un itinerario non proprio
escursionistico ma piuttosto alpinistico, alpinisticamente viene
giudicato facile ma comunque presenta tratti impegnativi ripidi, ed
esposti, con una cresta molto affilata e spesso su terreno
molto smosso. Tutto questo per arrivare alla vetta della Pania Verde percorrendo il Canal Trimpello. È un canale che si immette nella Turrite di Gallicano. Si sviluppa nel versante sud-est della Pania Secca e salendolo sarebbe possibile arrivare alla vetta con difficoltà di quarto grado, il tratto che facciamo noi non supera il 2°/3° forse uno passaggio di 4°. Arriveremo sino alla sella da dove parte la cresta ovest della Pania Verde per poi raggiungere questa vetta. Ci portiamo a Fornovolasco e precisamente al parcheggio della Grotta del Vento, il parcheggio è un pò caruccio, 5 euro per parcheggiare sino alle 16, sono le 8,15. Ci dirigiamo verso la grotta e prendiamo una ripida cementata che sale sulla destra. In cima alla rampa siamo su sentiero che percorriamo sino a trovare in prossimità di una bacheca, prendiamo un altro sentiero sulla sinistra con segni gialli. Procediamo brevemente e orientandoci e scrutando alla nostra sinistra nel bosco si nota il canale secondario del Trimpello che cerchiamo, traversiamo tra alberi e in breve lo raggiungiamo facilmente. Iniziamo a risalirlo facilmente tra molti detriti e massi, si superano alcuni salti facili e continuiamo a salire sino a trovare un altro ramo che procede a destra o sinistra idrografica, su quello sulla sinistra, nel senso di salita, vi sono anche dei nastrini bianco rossi, questi dovrebbero condurre al Pilastro Montagna, cima ambita da molti scalatori. Entriamo nel Trimpello su due grossi massi abbiamo posizionato degli ometti. Dopo breve giungiamo ad una parete dove è stata posizionata una corda, alquanto corta, dobbiamo salire un po' per raggiungerla ma poi si dimostra molto utile per risalire la parte. Più avanti ci troviamo davanti ancora ad un altro risalto e per superarlo ci issiamo con l'aiuto di alcuni alberi sul bordo sinistro idrografico. Il canale adesso prosegue tra alte pareti, si prosegue facilmente sinché ci troviamo davanti ad un risalto verticale di alcuni metri, provvidenziale è una corda posta sulla sinistra idrografica, la nostra destra. La corda non si presenta molto buona e non ci dà molto affidamento ma questa è, dobbiamo compiere un atto di fede. Ci fidiamo e uno alla volta ci issiamo sperando che regga; ha retto. Il canale adesso più largo e allo scoperto prosegue tra rocce e placche, troviamo una che dobbiamo traversare verso la nostra sinistra ed è assai delicata in quanto molto liscia e in pendenza. La passiamo senza problemi e continuiamo il nostro cammino. Sulla nostra destra, sinistra idrografica si trova un altro ramo che ignoriamo e continuiamo sul principale tra alte pareti. Sul percorso troviamo un grosso masso incastrato tra le pareti del canale e impedisce la salita diretta, ci impegniamo sulla nostra sinistra, destra idrografica, lì per lì non ci sembra così impegnativo ma poi si rivela alquanto ostico specialmente per il passo che ci permette di arrivare alla cima del roccione; a nostro parere si tratta di un 3°/4°, il terreno non è molto saldo anzi. Al di sopra di questo masso è presente una sosta con tre chiodi con cordini non proprio buoni. Superata questa difficoltà procediamo facilmente fino a trovare una parete verticale e con scarse possibilità di risalirla, decidiamo di prendere su per un pendio erboso sulla nostra destra, sinistra idrografica, da sotto ci appare abbastanza fattibile con tutto quel paleo lo possiamo sfruttare per appigliarci e issarci su. In realtà ci siamo trovati a salire un ripidissimo pendio esposto, molto erboso, scivoloso, su terreno smosso, tanto che ad un certo punto è stato più prudente sfruttare un alberello per fare sicurezza e salire gli ultimi metri senza rischiare troppo. Al termine di questo pendio siamo finalmente sulla sella che separa la Pania Verde dalla Pania Secca. Da qui la vista è davvero eccezionale sull'anfiteatro della Pania Secca, la Gialunga, Il pilastro Montagna, il paretone della Secca, e i Denti della Secca sono davanti a noi più che altro ci sovrastano. Lo sguardo verso il mare ci mostra il Forato e il Procinto, ecc. ecc. Prendiamo a salire per la cresta che subito si presenta molto esposta e procedendo ancora di più, la roccia è assai buona ma è comunque prudente saggiare più volte perché non ci si appigli a qualcosa di smosso con conseguenze... diciamo spiacevoli. Successivamente iniziamo a scendere sempre su terreno smosso ed esposto. Raggiungiamo una sella e da qui dobbiamo riprendere la cresta, a vista pensiamo sia difficoltosa ma scopriremo che in effetti oltre all'esposizione le difficoltà non sono importanti, dovrebbe essere un 2° grado. Raggiunta la vetta del risalto scendiamo dal lato opposto della cresta, il tratto è breve, meno male, il terreno è smosso e instabile. le difficoltà terminano una volta superata una esile placca. Seguiamo al bordo di un bosco di faggi sino alla sella che si inerpica verso la vetta della Pania Verde che raggiungiamo in brevissimo tempo. La Pania Verde (m.1501) è un modesto promontorio sconosciuto alla maggioranza degli escursionisti tanto è vero che neanche sulle mappe non è quasi mai riportato il toponimo ma solo la quota. E' posto ai piedi della Pania Secca, li unisce la cresta est della Secca. Il panorama che si gode dalla sua vetta è spettacolare, dalla Gialunga, alla cresta dei Denti, al Pilastro Montagna, al canal Trimpello, quest'ultimo appena risalito. Ma assolutamente dominante è la Pania Secca! Dopo una breve sosta, secondo me sempre troppo breve, riprendiamo il cammino e tornando sui nostri passi scendiamo dalla cresta ovest verso il boschetto di faggi. Raggiunto troviamo al bordo sulla destra, degli ometti che ci indicano il sentiero per il rientro, non segnato. Prendiamo a scendere nella faggeta, piegando verso sinistra, in direzione dell'anfiteatro. Inizialmente la traccia non è ben evidente ma poi diviene più marcata, comunque gli ometti non mancano di certo. Ci stiamo dirigendo verso il grande anfiteatro della Secca, sulla nostra sinistra abbiamo una grande parete liscia dove c'è un antro. Giungiamo infine al grande ghiaione dell'Anfiteatro e si nota la traccia che lo attraversa. Attraversiamo tutto il ghiaione e seguiamo una parete di uno spigolo, credo sia lo Spigolo Del Checcolo... credo. Al termine pieghiamo a sinistra nel boschetto sottostante, poi traversiamo tutto verso destra sino a ritrovare il sentiero, qui ritroviamo gli ometti. In realtà si potrebbe a circa la metà, forse anche prima scendere seguendo il bordo di un boschetto su ghiaione sino a tornare sul tracciato, a noi ci è sembrato molto scomodo scendere così. Seguendo gli ometti iniziamo ascendere sino a trovare una lizza ancora in buone condizioni per un breve tratto ma poi scompare, se ne intuisce il tracciato ma non c'è nessuna presenza fisica. Sulla destra notiamo segni rossi su una traccia, capiamo che questa è una variante per non scendere per quello che rimane della lizza, molto ripida e terreno franoso. Adesso siamo vicino alla strada per il Piglionico, troviamo una vecchia strada sterrata e con questa arriviamo al termine della lizza e pochissimo dopo alla strada asfaltata, in prossimità della piazzola pic nic del Piglionico. Prendiamo a destra e camminiamo su asfalto per circa un Kilometro sino alle Rocchette. Poco avanti c'è il sentiero CAI 134 segnalato da palina. Un bel sentiero che unisce Vergemoli a Fornovolasco e passa appunto sotto le pareti delle Rocchette dove moltissimi climber si cimentano anche su vie difficili. Giungiamo alla località Le tese e successivamente raggiungiamo la strada asfaltata. Da qui ci separano tre kilometri al parcheggio della grotta del Vento, ci rassegniamo e gambe in spalla ci dirigiamo verso l'auto che raggiugiamo dopo circa sette ore. Volendo dalla strada asfaltata, pochi metri dopo averla raggiunta si potrebbe riprendere il 134 che porta a Fornovolasco, noi optiamo per la strada asfaltata per poi non dover risalire. Bellissima escursione, ambienti stupendi e viste mozza fiato, anche la compagnia è sempre delle migliori. Voto? 10! Alla Prossima! |
Foto escursione |