10/08/2008 Monte Corchia
Percorso: Da Passo Croce, Canale del Pirosetto, Corchia, Mosceta, Retro Corchia, Fociomboli. | Segnaletica: Segni azzurri di cresta dal Canale del Pirosetto e biancorossa CAI segnavia 129e 11 |
Dislivello: m 517 | Tempo di percorrenza: 2 ore circa sino alla vetta del Corchia, circa un'ora per scendere al rifugio del Freo, 45 minti per la strada marmifera segnavia 11 e circa 20 per Passo Croce |
Classificazione: EE | Punti sosta: Rifugio Del Freo del CAI di Viareggio |
Acqua: al Rifgio CAI del Freo a Mosceta e nelle sue vicinanze | Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno in assenza di neve e/o ghiaccio |
Il monte Corchia (m.
1677) ha un aspetto uniforme dal versante nord ma assume un aspetto
decisamente imponente ad occidente e a mezzogiorno, dove cade con
lunghe bastionate rocciose, convergenti ai Torrioni del Passo di
Croce che rappresentano i pilastri angolari delle due fasce rocciose
che cingono il Corchia a occidente e a mezzogiorno. Particolarmente
imponenti sono il 1° e il 2° Torrione (da sinistra, guardando dal
basso Ai piedi del boscoso versante settentrionale si stendono i
prati di
Puntato . La vetta è duplice, con un antecima Ovest (1630 m)
distante 500 m dalla cima principale. Nei suoi fianchi si aprono
numerose grotte interessantissime, quali la Tana dei Gracchi, la
Tana dell'Omo Selvatico presso la Foce di Mosceta, la Buca del Cane,
nonché il famoso Antro del Corchia o Buca di Eolo. Un'altra cavità a
pozzo si trova sul versante est appena sotto la vetta. Per
raggiungere il punto di partenza da Ripa si seguono le indicazioni
per Seravezza e poi per Levigliani seguendo poi la strada
provinciale in direzione Castelnuovo Garfagnana. Dopo circa 2 Km, si
trova un bivio sulla destra.
Si segue questa
strada, che sale ripida con molte svolte, fino a raggiungere
il Passo, a quota 1160 m. La strada ora pianeggiante diventa
sterrata e si biforca. Parcheggiare e seguire quella di
destra per le cave. I punti di interesse sono molti: : Monte
Corchia, Rifugio del Freo, Mosceta, Cave di marmo del monte
Corchia, strada panoramica fino a Passo Croce.
Questa domenica siamo in quattro: io, Alessandro, Giuseppina, Luca e Sabrina e
per l'appunto affrontiamo l'escursione del Corchia dal "Pirosetto" stretto e
spettacolare canale tra le rocce.
Giunti a Passo Croce
(m1160)
lasciamo l'auto e ci dirigiamo verso la strada marmifera ma invece di prendere
questa ci incamminiamo su traccia di sentiero che parte, sulla destra,
proprio di fianco alla sbarra. Saliamo lungo le tracce di sentiero, non molto
impegnativo, ma a tratti ripido, il lussureggiante paleo ci nascondeva alla
vista e dove abbiamo fatto incetta di mirtilli.
Giungiamo, al contrario di quello che pensava la Giuseppina, nuovamente alla
strada della cava, in prossimità in prossimità dell'antenna del radar
meteorologico della Protezione Civile di Seravezza.
Percorriamo brevemente la strada, prima di una galleria, sulla sinistra, è
segnata in azzurro (sentiero di cresta) la direzione per il Canale del Pirosetto.
Saliamo verso i Torrioni del Corchia facendo attenzione a dove mettiamo i piedi,
ancora il paleo ci nasconde la visuale!
Risaliamo adesso il canale tra il terzo e il quarto torrione, entriamo poi nel
Canale del Pirosetto e durante la salita possiamo ammirare da molto vicino
l'invitante roccia dei torrioni.
Qualche passaggio un po' più difficoltoso (che superiamo con eleganza, da
veri "escursionisti esperti").
Questo percorso, in realtà non presenta eccessive difficoltà, comunque come non
mi stanco mai di dire, negli ambienti montani non bisogna mai abbassare la
guardia, infatti anche una semplice caduta può trasformarsi in tragedia su
terreno accidentato e i soccorsi non possono essere tempestivi.
Dopo questo doveroso appunto continuiamo con la nostra avventura; usciamo
dal Canale del Pirosetto e ci troviamo ancora a salire pendii erbosi tra rocette
che ci portano verso l'antecima sulla cresta nord ovest.
Già da qui ammiriamo il panorama verso la costa e la giornata propizia ci
regala una vista che si estende dal golfo della Spezia sino al livornese con le
isole dell'arcipelago toscano e la Corsica.
Giungiamo all'anticima del Corchia (quota 1630),
proseguiamo lungo la cresta.
La cava è ai nostri piedi e raggiunge
proprio la cresta del monte. Continuiamo per il filo di cresta
raggiungendo la cava a pochi metri, la gran parete bianca si
distingue nettamente dal mare.
Dalla parte opposta è intagliata
un'altra cava la cui strada di accesso ha in pratica distrutto il
bosco sul versante nord, sono falliti subito dopo così che non un
blocco di marmo è uscito da questa distruzione.
Sull'antecima ci
concediamo un po' di riposo per ammirare il panorama.
Proseguiamo
per la vetta affrontiamo la salita finale e giungiamo raggiungendo quota 1676mt.
Le Apuane ci circondano da tre
lati: davanti a noi la maestosità della Pania e di fronte il mare è
ai nostri piedi.
Fortunato è chi può trattenersi fino a tardi,
quando il sole si tuffa nel mare che calmo si colora mentre grigie
spuntano le cime della Gorgona, di Capraia e più lontano l'Elba,
nelle belle giornate anche le cime della Corsica e oggi potrebbe
essere una di quelle giornate.
Dopo le foto di
rito e un piccolo spuntino, iniziamo a scendere sempre lungo la
cresta. Adesso il sentiero è segnato dal CAI. Incontriamo la
carcassa del Bivacco Lusa, questo bivacco veniva usato dagli
speleologi per recarsi nel vicino ingresso per L'antro del Corchia,
ora una cosa ci viene da pensare: visto che la struttura sembra
buona perché non recuperarlo? Oppure se non serve più a niente
perché non toglierlo di mezzo e magari ripulire la vetta da
un ammasso di ferro inutile?
Proseguiamo in discesa sul
filo di cresta il sentiero scende ora sempre sul versante garfagnino
e ci conduce ai prati e ai boschi di Foce di Mosceta in 1,5 h. dalla
vetta del Corchia.. Il
Rifugio "Del
Freo" (quota 1180) è, senza dubbio, il più frequentato
delle Apuane sia per la sua felice posizione come base di partenza per
innumerevoli escursioni.
prima di raggiungere il rifugio attraversiamo delle praterie di paleo e poi il
sentiero è praticamente costeggiato da centinaia e centinaia di piante di
lamponi, come non approfittare di questa occasione? unico inconveniente è che
siamo costretti a penetrarvi all'interno perché, come è ovvio, quelli a portata
di mano sono già belli che andati, comunque ne vale la pena sono proprio una
vera squisitezza.
Eccoci siamo davanti al rifugio, la bellissima giornata ha favorito le
scampagnate sino a questa località, località baciata dalla natura,un angolo di
alpi a due passi dal mare, antico alpeggio sotto la maestosità della Pania della
Croce.
Approfittiamo dei tavoli all'aperto e ci dedichiamo al meritato pranzo;
all'improvviso un altro commensale un pò invadente reclama la sua parte, si
tratta di un'asina che evidentemente apprezza il cibo degli escursionisti.
Restiamo un bel pò lì al fresco a raccontarci le nostre cose e scambiandoci
qualche battuta, ma ancora una volta il tempo è stato velocissimo ed è l'ora di
ripartire.
per il ritorno prendiamo il sentiero n° 129.
Dopo esserci freddati i muscoli a ripartire e in forte salita come adesso è
proprio dura, entriamo nel rimboschimento di larici e poi continuiamo su traccia
di sentiero ormai ridotto ad una trincea per l'erosione dell'acqua. Siamo quasi
alla fine della salita, almeno di questa, diamo un'ultimo sguardo alla regina
delle Apuane la Pania della Croce e al Pizzo delle Sette e ci inoltriamo nel
fitto della faggeta, a che bella frescura! il sentiero ci permette di camminare
speditamente ma ad u tratto dobbiamo riaffrontare una ripida salita, veramente
potremmo andare anche dritti, percorrendo il 129 bis, il sentiero sarebbe
invitante ma più avanti si fà più faticoso e inoltre anche più lungo.
Affrontiamo quest'ultima salita e poi siamo di nuovo su facile e riposante
sentiero, tra una chiacchera e l'altra ci troviamo ben presto sulla marmifera a
quota 1300 mt.
Non ci resta che percorrere tutta la strada, segnavia n° 11, sino a Passo Croce
passando per Fociomboli a quota 1265 mt. ( passo ubicato tra il monte Freddone e
il Corchia). Camminiamo sulla strada e devo dire che non è molto piacevole,
specialmente quando motociclisti e automobilisti che non hanno nessun rispetto
per chi sta camminando alzando nuvoloni di polvere.
Prima di giungere alle auto passiamo sotto i Torrioni e ammiriamo la destrezza
di alcuni rocciatori che si cimentano sulla salita a questi pinnacoli che
ci ricordano gli ambienti dolomitici.
Eccoci siamo all'auto e la nostra escursione è finita, un'escursione facile da
affrontare da escursionisti esperti: comunque con un buon accompagnatore può
essere affrontata da tutti, tutti quelli che abbiano voglia di camminare e
apprezzare le bellezze delle nostre Apuane.
Foto escursione
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