03/11/2024 Punta Mary e Picco di Navola

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Sulla cresta della Punta Mary

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale.
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Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Forno località Mozziconi, Sella dei Focarelli, cresta sud est Picco di Navola, Punta Mary, Picco di Navola, sentiero 137( ex 37 ), capanne di Navola, ex Rifugio Pisa, Canal Regollo, Mozziconi

 

Come Arrivare : Massa (Toscana), tenendo le indicazioni per il centro della città l’attraversiamo in direzione della montagna per intraprendere la “via Bassa Tambura” o SP.5 con cartello che indica il paese di Forno. Lo raggiungiamo dopo circa 8 km dal centro di Massa, quindi appena attraversato l’abitato arriviamo al bivio della stradina, dritto prosegue e termina alle cave in località Biforco, noi invece risaliamo a sinistra e ignorato un bivio con il “viottolo dei Cigli” in località Ilci, , continuiamo fino a un marcato tornante dove è situato un container per la raccolta di acqua in località Mozziconi (circa 3 km dal centro del paese di Forno) 

INDICAZIONI STRADALI

 

 

Classificazione: Itinerario in ambiente selvaggio sulle Alpi Apuane, riferita a persone molto esperte, in ottime condizioni fisiche con capacità alpinistiche, di intuito e orientamento, utile l’uso del GPS.
Difficoltà: EEA
Dislivello in salita: 1044 m circa, tempo totale 6,30h.

Periodo consigliato: Tarda primavera e estate, sino ad autunno. Evitare le caldissime giornate estive, da non affrontare con roccia bagnata, neve o ghiaccio.


 
 

Sentieri    137   Sentiero 137 ex 37 Canal Regollo (Forno) – Capanne di Navola – Foce di Navola – Capanna Garnerone – Capanne di Giovo – Foce di Giovo – Rifugio Donegani.

L'escursione viene svolta prevalentemente fuori sentiero
              

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 7 h
  Acqua: Nessun punto di rifornimento
  Punti sosta: Nessuno

Traccia gps       immagine traccia

Escursione impegnativa per il dislivello e tratti esposti

66Abbiamo sentito parlare di una cima o meglio di una punta a noi, e penso a molti altri sconosciuta, si tratta della Punta Mary. Una cima sotto la grande placconata ovest del Picco di Navola, nella foto di lato vista dai Mozziconi.
Partiamo di buon ora e alle 7,45 siamo già in cammino, l'aria frizzantina ci mette brio e procediamo spediti. Prendiamo il sentiero 137, fino a poco tempo fa il 37. Chi sa poi perché si sia sentito il bisogno di cambiare, bhà!
Poco cambia e poco importa, seguiamo quella che era una via di lizza, superiamo un passo del gatto, e poco dopo attraversiamo il canal Regollo per prendere il sentiero per il Picco di Navola, indicazioni su rocce. Il sentiero non è sempre visibile ma abbastanza intuibile, vi sono numerosi ometti e si trovano anche segni rossi che tra il paleo non sono sempre visibili ma comunque si sale decisamente, il bel fresco ormai si è tramutato in calore e iniziamo a sudare abbondantemente. Quella dove stiamo camminando è la valle delle Rose.
Saliamo seguendo una traccia verso sinistra, qui ben visibile, presenti anche bolli rossi. Il sentiero prosegue serpeggiando sino ad arrivare ad un ravaneto che scende dalla Serra dei Focarelli. Seguiamo a naso la traccia sino ad arrivare ad un grosso masso dove in tempi remoti è stato ricavato un ricovero per animali. Sino a qui i bolli rossi, gli ometti e la traccia ci hanno indirizzato giustamente verso la nostra prossima meta, proseguendo però diventa meno visibile; grossi problemi non ci sono perché la sella dei Focarelli è a vista e anche se non percorriamo sempre il tracciato basta dirigerci verso di essa attraversando più volte il ravaneto. Eccoci arrivati alla sella, una piccola sosta per bere un pò e via ripartiamo. sulla nostra sinistra parte una cresta con bolli rossi, è facile ma a tratti esposta. Comunque questa corrisponde al sentiero per salire al Picco Di Navola. Seguendo i bolli rossi e degli ometti troviamo degli scalini a  testimonianza che questi sentieri erano usati sicuramente da pastori. Proseguiamo sempre sul sentiero sino ad arrivare ad un boschetto e il sentiero diventa pianeggiante, noi dopo poco, in corrispondenza di un bivio prendiamo a sinistra, fatto ometto, e cerchiamo di stare sul filo della cresta sud est  il più possibile. Se si proseguisse dritto nel bosco si sbucherebbe in una conca piena di felci e paleo, dove sono i ruderi di case Rapalli e che in breve sale al Picco di Navola.
Si avanza facilmente e superiamo delle selle di canalini molto ripidi e non percorribili. Infine giungiamo davanti ad una parete e appena prima un altro canalino questo percorribile anche se con molta attenzione data dalla ripidità e il terreno molto umidi e scivoloso.
Da questa sella si può vedere tutto il percorso e l'ambiente in cui andremo a misurarci. Grandi placconate lisce e vertiginose, un'esile cengia erbosa che da qui sembra una fettuccia da slacklining. Ok andiamo a vedere.
Come detto scendiamo nel canalino tra il paleo che da una parte ci permette di reggerci ma da l'altra è un ostacolo in quanto scivolosissimo. Finito il canalino si va verso destra passando su rocce a sbalzo su un canale e oltrepassando una prima costola e poi una seconda. Adesso siamo su delle placche ripidissime ma ben percorribili sino ad un'isola verdeggiante a forma vagamente triangolare. Ci dirigiamo verso il suo vertice che una volta raggiunto ci pone davanti ad un muro verticale, liscio e di circa tre metri. Questo è il punto più critico, la parete è davvero assai liscia e trovare asperità per puntare i piedi o issarci con le mani è complicato comunque fatti un paio di passi si riesce ad acciuffare il paleo e allora diventa più facile issarsi. Il punto d'arrivo è l'esile cengia erbosa che avevamo visto in precedenza.
Devo dire che la cengia preoccupa di più da lontano che non quando ci siamo sopra, è veramente stretta e sospesa su un fondo canalone ma si riesce a percorrere facilmente verso sinistra. Giunti al termine dobbiamo salire sino alla cresta che ci si pone sopra di noi. Per salire scegliamo due modi diversi, sicuramente ce n'è anche un terzo, il primo salendo ad un canalino ripido che sbuca su cresta tritata e subito dopo in vetta alla Punta Mary. il secondo si sale facilmente alla estremità destra della cresta orizzontale che collega la quota alla base del Picco di Navola, e si segue tale cresta verso sinistra, con molta esposizione ma su buona roccia, fino all’uscita del canalino e poi alla cima. Eccoci qui in vetta a questa punta dal nome esotico a quota 1178 m. sulla cresta s/o del Picco di Navola..
Abbiamo una vista meravigliosa sulle Apuane settentrionali, la vista è a 360° Dal Sagro che lo abbiamo proprio davanti a noi, il Rasori, Grondilice, Punta Questa e Torrione Figari, Il Contrario, il Cavallo, punta carina e Punta Graziosa  ecc ecc sino ad chiudere sull'Altissimo; spettacolo unico!
Restiamo piacevolmente ad ammirare tale spettacolo e ci rifocilliamo anche, giustamente.
Ma poi viene il momento di riprendere il camino. Dobbiamo ridiscendere dalla vetta per il percorso fatto all'andata. Seguiamo la cresta ma dopo il primo tratto vediamo che sulla sinistra una traccia sul paleo permette di scendere aggirandola senza dover percorrere il tratto macinato.
Ci riportiamo sulla cresta e scendiamo da dove ero salito, secondo modo, Si scende con attenzione tra paleo e rocce non sempre stabili.
Raggiungiamo la cengia erbosa e la dobbiamo ripercorrere anche oltre il punto dove siamo saliti in precedenza sino al suo termine. Da questa posizione si nota una ripidissima salita verso una sella tra placche e paleo, vista da qui sembra davvero verticale. Beh non ci resta che provare a salirla e tutto sommato non è stata poi così complicata, ci sono qualche passaggi un po' delicato ma per il resto abbastanza facile, però è bene non dimenticarsi mai di quanto siamo sul ripido!  L'uscita è un pò più delicata ma anche qui si può salire agilmente. Ci dovrebbero essere passi di II° - III°.
Una volta sul crinale sovrastante decidiamo d salire all'ormai vicina vetta del Picco di Navola che raggiungiamo in circa dieci minuti. Dopo una piccola sosta prendiamo ascendere tra il paleo sul versante ovest la traccia non è quasi per niente visibile e delle buche sono nascoste, sempre in agguato dal folto paleo e felci. Comunque sappiamo che ci dobbiamo dirigerci verso il monte Rasori dove una traccia passa sotto a mezza costa. Seguiamo piegando verso sinistra e ancora la traccia non è visibile se non a tratti. Giungiamo a delle placche insidiose perché umide. Attraversate grazie anche ad un segno rosso ritroviamo il tracciato. Siamo al di sopra delle Capanne di Navola, ruderi di costruzioni d'alpeggio.
Per raggiungerle dobbiamo ancora scendere in direzione n/o puntando ad un albero isolato da dove confluiremo sul sentiero 137, ex 37, lo imbocchiamo e scendiamo, logicamente, verso sinistra.
Scendendo passiamo davanti a diversi ruderi di " capanne " le capanne di Navola poste in una conca magnifica con vista invidiabile ma la vita qui doveva essere davvero difficile.
Scendendo ancora troviamo il rudere del vecchio rifugio Giovanni Pisano. Il rifugio era di proprietà del CAI di Pisa. Fu inaugurato nel 1929 ed era punto d’appoggio per le salite allo spigolo est del Sagro, alla cima Questa ed al Torrione Figari. Subì danni in guerra e fu risistemato poi come rifugio Pisa nel dopoguerra, ma andò rapidamente perdendo di interesse per gli alpinisti che potevano accedere più facilmente alle vette citate. Inoltre la posizione aspra non attirava certamente gli escursionisti, quindi fu abbandonato, saccheggiato e subì danni per un fortunale, in particolare a causa di una frana. Attualmente e ridotto a un cumulo di macerie. ( Dal sito escursioni apuane )
Scendendo ancora Troviamo un casello dove il famoso pastore di Forno, Evaristo, aveva recuperato in qualche modo ma ormai anche questo in rovina.
Seguiamo il sentiero, qui in zona di castagni, poi iniziamo a scendere lungo il canal Regollo oggi ricco d'acqua che forma numerose cascate e pozze d'acqua limpidissima.
Camminiamo su una via di lizza, arriviamo ad un ponte crollato, ponte Barsanti. Necessariamente dobbiamo scendere nel greto del fiume, l'acqua crea cascatelle spettacolari ma ci rende anche difficile trovare un guado semplice.
Anche nel proseguire troviamo altri tratti crollati che ci obbligano a delle deviazioni ma tutto sommato non difficili. Troviamo numerose testimonianze delle estrazioni del marmo tra teleferiche e materiali vari, anche alcuni blocchi belli squadrati che aspettano ancora invano che vengano trasportati a valle.
Più in basso un carello di una teleferica non si sa come è poggiato su un grosso masso. arriviamo ad un altro largo ponte cementato, anche questo crollato, scendiamo sulla sinistra e guadiamo sotto il ponte portandoci sulla destra idrografica del canale. riprendendo la lizza. Scendiamo ancora ed adesso siamo vicini al punto di chiusura dell'anello, scendiamo ancora, passiamo dal passo del gatto e in breve arriviamo alla strada dove abbiamo l'auto.

Alla prossima 
Fonti sito di Maestripieri  - canale YouTube Garzella Punta Mary

Foto escursione jj