20/08/2023 Calate nel Canale Pianone
In
verità si può dire che l’esterno di
una montagna è cosa buona per
l’interno di un uomo.
(George
Wherry)
Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun
modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un
semplice racconto di una giornata
e la
segnalazione di una bellezza
naturale e
culturale.
Quindi, la
presente pagina non sostituisce ma presuppone
la consultazione delle
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e della
cartografia
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L'uso delle informazioni della
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pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di
chiedere sempre informazioni
aggiornate, riguardanti lo stato
dei sentieri che si intendono
percorrere, alle Sezioni CAI che
ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le
valutazioni circa le difficoltà
delle escursioni, riportate sul
sito, sono prettamente
soggettive.
Sentieri:
135
VVia
Vandelli
Periodo
consigliato:
Sicuramente non mentre piove e se
effettuata dopo intense piogge può essere classificata torrentismo.
Percorso:
Resceto, Via
Vandelli sino a bivio per Lizza Magnani, quota 1060 intersezione
sentiero 163, Canal Pianone.
Come
Arrivare
:
da
Sud: raggiungere il centro di Massa e proseguire in
direzione Carrara. Prima di raggiungere il fiume Frigido, si
troverà, a destra la deviazione per Forno e Resceto.
La
strada costeggia la sinistra orografica del Frigido: non resta
che seguire le indicazioni per Resceto, dove bisogna lasciare la
vettura nella piazza in fondo al paese.
Da Ovest:
Seguire la via Aurelia in direzione Massa. Prima di raggiungerne
il centro, appena oltrepassato il ponte sul fiume Frigido,
deviare a sinistra seguendo le indicazioni per Forno e Resceto.
Raggiunta Resceto bisogna lasciare la vettura nella piazza
in fondo al paese. (
www.escursioniapuane.com )
INDICAZIONI STRADALI
166
Resceto – Casa del Fondo – Lizza Magnani – Cave Magnani –
Bivacco “Aronte” – Passo della Focolaccia. Difficoltà EE.
163
Miniera Vandelli – Innesto
sentiero n. 166 sotto Cave Magnani. Difficoltà EE.
Tempo di
percorrenza:
Tempo
di percorrenza totale:
circa
7h
Classificazione:
Alpinistica Facile, riservata solo a
chi conosce bene la manovra della discesa in corda doppia e abbia
confidenza con il vuoto.
Acqua:
Al paese di
Resceto
Punti sosta: Nessuno
se non il paese di Resceto
In questo periodo fa
decisamente molto caldo, anche troppo! Decidiamo, quindi, per un'escursione
che ci tenga all'ombra nella speranza che mitighi l'afa. La scelta cade sul
Canal Pianone, uno dei tanti canale che scendono dalle pendici del monte
Tambura.
Questo itinerario si può anche
dividere in due tronconi, il primo nella parte bassa si prende nelle
vicinanze della grotta Abisso della Tambura.
Da Resceto si percorre la
Via Vandelli fino al ponte di ferro che passa sopra il canal Pianone (questo
punto sarà la fine della discesa del canale) e fatti altri due tornanti si
abbandona l'antica via per risalire un pendio fino alla base del
caratteristico roccione della località "Le Teste".
Arrivati alla base
del roccione si trova un evidente sentiero che lo costeggia da sinistra con
antichi muretti e tratti di cavo. Il sentiero è molto evidente e sale
dolcemente costeggiando il canal Pianone che si trova in basso a sinistra.
Il bel sentiero arriva in breve all'abisso Tambura o Buca del Pianone,
una cavità dalla quale esce un aria molto fredda.
Dalla grotta si entra
subito nel canale dove si trova la prima sosta di calata per un totale di
otto calate in corda doppia.
Noi abbiamo preferito seguire il canale da
una quota ancora più alta, esattamente a 1060 mt. dove c'è l'intersezione
con il sentiero 163.
Come detto partiamo dal paese di Resceto e subito
imbocchiamo la via Vandelli, superiamo la casa del Fondo e continuiamo sino
al bivio con il sentiero 166 corrispondente alla lizza Magnani, conosciuta
anche come lizza Silvia. La speranza di trovare un po' di refrigerio
s'infrange subito dal caldo asfissiante, sono le 7,30 e fa un caldo
micidiale, saremo già a circa 27 gradi, non c'è una lito di vento. Saliamo
faticosamente sulla ripida e purtroppo quasi distrutta lizza sino a
raggiungere il bivio con il sentiero 163, sentiero che conduce alla miniera
di ferro appena sotto la via Vandelli, vicino alla Finestra Vandelli,
sentiero per esperti, assai esposto. Noi prendiamo a destra sul 163, a
sinistra la lizza continua verso la Focolaccia e Bivacco Aronte.
Percorriamo il sentiero 163 per pochi minuti e al primo evidente canale ci
scendiamo e raggiungiamo il primo salto. Fatichiamo un po' a trovare la
sosta ma la troviamo su una placca un po' in alto, sosta che dimostra un bel
po' d'anni ma sembra sufficientemente sicura, due spit con maglie rapide.
Così iniziamo a calarci lungo il tortuoso canale. La prima calata è subito
un bel lungo salto che ci conduce nel profondo, un bellissimo e tetro
canyon. Qua e là piccole e anche più grandi marmitte quasi tutte asciutte ma
alcune con acqua che dal colore non invita per niente ad entrarci.
Le direzioni sono indicate nel senso di marcia,
le soste vengono indicate con faccia a valle.
La seconda è stata
ancora più difficile da trovare, la cercavamo dove per noi sarebbe stato
logico metterla ma invece dovevamo proseguire ancora un po' in avanti e
dietro una angolo formato da una roccia, sulla destra troviamo lo spit.
Questa calata è breve e come tutte le soste che troveremo in seguito sono
mono spit.
Giungiamo a quella che sarebbe la terza o forse la terza qui
non esiste, bo! non l'abbiamo ne capito ne trovata, perciò abbiamo passato
la corda ad alcuni alberelli e così discesi.
Troviamo la
successiva è sulla nostra sinistra su una roccia dove il paleo la nasconde
completamente, è stato proprio un'impresa trovarla! Questa calata è di circa
una decina di metri.
Andiamo per la quarta che troviamo a sinistra è la
più spettacolare, un salto di una cinquantina di metri, (due corde annodate
di 60 mt.), forse anche qualcosa di più . Inizialmente si entra in una
fessura non molto comoda che ci obbliga ad un po' di contorsionismo.
Continuiamo su una placca appoggiata e d improvvisamente sprofonda nel fondo
del canale perfettamente a picco nel vuoto.
Proseguiamo e ci troviamo
subito la quinta con sosta a destra sul ciglio di uno scivolo che poi
diventa una parete verticale. Dalla sosta non si capisce quanti metri ci
siano e preferiamo essere sicuri unendo le due corde, meglio aver paura che
toccarne, no? Non è che ne è avanzata tanta!
Andiamo avanti e i tratti
camminabili non sono moti e ogni tanto dobbiamo traversare su ripido e marmo
liscio e infido. Devo dire la verità, a questo punto ho smesso di contare le
calate e prendere appunti. Questa disciplina richiede la massima
concentrazione e siamo sempre impegnati nel allestire le soste e
successivamente recuperare le corde dopo aver effettuato le calate,
queste azioni alla lunga non ti fanno pensare ad altro.
Le calate si
susseguono una dietro l'altra, di alcune non ne vediamo il fondo preferiamo
congiungere le corde, per sicurezza. Più scendiamo e più è facile trovare le
soste, inoltre ne troviamo diverse in acciaio inossidabile anche in tratti
camminabili, l'unica spiegazione è che siano per torrentismo ma non ne siamo
sicuri.
Nei tratti camminabili spesso siamo su marmo liscissimo dove lo
scorrere dell'acqua e l'abrasione dei ciottoli hanno creato bellissimi
toboga Giungiamo a una delle ultime, ad occhio dovrebbe essere la
diciottesima, e vi sono due possibilità di calata una particolare dove
bisogna infilarsi in cavità formate da grossi massi, oppure scendere, sempre
in calata, a sinistra da paretina. Noi abbiamo deciso per quest'ultima.
La successiva, se ho calcolato bene dovrebbe essere la penultima, troviamo
diverse soste sulla nostra sinistra, sotto di noi una bella e grossa
marmitta, piena d'acqua marcia. Studiamo come fare per non zupparci di quel
liquido poco invitante. Noi ci leghiamo come in calata discensore e nodo
machard. Questo nodo ci permette di proseguire e bloccarci in caso di
bisogno, dopo una breve calata ci
teniamo a mezza costa, faticosamente e afferrando delle provvidenziali
rocce riusciamo a progredire in orizzontale sino a raggiungere uno
scalino che ci permette di scendere sull'asciutto. Traverso faticoso e
tecnico che comunque ci ha dato soddisfazione.
Adesso non ci resta
che effettuare l'ultima calata di circa una decina di metri. Caliamo in una
sorta di tunnel quasi tutto chiuso, siamo in zona ombrosa e qui la
circolazione d'aria crea un clima fresco, facciamo una piccola sosta per
idratarci e mangiare qualcosa, ne approfittiamo anche per toglierci
l'attrezzatura di dosso e riporla, ormai non c'è più utile.
Il ponticello
di ferro sulla Via Vandelli ormai è a pochi passi lo raggiungiamo e adesso
non ci resta che raggiungere in discesa il vicino paese di Resceto.
Impressioni: Mi son proprio divertito, di molto!!!
Alla prossima!
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