11/12/2005 Piglionico (m.1150) - Rifugio Rossi (m.1609)
Come arivare al Rifugio Rossi

Finalmente una bella giornata di sole! Questa volta abbiamo deciso di fare la nostra prima ramponata sulla neve caduta abbondantemente in quest'ultimo periodo.
Siamo decisi a salire alla Pania della Croce dal Piglionico situato nel versante garfagnino.
Purtroppo siamo solo in tre io, Alessandro, Mario e la Giuseppina; alle sette arriva Mario con il suo Mitsubishi L 200, potente fuori strada?! Con questo mezzo di trasporto siamo sicuri di salire sino alla Capella del Piglionico.
prendiamo per Seravezza, seguiamo per Castelnuovo di Garfagnana e una volta giunti, appena entrati, si gira a destra in prossimità di tralicci di antenne ben evidenti sulla sinistra, si segue per Alpe di S. Antonio, Piglionico, R. Rossi.
Saliamo verso la nostra meta, sino al bivio dell'Alpe di S. Antonio la strada è ben pulita ma quando imbocchiamo quella per il Piglionico notiamo che la neve sì è stata tolta ma lo spessore che resta è comunque ancora rilevante, ma che ci importa noi abbiamo il Mitsubishi L 200 e via spediti sulla neve.
Il paesaggio è da sogno, ci dimentichiamo ben presto che siamo a pochi kilometri dal mare, sembra per lo più di essere in qualche bosco invernale delle alpi.
All'iprovviso il mitico Mitsubishi L 200 perde aderenza, e su una salita più pronunciata le ruote slittano tutte e quattro. " Va bene!" sbotta Mario " inserisco le quattro ruote motrici ridotte e vedrai che schizziamo via da questa neve" ma il Mitsubishi L 200 non ne vuole sapere, molti tentativi infruttuosi non ci lasciano alternativa che ridiscendere, a marcia in dietro, sino al primo slargo che ci permetta di rigirare la macchina.
In questo Mario è stato bravo, tenendo a bada l'auto che tendeva a sbandare a destra e sinistra è riuscito a portarla per un lungo tratto sino al punto che cercavamo.
"Dai parcheggiamo e indossiamo i ramponi così si parte e non perdiamo altro tempo! "
Appena scesi folate di vento gelido ci accolgono facendoci rabbrividire e allora prima dei ramponi ci copriamo bene con le nostre giacche a vento, guanti e cappello di lana.
Ok siamo pronti, partiamo e in pochissimo tempo siamo al Piglionico, qui una cappella ricorda un gruppo di partigiani sopraffatti  il 28 agosto 1944 dai tedeschi nelle loro postazioni poste sul Monte Rovaio che è proprio qui di fronte.
Terminata la strada imbocchiamo il sentiero n° 7 entrando nella bellissima faggeta, la neve è asciutta ma fresca e lo spessore è abbastanza  per impedirci di camminare spediti, tracce non ce ne sono siamo i primi a salire da qui.
Seguiamo i segnali sugli alberi e tutto sommato si procede tranquillamente il paesaggio e da fiaba, che splendore camminare su questa neve immacolata e il silenzio, il silenzio desiderato tutta la settimana è finalmente ristora le nostre orecchie torturate dai suoni, rumori, della civiltà e dalle parole spesso dette solo per dar aria ai polmoni ah, finalmente il Silenzio!
Proseguiamo, ci sentiamo bene, siamo in pace con noi stessi: cosa vogliamo di più?Giungiamo fuori dal bosco dove d'estate vi sono ampi prati ricoperti di mirtilli e lamponi e adesso è tutta una coltre di neve, bellissimo! Il naso dell'Uomo Morto ci sovrasta, in alto si intravede il tetto del rifugio.
Adesso il vento ci sferza da tutti i lati e la temperatura si abbassa decisamente alzando nuvole di neve ghiacciata ma continuiamo a salire, la neve a tratti diventa ghiacciata e poi ancora ci arriva al ginocchio, pian piano arriviamo al rifugio Rossi e desideriamo solo berci qualcosa di caldo.
Ordiniamo due belle cioccolate e un tè per la Giuseppina che naturalmente lo accompagna a una fetta di torta; mentre sorseggiamo le calde bevande decidiamo all'unanimità di desistere a salire in vetta alla Pania della Croce.
Dopo che ci siamo rifocillati sono voluto andare lo stesso all'esterno, sfidando il vento fortissimo ad ammirare il pesaggio bello di per se stesso ma con la neve ancora di più.
davanti ai miei occhi vi sono forse le vette più belle delle Apuane, la Pania della Croce, detta anche la Regina delle Apuane, il pizzo delle Saette, la Pania Secca, più distante il Sumbra e più a est la catena appenninica. Dopo avver ammirato il panorama mi cade lo sguardo sul termometro che è appeso al muro del rifugio -5 gradi la percezione con il vento sarà stata di almeno - 10 comunque era un freddo cane e mi sono piombato all'interno con il tepore della stufa era decisamente più accogliente.
Ordiniamo il pranzo, zuppa  di cavoli e fagioli con farro, arrosto con patate fritte, vino e caffè, il dolce l'ha offerto Mario, ottimo pasticcere!
Restiamo ancora un pò a trastullarci in chiacchere ma alla fine a malinquore dobbiamo ridiscendere, ci imbaccucchiamo per affrontare il freddo pungente, indossiamo i ramponi e via giù ripercorrendo la via che abbiamo percorso il mattino.
In circa un'ora e mezzo arriviamo alla mitica
Mitsubishi L 200 che questa volta, in discesa, nonci tradisce e ci porta felicemente sino a casa.