Pomezzana, Matanna, Alpe della Grotta 04/12/2005
La sveglia suona alle sei e
d'un balzo salto giù dal letto, la Giuseppina un pò meno, la prima cosa che
faccio mi affaccio alla finestra e dò uno sguardo al tempo, bene! il celo
è tutto stellato vuoi veder che dopo giorni e giorni di pioggia oggi ce la
facciamo a fare una bella camminata!
Ci prepariamo e presi gli zaini ci portiamo al luogo dell'appuntamento, oggi
siamo in quattro: Io (Alessandro), Giuseppina, Franco e Rossano.
Decidiamo di salire tutti su una macchina e si parte alla volta di Pomezzana
(m. 600 ) questa località si raggiunge da Pontestazzemese. Percorrendo un
tratto della Provinciale di Stazzema e, svoltando a destra, superato 1'abitato
di Mulina.
Giunti in prossimità del paese invece di entrarci prendiamo sulla destra e
seguiamo la ripida strada sino ad un piazzale dove c'è una ferriera. Lasciata
l'auto ridiscendiamo una cinquantina di metri la strada sino ad incontrare sulla
sinistra un sentiero, non segnato, siamo in località le Calde. prendiamo il
sentiero e subito ci domandiamo come mai non è segnato dato che è ben tenuto e
poi si attraversano dei bei boschi di castagno, mentre camminiamo notiamo che
nella zona vi sono molte case ben tenute e recuperate, questo ci fa piacere. La
mulattiera adesso termina e arriviamo ad un borgo servito da una piccola
stradina in cemento, ben presto ritorniamo nel bosco. Adesso ci troviamo ad un
bivio, a destra è segnalato un agriturismo: L'Agrifoglio, a destra invece
il sentiero prosegue pianeggiante. Secondo Franco dobbiamo andare verso destra e
così facciamo, dopo alcuni minuti incontriamo una persona e chiediamo conferma,
si! ci dice che siamo sul sentiero giusto ma che più avanti il sentiero
sparisce nella vegetazione, ci consiglia di tornare verso l'agriturismo e di
proseguire sul sentiero che da li parte. Seguiamo il consiglio e torniamo
indietro, si sale sino al fabbricato, andiamo a scuriosare, non cè nessuno.
Intanto una leggera pioggerella si fa sentire tra gli alberi, sono solo poche
gocce niente di preoccupante. Proseguiamo il sentiero come ci era stato indicato
è stato ripulito e lo si percorre agevolmente; seguendo sempre le
indicazioni arriviamo ad una casa dove stanno facendo dei lavori di
ristrutturazione, secondo le indicazioni date siamo sulla strada buona infatti
da qua partono degli evidenti segni bianchi. Ora la leggera pioggerella si
è
trasformata in un forte temporale e allora giù gli zaini tiriamo fuori le
mantelle e i copri zaini, Franco anche un ombrello tascabile, ormai siamo in
ballo e dobbiamo ballare decidiamo di proseguire camminando in sentiero pieno di
pantano stando attenti a non fare scivoloni, fortunatamente nessuno è caduto.
siamo alla fine di questo sentiero e ci accorgiamo che siamo andati a finire sul
sentiero che arriva da S. Rocchino in località Grattaculo (887 mt.) sul
sentiero n° 121. Già ce lo immaginavamo che saremmo finiti qui ma la nostra
intenzione era quella di salire direttamente si sotto la foce di Matanna ma
così non è andata va bene lo stesso, ora a smesso di piovere e prendiamo il
sentiero seguendo le indicazioni per il Rifugio Forte dei Marmi ma dopo poco
incontriamo un bivio e sulla sinistra parte un sentiero, non segnato, che sale
sotto le pendici del Matanna,
si sale decisamente sino ad una radura, siamo fuori dal bosco, oggi con tutta
questa nebbia non si vede niente ma in belle giornate è un luogo bellissimo.
Non piove più ma mentre saliamo per giungere alla Foce del Matanna si alza un forte
vento che ci ostacola il cammino, finalmente siamo sul crinale e ci portiamo sul
versante opposto al riparo, in compenso qui c'è un sacco di neve essendo
questo il versante rivolto a nord, sotto di noi si vede la bella valle dell'alto
Matanna con i laghetti " i bozzoni" completamente ghiacciati. Visto il
tempo decidiamo di non scendere, ci portiamo a i ruderi di un ovile dove ci sono
anche due grossi faggi e prendiamo una traccia di sentiero che segue a mezza
costa sino ad arrivare al Callare di Matanna ( 1139 mt.)situato fra il Matanna,
m. 1317, e il Nona,
m. 1297, in stupenda posizione panoramica, se non ci fosse la nebbia il
mare ci apparirebbe in lontananza e sulla destra scorgeremo, il Procinto
(m. 1177), un meraviglioso torrione cilindrico che si innalza un po'
discosto dal crinale principale e separato da questo da un intaglio: l'intaglio
del Procinto.
Non ci fermiamo neanche un secondo visto il fortissimo vento che sferzava
il posto, prendiamo il sentiero n° 5 che ci condurrà in circa quaranta minuti
al rifugio Forte dei Marmi. Decidiamo di fermarci più in basso ad una
grotta naturale a galleria aperta nei due lati dove vi è anche una roccia a
forma di tavolo, raggiunta non serve neanche dirci niente dato il forte vento
che passa attraverso le due aperture a nessuno passa neanche per la testa di
fermarci. Scendiamo ancora incontriamo altri due temerari, gli unici sino ad
ora, che stanno salendo verso il Callare, ci salutiamo e ognuno per la sua
strada, non è giornata di convenevoli. Scendiamo, siamo sotto la verticale
parete del Monte
Nona alta 300 e larga 1000 metri,
da dove innumerevoli cascatelle vengono giù rendendo il sentiero ancora più
scivoloso, comunque in questo punto è presente un cavo che in questi casi può
essere utile, comunque non si tratta di sentiero difficile, da percorrere solo
ricordandosi che comunque siamo in montagna.
Si vede tra gli abeti sotto di noi il tetto del rifugio e in breve lo
raggiungiamo.
La zona nella quale sorge il Rifugio
è tra le più celebri delle Alpi Apuane. Il caratteristico torrione del Monte
Procinto (con i suoi "Bimbi") costituisce una meravigliosa occasione
per ascensioni su roccia e la parete Sud-Ovest del Monte Nona è una classica
"via" alpinistica. Non mancano possibilità di passeggiate ed
escursioni facili o di varia difficoltà: Monte Matanna (ottimo panorama dalla
vetta); Monte Nona, Monte Croce e Monte Forato (altra montagna tipica e unica
delle Apuane), sulla cui cima si può pervenire percorrendo una gradevole e
piacevole "via ferrata". Il Rifugio, circondato da folta e verde
vegetazione alpina in un settore ricco di purissime acque sorgive, è
raggiungibile a piedi in meno di un'ora di cammino partendo dalla parte alta
dell'abitato di Stazzema (sentieri con segnavia 5 e 5 bis), antico paese montano
con la bella Pieve romanica (sec. XIII) di S. Maria Assunta; oppure partendo
dall'altro paese della valle, Pomezzana (sentiero con segnavia 106).
Non vediamo uscire dal camino il fumo rivelatore di presenze umane e ci prende
lo sconforto, adesso desideriamo solo metterci vicino al camino e riscaldarci un
pò, ci portiamo all'ingresso e subito ci riprendiamo: è aperto!
Subito entriamo e ci togliamo di dosso le giacche fradice e ci cambiamo anche la
camicia indossandone una asciutta e poi davanti al camino, chiediamo se è
possibile mangiare e la risposta che non poteva essere altro che affermativa ci
tira ancora più su di morale. mentre aspettiamo che sia l'ora del pranzo ci
mettiamo a guardare le fotografie che sono appese alle pareti e da qui prendiamo spunto per nuove future escursioni. Rossano acquista l'ennesima guida
dei sentieri delle Apuane affermando che è sempre averne una di più che una di
meno.
Si avvicina l'ora attesa e il rifugio si anima di nuovi avventori, credevamo di
essere soli invece si aggiungono un'altra decina di escursionisti che non si
sono lasciati spaventare dal mal tempo; comunque tutti gradiscono il calore del grande
camino.
Arriva un bel piatto di tagliatelle fatte in casa con ragù, ha! ci volevano
proprio! Per quel che mi riguarda le ho sbaffate in un batti baleno, seguite poi
da salsicce cotte sulla, brace con contorno di patate fritte, un buon vinello e
visto che riportare a casa quello che avevamo negli zaini non ci andava tanto
abbiamo dato fondo anche alle nostre scorte e poi che dire delle nostre grappine
alla betulla e al camugiolo che sono state graditissime anche da quattro
americani che chi sa come erano finiti lì.
Le ore passano ed è l'ora di ripartire, adesso non piove più, salutiamo i
custodi del rifugio e ripartiamo.
Prendiamo il sentiero che parte dal rifugio scendendo le scalette che sono
all'ingresso, prendiamo il sentiero n° 121 e ricomincia a piovere, ma non
smette mai! si prosegue gocciolanti siamo adesso al bivio con il 106 lo
prendiamo e si prosegue lungo castagneti e antiche fonti, arriviamo a dei
fabbricati e notiamo delle lastre di ardesia, e dietro grandi tende di edera ci
sono delle grotte scavate dall'attività umana per l'escavazione di questa
pietra, molto suggestive. In breve giungiamo al termine del sentiero e ci
troviamo sulla strada asfaltata in prossimità del parcheggio alla ferriera dove
abbiamo la macchina. Passando davanti alla ferriera scuriosiamo all'interno e il
proprietario che è all'interno ci nota e un pò per pietà vedendoci così
fradici e un pò perché ci tiene a mostrarci il suo lavoro ci invita nella sua
bottega dove fabbrica artigianalmente utensili per la scultura, tutti
rigorosamente fatti a mano. Rossano che fa il restauratore ne approfitta subito
comprando alcuni utensili che a detta sua non sono così facili da trovare e dai
suoi occhi, come un bimbo mentre scarta un regalo per Natale, si capisce il suo
entusiasmo per la scoperta fatta.
Il signor Milani poi ci tiene anche a farci visitare lo studio dove si cimenta
con la scultura del legno, anche qui a dei pezzi interessanti. Dopo che abbiamo
visto ogni angolo della bottega ci lascia andare e noi ben felici di aver
conosciuto una persona così entusiasta del suo lavoro ci incamminiamo verso la
macchina, la pioggia cade ancora copiosa ma non ci pentiamo di aver fatto questa
escursione perché ci ha arricchito di nuove esperienze e conosciuto persone di
altri tempi.