18/05/2024 Cengia e cresta nord del Monte Croce

La leggenda del monte Croce
Un giovane pastore e una pastorella si incontravano ogni giorno sui verdi prati del Monte Croce. Era un mattino di maggio quando si promisero eterno amore e sui quei pascoli avrebbero suggellato con il matrimonio un’unione già forte più del ferro e del fuoco ma, poche settimane dopo i turchi assaltarono i villaggi lungo la costa e il giovane pastore fu chiamato in guerra dove venne ucciso a tradimento. 

La pastorella, appresa la notizia, disperata corse sui fianchi della stessa montagna che aveva accolto la loro promessa di nozze, ogni sua lacrima per incanto si trasformava in bianchi e profumati fiori di giunchiglie che piano piano rivestivano il monte con il loro candore. 
Ogni anno nel mese di maggio i verdi pascoli della montagna si ricoprono ancora di un’estesa fioritura di giunchiglie. Sono le pure innocenti lacrime della pastorella che sbocciate in candidi fiori profumano l’aria alpina delle Apuane.

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La Cengia del Monte Croce, Foto Lorenzo Verdiani

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale.
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Stazzema località le Scalette, Foce delle Porchette, Stele UOEI, Cengia del Croce, cresta Nord, la Magona, Sentiero 137, Foce di Petrosciana, Stazzema.

 

Come Arrivare : In auto si raggiunge il termine della strada che si stacca da quella per Stazzema, poco sotto al paese in corrispondenza di un ampio tornante, parcheggiando nello spiazzo terminale (615 m.). Sulla destra inizia il sentiero (segnavia 5/bis) con una breve rampa rocciosa per proseguire poi nel bosco fino a raggiungere un ampio spazio ed un rudere.
Superatolo si piega a sinistra per congiungerci col sentiero (segnavia 6) pochi metri al di sopra di una fonte.



INDICAZIONI STRADALI

 
 

Sentieri    6    Stazzema – Fonte di Moscoso – Foce di Petrosciana – Fornovolasco
                       8  
  Cardoso – Fonte di Moscoso – Foce delle Porchette – Palagnana.
 
                   109  Alto Matanna – Foce delle Porchette – Foce di Petrosciana
                   137  Il Termine – Collemaschio – Innesto sentiero n. 6 – Foce di Petrosciana

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 5 h
  Acqua: Fonte del Moscoso sul sentiero 6
  Punti sosta: Nessuno
Classificazione: Escursione moderatamente impegnativa che bisogna di capacità d'orientamento

Periodo consigliato:  Fattibile tutto l'anno

 

Traccia gps           immagine traccia

In questa escursione non vi sono grosse difficoltà se non d'orientamento con tratti esposti e in parte fuori sentiero

jjQuesta settimana abbiamo poco tempo e quindi ci dedichiamo ad un'escursione non molto lontano, ma non per questo meno suggestiva, andremo verso il monte Croce, non in vetta che di questi tempi con la fioritura delle giunchiglie c'è il mondo; no! noi preferiamo aggirarlo da una sottilissima cengia che taglia tutto il versante nord ovest.
Bene partiamo e ci portiamo verso il paese di Stazzema; prima di entrare nel paese, in prossimità di una larga curva, si notano le indicazioni per il rifugio Forte dei Marmi, le seguiamo per circa un paio di km sino ad una segheria pochi metri più avanti inizia il sentiero, per la verità due sentieri il 5 che conduce direttamente al rifugio e il 6 che porta alla Foce di Petrosciana. Ricordarsi di pagare il parcheggio, 4€ per una giornata.
C'è liberta di scelta o partire da qui o portarsi più avanti, sulla strada che ora diventa sterrata  sino al termine, noi prendiamo per la sterrata.
Una volta giunti al termine della strada, in realtà non termina, ma il traffico da qui è interdetto da una sbarra; l'utilizzo è riservato per il B&B Casa Giorgini e per la stazione del Soccorso Alpino del CAI.
Lasciamo l'auto, non manca lo spazio, e oltrepassiamo la barra. percorsa la strada brevemente, alla prima evidente curva, invece di seguire la strada prendiamo un sentiero non segnato che prosegue abbastanza in piano. All'inizio del sentiero vi sono vecchie cave in galleria di Pietra del Cardoso. Il sentiero è comunque ben battuto e pulito e in breve ci conduce sul sentiero n° 8 che sale dal paese di Cardoso. Raggiunto questo, dobbiamo salire, una salita mai troppo ripida e in breve siamo alla Fonte del Moscoso, dove è possibile fare rifornimento d'acqua, buonissima.
Dopo proseguiamo con il sentiero n°6 in direzione Foce di Petrosciana. Giungiamo al bivio con il sentiero n° 8 che porta alla Foce delle Porchette, dove dobbiamo arrivare ma preferiamo proseguire sino ad un altro bivio con il sentiero n° 109 che ci conduce proprio sino al bel Paso delle Porchette. Abbiamo deciso per questo sentiero perché più panoramico e specie nell'ultima parte in un bel canalino, elementare, che sbuca proprio nelle vicinanze del Passo delle Porchette a quota mt 982, valico situato tra le rocce del Monte Croce e la parete del Nona.
Qui invece di imboccare il sentiero n° 108 " il sentiero delle scalette ", così chiamato perché dopo un breve tratto su prato si inoltra in un gola e la salita è aiutata da scalini scolpiti nella roccia è presente anche una  catena fissata alla roccia, comunque il passaggio non presenta grosse difficoltà.
Noi decidiamo di portarci verso il sentiero 109 ma quando lo incrociamo sulla sinistra proseguiamo dritto per tracce e seguiamo quello che viene chiamato, almeno da qualcuno, " le Roccette ".
Proseguiamo brevemente lungo la cresta sino ad attraversare verso sinistra su roccia, un pò esposta, poi si seguano degli "ometti" tra rocce calcaree erose dalle acque.
Per trovare la stele dobbiamo orientarci un po' a occhio, comunque basta salire sino alla cresta e dirigerci verso sud dove sullo sperone più meridionale è posto il monumento.

Questa Stele fu posta nel 1978 dalla Sezione UOEI di Ripa di Versilia  intitola alla Madonna della Montagna durante una cerimonia che vide una numerosa partecipazione di "uoeini" toscani ed alla presenza del Presidente Nazionale Prof. Antonio Valfrè.
Dopo una breve sosta seguiamo il crinale erboso e anche qui disseminato di bellissime fioriture per numero spiccano naturalmente le giunchiglie. Seguendo il bel crinale verso est, direzione monte Croce, arriviamo ad un'area spaziosa e se volessimo andare alla Fonte del Pallino per prendere il sentiero normale per il Croce, dovremmo andare  a destra, noi, invece prendiamo una traccia che si vede appena tra il folto paleo. Questa traccia che si trova sul lato ovest della montagna è la cengia del Croce.
Iniziamo a seguirla e la troviamo ben marcata, solo un paio di brevi tratti sono franati, è però anche assai esposta, quasi sul verticale e scivolare non è raccomandato.
Giungiamo alla ad una costola che inizialmente aggiriamo ma poi ci rendiamo conto che abbiamo perso la traccia. Ci troviamo in un mare di giunchiglie e paleo. Ci dirigiamo verso un boschetto, ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che andare avanti non è possibile, davnti a noi una grande bastionata rocciosa ce lo impedisce. Torniamo brevemente indietro poi iniziamo salire per pochi metri sinché non ritroviamo la traccia che ci porta alla cresta nord.
Una volta sulla cresta nord, inizialmente pensavamo di raggiungere la vetta ma poi la vista di decine e decine di persone ci ha fatto desistere e quindi abbiamo iniziato a seguire la cresta in discesa.

La cresta è a tratti ben percorribile a tratti presenta esposizione e a volte dobbiamo aggirare per evitare passaggi complicati, comunque si trova sempre una via d'uscita. Scendiamo una prima parte abbastanza agevole e anche panoramica, tra tutto spicca bene il gruppo delle Panie, Pania della Croce, Omo morto, Pania Secca. Dopo questo primo tratto ci spostiamo verso destra prendendo un'altra costola della cresta. Seguiamo sempre il filo di cresta, alcuni passaggi da usare anche le mani, la roccia è buona. La discesa è continua e ad un certo punti obbliga verso sinistra dove troviamo degli ometti, successivamente entriamo nel bosco di faggi, questa dovrebbe essere la località Magona. Da qui sempre nel bosco scendiamo orientandoci e seguendo vecchie tracce e spazzi di antiche carbonaie. Raggiungiamo una parete rocciosa con una grotta, ci spostiamo obliquamente a destra e infine raggiungiamo il sentiero CAI n° 137, lo prendiamo in salita in direzione Foce di Petrosciana sino a trovare il bivio tra il nostro 137 e il 6 ( Fornovolasco Petrosciana) naturalmente lo prendiamo verso Petrosciana La raggiungiamo in circa 30/40 minuti e da qui proseguiamo sempre su sentiero 6 sino alla fonte del Moscoso e poi a ritroso ripercorriamo il sentiero fatto all'andata sino all'auto.
Anche questa escursione è terminata ma siamo infinitamente contenti per ciò che abbiamo goduto, vorrei che tutti provassero quello che abbiamo provato noi magari per un giorno lasciare la pianura e muovere le gambe, si faticando ma godendo di spettacoli che nessuna televisione al mondo potrà mai riprodurre e consentitemi un messaggio a coloro che sono sfiduciati nella vita: " aprite gli occhi gente, il mondo e pieno di meraviglie, non vi stancate di cercarle!"


 
 

Alla Prossima!    

 

Foto escursione jj