04/08/2024 Monte Alto dal Passo Cerreto, anello per Passo di Pietratagliata, Sorgenti del Secchia


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Monte Alto, Alpe di Succiso e Casarola visti da inizio cresta Monte Alto

Foto Lorenzo Verdiani  

Attenzione!
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Passo del Cerreto, Passo Ospedalaccio, Tecchia dei Corvi, Monte Alto, Passo di Pietratagliata, Sorgenti del Secchia, Passo del Cerreto

 

Come Arrivare : Dal casello di Aulla si seguono le indicazioni per il Passo del Cerreto, lasciando a destra la strada per la Foce dei Carpinelli e sorpassando il paese di Fivizzano. Una lunga e graduale salita porta al valico.
b) Da Reggio Emilia si segue la strada statale per il Cerreto. Con lungo percorso tra ondulate colline si sorpassano Casina, Marola e Castelnovo ne’ Monti (posto presso la Pietra di Bismàntova), entrando nella valle del Torrente Secchia. La si risale fino al Passo del Cerreto (1253 m).



INDICAZIONI STRADALI

 
 

Sentieri     00    Sentiero di Cresta
                673     Passo dell'Ospedalaccio - Alpe di Succiso
              
  671    Rifugio Rio Pascolo - Monte Alto

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 6 h
  Acqua: Sorgente lungo sentiero 673 e alla sorgente del Secchia
  Punti sosta: Passo del Cerreto ( ristorante)
Classificazione: Via Normale dal Passo del Cerreto, sentiero facile anche se bisogna avere sempre la massima attenzione e non soffrire di vertigini. Ci sono due piccoli salti da superare: il primo, leggermente esposto a destra, da fare all’andata in discesa, circa 3 metri con passi di I e I+, il secondo su un masso coricato con un passo di I da fare in salita all’andata.
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 860 m circa.

Periodo consigliato:  Fattibile in estate naturalmente in inverno con la neve tutto diventa estremamente più complicato. Itinerario  adatto solamente ad escursionisti molto esperti, abituati all’esposizione, ed è assolutamente da evitarsi in caso di rocce bagnate.

 

Traccia gps       immagine traccia

Escursione non molto impegnativa, ma con rocce e fondo a tratti difficile, con rocce frastagliate, disposte a lama e non sono pochi i passaggi esposti non protetti.
E’ un tratto dell’escursione molto suggestivo questo ma occorre molta prudenza specialmente se c’è forte vento o se il terreno è bagnato.
 Presenta passaggi esposti e due " Gendarmi " aggirabili che se affrontati sono attrezzati di cavo per ferrata, la roccia è solida e offre molto greep.

In cerca di refrigerio, si spera, decidiamo per una bella escursione sull'Appennino Tosco Emiliano, sul monte Alto dal Passo del Cerreto.
Questo itinerario non è su larghi crinali e grandi prati come spesso accade in Appennino ma piuttosto è uno dei percorsi più impegnativo su questa parte dell'Appennino. Suggestivo e spettacolare con tratti per niente banali. Andremo a percorrere la cresta sud est del monte Alto sul sentiero 00, sentiero di crinale. Una lunga e ertasalita a tratti affilatissima e molto esposta, che obbliga ad alcuni brevi tratti di arrampicata, ma che offre panorami aerei ed estesissimi. La discesa dal Monte Alto al Passo di Pietratagliata è comunque malagevole e impervia, con altri brevi passaggi su roccia.
Iniziamo l'escursione partendo dal bar/ristorante posto proprio sul Passo, imbocchiamo il sentiero 00 inizialmente in una faggeta e poi usciamo in una zona aperta e prativa, il sentiero risulta comodo e ben tenuto, vi è stata ricavata anche una pista ciclabile per MTB e quindi assai livellato. Procediamo al fresco nel bosco di faggi con disinvoltura, infatti con pochi dislivelli, la camminata ha della passeggiata. Il bosco ogni tanto lascia delle aperture che ci permettono anche di osservare il monte Alto.
Attraversiamo una vasta area  prativa punteggiata da piante di ginepro e mirtillo, davanti a noi la ripidissima cresta che dovremmo salire del Monte Alto e sulla nostra destra Il Succiso e il Casarola.
Giungiamo al Passo dell'Ospedalaccio, frequentato fino dai tempi più remoti. Infatti questo storico valico appenninico era frequentato già in epoca preistorica: lo attestano diversi reperti che vi sono stati rinvenuti. Il toponimo  pare sia dovuto alla remota presenza in questi luoghi, in epoca medioevale, dell’ospizio di S. Lorenzo delle Cento Croci.
E' proprio sull’attuale confine tra la Toscana e l’Emilia e vi si trova ancora  un altro reperto storico: si tratta di un cippo del periodo napoleonico e segnava il confine tra impero francese (Toscana e Liguria) e Regno d’Italia (Repubblica Cispadana). Tale reperto era stato abbattuto ed è rimasto nascosto per anni nel bosco , vi è incisa la dicitura Empire François.

Il Passo dell'Ospedalaccio è posto su un incrocio, noi tralasciamo la strada sterrata e procediamo a sinistra su sentiero inizialmente tra faggi. Si l ascia a destra il sentiero principale per le Sorgenti del Secchia  e si continua dritti lungo la poco evidente traccia con segnavia 00. Il sentierino sale ripidissimo, lungo la massima pendenza, costeggiando una recinzione e tenendosi ai margini di un incavato canalone erboso. Più in alto si inerpica con strette svolte tra erba e massi, offrendo panorami sempre più vasti.
Sin ora abbiamo camminato su terreno comodo e piacevole ma da qui il sentiero si inerpica verticalmente  e capiamo già da subito che sarà molto dura, nel giro di pochissimo dovremo superare un dislivello di 500 mt.
Ci troviamo a camminare sempre più spesso su roccette e detriti attraversando pietraie e gradini rocciosi. Si giunge quindi all’inizio della cresta sud-est del Monte Alto, da cui si apre un’impressionante vista aerea sulla conca delle Sorgenti del Secchia. Si piega a sinistra, tenendosi sul lato meridionale del crestone, tra erba e roccette, quindi ci si porta sul filo con facile arrampicata e si scavalca una piccola cima rocciosa con un passaggio esposto. Alternando tratti di cresta ampia ed erbosa e tratti rocciosi più sottili, si scavalcano alcune elevazioni intermedie, poi si supera la breve ma ripida salita che porta sulla Tecchia dei Corvi (1856 m).

L’esile cima, che offre un bel panorama aereo, non presenta segnali di vetta se non una scritta su un sasso. Spesso viene semplicemente citata come “anticima sud-est” del Monte Alto. Qui inizia la parte più impegnativa del percorso. Si scende brevemente su roccette, quindi si scavalca un dosso e si percorre un tratto di cresta assai affilato ed esposto, che precipita a parete sul versante toscano e con lisci lastroni sul lato emiliano. Facendo molta attenzione, si perviene ad una sella (quota 1817), posta ai piedi di un groppo roccioso.

Seguiamo il  sentierino esposto sul versante toscano, poi si gira a destra e si risale per rocce gradinate fino sulla sommità.
Scendiamo per un altro tratto di cresta parecchio affilato ma breve, fino alla base del versante terminale del Monte Alto. Un ripido sentierino sale in diagonale verso sinistra tra erba e rocce, quindi raggiunge un costone dove si incontra il sentiero 104 proveniente da Camporeghena. Prendiamo a destra e, risaliamo gli ultimi metri del costone, arriviamo infine sulla piatta cima del
Monte Alto (1903 m.).
Dalla cima si domina la Lunigiana fino al Mare Tirreno, le Apuane, a nord le creste rocciose di collegamento con il massiccio del Succiso tramite il Passo di Pietra Tagliata e a sud il complesso della Nuda con la sua caratteristica valle glaciale.
Facciamo una sosta sulla vetta per rifocillarci e al contempo per ammirare il vasto panorama. Ma si sa tutto quello che sale prima o poi deve pur ridiscendere e quindi noi iniziamo a scendere. Prendiamo il sentiero per Pietra Tagliata.
Arriviamo al primo sperone attrezzato con ottimo cavo, alla fine ne troveremo tre. Si potrebbe aggirarlo scendendo a sinistra su sentiero, noi preferiamo arrampicarci con kit da ferrata. Iniziamo a salire e dal basso sembrava una cosa più complicata invece la buona roccia e buoni appoggi per i piedi fanno facilmente raggiungere la staffa posta poco sopra. un paio di brevi passaggi ci fanno arrivare sulla sommità del corpo roccioso, la salita sarà circa di 15 metri, più o meno. Successivamente proseguiamo sempre assicurati su tratto orizzontale abbastanza esile e sui lati il vuoto per diversi metri.
Percorso il tratto orizzontale scendiamo nel lato opposto su una lunga placca liscia senza appigli, però la natura della roccia offre
un greep enorme, le suole praticamente ci si incollano; tutto questo naturalmente con terreno asciutto. Poco divertente è fare il tiro alla fune con il cavo, come si avrà capito si scende in aderenza tenendoci al cavo per mancanza di appigli.
Superato questo primo successivamente troviamo un secondo tratto roccioso, anche questo aggirabile sulla sinistra. Da distante non vedevamo cavi e quasi quasi prendiamo il sentiero ma poi, avvicinandosi , vediamo che anche questo tratto è attrezzato. Rassicurati dal cavo iniziamo a risalirlo. Sulla cima il cavo termina in quanto di poco impegnativo. Scendendo verso Passo di Pietra Tagliata incontriamo ancora un tratto con cavo ma direi assai inutile. Una volta al Passo di Pietra Tagliatasi potrebbe proseguire per il Succiso e il Casarola. Subito al di là del passo c'è il terzo tratto della ferrata, noi decidiamo invece di prendere per le sorgenti del Secchia.
Il Passo di Pietratagliata è un elevato e selvaggio valico, posto sul crinale tra il Monte Alto e l’Alpe di Succiso. Il nome del passo deriva da una leggenda popolare, secondo cui fu Federico Barbarossa a intagliare il passaggio tra le rocce, nella sua fuga dai comuni italiani. In realtà le rocce del passo sono intagliate naturalmente, in forme che dipendono dalla disposizione degli strati rocciosi di arenaria.
Dopo una breve sosta proseguiamo in discesa su mulattiera, qui il sentiero è indicato come 671. Come tale naturalmente scende a tornanti per aggirare delle
fasce rocciose.
Attraversati Superiamo alcuni boschetti di faggio e giungiamo nella piccola radura dove si trovano le vere e proprie Sorgenti del Secchia. Si piega a sinistra e in breve si sbuca nell’ampio Prataccio. Si tratta di una bellissima conca erbosa, solcata da due ruscelli (tra cui il  Fiume Secchia) e occupata da piccole pozze. Tutt’intorno è coronata da uno scenario alpestre di rara suggestione, con le cime della Tecchia dei Corvi, del Monte Alto e dell’Alpe di Succiso. La conca è di evidente origine glaciale; probabilmente era occupata da un laghetto, che ormai si è completamente interrato. La zona delle Sorgenti del Secchia era rinomata per la qualità dei suoi pascoli, e da sempre è stata contesa tra gli abitanti dei paesi circostanti. Si attraversa tutta l’ampia radura, ricevendo poi da sinistra il sentiero che scende dalla Sella del Casarola. Guadati il Fiume Secchia e un suo piccolo affluente, si giunge al limite del bosco e si trova un bivio. Si imbocca la diramazione di destra (sempre segnavia 671), che sale in diagonale tra i faggi passando accanto ad un’aia carbonile. Scavalcato il costone detto Costa di Marinella prendiamo a destra e troviamo un bivio. I segnavia proseguono sulla diramazione di sinistra, scendendo rapidamente in diagonale tra boschetti e panoramici prati. In questo modo ci si ricongiunge al percorso dell’andata presso il bivio di quota 1370 circa, da cui si ritorna al Passo del Cerreto.

Alla Prossima!    

Fonti siti Lorenzo Verdiani (Wikiloc) e Appenninista ( https://www.appenninista.it)
Foto escursione jj