La prima ascensione alla
vetta dell’Emilius, riportata da alcuni documenti, è attribuita al
dottor Laurent Cerise che la espugnò all’età di 16 anni nel 1823 con alcuni
suoi amici, fra cui G.B. Defey. Si ipotizza che nel passato anche pastori e
cacciatori abbiano conquistato questa cima. Nel 1826 fu scalato dal canonico
Georges Carrel (1800 – 1870), soprannominato “l’amis des Anglais”,
l’amico degli Inglesi. Questo appellativo gli fu attribuito perché i primi
turisti dediti alle ascensioni erano soprattutto Inglesi e si indirizzavano al
Canonico per arrampicarsi su quelle vette. E’ dal 1839 che il Mont Emilius ha
questa denominazione; prima, era chiamato “Le pic de dix heures”. Secondo
alcune ricostruzioni, nel 1839 Emilie Argentier, una giovane di 14 anni, scalò
la vetta e in suo onore Georges Carrel propose di ribattezzare questo monte col
nome di “Emilius”. Nel 1871, dopo la morte del canonico, si pensò di
rinominarlo nuovamente con il nome di “mont Pie”, in onore del Papa Pio IX;
ma, anche se bene accolta, la proposta non ebbe seguito.
Questa cima, come quella della Becca di Nona, è sormontata da una statua della
Santa Vergine. Il 5 settembre 1871 ne fu sistemata una a grandezza naturale in
larice. Il destino di questa statua è ignoto: forse un fulmine o altre cause
ancora hanno reso necessario riposizionarne un’altra. Era il 1 agosto 1954
quando si decise di installarne una nuova, in marmo, più piccola. Furono gli
“Scout” di Aosta a portarla fino alla vetta e, a causa del suo
deterioramento, a sostituirla nuovamente nel 1959. Quest’ultima statua, ancora
in buone condizioni, è dotata di parafulmine.
Dalla sommità dell’Emilius, nei giorni in cui il cielo è particolarmente
limpido, è possibile vedere il mare che bagna la Liguria. dal
sito del Comune di Charvensod