15/09/2024 Traversata in cresta dal monte Grande al Pizzo dell’Aquila

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La cresta nord del monte Grande

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale.
Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Equi Terme, Santuario della Madonna del Bosco, Monte Grande, Cresta Nord, Pizzo dell'Aquila, Cima di Natta Piana, Colle delle Guardie, Eremo di San Giorgio, Sentiero 39, Aiola, Equi Terme.

 

Come Arrivare :  Autostrada A15 Parma – La Spezia uscita di Aulla, Strada Statale 63 del Cerreto, direzione Fivizzano fino al bivio Cormezzano, seguire direzione Equi Terme.

INDICAZIONI STRADALI

 
 

Sentieri    39    Torano – Ravaccione – Fosso di Conca – Foce di Pianiza – Case Walton – il Balzone – Vinca – Castellaccio – Equi Terme

L'escursione viene svolta prevalentemente fuori sentiero e in cresta
              

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 8,30 h
  Acqua: A Equi Terme poi niente, munirsi di almeno due litri
  Punti sosta: Nessuno
Classificazione: Itinerario in ambiente selvaggio sulle Alpi Apuane, riferita a persone molto esperte, in ottime condizioni fisiche con capacità alpinistiche, di intuito e orientamento, necessario l’uso del GPS.
Difficoltà: EEA
Dislivello in salita: 540 m circa.

Periodo consigliato: Tarda primavera e estate, sino ad autunno. Evitare le caldissime giornate estive, da non affrontare con roccia bagnata, neve o ghiaccio.

 

Traccia gps       immagine traccia

Escursione impegnativa per il dislivello e tratti esposti

Fonti Lorenzo Verdiani e sito Escursionismo a 360°

Oggi ci dirigiamo verso una zona poco frequentata e per questo poco conosciuta, anche perché l'itinerario si svolge lungamente fuori sentiero su creste, vertiginose e molto esposte. Viene da se he non sia un percorso per tutti ma piuttosto, come già detto sopra, a persone molto esperte, in ottime condizioni fisiche, con capacità alpinistiche e con buon intuito d'orientamento . La zona della nostra avventura parte dal paese di Equi Terme situato nella parte orientale della Lunigiana a 250 mt. s.l.m.
Giunti al paese troviamo agevolmente parcheggio in un piazzale dove c'è il monumento ai caduti lungo il fiume Lucido.
La nostra intenzione è quella di raggiungere il Monte Grande che sovrasta il paese, poi per cresta nord arrivare al Pizzo dell'Aquila, successivamente rientro ad anello dalla Cima di Natta Piana, Eremo San Giorgio, Aiola e infine Equi Terme.
Partiamo e ci dirigiamo al ponte sul fiume Lucido e giriamo a sinistra e proseguiamo dritto, indicazione sulla destra per Santuario della Madonna del Bosco.
Proseguiamo brevemente sino ad un portico, qui dobbiamo girare a sinistra, superiamo il piccolo museo Ricci e poco dopo sulla destra troviamo una vecchia mulattiera, inizialmente poco evidente ma poi diviene ben chiara, comunque vi è presente un cartello anche qui.
Percorriamo la mulattiera che è abbastanza lunga e procede zigzagando sulle pendici del Monte Grande.
Giungiamo al Santuario  e facciamo una piccola sosta, ci alleggeriamo degli indumenti lo sforzo per arrivare qui e la temperatura che adesso è decisamente estiva anche se non eccessiva ci hanno fatto sudare assai.
Aggiriamo la chiesetta costeggiandola da sinistra e imbocchiamo un sentiero che termina in corrispondenza della cresta nord ovest del Monte Grande, su relazione si cita un bollo rosso, noi non l'abbiamo visto. Iniziamo a salire tra roccette facili, numerosi arbusti ci rendono la vita difficile. La cresta diventa più affilata ne percorriamo brevemente il filo ma poi visto anche che proseguire sarebbe molto difficile, deviamo a destra, qui abbiamo trovato una freccia bianca e successivamente dei bolli rossi, sbiaditi. Seguendo questa freccia scendiamo a destra brevemente e poi seguiamo andando dritti tra sfasciumi e detriti su terreno ripido, entriamo nel bosco e nel proseguire troviamo un'altra freccia bianca e alcuni bolli rossi, la freccia bianca ci indica vagamente verso l'alto. Decidiamo di prendere a salire e tra alberi ed arbusti iniziamo a salire, troviamo ancora un paio di bolli rossi. Una precisazione, questi bolli non seguono nessuna linea logica ma piuttosto chi li ha fatti ha marcato da dove sia passato e quindi trovarli è solo fortuna per di più sono proprio evanescenti.
Saliamo per un pendio nel bosco e raggiungiamo la bella e panoramica sella del monte Grande. Tralasciamo la salita alla vicinissima vetta del monte grande che si raggiungerebbe in poco tempo e facilmente. Iniziamo a percorrere la cresta nord che ci porterà sino al Pizzo dell'Aquila. Da qui si vede già l'intero susseguirsi di cime e salti che dobbiamo affrontare e di strada ce n'è da fare. Ci dirigiamo in direzione sud e già la cresta si presenta molto aerea ma comunque senza particolari difficoltà. Arriviamo al primo risalto, lo affrontiamo sulla destra su una sottile cresta rocciosa. L'esposizione sul versante del Solco d’Equi è totale, quella sul versante del fosso di Fagli più contenuta.
Dopo questo risalto tiriamo un pò il fiato su un tratto facile, sempre in cresta, al cui termine troviamo un' altro salto da fare in discesa. Dall'alto non riusciamo a vedere bene come si sviluppa e non ci fidiamo a scenderlo in libera, sicuramente si può fare ma noi per prudenza decidiamo di allestire una sosta sfruttando un albero per scendere in doppia. Vedremo poi che si tratta di una discesa che dovrebbe essere sul 2° grado, esposto e su una cresta che a occhio non supera il metro e mezzo. Sicuramente si può scendere disarampicando ma meglio aver paura che toccarne!
Proseguiamo sulla cresta sempre molto aerea ma adesso facile;  affrontiamo due risalti uno dietro l'altro cercando la via migliore del secondo seguiamo sulla destra. Ancora tratti esposti, molto esposti spesso ci sentiamo funamboli che procedono in equilibrio sul vuoto.
Giungiamo su tratto erboso e largo, un posto che ci fa rilassare ma teniamo la concentrazione sempre alta. Da qui scendiamo sino a ritrovare un ennesimo risalto ripidissimo che comunque lo affrontiamo facilmente. 
Altro tratto facile di cresta, nuova discesa e poi altro risalto che però presenta terreno rotto ed esposizione specie a destra e che quindi è preferibile aggirare da sinistra…giunti alla sua base si segue una traccia, di natura animale, che va a sinistra e che passa alla base della cortina rocciosa dopo di che si risale senza una via obbligata su paleo riguadagnando la cresta. 

Una volta arrivati in cima si riscende un tratto facile di erbe e roccette per poi risalire e affrontare l’ultimo risalto.

Si risale quest'ultimo  da destra seguendo una traccia nel bosco e si arriva sul filo di esso; la risalita è facile e divertente, sulla cima la cresta si presenta assai rotta e vertiginosamente esposta, comunque ci siamo sentiti abbastanza sicuri perché un po' protetti da massi dove possiamo reggerci, naturalmente l'attenzione deve essere sempre massima. Adesso scendiamo per rocce facilmente e successivamente ci troviamo davanti ad un ripido versante boscoso, ci dirigiamo da principio verso sinistra. E' evidente che dobbiamo salire sino a trovare la cresta sommitale sul Pizzo dell'Aquila, spiegare la direzione da prendere non è cosa facile, noi ci siamo orientati  a vista e anche con l'utilissimo GPS. Siamo quasi sempre nel bosco e la salita viene spesso resa spiacevole dall'intricato groviglio di piante e arbusti, la salita è lunga e faticosa. Arriviamo su una zona erbosa e ci dirigiamo verso sinistra guadagniamo l'agognata vetta del Pizzo dell'Aquila. Nota: C'è chi non concorda sul fatto che questa sia la vetta del Pizzo dell'Aquila ma piuttosto la vetta della Cima di Natta Piana e viceversa. Io non lo sò quale sia la verità ma sulle cartine cartacee e virtuali che ho le indicano come le ho raccontate: prima il Pizzo dell'Aquila, successivamente la Cima di Natta Piana, perciò le ho elencate così, del resto anche sulla vetta, su un sasso  viene riportato il toponimo Pizzo Dell'Aquila. Dalla vetta abbiamo una vista bellissima data anche dalla giornata particolarmente tersa. Abbiamo a oriente un lungo tratto appenninico, sotto di noi il paese di Vinca, sulle montagne Sagro, Grondilice con la cresta Granerone e cresta di Natta Piana sino al Pizzo d'Uccello.
Dopo breve sosta riprendiamo il cammino dirigendoci verso ovest sino ad arrivare alla Cima di Natta Piana per poi salire alla sua vetta. Da qui ci spostiamo verso nord ovest e scendiamo su placche molto ripide ma si percorrono facilmente. E' un paesaggio lunare ampio  terreno a placche senza vegetazione, regno di un grande branco di capre selvatiche. Al termine della discesa prendiamo il crinale roccioso che porta alla Spianata della Guardia. Adesso ci dirigiamo verso nord su cresta facile, arriviamo al bordo del bosco e notiamo tra gli alberi, in basso, una spianata ed è lì che dobbiamo dirigerci. Quando la raggiungiamo cerchiamo dei segni rossi che ci indicano la direzione. I bolli non sono subito visibili ma direzione è abbastanza intuibile. Dobbiamo proseguire in direzione nord ovest, verso sinistra.
Seguendo i segni e ogni tanto orientandoci con il GPS seguiamo sempre a nord ovest, superiamo  un rudere, poi il sentiero diventa più evidente sempre nel bosco. Dopo circa quaranta minuti giungiamo ad un bivio a destra si può raggiungere il sito dell'Eremo di San Giorgio, di cui oggi rimangono solo alcuni resti, sarebbe comunque interessante, noi ci siamo già stati e per questo lo tralasciamo. Prendiamo a sinistra su mulattiera. arriviamo in prossimità di rudere dietro il quale c'è una casetta, in altra occasione l'ho trovata aperta e un gentile ragazzo ci aveva fatto anche il caffè. Qui c'è una fontana. Il sentiero segue dietro il rudere e in quella direzione va' verso Vinca, in quella direzione però è molto infrascato, noi comunque prendiamo dalla parte opposta, a destra, prendendo per Aiola e poi Equi Terme.

 La mulattiera sin ora si è presentata ben percorribile sin quando non iniziamo a trovare alcuni alberi abbattuti dalle intemperie, inizialmente poca roba ma prima di arrivare al bivio con il 39 bis che porterebbe al Castellaccio c'è stata una strage di alberi ed è difficile trovare  dove riandare a beccare il sentiero, ci troviamo a camminare in un percorso di guerra!
Finalmente il sentiero adesso  torna ben percorribile e troviamo un'altra indicazione verso sinistra per Castellaccio Vinca, naturalmente noi proseguiamo a destra per Aiola che raggiungiamo in breve. Scendiamo nel paesino verso la chiesa, nel sagrato di questa c'è una fontana che ci è stata particolarmente gradita, abbiamo potuto fare una generosa bevuta di acqua bella fresca. Troviamo diverse indicazioni CAI,
tralasciamo il vicolo che scende sotto la fontana con indicazioni per Monzone, tralasciamo il vicolo scalinato che scende di fronte il portone della chiesa, prendiamo il vicolo a destra in piano che è sempre CAI 39 e via Baracca. Seguiamo i segni bianco rossi e l'indicazione per Equi a 15 minuti. Raggiungiamo il cimitero di Aiola e lo costeggiamo sulla destra su sentiero che prosegue nel bosco e in breve raggiungiamo il paese di Equi in breve raggiungiamo il parcheggio.

Anche questa escursione è terminata ma siamo infinitamente contenti per ciò che abbiamo goduto, vorrei che tutti provassero quello che abbiamo provato noi magari per un giorno lasciare la spiaggia e muovere le gambe, si faticando ma godendo di spettacoli che nessuna televisione al mondo potrà mai riprodurre e consentitemi un messaggio a coloro che sono sfiduciati nella vita: " aprite gli occhi gente, il mondo e pieno di meraviglie, non vi stancate di cercarle!"


Alla prossima 

Foto escursione jj