Visto che quest'anno è la
seconda volta che ci veniamo vi rimando alla
relazione già raccontata
nel mese di aprile.
Il
monte Balzo Nero (m.1315 s.l.m.), pur facendo parte
dell'Appennino lucchese, si differenzia da tutte le altre vette
per il tipo di roccia dal quale è formato: si tratta di
calcareniti che, però, nella parte terminale, lasciano il posto
al breccione, roccia di colore scuro che fornisce il toponimo
alla montagna. Questo itinerario affronta la salita alla
montagna per la via più impegnativa: quella diretta che transita
dal monte Alto ed è riservata solamente agli escursionisti più
esperti, in quanto mal tracciata, con notevole pendenza e con
tratti esposti nella parte finale.
Dal sito www.ursea.it
Ci troviamo a Marlia e da quì imbocchiamo la strada statale 12
dell'Abetone e del Brennero, passando
Bagni di Lucca.e dopo circa dodici km. sulla sinistra parte
il bivio per Vico Pancellorum.
Siamo nella piazzetta del caratteristico paese, stranamente
molto affollata, per affollarla bastano solo poche auto.
Parliamo un pò di questo piccolo centro: adagiato alle pendici del Balzo Nero ( mt. 1315) è a circa
650 mt. di altitudine, e da ogni angolo si può godere di
bellissimi panorami, che spaziano dalla veduta delle Alpi
Apuane, al Monte Bargiglio, tutta la Controneria con il monte
Prato Fiorito fino alla Penna di Lucchio. Salendo fino alla
“Croce di S. Marco” si impone la vista del Monte Caligi, di
Capanne di Siviglioli, dai contrafforti della Brancolerai fino
alla montagna Pistoiese, Piteglio e la Macchia Antonini.
I pochi abitanti rimasti sono circa un centinaio, ma la
popolazione incrementa notevolmente grazie al turismo non solo
estivo ma anche invernale, dovuto alle vicine piste da sci
dell’Abetone. In paese sono presenti una fornitissima bottega di
generi alimentari (detta “al Chioppo”) e il ristorante bar “Buca
di Baldabò”(sito nello stabile della locale
Associazione/Pro-Loco “Il Risveglio”), che offre specialità
regionali e internazionali; la ricezione turistica è attiva
grazie all’ affitto periodico di case private.
Dai primi del ‘900 l’emigrazione ha decimato la popolazione
residente, e ancora oggi è facile incontrare chi ha fatto
ritorno e parla volentieri due o tre lingue straniere
raccontando storie di vita vissuta in giro per il mondo, legata
ai “mammalucchi” di gesso, agli “stagnini”, ai venditori di
“pannina” .
L’Oasi Balzo Nero è un naturale paradiso per gli animali
selvatici quali cinghiali,capre selvatiche, lepri, caprioli,
daini, tassi, istrici, poiane, gufi, falchi, e l’imponente
aquila reale, che ha fatto di quest’area il suo regno
indiscusso; tra le risorse naturali presenti sono da evidenziare
soprattutto le castagne e i preziosissimi funghi porcini;
inoltre nel torrente Coccia, che scorre in anfratti orridi e
bellissimi, le trote sguazzano in abbondanza Per gli
appassionati, sono possibili escursioni di trekking e mountain
bike, nonché spedizioni speleologiche (solo per i più esperti!)
nelle grotte naturali nascoste nei boschi circostanti, ricche
non solo di tesori geologici ma anche di antiche tracce
esoteriche lasciate dai primitivi insediamenti umani.
Antico paese di origini romaniche, ne mantiene ancora il
curioso nome, mentre la struttura è riconducibile all’epoca
medievale, in quanto del paese originario rimangono solo alcune
tracce.
Di notevole importanza storico-architettonica è la Pieve
Romanica di S. Paolo, edificata più di mille anni fa, custode
tra l’altro di una pregevole statua lignea del ‘600 del santo
patrono, di un organo del ‘700, di alcuni dipinti sacri
recentemente restaurati, e di un piccolo museo. Ricordata dall'873,
è di impianto
basilicale a tre
navate spartite da arcate su pilastri sormontati da
capitelli con decorazioni fortemente geometrizzate. Sul
fianco destro si erge la torre campanaria. Nella semplice
facciata il portale è sormontato da un
architrave che reca incisi motivi simbolici e da un
archivolto a tutto sesto composto da cunei alternati di
pietra bicroma. La parete sopraelevata della
navata maggiore comprende una serie di archetti separati da
sottili
lesene e impostati su mensole variamente scolpite. Tra le
opere, una statua lignea di San Paolo (XV
secolo), un Crocifisso in legno scolpito (XV secolo),
un'acquasantiera
in
marmo (1551)
e i resti di un
affresco con figure di Apostoli (XIV
secolo). Passeggiando per le vecchie vie si possono individuare il
tribunale, le antiche prigioni, l’abitazione di Mons. Stefanelli
Vescovo di Lucca all’inizio del 1800, originario del luogo, il
palazzo dei Vicari della Val di Lima (oggi abitazioni private),
nonché bei portali e pietre ricche di storia.
Parlare di questo borgo era doveroso in quanto anche se non
venite per arrampicarvi come capre vale la pena visitarlo.