29/09/2024 GTS (Grande Traversata del Sumbra ), dal Campaccio a Campagrina.
"Quanto di più orrido e di più desolato si può trovare nella catena apuana" Così le guide liguri del 1905 e del 1921. " L'ambiente è tutto particolare, tipicamente apuano nella sua grandiosità e desolazione": così la più recente guida CAI TCI. Si sta parlando del versante meridionale del Monte Fiocca e della Penna di Sumbra. ( da Apuane 2 di Enzo Maestripieri )
Verso il Fosso Dell'Anguillaja, si punta ai placconi in alto, partenza delle calate delle Marmitte dei Giganti |
Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun
modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un
semplice racconto di una giornata
e la
segnalazione di una bellezza
naturale e
culturale.
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chiedere sempre informazioni
aggiornate, riguardanti lo stato
dei sentieri che si intendono
percorrere, alle Sezioni CAI che
ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le
valutazioni circa le difficoltà
delle escursioni, riportate sul
sito, sono prettamente
soggettive.
Sentieri Non
esistono nessun sentiero segnato. Le tracce che abbiamo percorso
(ogni tanto qualche ometto) sono per lo più vecchi sentieri di
pastori e di cavatori che attraversano ambienti isolati e
remoti.
Periodo
consigliato: In Autunno e
primavera, da evitare in piena estate, su tutte quelle placche ci si
muore
Percorso:
Campaccio, Fosso delle
Comarelle, Fosso Anguillaja, Cresta dell'Anguillaja,
Cresta
del Campano, Fosso e cresta del Fato Nero, Cave Capanna,
CAmpagrina
Traccia gps immagine traccia
Come
Arrivare
:
In auto
dalla Versilia, psi prende la SP9 in direzione di
Seravezza (LU) fino al bivio per Pontestazzemese (LU) dove la
abbandoniamo seguendo la SP13, superando i paesi di Levigliani e
Terrinca; oltrepassata la Galleria del Cipollaio e Ponte
Merletti, proseguiamo fino al bivio per Arni e continuando la
discesa verso Isola Santa, oltrepassata la galleria di Tre Fiumi
proseguiamo fino ad i ruderi di Case Campaccio, poco oltre
l'indicazione turistica per le Marmitte dei Giganti.
Tempo di
percorrenza:
Tempo
di percorrenza totale:
circa
6:18 h
Acqua:
Nessuna
Punti sosta: Nessuno
Classificazione:
Escursione moderatamente impegnativa,
non
è tecnicamente difficile ma può creare problemi di orientamento.
In questa escursione non vi sono grosse difficoltà se non
d'orientamento con tratti esposti senza mai
veri sentieri
Oggi abbiamo scelto un itinerario di sapore esplorativo,
quello di percorrere il selvaggio e remoto versante meridionale di
Sumbra e Fiocca attraversando a quote diverse i tre fossi:
Comarelle, Anguillaia e Fatonero. Questo è il percorso dal Campaccio
a Campagrina; non c'è niente di sconosciuto ma dovendo
procedere orientativamente senza traccia gps risulta un pò
difficoltoso trovare sempre la via giusta, a dire la verità
c'abbiamo provato già la settimana scorsa ma abbiamo dovuto
desistere, ci riproviamo e questa volta come si vedrà riusciamo
nella traversata. Inizialmente ci portiamo alla località Campagrina, strada per Arni, dove lasciamo un auto e con l'altra poi ci portiamo alla località Case Campaccio (660 m) lungo la strada provinciale 13 Arni-Castelnuovo Garfagnana. Questo luogo dista 1,8 km dal vecchio bar di Tre Fiumi ed è facilmente individuabile per la presenza di alcuni ruderi, sulla sinistra della strada (direzione Isola Santa), e della marmifera che sale verso destra, proprio presso un curva della strada. Proprio dai ruderi parte uno stradello abbastanza evidente che scende nella Turrite Secca che una volta raggiunta si prende in direzione ovest, a sinistra. In breve raggiungiamo un sentiero che risale la sponda dx ( ometto). Appena sopra troviamo i resti di Case Poli poi proseguiamo su sentiero abbastanza chiaro che ci porta alle Case delle Comarelle gruppo di case , ruderi, usate in passato dai pastori, a quota 727 metri. In questo luogo si possono vedere diversi grafiti il più chiaro è proprio su uno spigolo della casa e riporta l'anno 1826. Un altro meno visibile si trova sotto la casa è riporta un nome e data: " Bazzichi Federica 1914", poi ancora dei pennati. Da qui seguiamo verso sinistra, su sentiero, indicato con un ometto. Proseguiamo per tracce a volte evidenti a volte meno se non invisibili. Inizialmente ci dirigiamo verso il bordo del Fosso delle Comarelle dove il sentiero è retto da un bel muro a secco, poi pieghiamo decisamente a destra e iniziamo a salire ripidamente su erba e placche sino a intercettare un sentiero che prendiamo andando a sinistra. Andiamo avanti entrando nell'invaso del fosso delle Comarelle, la direzione ha come punto di riferimento degli alberi di faggio isolati. Si prosegue su placche, lisce, la traccia è ora su placche marmoree inclinate da attraversare con prudenza, in alcuni punti è anche scalpellinata e arriviamo nel cuore del fosso delle Comarelle. Siamo nel fosso ma davanti a noi si apre uno spettacolo grandioso; abbiamo in alto le verticali pareti che chiudono l'anfiteatro, a destra la Cresta a falce a sinistra la cresta dell'Anguillaja. Attraversiamo il fosso dalla parte opposta, ovest/nordovst. La salita è su terreno sbriciolato roccette e paleo, non ci sono difficoltà ma da prestare sempre attenzione; in alto vi sono diversi ometti che indicano la direzione, direzione che punta ad un boschetto, dove troviamo presto due tracce una che prosegue dritta e l'altra sulla destra. Noi prendiamo la prima, comunque non si può sbagliare, anche l'altra porterebbe meno agevolmente sulla prima. Usciamo dal bosco e siamo su una parete rocciosa un pò esposta ma che si sale facilmente. Raggiungiamo la cresta, meglio dire la prima cresta, infatti qui è costituita da due creste vicine separate da un valloncello. Procediamo dritto, più o meno portandoci alla quota di 1040 sul bordo che da sul fosso dell'Anguillaja da qui parte una cengia, ( Dal Libro Apuane 2 sappiamo che a quota 990 c'è un'altra cengia ma non saprei dire dov'è), la volta scorsa non l'abbiamo trovata, ne l'una ne l'altra. Questa ci permetterà di scendere sino al fondo del Fosso. Si scende con attenzione e cautela vista l'esposizione, trovando un tornante ad s e poi un gradino roccioso, proseguiamo su un tratto orizzontale su stretta cengia tagliata su un pendio erboso quasi verticale; poi il terreno va via via si fa meno ripido. Scendiamo in obliquo attraversando ripide placche scalpellate, percorriamo tutto il versante orientale dell’Anguillaja, come punto di riferimento abbiamo una grossa roccia nera isolata nel paleo in prossimità del fosso. Qui facciamo una sosta con vista sul gruppo delle Panie e il Freddone. La sosta è breve molto breve, non s'avesse a far tardi!! Ripartiamo e puntiamo alle sovrastanti grandi placche di marmo, da queste placche partono le calate per discendere con corda doppia le Marmitte dei Giganti. Una volta raggiunta ci rendiamo conto della bellezza di questo posto, l'abbiamo già visitato diverse volte ma ogni volta ci lascia stupiti di quanto può essere bello. Attraversiamo la Placconata e ci dirigiamo verso un boschetto dove c'è una traccia poco evidente ma c'è, dobbiamo aggirare sulla sinistra una formazione rocciosa risalendo un canalino sino a trovarci sull'invaso dell'Anguillaja, invaso che dobbiamo attraversare più o meno mezza quota verso la nostra prossima cresta, quella del Campano. L'attraversamento non è di per se difficile la difficoltà qui è quella di trovare il percorso migliore tra folte felci che ostacolano il cammino e la vista. Dopo un lungo e intricato attraversamento raggiungiamo una prima cresta che purtroppo per noi pensavamo essere quella del Campano ma ancora quella è distante. Procediamo sempre a mezza costa tra paleo e roccette, poi finalmente giungiamo alla nostra prossima meta, la cresta del Campano da dove abbiamo viste spettacolari sulle panie, il freddone, sopra di noi Malpasso e il Fiocca. Adesso che siamo qui dobbiamo raggiungere la prossima cresta: quella del Fato Nero, infatti dal Campano dobbiamo calarci sino al Fosso del Fato Nero e poi chi sa da dove risalire sino alla cresta. Facile a dirsi ma a farsi è un altro paio di maniche. Iniziamo a scendere ripidamente tra roccette e scivoloso paleo, la discesa è interminabile, la ripidità mette a dura prova le ginocchia. Comunque alla fine raggiungiamo il fosso e qui non abbiamo tanto le idee chiare, scendiamo e costeggiamo il fosso per poi entrarci nel fondo. Ci viene qualche dubbio e facciamo il punto, dopo tante incertezze e punti di vista diversi si decide di risalire, per fortuna non di molto e giungiamo ad un attraversamento tra due marmitte con acqua e piene di vita: tritoni e girini. Con sollievo attraversiamo, anche qui alcune tracce scalpellate, dall'altra parte si nota una traccia e troviamo alcuni segni rossi, anche se sbiaditi ci hanno dato una buona mano. Proseguiamo sul boschetto più o meno a dritto, ci voltiamo e vediamo la grande placconata della sella del Campano e il ripido versante sceso. Usciamo allo scoperto e siamo sulla cresta del Fato Nero, dal basso sembrava impossibile ma seguendo un vecchio sentiero con ancora testimonianze nei muretti e scalini che ancora resistono arriviamo effettivamente alla Cresta. Diamo uno sguardo e vediamo le cave di Tre Fiumi sulla strada SP 13. Sulla cresta siamo su terreno più roccioso, adesso troviamo anche più ometti, comunque la direzione è abbastanza intuitiva, sopra di noi Malpasso contrafforte del monte Fiocca. Proseguiamo sempre a dritto su detriti abbastanza stabili e tratti ancora scalinati dai cavatori di un tempo, dirigiamo compiendo un semicerchio e puntando ad un evidente ravaneto e al di là la cava Capanne. La raggiungiamo in prossimità di un rudere con all'esterno una bellissima pila per l'acqua scavata mano; attraversiamo ancora ravaneti e invasi e raggiungiamo un'altra cava più bassa, in un piazzale su una vecchia strada marmifera ormai in disuso, la imbocchiamo e scendiamo brevemente sino ad un ravaneto e sfasciumi sino a scendere ad un'altra vecchia cava e da qui raggiungiamo un fabbricato in mattoni e torretta per la corrente. Proseguiamo in piano per poco sino a scendere in un canalino tra scarti di marmo, poi voltando a destra prendiamo un sentiero che ci porta sino sopra le case di Campagrina e da qui, un po' ravanando tra folta vegetazione ci siamo calati dietro una casa che è proprio al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Alla Prossima! Fonti: Volume Apuane 2 di Enzo Maestripieri, Dal canale YouTube di Roberto Garzella ( https://youtu.be/F75xc17xMrE?si=GXdUYFbm8BD3XvLD ) e dal sito Escursioni Apuane |
Foto escursione |