In Provenza dal 12 al 19 Settembre 2009


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Antibes e Saint Tropez
Antibes Juan-les-Pins si trova nel sud della Francia, sulla Costa Azzurra tra Cannes e Nizza, chiamata semplicemente Antibes (in italiano anche Antibo, in greco antico Antipolis, in occitano Antíbol) è un comune francese di 72.412 abitanti situato nel dipartimento delle Alpi marittime nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. I suoi abitanti si chiamano antibois (in occitano provenzale antibolencs o antiboulen).
Saint-Tropez è un comune francese di 5.444 abitanti situato nel dipartimento del Var della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Prende il nome da San Torpè, santo pisano. Sino agli anni '50 era un semisconosciuto villaggio di pescatori fondato da popolazioni Liguri e frequentato successivamente da etruschi e romani.
La sua posizione ottimale per lo sviluppo dei commerci, ha permesso all’antica Saint Tropez all’epoca chiamata Athénopolis di divenire un centro florido e ricco.
Saraceni, cavalieri di Malta e navigli commerciali, hanno influenzato nei secoli la struttura del villaggio rendendolo oggi,
un vero gioiello architettonico ed una visita interessante a livello non solo storico ma anche culturale. Divenne un luogo di fama internazionale per essere stato lo sfondo di Piace a troppi, il film del 1957 che lanciò Brigitte Bardot come massimo sex simbol europeo,e per la celeberrima canzone Saint-Tropez Twist di Peppino Di Capri. La stessa Brigitte Bardot acquisterà qualche anno più tardi una villa (la famosa Madrague) che costituirà un richiamo per il jet-set della Costa Azzurra.

LeBaux e Arles

"Passi di mille cavalieri segnano i suoi sentieri..." e pare di sentirli: il ritmo cadenzato delle percussioni aumenta gradualmente di intensità, introducendo una melodia fiera e solenne, come fiero e solenne resta ancora oggi il maestoso sperone di roccia che ospitava il castello dei Signori di Baux, baluardo incontrastato di un'epoca lontana.

Un villaggio incantato

Les Baux-de-Provence non è uno dei paesi più conosciuti della Provenza ma è certamente uno dei più belli. E' un villaggio a picco su una rupe, in parte dominato da rovine, da cui si ammira uno straordinario panorama che nelle giornate più limpide arriva fino al Mediterraneo. Tutto intorno alla città ci sono le cave di roccia rossa, minerale indispensabile per la produzione dell'alluminio: scoperto dal geologo Berthier, lo chiamerà appunto bauxite in onore di Les Baux.

Un po' di storia

Les-Baux-de-Provence ha una storia affascinante, che merita di essere conosciuta. Nel Medioevo i signori di Les Baux erano celebri e potenti, tanto da affermare di essere i diretti discendenti di Baldassarre, uno dei Re Magi. Dopo la cacciata da Les Baux, i divennero signori di Marsiglia, Orange, ma anche di Avellino, Andria. Una figura particolare è rimasta nella storia di Les Baux: è il Visconte Raymond de Turenne, detto il "Flagello della Provenza" perché amava costringere i prigionieri a lanciarsi dalla rupe, divertendosi ad assistere alle loro espressioni terrorizzate. Solo dopo molti anni, il Papa e il Re di Francia riuscirono a farlo fuggire da Les Baux. Nel 1632 iniziò la decadenza di Les Baux: diventato un centro protestante pullulante di ribelli, venne fatta smantellare da Richielieu che la fece radere praticamente al suolo, proprio così come si vede oggi.

Come arrivare a Les-Baux-de-Provence

Autostrada A7, uscita Avignone sud o Salon de Provence. Autostrada A9, uscita Nîmes, direzione Arles. Autostrada A54, uscita les Baux de Provence.

Cosa visitare a Les Baux-de-Provence

Les-Baux-de-Provence è considerato uno dei più bei borghi della Francia ed attira quasi 2 milioni di visitatori ogni anno. Tutto il villaggio è un gioiello, soprattutto a primavera ed in autunno, quando le folle di turisti sono più rare. Una passeggiata tra le viuzze vi permetterà di scoprire angoli incantevoli, come la Chiesa di San Vincenzo e l'Antico Tempio Protestante. Costeggiate il villaggio a picco sui burroni e godetevi, se non soffrite di vertigini, gli splendidi panorami sulle valli sottostanti. Il "pezzo forte" di Les Baux è il Castello, cantiere permanente di restauro che ospita una bellissima mostra sulle armi medievali, tra cui tre splendide catapulte giganti realmente funzionanti che lanciano pietre fino a 200 metri di distanza. In funzione tutti i giorni da aprile a settembre alle 10h, 12h, 14h, 16h, 18h. L'ingresso al castello costa 7,6 €. Sempre nel villaggio, merita una visita la Chiesa di San Vincenzo, uno dei più begli esempi di arte Romanica della Provenza.

Arles
Arles è un comune francese di 50.513 abitanti situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
È capoluogo della circoscrizione (arrondissement) omonima, una delle quattro del dipartimento, che comprende 9 cantoni e 36 comuni.
La stessa città è suddivisa in due cantoni: Arles-Est, che comprende parte del territorio di Arles e altri 2 comuni: Fontvieille e Saint-Martin-de-Crau.
Arles-Ouest, che comprende parte del territorio di Arles
Gli altri sette cantoni compresi nella circoscrizione sono: Châteaurenard, Eyguières, Orgon, Port-Saint-Louis-du-Rhône, Saint-Rémy-de-Provence, Saintes-Maries-de-la-Mer e Tarascon.
La città di Arles è situata sulle rive del fiume Rodano, dove inizia il suo delta, e costituisce la porta della regione fisica della Camargue. Nel territorio del comune sono comprese anche le regioni delle Alpilles a nord e della Crau.Il comune è quello più esteso della Francia metropolitana: comprende la maggior parte della superficie della Camargue (insieme con il comune di Saintes-Maries-de-la-Mer, che è il secondo per estensione ma raggiunge solo la metà della superficie di quello di Arles). Con circa 759 km² ha estensione maggiore dei più piccoli dipartimenti francesi (Territorio di Belfort, con 102 comuni e Parigi e i tre dipartimenti suburbani, insieme 124 comuni). Il comune comprende oltre ad Arles numerosi altri borghi (Albaron, Gageron, Gimeaux, Le-Sambuc, Mas-Thibert, Moules, Pont-de-Crau, Raphèle, Saliers, Salin-de-Giraud, Villeneuve).
Il territorio della foce del Rodano fu occupato a partire dal I millennio a.C. da popolazioni liguri, che intrattennero presto scambi commerciali con le vicine popolazioni celtiche e con gli empori fenici. Furono i Focesi, fondatori della città di Marsiglia nel VII secolo a.C., a fondare un emporio commerciale (Théliné) dove poi sorgerà Arles. Il sito si trova all'incrocio tra la via che collega l'Italia con la Spagna e la valle del Rodano, che fu via di penetrazione per i coloni greci. Resti di abitazioni del IV secolo a.C. sono stati rinvenuti (nel 1975) durante i lavori per un parcheggio presso il "Giardino d'Inverno".
I Romani comparvero nella regione nel 102 a.C., quando Mario fece scavare il canale delle "Fosse mariane" nei pressi di Arles, che facilitava la navigazione. La città è menzionata da Giulio Cesare con il nome di Arelate, di probabile origine gallica, con il significato di luogo presso (are) lo stagno (late). Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo fu a favore di Cesare e dopo la vittoria di quest'ultimo ottenne buona parte del territorio della pompeiana Marsiglia. Nel 46 a.C. divenne colonia romana accogliendo i veterani della Legione VI e il suo porto fluviale si sviluppò, insieme allo sfruttamento del suo fertile territorio.
Nel IV secolo fu una delle residenze preferite dell'imperatore Costantino I, e capoluogo della prefettura del pretorio delle Gallie; vi si tenne anche il concilio di Arles nel 314. Ebbe il nome ufficiale di
Constantina tra il 328, anno in cui Costantino I le cambiò il nome in onore del proprio figlio Costantino II che proprio qui era nato, e il 340, anno in cui il secondo Costantino morì e fu colpito da damnatio memoriae; in seguito l'altro figlio di Costantino I, Costanzo II, mutò il nome della città in Constantia, nome ufficiale ma scarsamente utilizzato, tra il 353, anno in cui Costanzo II celebrò in città i propri tricennalia, e il 423, anno in cui si ha l'ultima emissione monetaria, per l'usurpatore Giovanni Primicerio, ancora recante il segno di zecca col nuovo nome.[1] A partire dal 328, la città, sostituendosi a Nîmes come il centro più popoloso e più importante delle Gallie meridionali, conservò una fondamentale funzione politica, economica e militare fino alla caduta dell'Impero romano d'Occidente. Qui si trovava una zecca imperiale.
Nel Medioevo fu capitale del regno di Arles (934 - 1032). Arles è centro di accoglienza per i pellegrini che si dirigono al santuario di Santiago di Compostela. L'aristocrazia terriera edificò nelle campagne grandi masserie che diedero origine a diversi villaggi.
Alla metà del XVI secolo si ebbe un nuovo momento di grande prosperità con grande attenzione alla cultura antica. Numerose nuove costruzioni vengono edificate nel XVII e XVIII secolo e danno l'impronta all'attuale centro storico.
Alla fine del XIX secolo vi ha vissuto Vincent Van Gogh, che vi dipinse alcuni dei suoi quadri tra i più celebri. Vi passò l'intera esistenza anche Jeanne Calment, nata nel 1875 e morta nel 1997 a 122 anni, 5 mesi e 14 giorni, che detiene il record di longevità umana legalmente provata (dagli atti dello stato civile).
Alcuni dei villaggi del territorio divennero comuni autonomi, come Fontvieille dal 1790, Port-Saint-Louis dal 1904 e Saint-Martin-de-Crau dal 1924.

 

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Gole del Verdon

Le gole del Verdon formano il più grande canyon d'Europa. Le plasma il fiume Verdon, celebre tra i viaggiatori per il suo incredibile colore smeraldo. Il Verdon e i suoi affluenti hanno scavato nei millenni queste gole suggestive nel calcare dell'Alta Provenza. Lungo il corso del fiume sono state costruite 5 dighe per lo sfruttamento dell'energia idroelettrica e si sono formati cinque laghi, con spiagge, perfettamente attrezzati per praticarvi ogni sport: Castillon, Chaudanne, Sainte-Croix (il lago di Santa Croce), Quinson e Esparron.
La parte più bella è famosa delle gole del Verdon è il
Gran Canyon dove in alcuni punti le rocce si elevano a strapiombo, alte oltre 700 metri. La zona è celebre per il clima, le bellezze naturali, i paesi caratteristici e soprattutto la possibilità di praticare sport all'aria aperta in una cornice indimenticabile. Questo itinerario è consigliato alle famiglie, agli amanti della natura e agli sportivi di tutti i livelli, dai semplici amanti delle passeggiate agli atleti amanti degli sport estremi. Lo sport qui ovviamente è una delle attrazioni principali, si possono praticare moltissime attività acquatiche come vela, sci nautico, canoa, rafting, ma anche parapendio e bungee jumping, equitazione, mountain-bike, speleologia, arrampicata, nonché fare fantastiche passeggiate per tutti i gusti e tutti i livelli di difficoltà.
I
paesi che si trovano lungo il percorso del Verdon sono interessanti e molto famosi tra i turisti: Castellane, La Palud sur Verdon, Aiguines, Moustiers Sainte Marie, Trigance, Sainte Croix du Verdon, Riez, Bauduen, Greoux les Bains e molti altri. Vi si tengono settimanalmente bei mercati con prodotti artigianali e delizie provenzali.
Castellane
: il paese è dominato da una falesia di calcare alta quasi 200 metri e sulla cui cima sorge il campanile. Il clima qui è fantastico, con circa 300 giorni di sole all'anno, e il centro è famoso per il turismo sportivo in quanto si trova a monte del gran Canyon.
La Palud sur Verdon
: è un paese di montagna con meno di 300 abitanti che si trova a circa 1000 m di altitudine. Il paesaggio è nettamente diverso rispetto a quello lungofiume ed è tipicamente agricolo e pastorale. La zona è meta privilegiata per il turismo di famiglie ma è anche famosa per le possibilità di arrampicata, per le passeggiate a cavallo e il trekking, per la mountain-bike, il deltaplano, il parapendio e naturalmente gli sport nautici facilmente accessibili nei dintorni.
Aiguines
: sorge sulla riva sinistra del Verdon ed offre tutti i divertimenti nautici e le possibilità di fare sport a piedi, in bici, a cavallo. Numerose le vie che permettono arrampicate per principianti fino al grado di difficoltà estremo. Il paese è famoso anche per la tornitura del legno. Abili artigiani confezionano piatti, mestoli, pestelli ed è presente anche il Museo dei tornitori che rievoca l'evoluzione di questa attività nel corso dei secoli.
Moustiers Sainte Marie
: il paese si trova a oltre 600 m d'altezza ed ha una storia millenaria. Il suo nome deriva da un monastero fondato dai monaci del 432. Pare che i monaci vivessero nelle grotte naturali scavate nel tufo e che fossero molto numerosi e potenti nell'area. Oggi vi troverete un'architettura caratterizzata da vecchie case decorate a sbalzo, stradine sovrastate da volte da arcate, vicoli e piazzette e ancora bastioni e fontane. Vi respirerete un'aria medievale. Un'attività antica che quindi si svolgeva era la lavorazione dell'argilla che poi dette origine alla celebre lavorazione della maiolica. Ancora oggi troviamo nel paese moltissimi laboratori e negozi di maiolica. La comparsa dell'arte ceramica si deve alla famiglia Clerissy, un'antica dinastia di vasai. Pierre Clerissy pare difatti il primo a cui viene attribuita la qualità di maiolicaio, il primo a custodire il segreto dello smalto. Celebre la sua collaborazione con il pittore Francois Viry, specialista nell'arte di realizzare decori nel caratteristico colore blu. All?inizio del XVIII secolo nacquero molti piccoli laboratori che patirono però in seguito la concorrenza della fine ceramica inglese che attraeva molto di più la clientela nobile. Iniziò allora il declino e i forni che lavoravano la maiolica si spensero piano piano. L'ultima fabbrica chiuse nel 1874. Nel 1927 però Marcel Provence volle rilanciare l'arte della ceramica e riaccese il primo forno. Oggi molte aziende manifatturiere e laboratori artigianali portano avanti la tradizione delle ceramiche. Il loro lavoro si fregia del marchio Moustiers, garanzia di tradizione artigianalità. Da visitare: la chiesa di Notre Dame del XII secolo; la cappella di Notre Dame de Bouvoir, antico luogo di devozione con magnifica vista sulle vallate e sul lago ed a cui giungono gli abitanti in pellegrinaggio l'8 di settembre; l'Accademia di Moustiers, un'associazione che promuove gli studi sulla maiolica e organizza manifestazioni ed esposizioni; il Museo della maiolica, creato nel 1929 dallo stesso Marcel Provence che ripercorre la storia della maiolica con opere dei principali artisti e molti pezzi rari.
Trigance
: dominata da un castello feudale sorge sulla sommità di una roccia è un paese fortificato dall'architettura tipicamente provenzale con passaggi a volta, stradine, scale, una torre campanaria quadrata sormontata da un campanile a forma di cilindro. Se siete golosi visitate la Casa dei prodotti del paese dove potrete trovare formaggi, dolci, biscotti, miele e ceramica di produzione regionale.
Sainte Croix du Verdon
: la diga inaugurata nei 73 ha dato origine al lago di Santa Croce celebre tra gli amanti degli sport acquatici. La diga è aperta al pubblico ed è visitabile. Il paese di Sainte Croix du Verdon è molto piccolo e costruito su un promontorio roccioso. Bella e vasta la spiaggia ai piedi del paese dove è possibile praticare ogni tipo di sport nautico. Interessante il paese vecchio con piazzette e belvederi aperti sul lago.
Riez
: cittadina romana con molte caratteristiche interessanti dal punto di vista architettonico. È possibile vedere ancora i resti dei bastioni medievali, le vestigia della cattedrale del V secolo, percorrere un itinerario medievale oppure uno rinascimentale, nonché compiere il giro delle fontane e dei lavatoi. È un ottimo punto di confluenza poiché in essa passano la strada della lavanda, quella delle piante aromatiche e medicinali, la strada di campanili e quella di villaggi tipici.
Bauduen
: costruito a ridosso della falesia lungo un'antica strada romana è uno dei paesi sulla riva del lago di Santa Croce. Dispone di spiagge, impianti e club di vela. E' un paese che ha saputo conservare i resti della storia con la torre saracena, e bastioni, le porte della cittadella medievale.
Greoux les Bains
: è l'oasi romantica del Verdon, con il castello dei templari, il Museo delle arti e delle tradizioni popolari, e ovunque la tipica architettura provenzale. Si trova sulle rive del Verdon ed è l'ideale base di partenza per la scoperta dei paesaggi della regione. Celebre la tradizione termale, famose perfino tra i romani e utilizzate dai celti e dei galli ancora prima le acque termali.

 

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Avignone e Pont du Gard

Avignone: la città dei Papi: storia e arte nel cuore della Vaucluse

AVIGNONE (in francese 'Avignon'; in provenzale 'Avignoun' in grafia mistralica, oppure 'Avinhon' in grafia classica) è un comune della Francia meridionale, la più grande del dipartimento di Vaucluse, di cui è il capoluogo, nella regione amministrativa di Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Si affaccia sulla riva sinistra del Rodano. I suoi abitanti sono chiamati Avignonesi ('Avignonnais').
La città è circondata dalle mura difensive e le sue case antiche hanno grande fascino. Il Palazzo dei Papi e il ponte di Avignone (pont Saint-Bénezet), uno dei simboli della città, fanno parte dei Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO. La città ebbe inoltre una nuova cinta fortificata a partire dal 1356, tuttora conservata con restauri di Viollet-le-Duc nel XIX secolo per la parte meridionale.

BREVE STORIA DI AVIGNONE
La frequentazione umana nel sito della città risale al periodo paleolitico. Un villaggio neolitico della 'cultura di Chassey' nacque intorno al 3000 AC e si sviluppò nel millennio successivo fino ad occupare una notevole estensione tra le pendici del Rocher des Domes e la riva del fiume.
Il nome della città risale a circa il VI secolo AC, quando si trovava nei territori dei Galli Cavari (Aouenion). Del nome esistono due interpretazioni: 'città del vento violento' o 'signore del fiume'. Altre fonti ne fanno rimontare l'origine al termine celtico mignon (palude costiera), preceduto dall'articolo. Fu anche emporio foceo, con propria monetazione (con il nome di Aoye).
Sotto i Romani con il nome di Avenio è citata sotto Augusto tra le città della Gallia e fu colonia latina sotto Claudio e ottenne la cittadinanza romana sotto Adriano.
Nell'alto medioevo fu cittadella avanzata dei Burgundi. Nel 1129 divenne comune indipendente, con governo presieduto dal vescovo. Alleata di Tolosa fu presa dal re Luigi VIII di Francia nel 1226, all'inizio della crociata contro gli Albigesi, e le mura furono distrutte. Le mura ricostruite furono ancora smantellate quando nel 1251 la città entrò a far parte dei domini del duca di Angiò.
Avignone è conosciuta come antica città papale, a seguito della scelta di papa Clemente V nel 1309 di farne la propria sede. In totale si succederanno nove papi sul seggio cittadino, dei quali due sono scismatici. I papi risiedettero nel cosiddetto "Palazzo dei Papi" ad Avignone.
Dopo la partenza dei papi la città venne governata da un legato pontificio e quindi da vice-legati. Come enclave straniera in Francia beneficiò di un notevole ruolo in campo commerciale e finanziario.
Nel 1791, durante la rivoluzione francese la città vota per l'adesione alla Francia. Nel XIX secolo è capoluogo di un dipartimento a vocazione prevalentemente agricola. Alla fine del secolo si ha una rinascita culturale provenzale (Frédéric Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1904). La vocazione turistica si sviluppò soprattutto dopo la creazione del festival teatrale nel 1948.

COSA VEDERE AD AVIGNONE

Imperdibili naturalmente il Palazzo dei Papi e il ponte di Avignone (pont Saint-Bénezet), simboli della città, che fanno parte dei 'Patrimoni mondiali dell'umanità' (World Heritage sites) dell'UNESCO.
Palazzo dei papi - Il Palazzo fu contemporaneamente residenza papale, luogo di culto, fortezza e sede amministrativa. Clemente V al suo arrivo ad Avignone si era insediato nel vasto Convento dei predicatori, sulle rive del fiume, mentre il suo successore Giovanni XXII, che era stato vescovo della città, si trasferì nel suo vecchio palazzo episcopale, che fece ingrandire e ridecorare, aggiungendovi sul lato sud una sala di udienza. Trasformò inoltre l'antica chiesa di Santo Stefano, sul fianco sinistro della cattedrale, in cappella pontificale. A partire dal 1334 Benedetto XII intraprese grandi lavori nel palazzo, incaricandone Pierre Poisson. Inizialmente fu costruita una grande torre a sud del vecchio palazzo episcopale e una nuova grande cappella pontificale su due livelli sovrapposti. Successivamente verso nord vennero costruite le ali degli appartamenti privati e la torre dello Studio. Contemporaneamente venivano progressivamente distrutte le altre ali del palazzo più antico, sostituite da nuovi corpi di fabbrica, articolati ciascuno intorno ad un cortile: ad est gli ambienti ufficiali della corte, a ovest gli alloggi dei famigliari, a sud i vasti appartamenti per gli ospiti. I lati sud e est furono fortificati da un possente bastione. Clemente VI ingrandì ancora il palazzo: fu costruita la torre del Guardaroba che si addossava alla precedente torre del Papa e fu affidato l'incarico di costruire nuovi corpi di fabbrica verso sud e ovest a Jean de Louvres, originario della regione parigina, che realizzò a partire dal 1345 l'ala meridionale, con la Grande Audience e la Grande Chapelle, e l'ala ovest per alloggiare i principali dignitari della corte. A quest'epoca risale la maggior parte delle decorazioni del palazzo: il pittore Matteo Giovannetti e la sua bottega crearono i cicli di affreschi sui temi della grandezza della Chiesa e sui legami tra Roma e Avignone. Negli appartamenti privati del papa altri pittori non identificati realizzarono una decorazione naturalistica inedita, che rappresentava una foresta con le attività di caccia e pesca. Sotto Innocenzo VI furono costruite le torri di san Lorenzo e della Grazia e sotto Urbano V creò la galerie Roma nel giardino superiore.
Notre Dame des Domes - La cattedrale cittadina, risalente al XII secolo, è l'unico edificio romanico interamente conservato della città.
Abbazia di Saint-Ruf - Fu fondata fuori le mura in epoca carolingia su un edificio di culto più antico e fu ricostruita nel 1139 dai canonici della cattedrale. Restano le rovine della chiesa romanica, della seconda metà del XII secolo.
Chiesa di Saint-Didier - Interamente ricostruita tra il 1356 e il 1359 in stile gotico provenzale e a navata unica, conserva affreschi dell'epoca.
Chiesa di Saint Pierre - Al primo quarto del XVI secolo risale la facciata della chiesa di Saint Pierre, in stile gotico flamboyant. Le porte in legno scolpito sono del 1551.
Nel periodo papale furono edificati anche altri palazzi di grandi dignitari ecclesiastici nella città, tra i quali si distingue il palazzo Ceccano, edificato intorno al 1340 dal cardinale Annibale di Ceccano, che oggi ospita la biblioteca municipale.
Petit Palais - Fu costruito come residenza cardinalizia e divenne quindi sede arcivescovile. Deve il suo aspetto attuale alla ricostruzione del 1481-1495, voluta dall'arcivescovo-legato Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II. Ospita oggi un museo di arte medioevale (Musée du Petit Palais).
Palazzo dei Monnaies - E' un notevole esempio di architettura barocca, edificato nel 1619. Ospita oggi il conservatorio di musica.
Palazzo di Villeneuve-Martignan - Costruito tra il 1741 e il 1753 dall'architetto Jen-Baptiste Franque, ospita attualmente il Museo Calvet (Musée Calvet), con collezioni di pitture e sculture dal XV al XX secolo.
Museo delle tradizioni e del folclore provenzale - Il Palais du Roure, la cui grande porta gotica lascia intravedere una bella collezione di campane nel cortile interno, fu il grande centro della lingua di Mistral e della latinità. Oggi ospita un'esposizione di mobilia provenzale dei secoli XVII e XVIII, tele murali del XVII secolo, una collezione etnografica provenzale e della Camargue, disegni, tele e molto altro...
Esempi di architettura contemporanea sono la chiesa di Saint-Joseph travailleur, edificata nel 1969 dall'architetto Guillaume Gillet, e la nuova stazione ferroviaria, dell'architetto Jean-Marie Dutilleul con i due ponti ferroviari sul Rodano.
Ponte di Saint-Bénezet - Secondo la leggenda fu edificato da un giovane pastore di nome Bénezet per ordine divino. Completato nel 1185 e più volte ricostruito, ne restano oggi solo quattro arcate e una cappella. Dal ponte di Avignone prende il nome la tradizionale canzone per bambini Sur le pont d'Avignon.
Il piccolo centro di Montfavet, compreso nel comune di Avignone, è conosciuto grazie al suo ospedale psichiatrico, situato sul Mont de Vergues, che ha ospitato per trent'anni la scultrice francese Camille Claudel (1864-1943).

Pont du Gard
Dopo il Mont St Michel è il monumento di provincia più visitato ed è il più grande, il più bello e il meglio conservato fra i ponti-acquedotti romani. Fu costruito verso il 60 d.C. sotto il regno dell'Imperatore Claudio e si tratta solo della parte centrale e più bella di un immenso acquedotto lungo 50 km che partiva da Uzès ed arrivava fino a Nimes. Il Pont du Gard attraversa la Valle del Gardon, in un punto in cui questo è particolarmente stretto. La sua massima altezza è 48.7 m sul livello del fiume, la lunghezza attuale è 275 m al terzo piano. E' quasi interamente costruito con grosse pietre calcaree le cui cave si trovano a qualche centinaia di metri di distanza. Comprende 3 ordini di archi, rientranti gli uni rispetto agli altri. Il 1° piano misura 21.87 m di altezza e si compone di 6 archi di 6.36 m di larghezza ciascuno (raggiungendo la lunghezza totale di 142.35 m), il piano intermedio misura 19.50 m di altezza e 4.56 m di larghezza e si compone di 11 archi (lunghezza complessiva di 242.55 m). L'apertura degli archi dei primi due livelli è identica in quanto i pilastri di sostegno di quelli del 2° piano sono stati posti nell'asse dei pilastri di sostegno del 1° piano e questo per dare al ponte una maggiore stabilità. La larghezza varia dai 24.52 m di quelli che attraversano il fiume, ai 19.50 m per quelli che seguono, fino ad arrivare ai più stretti che misurano solo 15.50 m; il terzo piano misura 275 m di lunghezza e possiede 35 archetti di 7.40 m di altezza e 3.50 m di larghezza con un'apertura costante di 4.80 m.
Lo spessore dei pilastri varia in modo che un numero di archetti completi possa essere inserito nello spazio fra i pilastri di sostegno degli archi dei piani inferiori: cioè 4 archetti nell'arco più grande (quello che attraversa il Gardon) e 3 negli altri (eccezionalmente l'ultimo grande arco sulla riva sinistra sostiene solo 2 archetti). Si notano sui pilastri resti delle pietre di appoggio che servirono a fissare la carpenteria durante la costruzione e che non furono soppressi, in previsione di futuri lavori di rifacimento del ponte. I primi due livelli sono formati da grandi blocchi di pietra di più di 50 cm di spessore, che possono raggiungere anche i 2 m di lunghezza e il cui peso è di circa 6 tonnellate e venivano posizionati con la tecnica del montacarichi, azionato da uomini che salivano gli scalini interni di una ruota del tipo di quella delle gabbie per piccoli animali. Erano montati a secco e il bugnato lasciato grezzo. Le volte dei due piani inferiori sono costituite da archi accoppiati e che venivano sistemati uno ad uno. Questo processo permetteva anche di fare economie sul legno che serviva a misurare l'apertura dell'arco e che veniva spostato di volta in volta. I pilastri inferiori sono posti direttamente sulla roccia che resta asciutta anche in periodo di piena e questo per evitare ogni rischio di erosione. Pare che il letto del fiume sia stato scavato perchè l'acqua non raggiungesse mai la base dei pilastri. L'acquedotto vero e proprio è stato costruito con blocchi di pietra più piccoli. Il condotto misura 1.20 di larghezza e 1.85 m di altezza ed è coperto da lastre larghe 1 m, lunghe 3.65 m e spesse 35 cm. Numerose iscrizioni possono essere viste sulle pietre del Pont du Gard. Ve ne sono di due tipi: quelle di origine romana e quelle moderne.
Le iscrizioni romane sono soprattutto cifre e lettere che rappresentano i numeri e la posizione delle pietre che venivano tagliate, squadrate e dimensionate probabilmente nelle stesse cave (in quanto non vi era molto spazio sulle rive del Gardon) prima di essere issate al loro posto. A 2 m dalla cima del 4° pilastro del 2° piano, a partire dalla riva destra ben visibile appoggiandosi al parapetto della strada si scorge un piccolo bassorilievo rappresentante un organo sessuale maschile (si trattava di una scultura abbastanza frequente sui monumenti romani: ce ne sono numerosi nelle Arene di Nimes, per proteggere dalla cattiva sorte). Questa scultura è più conosciuta in zona come "la lepre del Pont du Gard" da quando Frédéric Mistral vi costruì sopra una leggenda. Le altre iscrizioni e disegni (se ne contano più di 320) sono dovuti ai costruttori compagnons du "Tour de France" che hanno restaurato il monumento nel 19° secolo e che nei secoli precedenti venivano comunque ad osservarlo e ammirarlo come prodezza architettonica: la più antica di queste risale al 1611, la più recente al 1898; purtroppo troviamo anche dei graffiti contemporanei.

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Nimes
Città della Francia meridionale, capoluogo del dipartimento del Gard, nella regione di Linguadoca-Rossiglione. Centro agricolo e manifatturiero, si distingue per la produzione di tessuti, confezioni, brandy, calzature, macchinari e prodotti chimici; fiorente anche l'industria conserviera. Si tratta soprattutto di piccole e medie imprese che hanno conosciuto un forte sviluppo negli anni 1970 con l'arrivo dei rimpatriati dall'Algeria e quindi di nuovi capitali.
In questo periodo due aziende locali iniziarono a conoscere un grande successo: si tratta di Cacharel e Eminence; anche l'edilizia propserò e la città conobbe quindi un forte sviluppo. Jean Bousquet, amministratore delegato di Cacharel, che fu sindaco di Nimes dal 1983 al 1993 partecipò attivamente al rilancio economico della città con una politica di grandi opere, fra cui la valorizzazione del patrimonio antico (con la creazione di un "settore protetto" nel 1985) e l'incoraggiamento alla creazione di imprese. Nîmes è nota per le numerose vestigia romane ben conservate, fra cui un ampio anfiteatro (1° secolo d.C.) tuttora utilizzato; la cosiddetta Maison Carrée (1° secolo), un tempio con colonne corinzie che attualmente ospita un museo di scultura romana; il tempio di Diana (2° secolo), sull'area occupata dalle antiche terme e, nei pressi della città la Tour Magne (forse edificata nel 1° secolo a.C). Degni di nota sono inoltre i musei archeologico e delle belle arti.
Fra i personaggi illustri legati alla città troviamo: Jean Nicot (1530-1600) - nato a Nimes compì studi di lettere, scienze e gestione degli affari pubblici a Parigi. Sotto Francesco II fu Ambasciatore a Lisbona e proprio qui nel 1559 un mercante fiammingo gli diede dei semi di una pianta allora sconosciuta in Francia ed oggi nota come tabacco.
Tornato in Francia consegnò questi semi alla Regina Caterina de Medici. Il primo nome del tabacco fu appunto Nicotina dal cognome di questo personaggio (oggi invece la parola indica la sostanza dannosa contenuta nel tabacco). La storia del Denim: I pantaloni dei pionieri americani sono oggi una realtà sociale del mondo intero, ma pochi sanno che questa famosa tela è nata a Nimes. E' probabilmente nel MedioEvo che l'industria tessile della città iniziò ad esportare in tutta Europa questa stoffa resistente ed economica, destinata a molteplici usi (vele per navi, teloni e già a quell'epoca pantaloni). I marinai genovesi furono i primi ad utilizzarla per confezionare i loro abiti da lavoro, dopo averla tinta di indaco. E' più tardi che inizia l'esportazione della tela fino in America, dove nel 1870, un emigrato bavarese di nome Levi Strauss l'adattò alla vita dura dei pionieri dell'ovest. Da Nimes si ha la denominazione di Denim e da Genova quella di Jeans.
I simboli di Nimes: la palma e il coccodrillo Per capirne le origini bisogna andare in Egitto nell'anni 31 a.C. quando Ottaviano sconfisse la flotta di Antonio e Cleopatra, impossessandosi dell'impero e assumendo il nome di Ottaviano Cesare Augusto. Una moneta coniata a Nimes celebra l'avvenimento: su un lato vi è il profilo dell'Imperatore, con quello di suo genero, il capo militare Agrippa; dall'altro lato si vede un coccodrillo incatenato ad una palma con una corona di alloro che simboleggia l'Egitto sconfitto. La scritta "col nem" (colonia Nemausus) lascia intuire che i legionari vittoriosi ricevettero il territorio di Nimes come ricompensa. Nel corso dei secoli i suoi abitanti si sarebbero affezionati a queste monete che si trovavano dappertutto: Nel 1535 chiesero il permesso al Re Francesco 1° di adottare la palma e il coccodrillo come simboli della città, permesso che fu accordato loro. Da allora queste "armi" sono l'orgoglio degli abitanti: ridisegnate nel 1986 sono onnipresenti nella città, a cominciare dai chiodi di bronzo del selciato del centro storico.
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Tarascona
Tarascon (in italiano Tarascona) è un comune francese di 12.668 abitanti situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. La città fu con ogni probabilità fondata dai Greci di Marsiglia.
è situata a 23 km a Sud di Avignone e 20 km a nord di Arles, sulla riva sinistra del Rodano. Sulla riva opposta sorge la città di Beaucaire, di dimensioni simili.

Tarascon, Marta di Betania e la Tarrasque

Secondo la leggenda, Marta di Betania, assieme a sua sorella Maria di Betania, raggiunse le coste provenzali nel 48, in seguito alle persecuzioni in patria. Più precisamente approdarono nella zona della Camargue, una palude alle bocche del Rodano. Oggi in quel punto vi è il paese di Saintes-Maries-de-la-Mer.
Qui la zona era infestata dalla tarrasque, un mostro che, uscendo dalla sua tana situata nel letto del fiume Rodano, devastava le campagne. Venne ammansito da Santa Marta a colpi di preghiere: ad ogni preghiera il mostro diventava sempre più piccolo.
Quando arrivò a dimensioni tali da risultare innocuo, Marta lo condusse nella città di Tarascon. Qui però i cittadini terrorizzati uccisero la creatura. Ancora oggi l'uccisione della tarasque è celebrata a Tarascon l'ultima domenica di giugno.
Il Castello Medioevale

La costruzione dell'attuale castello di Tarascon fu iniziata nel 1401 da Luigi II d'Angiò, dopo che il precedente fu distrutto. La costruzione continuò ad opera del suo primo figlio, Luigi III d'Angiò e fu completata nel 1449 dal suo secondo figlio Renato d'Angiò.
Il castello diventò una prigione nel XVII secolo, fino a quando fu acquisito dallo stato nel 1932.
La Chiesa Collegiale

La Chiesa Collegiale di Santa Marta è il luogo dove, secondo la tradizione locale, è sepolta la figura di Marta. La chiesa fu costruita per metà nel XII secolo in stile romanico e per metà in stile gotico nel XIV secolo. La cripta è datata III secolo.

 
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La Camargue (Camarga in occitano, Camargue in francese) è la zona umida a sud di Arles, in Francia, fra il Mar Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano. Il braccio orientale si chiama Grand Rhône; quello occidentale Petit Rhône.
L'amministrazione del territorio è del dipartimento delle Bocche del Rodano, che prende nome proprio da questa zona. Un'estensione dell'area, la Petite Camargue (piccola Camargue), subito ad ovest del Petit Rhône, si trova nel dipartimento del Gard.

Conosciuta in tutto il mondo per la varietà e la tipicità dei suoi paesaggi, questa zona non è solo la terra dei cavalli bianchi e dei fenicotteri rosa, delle distese colorate di viola e dei canneti spazzati dal mistral…"Tra acqua e cielo, suggestioni di viaggio attraverso la Camargue "
Con un'area di oltre 930 km² la Camargue è il più grande delta fluviale dell'Europa occidentale (tecnicamente è però un'isola, essendo completamente circondata dalle acque). Essa è una vasta pianura comprendente vaste lagune (étangs) di acqua salata divisi dal mare da banchi di sabbia e circondati da paludi coperte da canneti, a loro volta attorniati da grandi aree coltivate. Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o paludi.
L'area centrale intorno alla costa dell'Étang de Vaccarès è protetto come riserva nazionale dal 1927, per proteggere il gran numero di uccelli selvatici presenti nel territorio. Il Parco Regionale della Camargue fu poi creato nel 1970.
Flora e fauna

La Camargue è la dimora di più di 400 specie di uccelli, con gli stagni di acqua salata che forniscono uno dei pochi habitat europei per il fenicottero rosa. Gli stagni sono poi favorevoli anche alla vita di insetti, fra cui alcune delle più feroci zanzare di tutta la Francia. In Camargue vive una razza particolare di cavalli, chiamata appunto Camargue. È luogo di molte specie protette, ed è anch'essa area protetta.
La flora della Camargue è adattata a coesistere con condizioni di acqua salata; fioriscono quindi la lavanda di mare e la salicornia oltre alle tamerici, ai salici ed i canneti.

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Villaggio dei Bories

Il "Village des Bories" si trova a pochi chilometri dal bello ed arroccato villaggio di Gordes.
E' un un sito particolare nel suo genere che testimonia il ricco passato di questa regione.
Si tratta di un museo a cielo aperto dove si possono ammirare le bories, ossia le tipiche costruzioni in pietra a secco che venivano costruite ed utilizzate dai locali pastori o contadini.
Capanne simili si trovano un po' in tutta Europa, alcune risalgono addirittura al Neolitico, e solo in Provenza se ne contano circa 5000, visibili in mezzo ai campi o addirittura trasformate in abitazioni moderne.La tecnica di costruzione delle bories era piuttosto ingegnosa: ogni strato di pietre piatte veniva leggermente sfalsato rispetto a quello sottostante in modo che salendo verso l'alto la costruzione si stringesse sempre di più assumendo quasi una forma conica.
Qui al village des bories si possono ammirare diverse capanne adibite a differenti attività: stalle, abitazioni, porcilaia, forno, cantina. Si assomigliano un po' tutte, ma grazie a dei cartelli in francese , inglese e tedesco è possibile individuarne l'uso.
Le costruzioni si integrano perfettamente con il paesaggio e sono collegate tra loro da spesse mura di recinzione lungo i quali corrono stretti viottoli in terra battuta.
In un'abitazione più grande è stato allestito un museo con reperti, spiegazioni delle bories del luogo e di altri in Europa.
Sembra che queste bories siano piuttosto recenti, costruite nel XVIII o XIX secolo non si sa per quale motivo specifico, forse per sfuggire alla peste.
Per raggiungere il "Village des Bories" da Avignone occorre prendere l'autostrada fino a Cavaillon, poi imboccare la D973e subito dopo la D2 per 15 km in direzione Gordes. Da Gordes percorrere per 2 km la D15.
Per raggiungere il sito da Aix-en-Provence, prendere l'autostrada A7 fino a Cavaillon e da qui seguire le medesime indicazioni di prima.
Sulla strada per Gordes c'è la deviazione per l'Abbaye Notre Dame de Senaque, la super fotografata abbazia immersa nei campi di lavanda. Arrivando dalla collina di Gordes il panorama è fenomenale. L'abbazia è nel basso di un vallone, purtroppo non era più la stagione della lavanda.

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