13/14/15 Lago di Gramolazzo, escursione al Pizzo d'Uccello (m. 1719)
E' aria di ferragosto e anche noi ci dedichiamo una tre giorni
di vacanza, una vacanza come la intendiamo noi!
Dunque il giorno 13 partiamo alla volta di Gramolazzo dove abbiamo prenotato
presso il campeggio Paradiso, per giungervi da Pietrasanta si prosegue per
Seravezza e poi per Castelnuovo di Garfagnana, Piazza al Serchio,
Gramolazzo, Gorfigliano.
La struttura, ampia ed accogliente, si trova presso il paese di Gorfigliano, nel
cuore del Parco delle Alpi Apuane, sulla riva del Lago di Gramolazzo, ai piedi
delle pendici del Monte Pisanino, ad una quota di 690 m. s.l.m. È immerso in un
paesaggio di eccezionale attrattiva, ricco di storia, tradizioni e cultura.
Appena giunti piazziamo le nostre tende con più o meno perizia, devo dire che
lo spazio a nostra disposizione non era molto quindi ci siamo ritrovati un pò
accalcati.
Intanto si fa sera e ci prepariamo per la cena una vera cena in spirito
"Apuano" cosa non c'era su quei tavoli!! mangiare e da bere in un vero
pranzo luculiano. Ridendo e scherzando facciamo le ore 23,00 e i primi mormorii
di protesta dalle tende vicine si alzano, non vogliamo disturbare nessuno e ci
prepariamo per la notte con il timore che essendo così vicini il russare di
alcuni non avrebbe fatto dormire gli altri, così non è stato ci siamo calati
subito in un profondo sonno.
Al mattino ci svegliamo abbastanza presto, insomma!! Facciamo colazione con
calma, si avvicinano due ospiti del campeggio e ci chiedono dove abbiamo
intenzione di andare e noi gli diciamo: " Andiamo sul Pizzo d'Uccello e se
riesce anche sul Grondilice".
Si vede che gli andiamo a genio e chiedono se si possono unire a noi, ma certo
che potete!! più siamo e meglio stiamo.
Così siamo in undici con i nostri due nuovi amici Marcello e Daniela di
Lucca partiamo alla volta di Orta di Donna
in Val Serenaia a poca strada da Gramolazzo.
Si prende la strada per Aulla e giunti prima di una galleria si gira
sinistra inoltrandoci nella incantevole conca di origine glaciale racchiusa tra
i monti Pisanino, Cavallo, Contrario, Grondilice, Cresta Garnerone, Pizzo
d'Uccello, Capradossa La strada percorre la valle per circa 5 chilometri
attraversando incantevoli faggete. Si giunge nella splendida valle Serenaia ai
piedi del Pisanino e saliti di un tornante arriviamo nei pressi del Rifugio
Donegani, quì dobbiamo lasciare la macchina in quanto la strada è
sbarrata.
Il Pizzo d'Uccello (m. 1719) è la vetta più settentrionale delle Apuane.
Mostra da ogni versante profili slanciati, ma soprattutto a nord assume un
aspetto imponente con la spettacolare parete rocciosa che si innalza per 700
metri, che contribuisce a fargli veramente meritare l'appellativo di
"Cervino delle Apuane".
Inbocchiamo il sentiero n° 37 che attraverso la faggeta ci porta sulla strada
di cava, ne attraversiamo diverse e se devo dire la verità non è che siano un
grande spettacolo sia per il deturpamento selvaggio che vi è stato fatto e per
l'abbandono in cui si trovano con rifiuti di tutti i tipi.
Continuiamo e dopo alcune centinaia di metri si deve svoltare a destra superando una sbarra di ferro, la deviazione è comunque ben segnalata ( anche troppo) da una imponente scritta su un blocco di marmo. Purtroppo dobbiamo ancora proseguire su strada sterrata, una vera scocciatura, ma in breve troviamo un'altro blocco di marmo che con altrettanta esagerazione di quella precedente riporta l'indicazione per Foce a Giovo. Imbocchiamo il sentiero n° 181, sentiero finalmente! Proseguiamo in salita ma all'ombra dei faggi e in meno di un'ora siamo a Foce a Giovo (m. 1500) un'ampia sella erbosa e ottimo punto panoramico sulla Val Serenaia, e sull'Appennino, ad est e sulla Valle di Vinca e il mare ad ovest. Davanti a noi si staglia la mole del Pisanino, guardiamo con rispetto la Bagola Bianca, il crinale che abbiamo percorso poche settimane fa e da qui ci rendiamo conto che è stata una bella impresa e con una punto d'orgoglio la descriviamo ai nostri nuovi amici Marcello e Daniela. Un attimo di riposo e ripartiamo prendendo il sentiero n° 175 che ci conduce alla foce del Giovetto ( mt.1497).
Ora inizia la vera salita alla vetta del Pizzo, una salita di circa 300 metri di
dislivello che vanno risaliti. La parte superiore della montagna è tutta
roccia, a tratti solida, a tratti sfasciume, e la salita oltre a essere faticosa
con il caldo per il riverbero del sole sulle rocce, è in alcuni tratti
impegnativa, richiedendo spesso l'uso delle mani per aiutarsi nella progressione
(viene infatti classificata come I° grado) e ovviamente la massima attenzione
nei non pochi tratti esposti.
Arriviamo comunque tutti in vetta, per alcuni di noi era la prima volta e da qui
decisamente la vista è superba, spazia su tutta la Lunigiana con il vicino
Solco di Equi, sulla valle di Vinca, sulla Val Serenaia con in primo piano il
Pisanino, sul Sagro e sulla Cresta Garnerone, sul Grondilice e su tante cime
delle Alpi Apuane. Impressionante è anche la vista sulla cresta su cui passa la
ferrata di Foce Siggioli.
Ci congratuliamo tra di noi e ci mettiamo ad ammirare tanta bellezza che però
in poco tempo viene offuscata da una nebbia che infastidisce tutti facciamo la
foto di gruppo e via scendiamo.
La discesa è il momento più critico, infatti un pò per le condizioni del
terreno, un pò perché dobbiamo scendere a spalle rivolte verso il basso per
alcuni non è stato molto agevole ma con l'aiuto di tutti siamo giunti alla foce
del Giovetto senza incidenti.
Risalendo verso la foce a Giovo incontriamo altri nostri amici che ci hanno
raggiunto, Luca e Sabrina, vengono da Ugliancaldo
e dalla Capradossa sono arrivati sino a qui. Ci portiamo tutti a foce a Giovo e
decidiamo di pranzare, poi magari proseguiamo per il Grondilice.
Però mentre siamo li che mangiamo beatamente il celo si fà sempre più nero e
minaccia decisamente temporali. Decidiamo di ripartire e tornarcene al
campeggio.
Facciamo la strada a ritroso e torniamo in Val Serenaia dove abbiamo le macchine.
Torniamo al campeggio, una bella doccia ci vuole proprio e poi ci organizziamo
per la cena, questa volta tocca ad una bella grigliata. Mario prepara la brace e
un vero tripudio di bistecche, salsicce e rosticciana si accumulano sulla
griglia; il celo però diventa sempre più nero e alcune gocce cadono giù la nostra
preoccupazione sale: " vuoi vedere che dovremo mangiare nelle tende?"
Niente paura la gestione del campeggio ci permette di portare i nostri tavoli
sotto un tendone vicino alla pizzeria, facciamo una bella tavolata compresi i
nostri amici lucchesi e diamo fondo prima ad una pastasciutta meravigliosa con
scampi preparata dalla Giuseppina e poi la nostra grigliata accompagnata da
peperoni alla brace, olive marinate, acciughe marinate e al limone ecc.. il
tutto lo abbiamo annaffiato generosamente con vari vini anche di pregio.
Un bel caffè e varie grappe aromatizzate alla cannella, alla ruta, al
camugiolo e betulla, all'arancio sospeso ecc.. naturalmente coinvolgiamo altri ospiti
del campeggio, un gruppo ci porta una cassetta di fichi; belli pieni ci tuffiamo
nei nostri sacchi a pelo, qualcosa mi dice che non avremo freddo anzi..
La luce del mattino alla fine ci sveglia, che bocca cattiva e che cos'è quella
pesantezza sullo stomaco?
Guardo l' orologio sono le nove passate: " ma non dovevamo andare sul
Grondilice? " si ad esserci svegliati in tempo e sinceramente guardando le
facce nessuno sembrava dispiaciuto per l'escursione persa, ci laviamo, facciamo
colazione, chi si e chi no!
Decidiamo di fare un giro in paese, a Gramolazzo, si costeggia il bel lago, le
sponde sono un pò abbandonate alle sterpaglie ma il, il colpo d'occhio e
bellissimo sulle sue acque si riflettono il Pisanino e la Roccandagia, grazioso
e il campanile e la chiesina del vecchio paese di Minucciano
che emergono dalla vegetazione il tutto reso ancora più pittoresco da un celo
terso che ne accentuava la bellezza. Entriamo in un bar, alcuni non rinunciano
all'aperitivo e altri, i più golosi, anche un gelato, altri rabbrividiscono al
pensiero di mangiare.
La pace del lago viene interrotta da un numeroso gruppo di motociclisti che si
parcheggiano proprio davanti al bar dove siamo noi.
Va be! ammiriamo le moto alcune veramente belle come certi modelli di
Harley Davidson e anche nostre gloriose vecchie Guzzi e Gilera.
Le nostre signore intanto si dedicano ad un pò di shopping.
Ci decidiamo e torniamo verso il campeggio, mentre le signore questa volta
preparano il pranzo noi smontiamo le tende e rifacciamo gli zaini, ben presto ci
giunge la voce che è pronto, andiamo a tavola ma senza convinzione ma la pasta
condita con i pomodorini freschi coltivati da Mario era troppo golosa e così
diamo fondo anche a questa, mangiucchiamo ancora qualcosa e dopo un bel caffè
decidiamo di ripartire.
Raccogliamo tutti i nostri bagagli, salutiamo i nostri nuovi amici con l'augurio
di rivederci presto e via alla volta di Ripa di Versilia dove la nostra
gelateria ci attende prima di terminare questa tre giorni escursionistico
gastronomica.