Borra
di Canala 20/03/2005
Tempo: Sereno
Percorso: Colle a Iapoli ( 820 m.), Passo dell’Alpino ( 941 m. ), Foce
di Mosceta (1182 m.), Borra di Canala, Foce del Puntone (1611 m.), Rifugio Rossi
(1609mt ), Passo Degli uomini della neve, Foce di valli(. 1266 mt.) ., La
Fania(905 mt.) .
Partecipanti
: Navari Alessandro, Rossi Giuseppina, Balestri
Luciana, Marmeggi Guido.
Domenica mattina, dopo una
serata passata a cena al ristorante e anche fatta ora tarda, ci siamo alzati
tutti assonnati e al quanto appastati; le gambe un po’ legnose. Infatti al
posto convenuto per ritrovarci ci siamo solo in quattro. Aspettiamo cinque
minuti, non arriva nessuno allora via si parte.
Ore 08,45
L’itinerario inizia, questa volta, dal meraviglioso paesino di Pruno da dove
parte il sentiero (segnavia 122) che conduce alla Foce di Mosceta ed al Rifugio
Del Freo (in poco più di 2 ore). Provenendo dalla vallata di Seravezza si
devono seguire le indicazioni per Cardoso, raggiunto il paese si svolta a
sinistra e si prosegue per Pruno, l’ultimo paese della vallata.
Poco prima del paese abbiamo imboccato una ripida strada asfaltata a sinistra,
che diventa poi sterrata, che conduce fino ad un piccolo spiazzo dov’è
situato un serbatoio del servizio antincendio boschivo. Qui si deve
necessariamente lasciare l’auto e proseguire a piedi lungo l’unico tracciato
presente, se non si vuol fare del "fuoristrada" è possibile
proseguire per Pruno, parcheggiare nell’ampio parcheggio all’inizio
dell’abitato, e proseguire a piedi imboccando il sentiero 122 che inizia
proprio dalla piazza centrale del paesino.
Dopo poche decine di minuti di cammino abbiamo incontrato il bivio, segnalato,
per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; si prosegue dritto, tenendosi
sulla sinistra, dopo circa
mezz’ora abbiamo raggiunto il Passo
dell’Alpino da dove si può godere di un invidiabile panorama sulle vallate
del Cardoso e di Levigliani.
Volgendo lo sguardo a 360° si
spazia dalla riviera versiliese, nelle belle giornate non è difficile scorgere
le isole dell’ arcipelago toscano e le 5 Terre, alle Alpi Marittime e alla
maestosità delle Apuane con in primo piano il Corchia, il massiccio della
Pania, il Forato, il Procinto.
Il sentiero prosegue inoltrandosi infine in un’abetina frutto di
rimboschimento e sfocia alla Foce di Mosceta, proseguito poi in un bosco di
faggi lungo il sentiero (segnavia 124) che conduce, anch’esso’ alla Foce di
Mosceta (1182 m.). Qui il panorama è diverso, non consente di spaziare come
lungo l’altro sentiero ma consente di ammirare in tutta la sua maestosità la
Pania della Croce. Giunti alla Foce, dov’è ubicata una marginetta, si può
raggiungere il Rifugio Del Freo in pochissimi minuti. E visto la vicinanza ci
siamo andati per rifornirci d’acqua fresca e per prenderci un caffè caldo.
Qui a Mosceta, essendo rivolta a nord cèra molta neve e si presentava anche
abbastanza compatta, buon auspicio per la camminata che ci aspettava.
Ore 09,45.
Da questo punto si può dire che comincia il bello, infatti si scende verso
Isola Santa sul sentiero N° 9, una bella mulattiera che scende gradevolmente;
se non fosse per la neve che non più compatta ci rende difficile il cammino
nascondendo i vari inciampi del terreno.
Comunque si prosegue anche con
qualche scivolone ma niente di grave, si arriva ad un bivio con il sentiero n°127
che conduce al Piglionico. Lo imbocchiamo e si prosegue con difficoltà la neve
è sempre meno ghiacciata, vuoi vedere che torniamo indietro?
Camminando ancora tra faggi siamo arrivati ad un altro bivio segnavia n° 139,
finalmente siamo arrivati al sentiero che ci condurrà all’attacco della Borra
di Canala.
Si cammina subito in salita, sempre nel bosco di faggi e dopo poco la ripidità
e la neve ci costringono ad indossare ramponi e tirare fuori dagli zaini le
piccozze.
Usciti dal bosco si prosegue su ghiaioni che coperti dalla neve si presentavano
più percorribili del solito.
Ore 10,40.
Siamo giunti all’imboccatura della Borra di Canala, farla d’estate è già
di per se spettacolare ma in questa stagione è un posto magico!
Panorami che non hanno da invidiare niente alle dolomiti, tranne l’altezza ma
come disse il poeta: “ L’orrido e il bello sono tra questi monti “.
Inutile raccontarlo per comprendere il fascino di questi posti la meglio cosa è
di venirci.
Adesso si che la salita si fa dura, si prosegue tra grandi massi che sono caduti
dalle pareti della Pania a destra e dell’altopiano della Vetricia a sinistra.
Quest’ultimo altipiano è molto interessante dal punto di vista geologico
infatti si tratta di una formazione calcarea costellata da grotte ed abissi,
molto belli sono le scanalature formate sulla roccia dall’erosione; non per
ultimo l’interesse storico antropologico, infatti in queste “ Buche “ fino
a qualche decennio fa venivano gli “ Uomini della Neve “ con grandi ceste e
portavano la neve al paese del Cardoso per la fabbricazione di gelati e per le
ghiacciaie, naturalmente tutto questo prima dell’avvento dei moderni
frigoriferi.
Tornando a noi siamo sempre qui in questa profonda gola che affanniamo e a volta
proseguiamo a 4 zampe tanto è ripida la salita, comunque passo dopo passo si
prosegue e si giunge in prossimità della foce del
Puntone (1611 m.).
Ore
13,00
Adesso dobbiamo prendere una decisione o salire sulla Pania o raggiungere il
vicino Rifugio Rossi per mangiare. Mai decisione fu mai presa più velocemente;
e come si sarà già capito all’unanimità si è deciso di rintanarci in un
caldo e accogliente rifugio.
In pochissimo tempo transitando sotto L’Omo Morto abbiamo raggiuntoli nostro
desiderato rifugio.
Questa volta il pasto non è stato all’altezza dell’Apuano infatti sentivamo
ancora i postumi della sera prima. Comunque è sempre bello stare con amici
seduti, al caldo a raccontarci le nostre storie e ridere sulle varie battute che
si dicono, almeno il buon umore c’è rimasto.
Sono le 15,00 è bene ripartire abbiamo ancora molta strada da fare.
All’unanimità o quasi abbiamo deciso di percorrere il sentiero che conduce al
Passo degli Uomini della neve e riscendere dal sentiero n° 7 sino al Rifugio
della UOEI di Pietrasanta “ La Fania”. Un’ultima foto con alle spalle la
Pania e via si parte, si passa sotto “L’Uomo Morto” si giunge di nuovo
alla Foce del Puntone e questa volta ci si dirige verso sinistra, in casi
normali vi è un sentiero facile da seguire ma così tutto innevato ci obbliga a
seguire un pendio molto ripido e lungo, comunque arriviamo sul crinale della
cresta est della Pania e qui sul versante marino non c’è più traccia di neve
e allora via ramponi e piccozza; una piccola sosta per mangiare un po’ di
frutta e giù per dove inizia la
discesa del ripido prato pietroso, i Prati di Valli, che sovrasta la "Foce
di Valli" m. 1266 . Purtroppo il versante rivolto verso il mare è immerso
nella nebbia, peccato dopo tutto quel bel sole! Imbocchiamo il sentiero che
scende verso Colle mezzana, il n° 7, e già sappiamo cosa ci aspetta, un
sentiero scosceso da roccioni non molto agibile a cose normali figuriamoci dopo
tutta la fatica accumulata e poi l’ora, guardando l’orologio si vede che
sono già le 17,15, speriamo che non ci prenda il buio!
Mentre scendiamo abbiamo un’incontro ravvicinato con un branco di mufloni, li
avevamo già notati durante la giornata ma così da vicino no!
Mentre si scende bisogna fare attenzione se si vuole andare verso La Fania
infatti si potrebbe deviare verso sinistra seguendo i segni e scendere sino a
Colle Mezzana, infatti abbiamo tenuto sempre il sentiero dritto davanti a noi.
Arriviamo al rifugio La Fania, bellissimo posto sotto una grande pianta di
faggio o fania come viene chiamata qui e per
cui il nome della località.
La Luciana ha ancora del caffè caldo nello zaino lo beviamo avidamente, ci
voleva proprio, la luce cala velocemente è meglio ripartire, riempiamo le
borracce alla fontana che è davanti al rifugio e ripartiamo.
Adesso il passo è spedito e nel giro di quaranta minuti arriviamo a Colle a
Iapoli, chiudendo infine l’anello, sono le ore 18,45.
Sfiniti ma contenti, soddisfatti per aver compiuto quest’impresa che a parere
di molti non era da fare.
L’Apuano è anche un po’ testardo e prima di dire non si può fare lo vuole
vedere da solo.
Ciao
Alla Prossima.