Oggi è una
bellissima giornata, anzi direi splendida, il celo e sereno, neanche una
nuvola, la temperatura è primaverile: presupposto per una bellissima
giornata.
Il nostro vagabondare per le montagne oggi ci porta al rifugio la fania della UOEI
di Pietrasanta do ve quest'ultima insieme alla sezione di Ripa
di Versilia organizzano l'annuale smondinata ( mondine = caldarroste da
noi in Versilia).
Il nostro gruppo è composto da otto escursionisti più le nostre due mascotte
Golia e la Kelli due fedeli amici. L'appuntamento è per le 08,00 siamo tutti
puntuali o quasi! E partiamo per il paese di Pruno, quest'ultimo
paese si raggiunge da Pietrasanta si prosegue per Seravezza
successivamente per Ponte Stazzemese , qui si prende per le indicazioni del
Cardoso e davanti alla chiesa di questo paese si gira a sinistra sino a
Volegno e subito dopo appunto il paese di Pruno. La macchina la lasciamo
necessariamente nella piazza dove finisce la strada.
Un pò di fatica nel trovare il parcheggio perché vi sono già molti giovani
escursionisti della UOEI di Pietrasanta che si dirigeranno al rifugio dal
sentiero n° 122 che da Pruno attraverso Colle a Iapoli conduce alla Fania.
Noi abbiamo deciso, invece, di andare a visitare la cascata dell' Acqua
Pendente e quindi prendiamo la strada che sale proprio di fianco, sopra la
piazza seguendo i segnali. In breve usciamo dalla strada che si trasforma in
un sentiero dove ad un certo punto si trova l'indicazione dei sentieri A e B
per la cascata, noi prendiamo il B. Arriviamo al canale di Deglio lo
attraversiamo passando sopra il vecchio ponte in pietra, il ponte di Pruno,
dove al centro della campata vi è anche una interessante edicola
votiva.
Prendiamo subito il sentiero che conduce anche all'Orzale di Cardoso sino
a raggiungere una costruzione con una cisterna per l'acqua dove è ben segnalato
il sentiero che dobbiamo prendere per giungere alla Cascata, il sentiero è
ben tenuto e recenti opere di manutenzione sono ben fatte, purtroppo in
prossimità del canale queste manutenzioni vengono a mancare, infatti ci
troviamo tra rovi e ortiche, inoltre il sentiero diventa subito malagevole che
ci conduce su rocce viscide dove si rischi di finire in ammollo, per fortuna
non succede niente e in pochi minuti seguendo anche i segnali molto
sbiaditi si giunge alla cascata.
E' un bello spettacolo anche se le piogge ultimamente non sono state
abbondanti e la portata d'acqua è scarsa, la cascata sarà alta una trentina
di metri e ha un fronte di circa altrettanti metri, queste misure sono state
fatte a occhio e quindi potrebbero essere anche del tutto sbagliate! Comunque
possono rendere l'idea.
Ci soffermiamo ad ammirare la cascata e a fare foto ritorniamo sui
nostri passi e arrivati alla costruzione prendiamo questa volta la mulattiera
che conduce alla Fania, indicazione sulla casa.
La mulattiera si presenta ben tenuta e agibile ma arrivati ad un certo punto
in prossimità di una casa notiamo una traccia di sentiero che a vederla è
ben evidente, a regola di cacio, come dice Guido, dovrebbe arrivare dalle
parti del rifugio. OK lo prendiamo, il sentiero e pieno di castagne, anzi ci
preoccupa anche il fatto che è un continuo piovere di ricci e castagne non
vorremmo prenderne qualcuno in testa.
Comunque visto l'abbondanza di questi frutti decidiamo di riempire alcune
buste per portarle al rifugio dove le avremo trasformate in calde mondine
(caldarroste).
La regola di Cacio questa volta non ha funzionato infatti ben presto ci
troviamo incestati tra rovi e sterpi con alberi caduti e il sentiero
interrotto in più punti da frane.
Ne usciamo ricoperti di graffi e con spericolate scivolate riusciamo ad
arrivare ad un'altra traccia di sentiero in prossimità di una casa diroccata,
non è molto bello come sentiero ma per lo meno non vi sono rovi che
ostruiscono il passo, camminiamo ancora e troviamo una interessante lastra
dove chi sa quando e chi sa chi hanno lasciato dei graffiti che non riusciamo
ad interpretare a parte dei cuori sormontati da una croce, alcune lettere si
distinguono ma non ci dicono niente. Proseguiamo; forse ho parlato troppo
presto ma il sentiero sparisce di nuovo tra i rovi e ci costringe ha fare una
deviazione verso l'alto per poi ridiscendere, troviamo di nuovo la traccia ma
ci accorgiamo che mancano Luciana e Rossano. Dopo molti sonori richiami ci
sentono e in qualche modo ci fanno capire che hanno preso a diritto verso la
cresta del monte scelta che alla fine si rivelerà vincente.
Noi seguiamo ancora il sentiero, incontriamo diverse case ormai abbandonate, testimonianza
di un passato ben diverso da quello d'oggi, in prossimità dell'ultima che
incontriamo vicino al canale appena sotto la località Ranocchiaio, ritroviamo
un'altra lastra sempre incisa da graffiti dove scorgiamo foglie d'edera e
ciliege, ancora lettere incomprensibili,
ci fermiamo a studiarle un pò ma non ci dicono molto.
Attraversato il canale in prossimità della cisterna d'acqua e l'acquedotto ci
ritroviamo sul sentiero che adesso è ben tenuto, infatti dopo poco capiamo
che siamo vicini alla Fania.
Proseguendo dritti però andremmo a finire prima a casa di Pacì, l'amico
pastore che ormai si è stabilito da queste parti e poi dovremmo salire al
Rifugio, non ne abbiamo più voglia e decidiamo di tagliare dritto su per il
crinale e in pochissimi minuti arriviamo sul sentiero in prossimità del
rifugio.
Qua troviamo tanti amici sia della UOEI di Pietrasanta che quelli di Ripa
anche una delegazione di Faenza, sezione gemellata con quelli di Pietrasanta.
Impossibile nominare tutti ma molte sono state le strette di mano e i saluti
calorosi, per un po' stiamo li a raccontarci l'avventura appena trascorsa ma
poi i sintomi della fame si fanno sentire e ci dirigiamo verso la casa di
Lino, altra abitazione attigua alla Fania, chiediamo se possiamo accendere il
fuoco lì vicino in un'area apposita e come al solito con la loro cortesia,
Massimo e Gabriella ci danno tutto l'aiuto necessario anche per allestire un
tavolo che potesse accogliere tutto il nostro gruppo.
Accendiamo il fuoco e allestiamo una bella graticola piena di salsicce e
braciole, nell'aria si alza un profumino e tanti che si sono portati solo
panini ci guardano un pò con invidia. Ecco sono pronte tutti a tavola, sul
desco già fanno bella figura salumi vari, formaggi, varie bottiglie di vino e
in fondo al tavolo una montagna di dolci, compreso un buonissimo panforte ai
fichi portato da Mario dalla Spagna.
Naturalmente non potevano mancare le nostre solite grappe al mirtillo e
lamponi, alla cannella, alla ruta ecc.. dulcis in fundo non poteva mancare un
bel caffè offerto da Massimo e Gabriella.
Restiamo lì sotto quegli alberi di nocciolo a raccontarci le avventure di
quest'anno e di anni passati e anche a fantasticare su avventure future,
intanto le ore passano e ben presto ci accorgiamo che si è fatto tardi,
sbaracchiamo tutto e purtroppo dobbiamo ripartire.
Zaini in spalla, un fischio a Golia che ancora non si è ripreso dalla
sgambata della mattinata,
mi sa che dormirà per alcuni giorni, e via giù verso Pruno in meno di un'ora
lo raggiungiamo.
Ci diamo appuntamento per la domenica prossima e aliamo in macchina con un pò
di nostalgia per la bellissima giornata passata insieme a tanti amici.