Oggi andremo in esplorazione, non in
posti chi sà dove ma piuttosto nella zona molto battuta per andare
alla Fania o in zone limitrofe.
Molti anni fa mi fu detto che dal Passo dell' Alpino si poteva
scendere, passando da Poggiogo sino alle case alla Fadigata, sul
sentiero per la Fania. Tutte le
volte che sono passato da lì ho dato uno sguardo se fosse veramente
possibile e ormai mi ero quasi convinto che non fosse possibile,
almeno attualmente, forse un tempo si! Ma scartabellando su
internet ho trovato la relazione per il Piton di Poggiogo o Poggiovo.
Ecco questo " Piton " si erge poco distante dal sentiero e in linea
d'aria dovrebbe abbastanza vicino anche al sentiero 127 per la Foce
di Mosceta. Decidiamo di esplorare e vedere se davvero sia possibile
salire sino al sentiero. Ci portiamo al paese di Pruno, e subito
partiamo dal parcheggio sottostante l'abitato. Prendiamo il
sentiero n122 che parte dai lavatoi sopra il parcheggio e con bella
mulattiera in circa 40 minuti si congiunge con la strada
asfaltata/sterrata che porta a Colle a Iapoli, in prossimità di una
casa. Proseguiamo su asfalto e alla prima curva prendiamo di nuovo
il sentiero che in pochi minuti ci porta a Colle a Iapoli, prima al
serbatoio per gli incendi e poi alla piazzola parcheggio
sovrastante. Da qui il sentiero sale con mulattiera, superiamo la
marginetta della Marcona, arriviamo alle Caselle e poi al Monte
alla Tana presso il quale c’è la deviazione per la Fania. Prendiamo
questo bel sentiero che da ora in avanti, sino alla Fania è
piuttosto pianeggiante o con leggere salite e discese. Superiamo
facilmente qualche canale e giungiamo alla Fadigata, gruppetto di
case. Sono tutte sulla nostra sinistra, una ne incontriamo sulla
destra, appena superata alla nostra sinistra è presente una alta e
ripida formazione rocciosa, è il Piton di Poggiogo. Usciamo dal
sentiero ed individuiamo una traccia appena visibile, traccia
sicuramente presente per la frequentazione di animali. Seguiamo la
traccia quando riusciamo a d individuarla e in altri momenti
proseguiamo costeggiando il Piton. Usciamo dal bosco, mai fitto, e
iniziamo a salire a sinistra verso le rocce, sulla cresta. Troviamo
un punto accessibile e in breve siamo sulla cresta. Le rocce sono
ben salde e ammanigliate e i passaggi sono divertenti. Giungiamo ad
un ultimo risalto e lo affrontiamo direttamente, vedremo poi che è
possibile aggirarlo da destra, questo risalto è più impegnativo del
precedente ma comunque si supera facilmente, prese e roccia buone.
Siamo su una bella terrazza dove un altro breve risalto va superato
un pò esposto ma sempre con buona roccia. Superato questo risalto
siamo sulla cresta abbastanza ampia, che termina sulla cima dove è
stata messa una piccola croce. Abbiamo una splendida vista sulla
Pania della Croce, sul Forato e Procinto. Sin qui il noto, ora
dobbiamo andare verso l'ignoto per noi. Siamo alla ricerca del
percorso migliore per raggiungere il sentiero 127. Certo, si
potrebbe tirare su ad occhio e più a destra o a sinistra di sicuro
il sentiero lo incrociamo, ma noi siamo alla ricerca di un passaggio
che poteva essere presente tanti ani fa. Dopo aver
studiato il terreno, dalla cima si vede bene in che direzione
dobbiamo andare, almeno teoricamente. Notiamo in alto delle
formazioni di placche scure, decidiamo che dobbiamo tirare verso
quelle. Scendiamo dal Piton di Poggiogo sulla destra c'è una cengia
che si scende abbastanza facilmente, dobbiamo fare solo attenzione
alla ripidità e al terreno un po' smosso, alcuni alberelli sono
d'aiuto. Al termine della cengia siamo ad un'ampia sella che
divide le due cime del Poggiogo. Ci dirigiamo verso questa seconda
cima, facilmente raggiungibile. Da questa ultima cima parte una
costola che sale verso la nostra meta. iniziamo a salire quasi
sempre in linea retta e camminiamo in boschetti di noccioli e
giovani faggi. il bosco in questa stagione è assai pulito e si
distinguono vecchie tracce ormai tenute visibili dal passaggio di
animali. La frequentazione di questi posti in tempi remoti ci viene
confermato da muretti a secco e piazzole di carbonaie. Continuiamo a
salire mantenendoci sul crinale erboso e poi, viste le placche scure
già viste da lontano in precedenza, pieghiamo a sinistra brevemente
e le raggiugiamo. Superate queste siamo su paleo molto ripido e
comunque vicini, molto vicini al sentiero 127. Vediamo il palo di
sostegno della linea elettrica, quello ci dice che il sentiero passa
lì sotto. Lo raggiungiamo e siamo sul sentiero. Siamo felici perché
abbiamo trovato conferma a quanto mi avevano raccontato. No che non
ci credessi, se me lo avevano detto è perché la persona in questione
quei tempi li aveva vissuti; solo che io sono stato sempre curioso
di sapere dove fosse questo passaggio e oggi mi sono levato la
curiosità. Sicuramente questi posti erano molto frequentati, non per
niente erano gli alpeggi del paese di pruno. L'escursione è
stata molto appagante per le sensazioni e visioni che ci ha
trasmesso, però è un'escursione breve e quindi dobbiamo vedere di
allungare un pò. Decidiamo di scendere verso la Fania e poi
proseguire verso la località " La Tomba". Prendiamo il 124
che passa sotto le pareti della Pania e i vasti prati dei "Trosi" ,
si scende e lasciamo la zona aperta ed entriamo nel bosco,
attraversiamo dei canali tar questi il famoso Canale dei Carubi.
Giungiamo alla Fania, potevamo deviare più in alto ma la folta
vegetazione di stipe ci ha scoraggiato. Sotto il rifugio La Fania
c'è un'altra casetta del Silicani, prendiamo sotto questa e
proseguiamo su paleo e la traccia è quasi invisibile. Andiamo
leggermente a semicerchio sino a trovare una depressione, la
scendiamo e risaliamo dal lato opposto dove scrutando bene notiamo
un ometto che indica il sentiero, questo sentiero conduce al
sentiero 7a e successivamente sul 7 che sale ai Prati di Valli.
Noi lo seguiamo brevemente sino ad un rudere, appena oltrepassato
sulla sinistra parte una traccia poco visibile ma segnata con
ometti, in pratica dopo essere saliti brevemente torniamo indietro
sino a trovare un grande spazio erboso è questa la località " LA
Tomba" Un luogo è molto panoramico sul Piton del Soglio, Cresta
Pulita, su Forato, Nona, Procinto, Matanna e dietro Croce. Poi sul
Gabberi e Lieto. In alto sotto le pareti della Pania, c'è una
grande casa ormai assai fatiscente, peccato! Qui un tempo era
tutto coltivato e ancora pare di sentire le voci che si susseguivano
tra queste montagne; ormai tutto questo non esiste più se non nei
resti di rovine. Ci sediamo nei pressi della casa e facciamo
sosta ammirando tutto quello che ci circonda. Riprendiamo il
cammino e orientandoci con la pineta nei pressi della Fania, ci
dirigiamo in quella direzione senza seguire nessuna traccia.
Giungiamo più in alto del rifugio, dove non siamo voluti passare
all'andata. Riscendiamo verso la Fania e arrivati facciamo scorta
d'acqua e imbocchiamo il sentiero con segni gialli e indicazioni per
Pruno, questo sentiero è tenuto ottimamente dall'associazione
titolare del rifugio: la UOEI di Pietrasanta. Arriviamo alla
congiunzione con il 122 in località Monte alla Tana e da qui
percorriamo a ritroso il sentiero seguito all'andata, raggiungendo
il paese di Pruno. bella escursione esplorativa in luoghi
scarsamente conosciuti e frequentati, alla scoperta di vecchi
percorsi che si snodavano sulle nostre montagne. Anche
questa escursione è terminata ma siamo infinitamente contenti per
ciò che abbiamo goduto, vorrei che tutti provassero quello che
abbiamo provato noi magari per un giorno lasciare le passeggiate al
mare o peggio davanti alla tv e muovere le gambe, si faticando ma
godendo di spettacoli che nessuna televisione al mondo potrà mai
riprodurre e consentitemi un messaggio a coloro che sono sfiduciati
nella vita: " aprite gli occhi gente, il mondo e pieno di
meraviglie, non vi stancate di cercarle!" Alla Prossima!
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