12/05/2024 Viaz delle Comarelle, traversata di Comarelle e Anguillara
Il fosso delle Comarelle è il più orientale dei tre fossi del grande versante a falce dei monti Fiocca e Sumbra. Ambiente aspro e poco frequentato.

hhh
Foto Massimo Giovannini @orlando.furios

Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale.
Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 
Percorso: Violo delle Comarelle, canale delle Comarelle, Anfiteatro, cresta dell'Anguillara, Cresta a Falce, cresta delle Comarelle (tratto), poi vesro sinistra della cresta e giù come i cinghiali! Escursione per niente banale con passaggi di 3° alla testata dell' Anfiteatro

 

Come Arrivare : Dal mare, è possibile salire da Massa (uscita autostrada) attraverso Pariana, Altagnana ed Antona fino a varcare il Passo del Vestito, giungere ad Arni e quindi in località Tre Fiumi, per immettersi poi sulla via d'Arni SP13 (strada del Cipollaio),  proveniente dalla Versilia (uscita autostrada) via Querceta- Seravezza-Ruosina. Da Tre Fiumi si prosegue in direzione Castelnuovo Garfagnana per circa 4 Km, quindi svoltando a sinistra, per via Passo di Scala, seguendo il cartello indicatore, per circa 3 chilometri. Da Castelnuovo Garfagnana si arriva a Capanne di Careggine seguendo le indicazioni per Arni e Seravezza, seguendo la SP13 per circa 14 Km., quando, passata Isola Santa, si svolta a destra, seguendo il cartello indicatore per circa 3 chilometri. Prima di giungervi sulla destra parte una strada con indicazione Cerreta.

INDICAZIONI STRADALI  

 
 

Sentieri    N.N.    Nessun sentiero segnato

 

Tempo di percorrenza:  Tempo di percorrenza totale:  circa 6 h
  Acqua: Nessun approvvigionamento
  Punti sosta: Nessuno
Classificazione: Escursione difficile e molto faticosa che necessita di piede abituato al terreno apuano

Periodo consigliato:  Primavera estate, in periodo torrido fare buona scorta d'acqua in quanto non si trova nessuna sorgente

 

Traccia gps           immagine traccia

Escursione fuori sentieri ufficial, quando si trovano s tratta di deboli tracce, terreno smosso, ripido e molto esposto, passaggi sino al 3° grado

Iniziamo l'escursione dal piccolissimo borgo di Cerreta, " frazione" di Capanne di Careggine, avremmo potuto partire dal Ponte del Balzello sulla strada per Castelnuovo Garfagnana, nel versante garfagnino. Da qui parte una ripidissima lizza non molto lunga ma di una ripidezza estrema. Noi visto che l'abbiamo già percorsa molte volte preferiamo dirigerci verso il piccolo borgo di Cerreta da dove possiamo partire evitando un tratto molto faticoso, comunque per chi non è mai salito dalla lizza lo consiglio vivamente di farlo.
Da Cerreta passiamo di fianco ad una casa abitata e subito ci troviamo su una traccia stradello che ci porta sino ad una cabina dell'Enel, siamo proprio a due passi dalla cava della lizza. Ora saliamo nel bosco senza una traccia evidente ma proseguiamo per massima pendenza, vi sono degli " omini" . Oltrepassiamo dei muri a secco, o quello che ne resta. Ci troviamo ad un bivio sulla destra si notano dei paletti di ferro con anelli, di quelli usati durante la guerra per sorreggere il filo spinato, non sò se ho detto giusto, ma comunque sono molto ben identificabili, da qui inizia il Violo delle Comarelle. Tralasciamo la destra e proseguiamo a sinistra dove abbiamo un sentiero, traccia che in alcuni tratti presenta scalini o scalpellature, da qui inizia il Violo delle Comarelle.  Proseguiamo sempre nel bosco , ma ogni tanto si apre anche su punti molto panoramici, il sentiero quasi sempre ben evidente; fare attenzione ad non infrascarsi nelle stipe! Ora ci troviamo su una cengetta stretta e assai esposta. La seguiamo con attenzione, al termine della cengia dobbiamo necessariamente scendere verso sinistra in un canale ripidissimo, meno male che c'è gente che ci pensa ed è stata piazzata una  corda fissa che aiuta la calata. Una volta calati proseguiamo di nuovo in orizzontale seguendo sbiadite e poche frecce rosse. Dobbiamo proseguire tenendoci su una esile cengetta rocciosa dove troviamo un vecchissimo cavetto d'acciaio che così a sensazione non dà nessuna sicurezza e non ci pensiamo nemmeno ad appigliarci, però ci dà la direzione. Infatti ben presto troviamo un'altra corda fissa che ci facilita la discesa da questo sperone. Sul fondo siamo su placche e su comodo " sentiero", per modo di dire! Proseguiamo, comunque, orizzontalmente. Più avanti troviamo degli ometti che segnalano una deviazione. Più che deviazione è un bivio che se si seguono gli ometti in discesa andremo a finire alla Casa delle Comarelle. Ma noi dobbiamo salire, e anche se dobbiamo salire!  Bhè, andiamo avanti entrando nell'invaso del fosso delle Comarelle, la direzione ha come punto di riferimento  degli alberi di faggio isolati. Si prosegue su placche, meglio passare dove sono gli ometti; la traccia è ora su roccia, in alcuni punti anche scalpellinata e arriviamo nel cuore del fosso delle Comarelle.
Qui abbiamo fatto un pò il punto, non ci era tanto chiaro se dovevamo attraversare il fosso o dirigerci verso nord, verso la testata dell'Anfiteatro delle Comarelle. Ma come era più che ovvio dovevamo andare verso la testa dell'Anfiteatro. Siamo nel fosso ma davanti a noi si apre uno spettacolo grandioso; abbiamo in alto le verticali pareti che chiudono l'anfiteatro, a destra la Cresta a falce  a sinistra la cresta dell'Anguillara. Lo sguardo va verso l'alto e da qui non sembra difficile, magari ripido ma non difficile. Iniziamo a salire inizialmente nel greto del fosso e neanche tanto ripido ma ben presto il terreno inizia a farsi sempre più erto e iniziano le grandi placconate di marmo, molto caratteristiche così striate dall'erosione, c'è chi li chiama "campi solcati, chi canne d'organo, chi ancora graffi del leone" si tratta di erosione verticale su placche inclinate che danno poco o nulla appiglio. Ci troviamo davanti uno sperone roccioso e siamo nel dubbio se aggirarlo da destra o da sinistra. A nostro avviso a destra ci sembrava troppo ripido e optiamo per la sinistra. Ci spostiamo parecchio a sinistra per evitare le placche e seguiamo per lo più la linea del paleo. Inizialmente ci sembra una buona idea ma poi troviamo varie difficoltà con passaggi di ameno 3° grado. Qui se qualcosa va male il volo ti porta a valle nella Turrite Secca! Meglio fare ben attenzione. Superiamo lo sperone e siamo vicini ad una cengia, che vista dal basso sembrava più cengia. Per raggiungerla ci vuole ancora un bel po' non per la distanza ma per le difficoltà di terreno che incontriamo. 
Santo paleo! Senza di lui la vedo davvero brutta, dietro di noi c'è l'abisso. Oltrepassiamo un ultimo tratto breve ma assai impegnativo con passo di 3° su terreno smosso e ci illudiamo di essere fuori dalle difficoltà. E' vero che adesso non siamo più a strapiombo ma l'esposizione è comunque esagerata. Proseguiamo in orizzontale puntando nord ovest (?), sul punto cardinale non sono tanto certo, comunque verso la cresta dell'Anguillara; cresta che sembra non arrivare mai. Ma il panorama è da favola, davanti a noi fa bella mostra la gigantesca parete meridionale del Sumbra; parete rocciosa marmorea, liscissima e quasi verticale, che precipita per alcune centinaia di metri verso il fondovalle della Turrite Secca. Questa parete è caratterizzata da alcuni evidenti circhi, probabilmente di origine glaciale. Alla sua base si trovano i selvaggi canaloni del Fosso dell’Anguillara e del Fosso delle Comarelle, quello da noi percorso.
Finalmente raggiungiamo la cresta e scrutiamo la via d'accesso per salire alla cresta a Falce; individuiamo un primo canale ma non ci sembra,giustamente, che sia tanto agibile. Proseguendo notiamo un altro canalino, questo si che è fattibile. Saliamo su ripido e paleo e ben presto giungiamo al canalino, si tratta di una spaccatura che dobbiamo salire in contrapposizione e di spalle, io per essere più libero ho passato lo zaino a chi era già sopra
. Eccoci finalmente siamo davvero su terreno comodo, all'ombra e con dei massi squadrati che ci permettono di riposarci e di rifocillarci. Comunque la sosta è breve, e ti pareva! riprendiamo il cammino dirigendoci alla confluenza con la cresta delle Comarelle, che prendiamo. Iniziamo a scendere da questa cresta su grandi placche.
 Avendo saputo che altri erano scesi sulla sinistra della cresta invece che seguire il filo di cresta e notata una radura spostata verso sinistra decidiamo di provare a scendere da questa parte. Inizialmente troviamo delle tracce poco visibili e fino alla radura aperta non abbiamo difficoltà d'orientamento ma una volta entrati di nuovo nel bosco scendiamo così  a sensazione, non troviamo nessuna traccia ma in compenso troviamo tante testimonianze della frequentazione di questi posti, molti muretti e un invito all'uscita dell'acqua di una sorgente ormai esaurita, confermano che qui l'uomo era di casa. Più in basso poi troviamo il segno invece dell'inciviltà: bottiglie lattine e quant'altro; nel nostro piccolo l'abbiamo raccolti e portati a valle. Come dicevo scendiamo lungamente nel bosco  un po' in obliquo verso sinistra, successivamente troviamo un rudere.
Ci troviamo poi in un prato con una ricca fioritura di asfodelo e in lontananza la splendida sagoma del Pizzo delle Saette. Giungiamo a delle case sparse del borgo di Cerreta.
Ormai siamo vicini alla casa che abbiamo fiancheggiato all'andata e infatti eccola davanti a noi. Lasciamo il sentiero e prendiamo l'asfaltata che ci conduce in pochi minuti dove abbiamo lasciato l'auto.

Alla Prossima!    

 

Foto escursione jj