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Antibes e Saint
Tropez
Antibes Juan-les-Pins si trova nel sud della Francia, sulla Costa Azzurra tra
Cannes e Nizza, chiamata semplicemente Antibes (in italiano anche Antibo, in
greco antico Antipolis, in occitano Antíbol) è un comune francese di 72.412
abitanti situato nel dipartimento delle Alpi marittime nella regione della
Provenza-Alpi-Costa Azzurra. I suoi abitanti si chiamano antibois (in occitano
provenzale antibolencs o antiboulen).
Saint-Tropez è un comune francese di 5.444 abitanti situato nel dipartimento del
Var della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Prende il nome da San Torpè,
santo pisano. Sino agli anni '50 era un semisconosciuto villaggio di pescatori
fondato da popolazioni Liguri e frequentato successivamente da etruschi e
romani.
La sua posizione ottimale per lo sviluppo dei commerci, ha permesso all’antica
Saint Tropez all’epoca chiamata Athénopolis di divenire un centro florido e
ricco.
Saraceni, cavalieri di Malta e navigli commerciali, hanno influenzato nei secoli
la struttura del villaggio rendendolo oggi, un vero gioiello
architettonico ed una visita interessante a livello non solo
storico ma anche culturale. Divenne un luogo di fama internazionale per essere
stato lo sfondo di Piace a troppi, il film del 1957 che lanciò Brigitte Bardot
come massimo sex simbol europeo,e per la celeberrima canzone Saint-Tropez Twist
di Peppino Di Capri. La stessa Brigitte Bardot acquisterà qualche anno più tardi
una villa (la famosa Madrague) che costituirà un richiamo per il jet-set della
Costa Azzurra. |
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LeBaux e Arles
"Passi di mille cavalieri segnano i suoi sentieri..." e pare di sentirli: il
ritmo cadenzato delle percussioni aumenta gradualmente di intensità,
introducendo una melodia fiera e solenne, come fiero e solenne resta ancora oggi
il maestoso sperone di roccia che ospitava il castello dei Signori di Baux,
baluardo incontrastato di un'epoca lontana.
Un villaggio incantato
Les Baux-de-Provence non è uno dei paesi più conosciuti della Provenza ma è
certamente uno dei più belli. E' un villaggio a picco su una rupe, in parte
dominato da rovine, da cui si ammira uno straordinario panorama che nelle
giornate più limpide arriva fino al Mediterraneo. Tutto intorno alla città ci
sono le cave di roccia rossa, minerale indispensabile per la produzione
dell'alluminio: scoperto dal geologo Berthier, lo chiamerà appunto bauxite in
onore di Les Baux.
Un po' di storia
Les-Baux-de-Provence ha una storia affascinante, che merita di essere
conosciuta. Nel Medioevo i signori di Les Baux erano celebri e potenti, tanto da
affermare di essere i diretti discendenti di Baldassarre, uno dei Re Magi. Dopo
la cacciata da Les Baux, i divennero signori di Marsiglia, Orange, ma anche di
Avellino, Andria. Una figura particolare è rimasta nella storia di Les Baux: è
il Visconte Raymond de Turenne, detto il "Flagello della Provenza" perché amava
costringere i prigionieri a lanciarsi dalla rupe, divertendosi ad assistere alle
loro espressioni terrorizzate. Solo dopo molti anni, il Papa e il Re di Francia
riuscirono a farlo fuggire da Les Baux. Nel 1632 iniziò la decadenza di Les Baux:
diventato un centro protestante pullulante di ribelli, venne fatta smantellare
da Richielieu che la fece radere praticamente al suolo, proprio così come si
vede oggi.
Come arrivare a Les-Baux-de-Provence
Autostrada A7, uscita Avignone sud o Salon de Provence. Autostrada A9, uscita
Nîmes, direzione Arles. Autostrada A54, uscita les Baux de Provence.
Cosa visitare a Les Baux-de-Provence
Les-Baux-de-Provence è considerato uno dei più bei borghi della Francia ed
attira quasi 2 milioni di visitatori ogni anno. Tutto il villaggio è un
gioiello, soprattutto a primavera ed in autunno, quando le folle di turisti sono
più rare. Una passeggiata tra le viuzze vi permetterà di scoprire angoli
incantevoli, come la Chiesa di San Vincenzo e l'Antico Tempio Protestante.
Costeggiate il villaggio a picco sui burroni e godetevi, se non soffrite di
vertigini, gli splendidi panorami sulle valli sottostanti. Il "pezzo forte" di
Les Baux è il Castello, cantiere permanente di restauro che ospita una
bellissima mostra sulle armi medievali, tra cui tre splendide catapulte giganti
realmente funzionanti che lanciano pietre fino a 200 metri di distanza. In
funzione tutti i giorni da aprile a settembre alle 10h, 12h, 14h, 16h, 18h.
L'ingresso al castello costa 7,6 €. Sempre nel villaggio, merita una visita la
Chiesa di San Vincenzo, uno dei più begli esempi di arte Romanica della
Provenza.
Arles
Arles è un comune francese di
50.513 abitanti situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano nella regione
della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
È capoluogo della circoscrizione (arrondissement) omonima, una delle quattro del
dipartimento, che comprende 9 cantoni e 36 comuni.
La stessa città è suddivisa in due cantoni: Arles-Est, che comprende parte del
territorio di Arles e altri 2 comuni: Fontvieille e Saint-Martin-de-Crau.
Arles-Ouest, che comprende parte del territorio di Arles
Gli altri sette cantoni compresi nella circoscrizione sono: Châteaurenard,
Eyguières, Orgon, Port-Saint-Louis-du-Rhône, Saint-Rémy-de-Provence,
Saintes-Maries-de-la-Mer e Tarascon.
La città di Arles è situata sulle rive del fiume Rodano, dove inizia il suo
delta, e costituisce la porta della regione fisica della Camargue. Nel
territorio del comune sono comprese anche le regioni delle Alpilles a nord e
della Crau.Il comune è quello più esteso della Francia metropolitana: comprende
la maggior parte della superficie della Camargue (insieme con il comune di
Saintes-Maries-de-la-Mer, che è il secondo per estensione ma raggiunge solo la
metà della superficie di quello di Arles). Con circa 759 km² ha estensione
maggiore dei più piccoli dipartimenti francesi (Territorio di Belfort, con 102
comuni e Parigi e i tre dipartimenti suburbani, insieme 124 comuni). Il comune
comprende oltre ad Arles numerosi altri borghi (Albaron, Gageron, Gimeaux,
Le-Sambuc, Mas-Thibert, Moules, Pont-de-Crau, Raphèle, Saliers, Salin-de-Giraud,
Villeneuve).
Il territorio della foce del Rodano fu occupato a partire dal I millennio a.C.
da popolazioni liguri, che intrattennero presto scambi commerciali con le vicine
popolazioni celtiche e con gli empori fenici. Furono i Focesi, fondatori della
città di Marsiglia nel VII secolo a.C., a fondare un emporio commerciale (Théliné)
dove poi sorgerà Arles. Il sito si trova all'incrocio tra la via che collega
l'Italia con la Spagna e la valle del Rodano, che fu via di penetrazione per i
coloni greci. Resti di abitazioni del IV secolo a.C. sono stati rinvenuti (nel
1975) durante i lavori per un parcheggio presso il "Giardino d'Inverno".
I Romani comparvero nella regione nel 102 a.C., quando Mario fece scavare il
canale delle "Fosse mariane" nei pressi di Arles, che facilitava la navigazione.
La città è menzionata da Giulio Cesare con il nome di Arelate, di probabile
origine gallica, con il significato di luogo presso (are) lo stagno (late).
Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo fu a favore di Cesare e dopo la
vittoria di quest'ultimo ottenne buona parte del territorio della pompeiana
Marsiglia. Nel 46 a.C. divenne colonia romana accogliendo i veterani della
Legione VI e il suo porto fluviale si sviluppò, insieme allo sfruttamento del
suo fertile territorio.
Nel IV secolo fu una delle residenze preferite dell'imperatore Costantino I, e
capoluogo della prefettura del pretorio delle Gallie; vi si tenne anche il
concilio di Arles nel 314. Ebbe il nome ufficiale di Constantina
tra il 328, anno in cui Costantino I le cambiò il nome in onore del proprio
figlio Costantino II che proprio qui era nato, e il 340, anno in cui il secondo
Costantino morì e fu colpito da damnatio memoriae; in seguito l'altro figlio di
Costantino I, Costanzo II, mutò il nome della città in Constantia,
nome ufficiale ma scarsamente utilizzato, tra il 353, anno in cui Costanzo II
celebrò in città i propri tricennalia, e il 423, anno in cui si ha l'ultima
emissione monetaria, per l'usurpatore Giovanni Primicerio, ancora recante il
segno di zecca col nuovo nome.[1]
A partire dal 328, la città, sostituendosi a Nîmes come il centro più popoloso e
più importante delle Gallie meridionali, conservò una fondamentale funzione
politica, economica e militare fino alla caduta dell'Impero romano d'Occidente.
Qui si trovava una zecca imperiale.
Nel Medioevo fu capitale del regno di Arles (934 - 1032). Arles è centro di
accoglienza per i pellegrini che si dirigono al santuario di Santiago di
Compostela. L'aristocrazia terriera edificò nelle campagne grandi masserie che
diedero origine a diversi villaggi.
Alla metà del XVI secolo si ebbe un nuovo momento di grande prosperità con
grande attenzione alla cultura antica. Numerose nuove costruzioni vengono
edificate nel XVII e XVIII secolo e danno l'impronta all'attuale centro storico.
Alla fine del XIX secolo vi ha vissuto Vincent Van Gogh, che vi dipinse alcuni
dei suoi quadri tra i più celebri. Vi passò l'intera esistenza anche Jeanne
Calment, nata nel 1875 e morta nel 1997 a 122 anni, 5 mesi e 14 giorni, che
detiene il record di longevità umana legalmente provata (dagli atti dello stato
civile).
Alcuni dei villaggi del territorio divennero comuni autonomi, come Fontvieille
dal 1790, Port-Saint-Louis dal 1904 e Saint-Martin-de-Crau dal 1924. |
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Gole del Verdon
Le
gole del Verdon formano il più grande canyon d'Europa.
Le plasma il fiume Verdon, celebre tra i viaggiatori per il suo incredibile
colore smeraldo. Il Verdon e i suoi affluenti hanno scavato nei millenni queste
gole suggestive nel calcare dell'Alta Provenza. Lungo il corso del fiume sono
state costruite 5 dighe per lo sfruttamento dell'energia idroelettrica e si sono
formati cinque laghi, con spiagge, perfettamente attrezzati per praticarvi ogni
sport: Castillon, Chaudanne, Sainte-Croix (il lago di Santa Croce), Quinson e
Esparron.
La parte più bella è famosa delle gole del Verdon è il Gran Canyon
dove in alcuni punti le rocce si elevano a strapiombo, alte oltre 700 metri. La
zona è celebre per il clima, le bellezze naturali, i paesi caratteristici e
soprattutto la possibilità di praticare sport all'aria aperta in una cornice
indimenticabile. Questo itinerario è consigliato alle famiglie, agli amanti
della natura e agli sportivi di tutti i livelli, dai semplici amanti delle
passeggiate agli atleti amanti degli sport estremi. Lo sport
qui ovviamente è una delle attrazioni principali, si possono praticare
moltissime attività acquatiche come vela, sci nautico, canoa, rafting, ma anche
parapendio e bungee jumping, equitazione, mountain-bike, speleologia,
arrampicata, nonché fare fantastiche passeggiate per tutti i gusti e tutti i
livelli di difficoltà.
I paesi che si trovano lungo il percorso del Verdon sono
interessanti e molto famosi tra i turisti: Castellane, La Palud sur Verdon,
Aiguines, Moustiers Sainte Marie, Trigance, Sainte Croix du Verdon, Riez,
Bauduen, Greoux les Bains e molti altri. Vi si tengono settimanalmente bei
mercati con prodotti artigianali e delizie provenzali.
Castellane: il paese è dominato da una falesia di calcare alta quasi
200 metri e sulla cui cima sorge il campanile. Il clima qui è fantastico, con
circa 300 giorni di sole all'anno, e il centro è famoso per il turismo sportivo
in quanto si trova a monte del gran Canyon.
La Palud sur Verdon: è un paese di montagna con meno di 300 abitanti
che si trova a circa 1000 m di altitudine. Il paesaggio è nettamente diverso
rispetto a quello lungofiume ed è tipicamente agricolo e pastorale. La zona è
meta privilegiata per il turismo di famiglie ma è anche famosa per le
possibilità di arrampicata, per le passeggiate a cavallo e il trekking, per la
mountain-bike, il deltaplano, il parapendio e naturalmente gli sport nautici
facilmente accessibili nei dintorni.
Aiguines: sorge sulla riva sinistra del Verdon ed offre tutti i
divertimenti nautici e le possibilità di fare sport a piedi, in bici, a cavallo.
Numerose le vie che permettono arrampicate per principianti fino al grado di
difficoltà estremo. Il paese è famoso anche per la tornitura del legno. Abili
artigiani confezionano piatti, mestoli, pestelli ed è presente anche il Museo
dei tornitori che rievoca l'evoluzione di questa attività nel corso dei secoli.
Moustiers Sainte Marie: il paese si trova a oltre 600 m d'altezza ed
ha una storia millenaria. Il suo nome deriva da un monastero fondato dai monaci
del 432. Pare che i monaci vivessero nelle grotte naturali scavate nel tufo e
che fossero molto numerosi e potenti nell'area. Oggi vi troverete
un'architettura caratterizzata da vecchie case decorate a sbalzo, stradine
sovrastate da volte da arcate, vicoli e piazzette e ancora bastioni e fontane.
Vi respirerete un'aria medievale. Un'attività antica che quindi si svolgeva era
la lavorazione dell'argilla che poi dette origine alla celebre lavorazione della
maiolica. Ancora oggi troviamo nel paese moltissimi laboratori e negozi di
maiolica. La comparsa dell'arte ceramica si deve alla famiglia Clerissy,
un'antica dinastia di vasai. Pierre Clerissy pare difatti il primo a cui viene
attribuita la qualità di maiolicaio, il primo a custodire il segreto dello
smalto. Celebre la sua collaborazione con il pittore Francois Viry, specialista
nell'arte di realizzare decori nel caratteristico colore blu. All?inizio del
XVIII secolo nacquero molti piccoli laboratori che patirono però in seguito la
concorrenza della fine ceramica inglese che attraeva molto di più la clientela
nobile. Iniziò allora il declino e i forni che lavoravano la maiolica si
spensero piano piano. L'ultima fabbrica chiuse nel 1874. Nel 1927 però Marcel
Provence volle rilanciare l'arte della ceramica e riaccese il primo forno. Oggi
molte aziende manifatturiere e laboratori artigianali portano avanti la
tradizione delle ceramiche. Il loro lavoro si fregia del marchio Moustiers,
garanzia di tradizione artigianalità. Da visitare: la chiesa di Notre Dame del
XII secolo; la cappella di Notre Dame de Bouvoir, antico luogo di devozione con
magnifica vista sulle vallate e sul lago ed a cui giungono gli abitanti in
pellegrinaggio l'8 di settembre; l'Accademia di Moustiers, un'associazione che
promuove gli studi sulla maiolica e organizza manifestazioni ed esposizioni; il
Museo della maiolica, creato nel 1929 dallo stesso Marcel Provence che
ripercorre la storia della maiolica con opere dei principali artisti e molti
pezzi rari.
Trigance: dominata da un castello feudale sorge sulla sommità di una
roccia è un paese fortificato dall'architettura tipicamente provenzale con
passaggi a volta, stradine, scale, una torre campanaria quadrata sormontata da
un campanile a forma di cilindro. Se siete golosi visitate la Casa dei prodotti
del paese dove potrete trovare formaggi, dolci, biscotti, miele e ceramica di
produzione regionale.
Sainte Croix du Verdon: la diga inaugurata nei 73 ha dato origine al
lago di Santa Croce celebre tra gli amanti degli sport acquatici. La diga è
aperta al pubblico ed è visitabile. Il paese di Sainte Croix du Verdon è molto
piccolo e costruito su un promontorio roccioso. Bella e vasta la spiaggia ai
piedi del paese dove è possibile praticare ogni tipo di sport nautico.
Interessante il paese vecchio con piazzette e belvederi aperti sul lago.
Riez: cittadina romana con molte caratteristiche interessanti dal
punto di vista architettonico. È possibile vedere ancora i resti dei bastioni
medievali, le vestigia della cattedrale del V secolo, percorrere un itinerario
medievale oppure uno rinascimentale, nonché compiere il giro delle fontane e dei
lavatoi. È un ottimo punto di confluenza poiché in essa passano la strada della
lavanda, quella delle piante aromatiche e medicinali, la strada di campanili e
quella di villaggi tipici.
Bauduen: costruito a ridosso della falesia lungo un'antica strada
romana è uno dei paesi sulla riva del lago di Santa Croce. Dispone di spiagge,
impianti e club di vela. E' un paese che ha saputo conservare i resti della
storia con la torre saracena, e bastioni, le porte della cittadella medievale.
Greoux les Bains: è l'oasi romantica del Verdon, con il castello dei
templari, il Museo delle arti e delle tradizioni popolari, e ovunque la tipica
architettura provenzale. Si trova sulle rive del Verdon ed è l'ideale base di
partenza per la scoperta dei paesaggi della regione. Celebre la tradizione
termale, famose perfino tra i romani e utilizzate dai celti e dei galli ancora
prima le acque termali.
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Avignone e Pont du Gard
Avignone: la città dei Papi: storia
e arte nel cuore della Vaucluse
AVIGNONE (in francese 'Avignon'; in provenzale 'Avignoun' in grafia mistralica,
oppure 'Avinhon' in grafia classica) è un comune della Francia meridionale, la
più grande del dipartimento di Vaucluse, di cui è il capoluogo, nella regione
amministrativa di Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Si affaccia sulla riva sinistra
del Rodano. I suoi abitanti sono chiamati Avignonesi ('Avignonnais').
La città è circondata dalle mura difensive e le sue case antiche hanno grande
fascino. Il Palazzo dei Papi e il ponte di Avignone (pont Saint-Bénezet), uno
dei simboli della città, fanno parte dei Patrimoni mondiali dell'umanità
dell'UNESCO. La città ebbe inoltre una nuova cinta fortificata a partire dal
1356, tuttora conservata con restauri di Viollet-le-Duc nel XIX secolo per la
parte meridionale.
BREVE STORIA DI AVIGNONE
La frequentazione umana nel sito della città risale al periodo paleolitico. Un
villaggio neolitico della 'cultura di Chassey' nacque intorno al 3000 AC e si
sviluppò nel millennio successivo fino ad occupare una notevole estensione tra
le pendici del Rocher des Domes e la riva del fiume.
Il nome della città risale a circa il VI secolo AC, quando si trovava nei
territori dei Galli Cavari (Aouenion). Del nome esistono due interpretazioni:
'città del vento violento' o 'signore del fiume'. Altre fonti ne fanno rimontare
l'origine al termine celtico mignon (palude costiera), preceduto dall'articolo.
Fu anche emporio foceo, con propria monetazione (con il nome di Aoye).
Sotto i Romani con il nome di Avenio è citata sotto Augusto tra le città della
Gallia e fu colonia latina sotto Claudio e ottenne la cittadinanza romana sotto
Adriano.
Nell'alto medioevo fu cittadella avanzata dei Burgundi. Nel 1129 divenne comune
indipendente, con governo presieduto dal vescovo. Alleata di Tolosa fu presa dal
re Luigi VIII di Francia nel 1226, all'inizio della crociata contro gli
Albigesi, e le mura furono distrutte. Le mura ricostruite furono ancora
smantellate quando nel 1251 la città entrò a far parte dei domini del duca di
Angiò.
Avignone è conosciuta come antica città papale, a seguito della scelta di papa
Clemente V nel 1309 di farne la propria sede. In totale si succederanno nove
papi sul seggio cittadino, dei quali due sono scismatici. I papi risiedettero
nel cosiddetto "Palazzo dei Papi" ad Avignone.
Dopo la partenza dei papi la città venne governata da un legato pontificio e
quindi da vice-legati. Come enclave straniera in Francia beneficiò di un
notevole ruolo in campo commerciale e finanziario.
Nel 1791, durante la rivoluzione francese la città vota per l'adesione alla
Francia. Nel XIX secolo è capoluogo di un dipartimento a vocazione
prevalentemente agricola. Alla fine del secolo si ha una rinascita culturale
provenzale (Frédéric Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1904). La
vocazione turistica si sviluppò soprattutto dopo la creazione del festival
teatrale nel 1948.
COSA VEDERE AD AVIGNONE
Imperdibili naturalmente il Palazzo dei Papi e il ponte di Avignone (pont
Saint-Bénezet), simboli della città, che fanno parte dei 'Patrimoni mondiali
dell'umanità' (World Heritage sites) dell'UNESCO.
Palazzo dei papi - Il Palazzo fu contemporaneamente residenza papale, luogo di
culto, fortezza e sede amministrativa. Clemente V al suo arrivo ad Avignone si
era insediato nel vasto Convento dei predicatori, sulle rive del fiume, mentre
il suo successore Giovanni XXII, che era stato vescovo della città, si trasferì
nel suo vecchio palazzo episcopale, che fece ingrandire e ridecorare,
aggiungendovi sul lato sud una sala di udienza. Trasformò inoltre l'antica
chiesa di Santo Stefano, sul fianco sinistro della cattedrale, in cappella
pontificale. A partire dal 1334 Benedetto XII intraprese grandi lavori nel
palazzo, incaricandone Pierre Poisson. Inizialmente fu costruita una grande
torre a sud del vecchio palazzo episcopale e una nuova grande cappella
pontificale su due livelli sovrapposti. Successivamente verso nord vennero
costruite le ali degli appartamenti privati e la torre dello Studio.
Contemporaneamente venivano progressivamente distrutte le altre ali del palazzo
più antico, sostituite da nuovi corpi di fabbrica, articolati ciascuno intorno
ad un cortile: ad est gli ambienti ufficiali della corte, a ovest gli alloggi
dei famigliari, a sud i vasti appartamenti per gli ospiti. I lati sud e est
furono fortificati da un possente bastione. Clemente VI ingrandì ancora il
palazzo: fu costruita la torre del Guardaroba che si addossava alla precedente
torre del Papa e fu affidato l'incarico di costruire nuovi corpi di fabbrica
verso sud e ovest a Jean de Louvres, originario della regione parigina, che
realizzò a partire dal 1345 l'ala meridionale, con la Grande Audience e la
Grande Chapelle, e l'ala ovest per alloggiare i principali dignitari della
corte. A quest'epoca risale la maggior parte delle decorazioni del palazzo: il
pittore Matteo Giovannetti e la sua bottega crearono i cicli di affreschi sui
temi della grandezza della Chiesa e sui legami tra Roma e Avignone. Negli
appartamenti privati del papa altri pittori non identificati realizzarono una
decorazione naturalistica inedita, che rappresentava una foresta con le attività
di caccia e pesca. Sotto Innocenzo VI furono costruite le torri di san Lorenzo e
della Grazia e sotto Urbano V creò la galerie Roma nel giardino superiore.
Notre Dame des Domes - La cattedrale cittadina, risalente al XII secolo, è
l'unico edificio romanico interamente conservato della città.
Abbazia di Saint-Ruf - Fu fondata fuori le mura in epoca carolingia su un
edificio di culto più antico e fu ricostruita nel 1139 dai canonici della
cattedrale. Restano le rovine della chiesa romanica, della seconda metà del XII
secolo.
Chiesa di Saint-Didier - Interamente ricostruita tra il 1356 e il 1359 in stile
gotico provenzale e a navata unica, conserva affreschi dell'epoca.
Chiesa di Saint Pierre - Al primo quarto del XVI secolo risale la facciata della
chiesa di Saint Pierre, in stile gotico flamboyant. Le porte in legno scolpito
sono del 1551.
Nel periodo papale furono edificati anche altri palazzi di grandi dignitari
ecclesiastici nella città, tra i quali si distingue il palazzo Ceccano,
edificato intorno al 1340 dal cardinale Annibale di Ceccano, che oggi ospita la
biblioteca municipale.
Petit Palais - Fu costruito come residenza cardinalizia e divenne quindi sede
arcivescovile. Deve il suo aspetto attuale alla ricostruzione del 1481-1495,
voluta dall'arcivescovo-legato Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II.
Ospita oggi un museo di arte medioevale (Musée du Petit Palais).
Palazzo dei Monnaies - E' un notevole esempio di architettura barocca, edificato
nel 1619. Ospita oggi il conservatorio di musica.
Palazzo di Villeneuve-Martignan - Costruito tra il 1741 e il 1753
dall'architetto Jen-Baptiste Franque, ospita attualmente il Museo Calvet (Musée
Calvet), con collezioni di pitture e sculture dal XV al XX secolo.
Museo delle tradizioni e del folclore provenzale - Il Palais du Roure, la cui
grande porta gotica lascia intravedere una bella collezione di campane nel
cortile interno, fu il grande centro della lingua di Mistral e della latinità.
Oggi ospita un'esposizione di mobilia provenzale dei secoli XVII e XVIII, tele
murali del XVII secolo, una collezione etnografica provenzale e della Camargue,
disegni, tele e molto altro...
Esempi di architettura contemporanea sono la chiesa di Saint-Joseph travailleur,
edificata nel 1969 dall'architetto Guillaume Gillet, e la nuova stazione
ferroviaria, dell'architetto Jean-Marie Dutilleul con i due ponti ferroviari sul
Rodano.
Ponte di Saint-Bénezet - Secondo la leggenda fu edificato da un giovane pastore
di nome Bénezet per ordine divino. Completato nel 1185 e più volte ricostruito,
ne restano oggi solo quattro arcate e una cappella. Dal ponte di Avignone prende
il nome la tradizionale canzone per bambini Sur le pont d'Avignon.
Il piccolo centro di Montfavet, compreso nel comune di Avignone, è conosciuto
grazie al suo ospedale psichiatrico, situato sul Mont de Vergues, che ha
ospitato per trent'anni la scultrice francese Camille Claudel (1864-1943).
Pont du Gard
Dopo
il Mont St Michel è il monumento di provincia più visitato ed è il più grande,
il più bello e il meglio conservato fra i ponti-acquedotti romani. Fu costruito
verso il 60 d.C. sotto il regno dell'Imperatore Claudio e si tratta solo della
parte centrale e più bella di un immenso acquedotto lungo 50 km che partiva da
Uzès ed arrivava fino a Nimes. Il Pont du Gard attraversa la Valle del Gardon,
in un punto in cui questo è particolarmente stretto. La sua massima altezza è
48.7 m sul livello del fiume, la lunghezza attuale è 275 m al terzo piano. E'
quasi interamente costruito con grosse pietre calcaree le cui cave si trovano a
qualche centinaia di metri di distanza. Comprende 3 ordini di archi, rientranti
gli uni rispetto agli altri. Il 1° piano misura 21.87 m di altezza e si compone
di 6 archi di 6.36 m di larghezza ciascuno (raggiungendo la lunghezza totale di
142.35 m), il piano intermedio misura 19.50 m di altezza e 4.56 m di larghezza e
si compone di 11 archi (lunghezza complessiva di 242.55 m). L'apertura degli
archi dei primi due livelli è identica in quanto i pilastri di sostegno di
quelli del 2° piano sono stati posti nell'asse dei pilastri di sostegno del 1°
piano e questo per dare al ponte una maggiore stabilità. La larghezza varia dai
24.52 m di quelli che attraversano il fiume, ai 19.50 m per quelli che seguono,
fino ad arrivare ai più stretti che misurano solo 15.50 m; il terzo piano misura
275 m di lunghezza e possiede 35 archetti di 7.40 m di altezza e 3.50 m di
larghezza con un'apertura costante di 4.80 m.
Lo spessore dei pilastri varia in modo che un numero di archetti completi possa
essere inserito nello spazio fra i pilastri di sostegno degli archi dei piani
inferiori: cioè 4 archetti nell'arco più grande (quello che attraversa il Gardon)
e 3 negli altri (eccezionalmente l'ultimo grande arco sulla riva sinistra
sostiene solo 2 archetti). Si notano sui pilastri resti delle pietre di appoggio
che servirono a fissare la carpenteria durante la costruzione e che non furono
soppressi, in previsione di futuri lavori di rifacimento del ponte. I primi due
livelli sono formati da grandi blocchi di pietra di più di 50 cm di spessore,
che possono raggiungere anche i 2 m di lunghezza e il cui peso è di circa 6
tonnellate e venivano posizionati con la tecnica del montacarichi, azionato da
uomini che salivano gli scalini interni di una ruota del tipo di quella delle
gabbie per piccoli animali. Erano montati a secco e il bugnato lasciato grezzo.
Le volte dei due piani inferiori sono costituite da archi accoppiati e che
venivano sistemati uno ad uno. Questo processo permetteva anche di fare economie
sul legno che serviva a misurare l'apertura dell'arco e che veniva spostato di
volta in volta. I pilastri inferiori sono posti direttamente sulla roccia che
resta asciutta anche in periodo di piena e questo per evitare ogni rischio di
erosione. Pare che il letto del fiume sia stato scavato perchè l'acqua non
raggiungesse mai la base dei pilastri. L'acquedotto vero e proprio è stato
costruito con blocchi di pietra più piccoli. Il condotto misura 1.20 di
larghezza e 1.85 m di altezza ed è coperto da lastre larghe 1 m, lunghe 3.65 m e
spesse 35 cm. Numerose iscrizioni possono essere viste sulle pietre del Pont du
Gard. Ve ne sono di due tipi: quelle di origine romana e quelle moderne.
Le iscrizioni romane sono soprattutto cifre e lettere che rappresentano i numeri
e la posizione delle pietre che venivano tagliate, squadrate e dimensionate
probabilmente nelle stesse cave (in quanto non vi era molto spazio sulle rive
del Gardon) prima di essere issate al loro posto. A 2 m dalla cima del 4°
pilastro del 2° piano, a partire dalla riva destra ben visibile appoggiandosi al
parapetto della strada si scorge un piccolo bassorilievo rappresentante un
organo sessuale maschile (si trattava di una scultura abbastanza frequente sui
monumenti romani: ce ne sono numerosi nelle Arene di Nimes, per proteggere dalla
cattiva sorte). Questa scultura è più conosciuta in zona come "la lepre del Pont
du Gard" da quando Frédéric Mistral vi costruì sopra una leggenda. Le altre
iscrizioni e disegni (se ne contano più di 320) sono dovuti ai costruttori
compagnons du "Tour de France" che hanno restaurato il monumento nel 19° secolo
e che nei secoli precedenti venivano comunque ad osservarlo e ammirarlo come
prodezza architettonica: la più antica di queste risale al 1611, la più recente
al 1898; purtroppo troviamo anche dei graffiti contemporanei. |
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Nimes
Città
della Francia meridionale, capoluogo del dipartimento del Gard, nella regione di
Linguadoca-Rossiglione. Centro agricolo e manifatturiero, si distingue per la
produzione di tessuti, confezioni, brandy, calzature, macchinari e prodotti
chimici; fiorente anche l'industria conserviera. Si tratta soprattutto di
piccole e medie imprese che hanno conosciuto un forte sviluppo negli anni 1970
con l'arrivo dei rimpatriati dall'Algeria e quindi di nuovi capitali.
In questo periodo due aziende locali iniziarono a conoscere un grande successo:
si tratta di Cacharel e Eminence; anche l'edilizia propserò e la città conobbe
quindi un forte sviluppo. Jean Bousquet, amministratore delegato di Cacharel,
che fu sindaco di Nimes dal 1983 al 1993 partecipò attivamente al rilancio
economico della città con una politica di grandi opere, fra cui la
valorizzazione del patrimonio antico (con la creazione di un "settore protetto"
nel 1985) e l'incoraggiamento alla creazione di imprese. Nîmes è nota per le
numerose vestigia romane ben conservate, fra cui un ampio anfiteatro (1° secolo
d.C.) tuttora utilizzato; la cosiddetta Maison Carrée (1° secolo), un tempio con
colonne corinzie che attualmente ospita un museo di scultura romana; il tempio
di Diana (2° secolo), sull'area occupata dalle antiche terme e, nei pressi della
città la Tour Magne (forse edificata nel 1° secolo a.C). Degni di nota sono
inoltre i musei archeologico e delle belle arti.
Fra i personaggi illustri legati alla città troviamo: Jean Nicot (1530-1600) -
nato a Nimes compì studi di lettere, scienze e gestione degli affari pubblici a
Parigi. Sotto Francesco II fu Ambasciatore a Lisbona e proprio qui nel 1559 un
mercante fiammingo gli diede dei semi di una pianta allora sconosciuta in
Francia ed oggi nota come tabacco.
Tornato in Francia consegnò questi semi alla Regina Caterina de Medici. Il primo
nome del tabacco fu appunto Nicotina dal cognome di questo personaggio (oggi
invece la parola indica la sostanza dannosa contenuta nel tabacco).
La storia del Denim: I pantaloni dei pionieri americani sono oggi una realtà
sociale del mondo intero, ma pochi sanno che questa famosa tela è nata a Nimes.
E' probabilmente nel MedioEvo che l'industria tessile della città iniziò ad
esportare in tutta Europa questa stoffa resistente ed economica, destinata a
molteplici usi (vele per navi, teloni e già a quell'epoca pantaloni). I marinai
genovesi furono i primi ad utilizzarla per confezionare i loro abiti da lavoro,
dopo averla tinta di indaco. E' più tardi che inizia l'esportazione della tela
fino in America, dove nel 1870, un emigrato bavarese di nome Levi Strauss
l'adattò alla vita dura dei pionieri dell'ovest. Da Nimes si ha la denominazione
di Denim e da Genova quella di Jeans.
I simboli di Nimes: la palma e il coccodrillo Per capirne le origini bisogna
andare in Egitto nell'anni 31 a.C. quando Ottaviano sconfisse la flotta di
Antonio e Cleopatra, impossessandosi dell'impero e assumendo il nome di
Ottaviano Cesare Augusto. Una moneta coniata a Nimes celebra l'avvenimento: su
un lato vi è il profilo dell'Imperatore, con quello di suo genero, il capo
militare Agrippa; dall'altro lato si vede un coccodrillo incatenato ad una palma
con una corona di alloro che simboleggia l'Egitto sconfitto. La scritta "col nem"
(colonia Nemausus) lascia intuire che i legionari vittoriosi ricevettero il
territorio di Nimes come ricompensa. Nel corso dei secoli i suoi abitanti si
sarebbero affezionati a queste monete che si trovavano dappertutto: Nel 1535
chiesero il permesso al Re Francesco 1° di adottare la palma e il coccodrillo
come simboli della città, permesso che fu accordato loro. Da allora queste
"armi" sono l'orgoglio degli abitanti: ridisegnate nel 1986 sono onnipresenti
nella città, a cominciare dai chiodi di bronzo del selciato del centro storico. |
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Tarascona
Tarascon (in italiano Tarascona) è un comune francese di 12.668 abitanti situato
nel dipartimento delle Bocche del Rodano della regione della Provenza-Alpi-Costa
Azzurra. La città fu con ogni probabilità fondata dai Greci di Marsiglia.
è situata a 23 km a Sud di Avignone e 20 km a nord di Arles, sulla riva sinistra
del Rodano. Sulla riva opposta sorge la città di Beaucaire, di dimensioni
simili.
Tarascon, Marta di Betania e la Tarrasque
Secondo la leggenda, Marta di Betania, assieme a sua sorella Maria di Betania,
raggiunse le coste provenzali nel 48, in seguito alle persecuzioni in patria.
Più precisamente approdarono nella zona della Camargue, una palude alle bocche
del Rodano. Oggi in quel punto vi è il paese di Saintes-Maries-de-la-Mer.
Qui la zona era infestata dalla tarrasque, un mostro che, uscendo dalla sua tana
situata nel letto del fiume Rodano, devastava le campagne. Venne ammansito da
Santa Marta a colpi di preghiere: ad ogni preghiera il mostro diventava sempre
più piccolo.
Quando arrivò a dimensioni tali da risultare innocuo, Marta lo condusse nella
città di Tarascon. Qui però i cittadini terrorizzati uccisero la creatura.
Ancora oggi l'uccisione della tarasque è celebrata a Tarascon l'ultima domenica
di giugno.
Il Castello Medioevale
La costruzione dell'attuale castello di Tarascon fu iniziata nel 1401 da Luigi
II d'Angiò, dopo che il precedente fu distrutto. La costruzione continuò ad
opera del suo primo figlio, Luigi III d'Angiò e fu completata nel 1449 dal suo
secondo figlio Renato d'Angiò.
Il castello diventò una prigione nel XVII secolo, fino a quando fu acquisito
dallo stato nel 1932.
La Chiesa Collegiale
La Chiesa Collegiale di Santa Marta è il luogo dove, secondo la tradizione
locale, è sepolta la figura di Marta. La chiesa fu costruita per metà nel XII
secolo in stile romanico e per metà in stile gotico nel XIV secolo. La cripta è
datata III secolo.
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La Camargue (Camarga in occitano, Camargue in
francese) è la zona umida a sud di Arles, in Francia, fra il Mar Mediterraneo e
i due bracci del delta del Rodano. Il braccio orientale si chiama Grand Rhône;
quello occidentale Petit Rhône.
L'amministrazione del territorio è del dipartimento delle Bocche del Rodano, che
prende nome proprio da questa zona. Un'estensione dell'area, la Petite Camargue
(piccola Camargue), subito ad ovest del Petit Rhône, si trova nel dipartimento
del Gard.
Conosciuta in tutto il mondo per la varietà e la tipicità dei suoi paesaggi,
questa zona non è solo la terra dei cavalli bianchi e dei fenicotteri rosa,
delle distese colorate di viola e dei canneti spazzati dal mistral…"Tra acqua e
cielo, suggestioni di viaggio attraverso la Camargue "
Con un'area di oltre 930 km² la Camargue è il più grande delta fluviale
dell'Europa occidentale (tecnicamente è però un'isola, essendo completamente
circondata dalle acque). Essa è una vasta pianura comprendente vaste lagune (étangs)
di acqua salata divisi dal mare da banchi di sabbia e circondati da paludi
coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate.
Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o paludi.
L'area centrale intorno alla costa dell'Étang de Vaccarès è protetto come
riserva nazionale dal 1927, per proteggere il gran numero di uccelli selvatici
presenti nel territorio. Il Parco Regionale della Camargue fu poi creato nel
1970.
Flora e fauna
La Camargue è la dimora di più di 400 specie di uccelli, con gli stagni di acqua
salata che forniscono uno dei pochi habitat europei per il fenicottero rosa. Gli
stagni sono poi favorevoli anche alla vita di insetti, fra cui alcune delle più
feroci zanzare di tutta la Francia. In Camargue vive una razza particolare di
cavalli, chiamata appunto Camargue. È luogo di molte specie protette, ed è
anch'essa area protetta.
La flora della Camargue è adattata a coesistere con condizioni di acqua salata;
fioriscono quindi la lavanda di mare e la salicornia oltre alle tamerici, ai
salici ed i canneti. |
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Villaggio dei Bories
Il "Village des
Bories" si trova a pochi chilometri dal bello ed arroccato villaggio di Gordes.
E' un un sito particolare nel suo genere che testimonia il ricco passato di
questa regione.
Si tratta di un museo a cielo aperto dove si possono ammirare le bories, ossia
le tipiche costruzioni in pietra a secco che venivano costruite ed utilizzate
dai locali pastori o contadini.
Capanne simili si trovano un po' in tutta Europa, alcune risalgono addirittura
al Neolitico, e solo in Provenza se ne contano circa 5000, visibili in mezzo ai
campi o addirittura trasformate in abitazioni moderne.La tecnica di costruzione
delle bories era piuttosto ingegnosa: ogni strato di pietre piatte veniva
leggermente sfalsato rispetto a quello sottostante in modo che salendo verso
l'alto la costruzione si stringesse sempre di più assumendo quasi una forma
conica.
Qui al village des bories si possono ammirare diverse capanne adibite a
differenti attività: stalle, abitazioni, porcilaia, forno, cantina. Si
assomigliano un po' tutte, ma grazie a dei cartelli in francese , inglese e
tedesco è possibile individuarne l'uso.
Le costruzioni si integrano perfettamente con il paesaggio e sono collegate tra
loro da spesse mura di recinzione lungo i quali corrono stretti viottoli in
terra battuta.
In un'abitazione più grande è stato allestito un museo con reperti, spiegazioni
delle bories del luogo e di altri in Europa.
Sembra che queste bories siano piuttosto recenti, costruite nel XVIII o XIX
secolo non si sa per quale motivo specifico, forse per sfuggire alla peste.
Per raggiungere il "Village des Bories" da Avignone occorre prendere
l'autostrada fino a Cavaillon, poi imboccare la D973e subito dopo la D2 per 15
km in direzione Gordes. Da Gordes percorrere per 2 km la D15.
Per raggiungere il sito da Aix-en-Provence, prendere l'autostrada A7 fino a
Cavaillon e da qui seguire le medesime indicazioni di prima.
Sulla strada per Gordes c'è la deviazione per l'Abbaye Notre Dame de Senaque, la
super fotografata abbazia immersa nei campi di lavanda. Arrivando dalla collina
di Gordes il panorama è fenomenale. L'abbazia è nel basso di un vallone,
purtroppo non era più la stagione della lavanda.
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