Monte Sumbra ( mt 1764 ) 29/05/05

 

Rieccoci qua! Il gruppo dell’Apuano si rimette in movimento.

Questa volta verso la vetta del Monte Sumbra (m. 1764 ). Ci troviamo con comodo alle ore 08,00 a Vallecchia, siamo in 6 pochi ma buoni, ci dividiamo sulle macchine e via alla volta di Capanne di Careggine.

Per giungervi si deve percorrere la strada che dalla  Versilia porta a Castelnuovo Garfagnana fino a oltrepassare il paese ed il relativo lago di Isola Santa: poco dopo, sulla destra, parte una strada che conduce a Careggine; la percorriamo, attraversando i piccoli borghi di Cerreta e Salceto fino a che non si arriva a Capanne di Careggine dove si svolta a sinistra verso la chiesa. Si lascia l’auto nei pressi della chiesa stessa (quota 840).
Scesi dalle auto subito calzati gli scarponi ci mettiamo in moto, come vecchi motori diesel abbiamo dovuto raggiungere la temperatura giusta per prendere i giri ma poi siamo saliti speditamente. Certo che il caldo di questi giorni si fa sentire e anche certe serate a fare le ore piccole.

Iniziamo l’escursione dalla mulattiera che inizia davanti alla chiesa, è un sentiero ben segnato ed è il n° 145, passate alcune case si prende decisamente la mulattiera che sale su nel fitto bosco di castagni, di cui alcuni di notevole misura, superiamo un casotto dell’acquedotto e notiamo che il tubo del troppo pieno ha un bel getto di acqua fresca e ne prendiamo nota ci sarà utile al ritorno. Proseguimo e usciamo dal bosco e da qui cominciamo a d avere uno spettacolare panorama davanti a noi con in basso il lago dell’Isola Santa, da quassù è veramente una cosa mirabile.
Si continua il sentiero diventa meno visibile anche per l’erba folta siamo in prossimità della parete rocciosa delle  Coste del Giovo, giungiamo ad una delle cose più caratteristiche di questa escursione un  intaglio roccioso molto stretto tanto da permettere il passaggio di una sola persona alla volta e molto gradito in quanto molto fresco. Traversato la fenditura si scende per una pietraia a ridosso delle Coste del Giovo per poi riprendere il sentiero su ampi prati dove la primavera ci ha regalato una magia di colori tra orchidee, margherite, anemoni, giunchiglie e asfodeli, primule ecc. la vista e l’odorato venivano continuamente sollecitati. Abbiamo incontrato motti ruderi che un tempo erano abitazioni dei pastori che portavano le greggi all’alpeggio, i capannelli del Sumbra, alcuni di questi edifici sono posti in ottima posizione e ancora abbastanza sani, questo ci ha fatto cominciare a sognare: “ Qui potremmo farci un rifugio, vedi su quel colle potremmo mettere un teleferica e qua un bel tavolo all’aperto mentre godiamo del panorama sul gruppo delle Panie “ e visto che sognavamo abbiamo sognato in grande. Saliamo, il sentiero non sempre evidente sale tra numerosi zig zag, l’erba è sempre più alta e i segni sono sbiaditi ma comunque riconoscibili, inoltre vi sono anche picchetti che ne fanno individuare il percorso anche da lontano. Una domanda ce la siamo fatta: “ma se hanno costruito quelle case l’acqua dove la prendevano?” ma sicuramente ci deve essere, guardiamo ma notiamo solo un rivolo e non capiamo neanche da dove venga.
Proseguiamo, adesso entriamo in fitto bosco di faggi, ha! Che bel fresco! Facciamo una piccola sosta per mangiare un po’ di frutta e ripartiamo sino ad uscire dal bosco, siamo al Colle delle Capanne a quota 1452, d’obbligo una sosta ad ammirare ancora una volta il panorama. Giunti al segnavia troviamo una strada sterrata che giunge dalla località La Gatta e precisamente dalla Maestà del Tribbio. Questa strada l’ultima volta che l’ho percorsa in macchina qualche anno fa era in pessime condizioni, comunque una macchina c’era arrivata anche questa volta. Dopo una breve sosta prendiamo sulla sinistra un’evidente sentiero tra i faggi sino a giungere sul crinale del Sumbra, notiamo subito le ripide pareti e davanti a noi l’imponente parete sud una ripidissima parete, non so la sua altezza ma è veramente impressionante.

 Qui Pierino cerca itinerari alternativi per la salita alla vetta e secondo lui tutte le creste che salgono dalla valle vanno bene, per questa volta siamo riusciti a tenerlo a freno. Usciti dal bosco inizia la salita alla vetta, il sentiero all’inizio attraversa una zona carsica piena di fessure e rocce poi si potrebbe prendere un sentiero basso ben segnalato con segni bianco rossi o proseguire per cresta, noi decidiamo per quest’ultima molto più spettacolare  sempre a ridosso dei profondi baratri, comunque il percorso se non si soffre di vertigini non presenta difficoltà.
Infine giungiamo su una ripida salita erbosa dove arriva il sentiero attrezzato che giunge dal Passo Fiocca,  in pochissimo siamo in vetta al Sumbra, sono passate 3,00 ore dalla partenza.

Qui in vetta dopo esserci scambiati gli auguri di una buona vetta e fatto alcune foto di gruppo ci siamo lasciati andare a una delle cose che preferiamo starcene sdraiati su un prato a gozzovigliare con tutte le buone cose che ci siamo portati e poi un bel riposo sotto un sole caldo, si stava tanto bene che dopo due ore cè voluta tutta per convincere qualcuno a riprendere il cammino.
Ci incamminiamo e stavolta prendiamo il più tranquillo sentiero basso e in breve giungiamo al bosco e poi al Colle delle Capanne. Pierino cerca ancora un itinerario di cresta ma comunque alla fine lo convinciamo a desistere, riprendiamo il cammino e arrivati ai Caselli del Sumbra ci rimane una cosa da fare trovare la sorgente, ci indirizziamo dove una folta vegetazione ci faceva pensare che ci fosse acqua e infatti Pierino riesce a trovarla e non è neanche lontana dal sentiero, spiegare dové è un po’ difficile ma poso dire che come punto di riferimento è su una curva in prossimità di un canale che scende da un grande roccione .
Ripercorriamo il sentiero del mattino e dopo circa due ore  e mezza giungiamo a Capanne di Careggine.
Naturalmente approfittiamo della bella fresca fontana per rinfrescarci e farci un pediluvio rigenerante, togliamo gli scarponi, indossiamo i più comodi sandali e ripartiamo alla volta di Ripa di Versilia

al nostro gelataio di fiducia dove ci sorbiamo un mega gelato terminando in gloria la nostra escursione.
Alla Prossima