14-15 Luglio 2007 dal tramonto all'alba sulla Pania
della Croce
“Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della
notte”. G.K.Gibran
Percorso: Da Colle a Iapoli (Pruno)( 820 m.), Passo dell'Alpino ( 941m.), Foce di Mosceta(1182 m.), Pania della Croce (1859 m.), La Fania (905m.) | Segnaletica: biancorossa CAI segnavia 122, 126, 124 |
Dislivello: m 1039 | Tempo di percorrenza: 3 ore circa sino alla vetta |
Classificazione: E | Punti sosta: Rifugio del Freo CAI di Viareggio |
Acqua: a Mosceta presso il rifugio | Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno in assenza di neve e/o ghiaccio |
Partecipanti : Navari Alessandro, Rossi Giuseppina, Marco Meccheri |
E' molto tempo che non saliamo alla Pania per
vedere la levata del sole e decidiamo di partire abbastanza presto per
ammirare anche lo spettacolo del tramonto.
Alle 16,00 vado a prendere Marco e con la Giuseppina partiamo alla volta di
Pruno.
Ci portiamo verso il paese di Pruno,
da questo meraviglioso paesino parte il sentiero (segnavia 122) che conduce alla
Foce di Mosceta ed al
Rifugio Del Freo (in poco più di 2 ore). Provenendo dalla vallata di Seravezza
si devono seguire le indicazioni per Cardoso,
raggiunto il paese si svolta a sinistra e si prosegue per Pruno, l’ultimo
paese della vallata.
Poco prima del paese si imbocca una ripida strada asfaltata a sinistra,
successivamente diventa sterrata, che conduce fino ad un piccolo spiazzo dov’è
situato un serbatoio del servizio antincendio boschivo, siamo a Colle a Iapoli
(820 m.). Qui si deve
necessariamente lasciare l’auto e proseguire a piedi lungo l’unico tracciato
presente, se non si vuol fare del "fuoristrada" è possibile
proseguire per Pruno, parcheggiare nell’ampio parcheggio all’inizio
dell’abitato, e proseguire a piedi imboccando il sentiero 122 che inizia
proprio dalla piazza centrale del paesino.
Dopo poche
decine di minuti di cammino, si incontra il bivio, segnalato, per il rifugio
U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo dritto, tenendosi sulla
sinistra, dopo circa mezz’ora si raggiunge il Passo
dell’Alpino (941 m.) da dove godiamo di un invidiabile panorama sulle vallate del Cardoso e di Levigliani
e volgendo lo sguardo a 360° si spazia dalla riviera versiliese, complice il
vento di libeccio dei giorni scorsi che ha pulito l'aria vediamo benissimo
le isole
dell’ arcipelago toscano sino alla Corsica, poi le 5 Terre, le Alpi Marittime e la maestosità
delle Apuane con in primo piano il Corchia,
il massiccio della Pania, il Forato, il Procinto.
Entriamo in un fittissimo bosco di abeti, frutto di un intenso rimboschimento e
al suo termine giungiamo alla Foce di Mosceta (m.
1182)
.
Guardando a sinistra vediamo il vicino rifugio
del Freo del CAI di Viareggio
sotto il monte Corchia, noi invece prendiamo sulla destra sul sentiero n° 126
per la vetta della Pania.
Si comincia a salire in diagonale sulla sinistra il pendio della montagna,giungendo poi ad un pianoro detto delle Gorfigliette a quota 1407
dove si trova una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri di soccorso.
Continuiamo poi a destra e a sinistra lungo il pendio su un tratto più erto
attraversando un breve canale e giungendo ad una zona più dolce detta Il
Tavolino per poi risalire seccamente fino a sbucare al Callare della Pania,
quota 1745, dove ci si può affacciare sul versante garfagnino. Da qui parte a
sinistra il sentiero per il Pizzo delle Saette (m. 1720) e, mentre il sentiero
126 procede verso il Rifugio "Rossi", noi prendiamo a destra il
sentiero di vetta che prima incontra la Spalla settentrionale (m. 1835) , poi l'antecima
nord (m. 1854) e infine perviene a quota 1859 in vetta alla Pania alla Croce, la
regina delle Apuane, dove ci attende la grande croce posta dalla UOEI
di Pietrasanta nel 1956.
Bè detto così sembra essere una semplice passeggiata sul lungo mare ma la
Giuseppina non ne sarebbe molto d'accordo infatti lei che non si lascia
mai trovare sprovvista di niente ha sulle spalle uno zaino da sherpa ma
purtroppo le sue spalle non sono da portatore e più saliva più tribolava,
comunque da buona escursionista dell'Apuano passo passo giunge anche lei in
vetta.
Ora che siamo in vetta ci sentiamo più contenti ma prima di raggiungere
la croce dobbiamo fermarci in raccoglimento davanti alla targa
che ci ricorda un nostro carissimo amico che purtroppo non potrà godere
più di questi panorami ma comunque sarà sempre nei nostri cuori e lo porteremo
sempre su ogni vetta che noi toccheremo.
Abbiamo la fortuna di trovare uno spiazzo che deve essere stato preparato per
una tenda, bello spianato e senza sassi, è giusto per tre persone, ne prendiamo
subito possesso.
Tra una cosa e l'altra è ora di cena chi più o chi meno tiriamo fuori le
nostre provviste e la Giuseppina non ci fà mancare neanche il dessert,
benedetta donna! Santa subito!
Ci ricordiamo anche che siamo saliti per ammirare il tramonto e all'ora
spostiamoci verso ovest e ammiriamo questo spettacolo.
Il celo e ti tonalità stupende che non saprei raccontare da un arancio carico
al bianco sino all'azzurro carico del celo verso est.
Le Apuane si stagliano in siluette nere sullo sfondo d'orato il mare riflette
tutti i colori è una cosa che ti prende nel profondo e ti commuove una vero
miracolo e pensate tutto questo è gratis!!
Marco dice che proprio perchè la gente pensa che non costa niente non deve
essere niente di speciale, forse è vero molti sono abituati a pensare solo in
termini di costo, che tristezza!!
Intanto si stanno accendendo migliaia e magliai di luci nella valle sino al
litorale, guardiamo all'interno e si arriva a vedere sino a Firenze che
meravigli di quassù!
L'aria si stà facendo frizzantina e decidiamo di infilarci nei sacchi a pelo,
si! stiamo decisamente meglio; lì in prima fila abbiamo un posto privilegiato
su tutta la pian di Lucca e oltre.
Ci beviamo un bel tè caldo e pian piano tra un discorso e l'altro scivoliamo in
un sonno confortante.
Come se avessimo messo la sveglia ci destiamo quasi all'unisono, sono le cinque
e trenta l'orizzonte si stà già tingendo di rosso e man mano che il tempo
passa si alternano miriadi di tonalità dal rosso carico al bianco il
giallo.
Non so se vi è mai capitato di aspettare l’alba sulla vetta di una montagna,
ha sempre un sapore speciale, sei lì al buio, immerso nella speranza,
infagottato nei sacchi, con l'aria fredda che ti batte in faccia.
E’
ancora notte, il cielo è tutto stellato. Un’infinità di luci che lo
riempiono, come piccole gocce cadute da chissà dove. Poi inizia qualcosa.
Qualcosa di sempre nuovo e diverso. Che nasce ogni mattina senza che ce ne
rendiamo conto. Poco a poco laggiù si vede una strisciolina di luce, che tinge
il cielo di varie sfumature. Si fa sempre più spessa, e aggiunge nuovi colori.
A volte c’è un istante in cui ti accorgi che è giorno, notte e giorno non
sono più buio e luce, ma sono due luci diverse. Due mondi paralleli. E c’è
un attimo in cui questi due mondi si incontrano. Senti dentro di te che quella
luce è un bianco diverso, un bianco più chiaro. E’ il bianco del giorno.
Qualcosa è cambiato.
E dopo iniziano i colori. Le punte più alte si colorano di rosa,poi di arancio
e di giallo. E poi il sole spunta e scalda il mondo.
Ti senti partecipe di un piccolo miracolo, perché stai perdendo del tempo
per ammirarlo. E sei lì a bocca aperta senza sapere neanche cosa pensare, ti
senti travolto da tutta questa bellezza. "Una bellezza che per un attimo ti
fa sentire eterno".
Poi il giorno ti riporta al mondo di sempre, quello che sei abituato a
conoscere.
La magia a poco a poco svanisce ma ti rimane nel cuore e ti aiuta a regalare un
sorriso alle persone che incontri. Quel giorno ti sembra più lungo degli altri,
più completo. Ti senti un po’ diverso, un po’ più pieno.
E senti dentro di te la voglia di raccontare la magia di questo attimo in cui la
speranza si è trasformata in bellezza.
Bè ora termino questa parentesi poetica ma veramente quando sei lassù anche
" l'orso più orso diventa un agnellino!" Domandatelo a Marco!
Quella " santa donna della Giuseppina" ci sbalordisce ancora e dallo
zaino tira fuori delle paste di pasticceria alla crema e mele e anche caffè e
latte, ci vuole proprio bene!
Mentre facciamo colazione ammiriamo anche l'ombra della pania che si staglia
netta sul mare, un ultimo sorso di caffè e via decidiamo di ripartire alla
volta del rifugio "
la Fania" di proprietà della UOEI
di Pietrasanta.
La discesa è sicuramente più veloce della salita specialmente per la
Giuseppina che ha vuotato lo zaino rimpinzandoci a dovere. in un ora e mezza
raggiungiamo il rifugio.
Poco dopo arrivano Franca, Aldo, Ivo e Franco e soprattutto portano i viveri per
poter fare un bel pasto tutti assieme.
Mentre loro vanno a fare una camminatella sino alla Foce di Valli noi ci
riposiamo e la Giuseppina, sempre più Santa prepara il sugo alla matriciana per
la pasta.
E' l'una e ci stiamo preoccupando perché non vediamo arrivare ancora nessuno ma
delle voci nel bosco ci rinfrancano si sono loro: " dai Giusi butta la
pasta!"
Niente di meglio di un bel pasto assieme agli amici.
Mentre beviamo il caffè arriva anche il nostro amico Pacì, che da queste parti
pratica la pastorizia, accompagnato dai fedelissimi cani Kelli e Nila e
l'inseparabile asino Nellina, insieme alle pecore pascolano anche due grossi
maiali.
Restiamo lì a chiacchierare ma poi dobbiamo proprio ripartire e riprendiamo a
mailiquore la via del ritorno.
Questa due giorni pur tropo è terminata ma siamo infinitamente contenti per
ciò che abbiamo goduto, vorrei che tutti provassero quello che abbiamo provato
noi magari per un giorno lasciare la spiaggia e muovere le gambe, si faticando
ma godendo di spettacoli che nessuna televisione al mondo potrà mai riprodurre
e un messaggio a coloro che sono sfiduciati nella vita: " aprite gli occhi
gente, il mondo e pieno di meraviglie, non vi stancate di cercarle!"
Foto
escursione
Se vuoi unirti a noi apuano@email.it