Retignano, Monte Alto, Sullioni 02/06/2005
E' il due giugno bella roba hanno
rimesso una festa! E via subito per una nuova avventura.
Questa volta non chiedetemi da dove siamo passati perché dove ci siamo andati a
rintanare neanche gli animali del bosco ci vanno.
Infatti a Pierino gli è venuta la voglia di arrivare a monte Alto da una cresta
che la individuava solo lui. Bè più o meno è andata così.
Sono le 08,15 e siamo al paese di Retignano
(440mt) davanti alla chiesa: lasciamo l'auto e invece di prendere il sentiero
che quì è segnato, andiamo avanti sino a trovare la vecchia mulattiera che
porta a Volegno.
Proseguiamo e troviamo un bivio in prossimità di una marginetta, lasciamo la
bella mulattiera e prendiamo quella di sinistra, giungiamo ad un'altra
marginetta e subito dopo il sentiero scompare tra gli alberi di faggio e lecci.
Andiamo alla ricerca di qualche traccia ma niente, alla fine Pierino decide di
averne trovata una e ci costringe a seguirlo, un'ora da incubo tra rovi e
ginestroni rami e arbusti di ogni genere, siamo tutti graffiati.
Qualche accidenti almeno io glie l'ho mandato, spero che non gli arrivino ma in
quel momento me lo sarei mangiato.
Comunque si sale e usciamo da questo
ginepraio e ci troviamo su un sentiero di cresta almeno questo è tracciato, ma
il passo non è ancora agevole, infatti si cammina tra pini che con i loro rami
bassi ci rendono la vita difficile, inoltre lasciano andare una grande quantità
di polline tanto che gli zaini sono diventati gialli.
Adesso troviamo il sentiero normale che avremo dovuto percorrere alla partenza e
lo seguiamo per un tratto sino a delle roccette che dobbiamo salire
arrampicandoci, finalmente un tratto che ci dà soddisfazione; saliamo per un
breve tratto e finalmente ci troviamo in vetta a M. Alto a quota 913 mt. Da qui
godiamo di una bella vista a 360 gradi dal mare davanti a noi al gruppo delle
Panie e il Corchia dietro di noi. Facciamo una breve sosta per rinfrescarci con
un pò di frutta, oggi è veramente caldo!
Ripartiamo torniamo da dove siamo venuti e all'altezza di dove abbiamo trovato
il sentiero marcato abbiamo girato a destra seguendo le indicazioni per il
Sullioni. da prima il sentiero si snoda tra faggi, querce e pini, un sentiero
tranquillo di cresta senza passaggi difficoltosi, il terreno è di natura
prettamente carsica, grandi intagli nelle rocce lo dimostrano così come gli
inghiottitoi e le rocce erose dall'azione degli agenti atmosferici, poi il
sentiero quasi sparisce e dobbiamo di nuovo arrampicarci per arrivare in vetta
al Sullioni ( 1001mt.). Seguiamo la cresta del monte sino
a ridiscendere, ora siamo a ridosso di una grande parete che ci sovrasta, non
capisco tanto bene da dove dovremmo passare ma seguo il gruppo e vedo che siamo
diretti verso un canale: " ai, ai ci risiamo ci si arrampica di
nuovo!" Devo dire che qui i segni c'erano, vecchi ma c'erano per trovarli
però ci vuole molta attenzione.
Saliamo per il canale, almeno è
all'ombra, è molto ripido ma si sale facilmente.
Giunti fuori dal canale si potrebbe prendere un sentiero basso che ci conduce al
sentiero n°122 che conduce al passo dell'alpino e poi a Mosceta, nostra
destinazione; ma noi naturalmente decidiamo di prendere la cresta e salire sino
in vetta a questa propaggine del Sullioni. Il sole batte forte e si sente
sudiamo come matti e saliamo ancora, finalmete siamo in cresta di vetta e
camminiamo più celermente da quassù, come del resto per tutta l'escursione si
notano benissimo i paesi di Levigliani e di Retignano, visti da questa altezza
sono veramente dei bei gioiellini. Ci troviamo ora su dei bei prati, così
l'hanno pensata anche le pecore che ci troviamo a pascolare e il pastore che
stà al fresco di una pianta. In breve siamo al passo dell'Alpino e cosa si fà
prendiamo il sentiero comodo per Mosceta? Naturalmente no! all'altezza di una
curva prima del Paso vero e proprio seguiamo una traccia di sentiero che
naturalmente sparisce subito e ci troviamo a camminare per praterie di paleo che
arriva alle ginocchia e io che ne sono allergico godo come un matto.
Notiamo un tubo per l'acqua e la nostra curiosità non finisce mai, dobbiamo
trovare da dove arriva sicuramente c'è una sorgente.
Ci arrampichiamo tenendoci aggrappati
a ciuffi di paleo e pian piano arriviamo alla sorgente, un'acqua bella fresca
esce da una crepa nel monte e dato il calore e le forti sudate ne facciamo una
gran bella scorpacciata a che goduria un pò di refrigerio.
Ripartiamo, la nostra meta ormai è vicina ci giungeremo in breve tempo, però
prima dobbiamo salire ancora quelle rocce e poi finalmente siamo a ridosso della
teleferica che serve il rifugio Del
Freo del CAI di Viareggio.
Pierino una volta arrivati voleva andare anche sul Corchia ma a questo punto lo
abbiamo fatto desistere e con qualche brontolo si è convinto a scendere verso
il rifugio.
Finalmente ci possiamo rinfrescare alla fonte, che bel fresco e che bella
sensazione potersi togliere di dosso quel fastidioso e appiccicoso sudore, una
maglietta asciutta e sembra di rinascere.
Ci accomodiamo sopra la piazzola dell'elicottero e diamo fondo alle nostre
provviste, dato il caldo che fà ora è d'obbligo portarci dietro borse frigo e
tutta roba fresca, dall'insalate di tonno al budino o la torta di Pierino,
frutta in abbondanza, caffè della Luciana e anche un pò di grappine per
digerire.
Quando ci fermiamo dobbiamo fare con calma senza fretta altrimenti ci rimane
tutto sullo stomaco e poi quel bel solicello con quella brezzetta ci invitava a
stare lì sdraiati con nessuna voglia di ripartire.
Però come sempre accade che quando stai bene il tempo vola e dobbiamo
ripartire, prendiamo il sentiero n° 122 sino al P. dell'Alpino e di qui le
voltoline che portano giù all'antro
del Corchia e poi la sterrata che ci porta al paese di Levigliani. Ora da qui
è sempre più noioso perché dobbiamo portarci al paese di Retignano per via
asfaltata e non è un gran divertimento.
Comunque ci arriviamo, una visita alla chiesa parrocchiale di S. Pietro
del VII secolo e poi si riparte verso Ripa di Versilia dove il nostro gelataio
di fiducia ci aspetta per un grandissimo e freschissimo gelato.
Anche questa è fatta, e fatta bene!
Ciao, alla prossima.